Incrociando uno studio sui volumi presenti nella Biblioteca Patriarcale di Venezia appartenuti ad Albino Luciani con un'attenta lettura della sua opera, il volume ricostruisce la strategia linguistica che attraversa l'intero arco della sua predicazione. Dai primi studi letterari nella Biblioteca della Pieve di Canale d'Agordo fino agli ultimi scritti del pontificato, Luciani intrattiene un fittissimo dialogo con la letteratura e, scegliendo attentamente gli autori di riferimento e assumendo di volta in volta valide posizioni su opere e temi, si dimostra perfettamente in grado di comprendere il discorso critico e di riutilizzarlo a fini catechetici. Grazie a un'acuta capacità di ricezione e una spiccata attitudine al riuso, la letteratura diventa nelle mani di Luciani un potente mezzo al servizio della predicazione. Questo volume si propone di restituire un aspetto fondamentale della figura di Luciani, quello letterario, spiegando le motivazioni e le radici di quel modo di esprimersi umile ormai riconosciuto come sua cifra caratteristica.
Un'Italia, quella della seconda metà del Novecento, che si è mossa tra le lacune dei depistaggi e le condotte spesso equivoche dei servizi segreti. Benedetta Tobagi racconta, sullo sfondo delle stragi, la dialettica tra intelligence, magistratura e potere esecutivo dalla P2 alla caduta del Muro. "Segreti e lacune", valendosi di documentazione d'intelligence declassificata in larga parte inedita, indaga i conflitti tra magistratura, servizi segreti e potere esecutivo nel corso dei processi per le grandi stragi terroristiche (1969-80), nel periodo compreso tra la riforma dei servizi segreti del 1977 e la metà degli anni Novanta, quando cioè l'Italia riemerge dal terremoto politico della fine della Guerra fredda. A partire da qui affronta temi più ampi, quali l'annoso problema di come esercitare un controllo democratico effettivo sull'attività dei servizi e insieme le possibilità e i limiti della ricostruzione storica di vicende dell'Italia repubblicana in cui la dimensione politica si intreccia a quella criminale: ovvero come affrontare con metodo rigoroso anche gli aspetti indicibili e la dimensione occulta della politica. In Italia i processi per le grandi stragi terroristiche, durati decenni e terminati spesso con assoluzioni generalizzate, costituiscono un terreno d'indagine perfetto per analizzare la conflittualità permanente tra magistratura e servizi segreti. In ciascuno di essi si manifestano infatti lentezze, gravi distorsioni e depistaggi veri e propri, messi in atto dagli organismi d'intelligence e da altre forze di sicurezza, operanti a servizio dell'esecutivo. Con la legge di riforma dei servizi del 1977 (varata proprio sull'onda degli scandali connessi alle stragi), che introduce per la prima volta un controllo politico e parlamentare sull'intelligence e insieme revisiona la disciplina del segreto di Stato, cresce l'attenzione pubblica, e insieme l'ipocrisia istituzionale, su questi temi. Il focus sugli anni Ottanta di questo libro consente di osservare nella pratica i limiti di questa pur importante e per molti versi innovativa legge di riforma, che aveva suscitato grandi speranze ben presto dissipate dallo scandalo P2. Nonostante la fine della Guerra fredda, con il corollario della «doppia lealtà» delle forze di sicurezza, depistaggi e degenerazioni nel funzionamento dell'intelligence continuano a riproporsi. "Segreti e lacune", prendendo in esame le mentalità, i motivi e i meccanismi che ostano alla trasparenza, nonché la fisiologia e patologia dei rapporti tra intelligence e potere politico, delinea le radici di questa continuità dai risvolti drammatici.
Negli anni '50 una rete televisiva americana affidò un programma alle ore 20 ad un vescovo cattolico allora sconosciuto ai più di nome Fulton Sheen. La trasmissione si chiamava "Life is worth living" (La vita vale la pena di essere vissuta). Il suo pubblico crebbe a dismisura e diventò un fenomeno di massa con milioni di spettatori e dopo 4 anni l'autore fu premiato con un "Emmy Award" come "il più eccezionale personaggio televisivo dell'anno" con ascolti simili a quelli del programma di Frank Sinatra. Il segreto del successo stava oltre che nell'abilità oratoria dell'autore, nell'aver colto la trasformazione della società occidentale che ha abbandonato i valori giudeo-cristiani. Questo chiedeva un nuovo modo di annuncio del cristianesimo molto più "esistenziale" e capace di rivolgersi alla vita quotidiana del popolo e alle attese profonde di ogni persona che rimangono vere in ogni tempo. In Verità e menzogna l'autore compie un profondo e accurato esame delle idee contemporanee riguardo alla morale, alla scienza, alla religione e al tema della evoluzione. Scoprirà che spesso l'aggettivo "moderno" è un'etichetta applicata ad un vecchio errore.
Un libro originale e creativo con il pennarello magico, che non macchia, non sporca e diverte il bambino! Basta riempirlo d'acqua e colorare, colorare e colorare! Età di lettura: da 4 anni.
