Chi crede in Dio ha buone ragioni per farlo? Qual è il terreno psicologico e culturale in cui la religione ha messo radici? Si tratta di un cieco istinto evolutivo o di una scelta razionale? In questo libro, al centro del dibattito sull'ateismo, Daniel Dennett indaga il modo in cui la religione si è evoluta a partire da credenze popolari e sostiene che la fede non è che un risultato dell'evoluzione darwiniana. Una tesi provocatoria destinata a far discutere credenti e non credenti.
Stuart Hall, uno dei fondatori degli studi culturali, ha contribuito alla diffusione di un'idea di cultura intesa come categoria teorica e, al tempo stesso, pratica politica. Non si tratta semplicemente di apprezzare la cultura, o di studiarla, ma di considerarla un ambito fondamentale per l'azione e l'intervento sociali, un luogo in cui le relazioni di potere sono stabilite ma anche potenzialmente destabilizzate. Il testo di James Procter traccia gli sviluppi del pensiero di Hall, collocando i suoi scritti all'interno dei contesti intellettuali, sociali e storici in cui sono stati prodotti. Ne risulta una guida chiara e accessibile alle idee chiave di questo intellettuale, alle molteplici ramificazioni della sua influenza e alla sua eredità intellettuale. Seguendo le diverse fasi della carriera di Hall, il cui lavoro ha destato l'interesse di un pubblico ben più ampio dell'élite accademica, si affrontano argomenti come la cultura popolare e le sottoculture giovanili, i media e la comunicazione, il razzismo, il thatcherismo, il postcolonialismo, l'identità e la questione dell'etnia.
"Che ci faccio qui?", è la domanda che si pongono gli allievi stranieri in classe, persi in mezzo a una scuola, a compagni e a una lingua che non conoscono quasi per niente. Ma è anche la domanda che si pongono spesso gli insegnanti di fronte ad allievi che non sanno come aiutare. Stranieri in classe entrambi, l'insegnante e l'allievo possono subire questo disorientamento in modo passivo, cercando rifugio in vecchi e nuovi stereotipi. Ma possono anche fare di tale disorientamento un punto di partenza. Il libro percorre in questa prospettiva le fasi in cui si articolano i protocolli di accoglienza scolastica: prima accoglienza, prima conoscenza, inserimento, italiano come lingua seconda, curricoli, rapporti con il territorio. In ognuna di queste fasi, infatti, le difficoltà possono diventare un'occasione per re-inventare una scuola più ospitale.
"Memoria del futuro", la trilogia definita dall'autore stesso una "narrazione fantastica della psicoanalisi", è un testo in cui Bion espone, anche attraverso la tecnica della scrittura, le sue teorie sulla struttura e sul funzionamento della mente, sulla psicoanalisi e sulle emozioni. In "L'alba dell'oblio" nuovi inaspettati personaggi irrompono sulla scena accanto a quelli già conosciuti nel "Sogno" e in "Presentare il passato" e Bion fa dialogare aspetti della personalità tenuti tradizionalmente separati da una cesura invalicabile: "Psiche e Soma", il corpo e la mente. È urgente che la specie umana cresca in saggezza e non solo in intelligenza. La conquista della saggezza è insidiata dalla potenza dell'oblio, che già nasconde il presente, e dalla rapida usura del linguaggio, di cui vengono dati memorabili esempi illustrati con l'ironia ribelle che percorre tutto il testo. Bion, però, mantiene la fiducia nella possibilità di superare le barriere che attualmente agiscono come schermi oscuranti e dunque di giungere a un'integrazione che significhi saggezza e non solo intelligenza.
