"Dopo la pubblicazione di Amoris Laetitia tutta la Chiesa si trova di fronte al compito di recepirne il messaggio, che appare nello stesso tempo confortante ed esigente. Il primo Vescovo che ha scritto una lettera pastorale dedicata integralmente a questo atto di attuazione è Erio Castellucci, Arcivescovo di Modena. Sul suo testo si soffermano tre teologi, con sensibilità e linguaggi diversi, per mettere in luce le diverse prospettive di conversione pastorale che il testo della Esortazione apostolica raccomanda ed esige. Ne deriva un libro prezioso per il lavoro parrocchiale e diocesano dei prossimi anni."
Corporeo, processuale e originariamente emotivo, il Sé delle neuroscienze dà da pensare. Esposto al mondo, si ritrova estremamente vulnerabile, ma anche aperto alle promesse di felicità racchiuse nella storia. L'eco delle neuroscienze si espande sempre di più: raccontando di un Sé in divenire tra memoria e desiderio, quella voce raggiunge ogni teologia che voglia immaginare il percorso di risveglio della creatura nuova in una forma che sia all'altezza del presente.
Un vescovo caparbio, lo Scarampo, l'aiuto del santo metropolita Borromeo, gravi difficoltà economiche, una certa disorganizzazione nella scelta della sede, il nodo dei benefici ecclesiastici e il grande investimento nella formazione umana, intellettuale e spirituale al ministero, sono, in sintesi, il contenuto di queste pagine.
"Il cuore del Buon Pastore non è soltanto il Cuore che ha misericordia di noi, ma è la misericordia stessa. Li splende l'amore del Padre, li mi sento sicuro di essere accolto e compreso come sono, li, con tutti i miei limiti e i miei peccati, gusto la certezza di essere scelto e amato" (Dall'omelia di Papa Francesco, nel Giubileo dei sacerdoti). Questo studio mette in evidenza come tali parole trovino un'applicazione esemplare nell'esperienza e nell'insegnamento dell'apostolo Paolo e di tanti Pastori santi del nostro tempo, trai quali spiccano le figure di Don Carlo Gnocchi, don Secondo Pollo, Padre Igino Lega, don Pino Puglisi, don Primo Mazzolari, don Andrea Santoro, mons. Luigi Padovese e il cardinale Francois Xavier Nguyen van Thuan.
Il cristianesimo si è sempre presentato come religione rivelata in cui Dio ha detto se stesso e tutto di sé: in particolare nell’evento Cristo, la parola definitiva di Dio poiché Verbo incarnato. Il volume ripercorre il senso biblico dell’autocomunicazione di Dio, la declinazione storica dell’idea di rivelazione con particolare attenzione allaDei Verbum del Vaticano II e offre alcune riflessioni sistematiche insistendo sul rapporto tra rivelazione, parola e storia.
Il volume propone un contributo all'approfondimento degli aspetti più significativi della visione teologica di papa Francesco. Risalendo alle matrici originali del pensiero del pontefice, gli autori intendono offrire gli strumenti per una comprensione più articolata dei documenti promulgati in questi primi anni di pontificato. I tre saggio che costituiscono il libro sono dedicati, rispettivamente, alla cristologia e all'antropologia, all'ecclesiologia e e all'etica: le discipline teologiche (e i plessi problematici) di maggiore rilievo nella riflessione di Francesco.
Questo volume è una mirata presentazione del carisma proprio di Adrienne, della sua vocazione e dei temi particolari della sua esperienza di fede. Adrienne è prima di tutto una donna immersa nella realtà così complessa del mondo. Ha fatto l'esperienza del matrimonio ha praticato la medicina. Per lei Dio era realmente il centro e il fine della vita, una presenza che la riempiva misteriosamente. Prima dell'ammissione nella Chiesa, andava a tentoni nella fede, convita che Dio era altro da quello presentatole dal suo ambiente calvinista. ma quando, per il tramite di H.U. von Balthasar, la sua lunga ricerca della Verità fu esaudita, l'arte medica e l'esperienza spirituale si unirono armoniosamente in una missione terrestre e celeste.
Perché consolare gli afflitti se il vangelo li proclama beati? Perché essi sono innanzi tutto coloro che percepiscono l'assenza di Dio- Perciò, pur soffrendo per il mistero del male, sono felici rispetto a coloro che hanno nella propria superficialità un comodo anestetico, perché da questa lontananza può scaturire il senso della sua misericordiosa presenza. Perciò sono questi afflitti, non i giusti, che Cristo è venuto a consolare con la Buona Notizia, rendendoli a loro volta capaci di consolarsi a vicenda, perdonandosi e accettandosi gli uni gli altri con le loro ferite.
Il titolo di un libro si sceglie per annunciare di che cosa si tratterà. In questo caso l'argomento annunciato sarà discusso perlopiù in maniera indiretta e attraverso alcuni motivi che condurranno verso la messa a tema della misericordia e della famiglia. Poiché inevitabilmente i rapporti con gli altri sono riflessi negli specchi delle immagini che ne vediamo o ce ne formiamo, la proposta di questo volume è che l'operare della misericordia possa rompere questi specchi permettendo di vivere l'irriducibilità delle relazioni che si tessono nella trama della vita attraverso l'esperienza della loro rigenerazione.
La morale della Chiesa non è la morale degli specialisti, non è una morale “fredda da scrivania”, elaborata con rigore razionale e deduttivo; è la morale che si fa vicinanza, accompagnamento, assunzione dell’altro; è la morale di pastori misericordiosi che, come il loro Signore, non temono di “entrare nel cuore del dramma delle persone” prospettando le vie del bene possibile e aiutando il discernimento personale senza mai sostituirlo.
"Gli occhi di Gesù dovevano essere davvero incantevoli, penetranti e quasi magnetici". Da questa frase del cardinale Giacomo Biffi prende spunto il viaggio che questo libro percorre per indagare lo sguardo del maestro.
Un percorso portato avanti in modo preciso e profondo con particolare riferimento al Vangelo di Marco per scoprire come il vedere sia innanzitutto un elemento strutturante di questo scritto e sia paradigma del credere.
Uno sguardo, quello di Gesù, sempre vivo che dobbiamo fare nostro per dare concretezza alla vita spirituale.
Sollecitayi dall'indizione dell'anno giubilare della misericordia, che coincide con l'ottavo centenario dell'idulgenza della Porziuncola, gli organizzatori dell'annuale corso estivo di francescanesimo dell'Istituto Teologico di Assisi hanno voluto analizzare come i francescani - uomini e donne, consacrati e laici, contemplative e missionari -, a partire dagli inizi dell'esperienza di Francesco d'Assisi e giungendo fino a oggi, abbiano vissuto e annunciato la misericordia di Dio con le parole e le opere. I saggi qui raccolti presentano questo cammino, che parte da frate Francesco e arriva ai giorni nostri attraverso figure significative e una multiformità di esperienze espressive dell'unico carisma.