"Il mondo magico" di Ernesto De Martino occupa un posto di rilievo tra i classici del pensiero europeo contemporaneo: pubblicato nel 1948, ha conosciuto un numero cospicuo di edizioni, che testimonia di un perdurante interesse per l'inedita valutazione della magia come istituzione culturale garante della presenza umana nel mondo. Ogni generazione di lettori si è così accostata al capolavoro demartiniano in modi conformi allo spirito del tempo, privilegiando determinati nuclei problematici e lasciandone altri nell'ombra. Oggi siamo più inclini a riconoscere tutto il valore innovativo del metodo di ricerca di Ernesto De Martino, basato sull'intreccio tra prospettiva storica ed etnologica. L'asse portante del libro risiede nel confronto critico, funzionale alla presa di coscienza dei rispettivi caratteri individuanti, tra l'Occidente e l'Altro da sé, tra il nostro e l'altrui modo di «essere uomini in società». Profondamente radicato nel contesto storico in cui venne concepito, "Il mondo magico" va letto oggi alla luce dell'immane tragedia del secondo conflitto mondiale. De Martino si interroga sulle cause profonde della grande crisi dell'Occidente, di cui individua con sensibilità antropologica i germi nell'abbandono della tradizione storico-culturale di appartenenza: da qui l'urgenza di promuoverne una rinnovata consapevolezza critica. E proprio in relazione al conseguimento di tale obiettivo, che non potrebbe non riguardare anche il nostro presente, il confronto con il «culturalmente alieno» manifesta tutta la sua pregnanza.
Una fiaba classica dove metrica e musicalità sono il tessuto principale del suo componimento. La narrazione sviluppa temi e concetti unicamente legati all'ambiente, avvalendosi dei suoi personaggi molto caratterizzati, celebrando la natura ed il legame profondo e sacro, che ogni essere umano dovrebbe avere. Un fantasy dedicato a tutti, piccoli e grandi. Una sorta di musical virtuale, grazie a 17 QRcode dotati di musica e canzoni, che integrano la narrazione, per un intrattenimento famigliare ricco di emozioni, in un'esperienza evocativa e immaginifica unica. Musica e arrangiamenti musicali: Fabrizio Voghera. Voci e interpreti: Fabrizio Voghera e Ilaria Deangelis.
Che cosa è stata la magia nei secoli, in particolare in quel periodo ritenuto magico per eccellenza, ossia il Medioevo? Quali le relazioni tra magia, scienza e religione, illusione e realtà? Che cosa si intende per magia? Qual è il ruolo del Demonio nella magia? A questi interrogativi il lettore potrà trovare in quest'opera articolati chiarimenti secondo un tracciato storico individuato su documenti e testi poco noti di autori dei secoli XIII e XIV. Una storia della magia che si configura pertanto come una storia della filosofia, della scienza e dell'occultismo nel periodo maturo del pensiero medievale.
È la sera del 30 dicembre 2003 quando John Gregory Dunne, sposato da quarant'anni con Joan Didion, muore all'improvviso. Da quella data inizia per la scrittrice l'anno del pensiero magico, in cui lutto e sogno sovrascrivono la vita, e l'impossibile addio all'uomo amato si trasforma lentamente in un profondo colloquio con la morte, durante il quale tutto viene riconsiderato: la malattia, la cecità della fortuna, le parole non dette dell'amore, l'essenza sfuggente e ingannevole della memoria, la consapevolezza di dover fare prima o poi i conti con la fine. Il pensiero magico disseziona la perdita, illude Joan Didion di poter fermare, per incanto o sortilegio, chi se ne è andato per sempre. Ma i ricordi che la legano a lui, chiusi in un abbraccio troppo stretto, tramutano in polvere. "L'anno del pensiero magico", l'opera più famosa e apprezzata di Joan Didion, è racconto del parossismo e della rinascita, memoriale dell'intimità violata, indagine giornalistica sulla solitudine e saggio sul destino e la speranza umana; è l'opera che meglio ha saputo raccontare il lutto e il dolore, toccando ferite ancora pulsanti, aprendone di nuove sulla pagina. È il prezzo pagato da Joan Didion per prendere coscienza che, se anche tutto intorno a lei sembra essere crollato, occorre liberare dalla presa dei ricordi coloro che l'hanno lasciata, e vivere le possibilità del presente senza rifugiarsi nei rimpianti del passato.
Età di lettura: da 3 anni.
Benvenuti nella "Terra delle Fiabe!". Qui incontrerete i vostri personaggi preferiti, leggerete le loro storie, che vi sorprenderanno con un finale un po' diverso, e vi smarrirete nei loro mondi. Sbirciate dentro la casetta di Hansel e Gretel, esplorate il palazzo della Bella e la Bestia, tuffatevi nelle profondità sottomarine in compagnia della Sirenetta per approdare infine all'Isola del Tesoro... Con 12 grandi classici: La Sirenetta, Il Libro della Giungla, La Bella e la Bestia, Hansel e Gretel, Robin Hood, Lo Schiaccianoci, La Regina delle Nevi, Cenerentola, Biancaneve, L'Isola del Tesoro, Il Mago di Oz, Alice nel Paese delle Meraviglie. Età di lettura: da 8 anni.