La valutazione dell'attaccamento costituisce un settore in forte espansione e numerose sono le proposte metodologiche progressivamente messe a punto per l'assessment dei differenti stili di attaccamento. In particolare, la crescita accelerata che in questi ultimi anni ha contraddistinto soprattutto il settore dei questionari di autovalutazione rende oggi opportuna una riflessione critica che tenti di esplicitare gli assunti teorici e i requisiti scientifici di questi strumenti, al fine di chiarirne le caratteristiche psicometriche e l'effettiva utilità. Questo volume presenta un catalogo ragionato dei questionari di autovalutazione dell'attaccamento adulto, che ne esplicita gli indubbi vantaggi ma anche i numerosi limiti, rispetto alla quantità e alla qualità di conoscenza che essi consentono di ottenere, e che suggerisce alcuni criteri essenziali per un loro uso mirato sia nella ricerca sia nella clinica. Fornisce inoltre indicazioni circa la loro reperibilità, affidabilità scientifica, specificità operativa, dando particolare rilievo a quelli tradotti e utilizzati nel nostro Paese. Sono inoltre proposti contributi riguardanti le questioni teoriche di base e vengono presentati alcuni lavori di ricerca che hanno per oggetto questionari particolarmente diffusi o che si segnalano per le loro caratteristiche di novità nel panorama attuale.
Perché per i bambini è così facile imparare a parlare? In che modo un bilingue differisce da un monolingue? E cosa significa esattamente padroneggiare una lingua? Secondo la prospettiva adottata in questo libro, acquisire il linguaggio è qualcosa che accade in maniera naturale nei primi anni di vita perché gli esseri umani sono predisposti per questo. Tuttavia, così come la pianta cresce se la si nutre, anche il linguaggio cresce se lo si nutre con le specifiche lingue parlate nel mondo.
Il volume si configura come un esauriente manuale per l'utilizzo del test di Rorschach, uno degli strumenti psicodiagnostici più usati nella pratica clinica, per il quale il Sistema Comprensivo di Exner rappresenta oggi il metodo di valutazione più accreditato. A partire dalla loro esperienza clinica, di insegnamento e di ricerca, gli autori offrono al lettore un duplice percorso, storico-concettuale e operativo. Il primo, per evidenziare l'attualità del Sistema di Exner, ne ripercorre la storia, ed espone, in maniera estesa e dettagliata, il rationale teorico e metodologico dello strumento. Il secondo, per utilizzare il sistema, presenta regole di somministrazione e di siglatura, scale di contenuto addizionali e, per la prima volta, i dati normativi per la popolazione italiana confrontati con i dati americani. Grazie ad accurate linee guida interpretative e a numerosi esempi clinici il lettore è portato a un'approfondita comprensione dei significati psicologici delle variabili e degli indici presentati e della loro applicazione nei diversi contesti d'uso del test, tra cui, per esempio, l'ambito forense.
Se è vero che per rendere giustizia occorre parlare, argomentare, provare, testimoniare, ascoltare e decidere, è anche vero che, a tal fine, è necessario anzitutto trovarsi nella condizione di giudicare. Tale è la funzione del rituale giudiziario: delimitare uno spazio tangibile che ponga un argine all'indignazione morale e alle passioni pubbliche, assicurare al dibattimento il giusto tempo, fissare le regole del gioco, convenire su un obiettivo e istituire gli attori. Ma le forze oscure del rituale, invece di servire la giustizia, trascinano talvolta verso l'ingiustizia. Accade, allora, che la scenografia processuale si ribelli alle intenzioni virtuose del regista, offrendo lo spettacolo di una commedia gravida di dissonanze; l'accusato rischia di essere travolto da quello stesso cerimoniale concepito per metterlo al riparo dalla vendetta popolare e il rito si trasforma in un'esecuzione capitale simbolica, allorché la passione pubblica si fa dirompente e il temperamento del giudice troppo debole. Volere il bene e fare il male: tale è, nella sua essenza, l'esperienza tragica della giustizia con cui Antoine Garapon intesse un dialogo serrato, esplorando i diversi aspetti del rituale giudiziario.
Immaginiamo un dialogo tra un grande filosofo del Seicento e un prestigioso scienziato nostro contemporaneo. Monsieur Descartes: "Penso ci siano pochi dubbi sull'esistenza di una libera scelta nel corso delle nostre azioni". Benjamin Libet: "Ma noi abbiamo scoperto che il cervello è pronto per un'azione volontaria circa mezzo secondo prima che la persona diventi consapevole in modo cosciente della sua intenzione! ". Descartes: "Resta una qualche possibilità al nostro libero arbitrio?". Libet: "Sì. L'intenzione cosciente appare circa 150 millisecondi prima". È tutta questione di tempo, del "tempo della mente" (Mind Time). In questo libro Libet ripropone l'antico problema della connessione tra il mentale e il fisico, e la non meno spinosa questione del libero arbitrio. Siamo davvero soggetti responsabili, capaci di scegliere? O siamo solo sofisticati "automi" prodotti dall'evoluzione naturale? Anche una pietra che cade da una torre lungo una verticale potrebbe "pensare" di essere libera, ma sarebbe solo un'illusione. L'ardua risposta, per Libet, va cercata nelle conquiste della ricerca sperimentale, per quanto lui stesso non abbia paura di sconfinare nel campo più elusivo dell'etica.
La capacità di riflettere su di sé, la motivazione e le circostanze di vita sono le variabili che condizionano la possibilità, per il paziente, di trarre beneficio da una psicoterapia. Sulla base della sua lunga esperienza, Michael Stone illustra i diversi fattori che possono aiutare i clinici nella valutazione del paziente sotto il profilo delle potenzialità di miglioramento. Nei diversi capitoli in cui il testo è articolato vengono passati in rassegna i vari quadri clinici (borderline e non borderline) in cui la possibilità di miglioramento si esprime in vario grado, da elevata a modesta. Tale rassegna include anche i disturbi di personalità non contemplati dalla più recente versione del Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali, quali il sadico, il depressivo, l'ipomanico e l'irritabile-esplosivo. Focalizzando l'attenzione sia sui soggetti che risponderanno all'intervento psicoterapeutico sia su quelli che si mostreranno invece resistenti, il volume è di particolare utilità per determinare con quali pazienti è ragionevole attendersi un successo e con quali il fallimento rappresenta quasi una certezza. In particolare mette in guardia gli operatori sulle possibilità di fallimento della terapia e contribuisce a evitare l'esperienza di frustrazione cui il terapeuta va incontro quando si confronta con i pazienti più gravi.
Vostro figlio chiude inevitabilmente i suoi giochi picchiando l'amico che lo ha battuto? O invece è lui la vittima di un compagno prepotente? I. Berry Brazelton e Joshua D. Sparrow, esperti di fama mondiale, offrono ai genitori le conoscenze e i consigli più utili per aiutare i bambini ad affermarsi nel mondo senza far danno ad altri. Questa piccola guida, scritta con particolare chiarezza, si rivela indispensabile per affrontare una delle sfide più difficili quando si cresce un figlio: comprendere la funzione anche positiva dell'aggressività, ponendo nel contempo limiti fermi, perché il bambino possa crescere forte e autonomo ma anche capace di tenere sotto controllo i suoi accessi d'ira.
Un dispetto fatto senza pensarci, una spinta non intenzionale o un vero colpo basso che muove alla guerra: sono molte le ragioni che scatenano la tempesta tra fratelli e lo sconcerto nei genitori. Come convincere i contendenti a deporre le armi? T. Berry Brazelton e Joshua D. Sparrow, esperti di riconosciuto prestigio in ambito pediatrico, spiegano come neutralizzare i bisticci e le schermaglie tra fratelli, rafforzando il legame d'affetto che li unisce. Gli autori offrono a chi è quotidianamente alle prese con questi problemi suggerimenti concreti e "su misura", in base all'età dei bambini e alle più svariate situazioni familiari.