Il libro è una lunga lettera scritta per gli amici in tempo di pandemia. Parla del tempo che stiamo vivendo, che ha messo a nudo le fragilità delle nostre organizzazioni sociali, economiche e anche religiose, aprendo a possibili inquietanti scenari di difficile e complessa interpretazione, e vuole essere una mappa che aiuti il lettore a non perdere l'orientamento, a trovare la sorgente capace di dissetare la sua sete esistenziale. La diagnosi del tempo presente è condotta in maniera assai precisa e si allarga al legame tra pandemia e crisi ecologica. A questo quadro problematico va aggiunta la fragilità delle democrazie occidentali che la pandemia ha reso ancora più evidenti. Che fare dinanzi a un contesto cupo e a un futuro divenuto tanto incerto? Con mirabile concretezza, molto utile anche in chiave pastorale, Theobald indica le sorgenti alle quali attingere per ridare fiato al legame sociale che tiene uniti gli uomini tra loro. Si ritrovano qui molti temi cari all'autore, ridetti e ripensati in una forma adeguata all'urgenza del momento e con un linguaggio accessibile a tutti e non specialistico.
Descrizione
Ai nostri giorni la domanda sull’esistenza di Dio sembra non interessare buona parte delle persone. Eppure gli esseri umani non possono sfuggire agli interrogativi fondamentali sull’origine di tutte le cose e sul senso della propria esistenza.
Al fondo di ogni riflessione e convinzione umana si trova il problema di conferire un significato al proprio esistere, quindi necessariamente al mondo di cui si fa integralmente parte. Che ne siamo consapevoli oppure no, per vivere abbiamo bisogno di nutrire fiducia nella vita, dobbiamo cioè affidarci a un senso che la giustifichi e la sostenga.
Il contesto attuale, dominato dalla scienza moderna e dalla tecnologia, costringe inoltre ad affrontare le questioni del senso della vita e dell’universo in maniera nuova rispetto al passato, tenendo conto dello sfondo culturale del tutto originale in cui si colloca la domanda sulla possibilità o meno dell’esistenza di un Creatore, secondo l’idea proposta dalle tre religioni monoteistiche (cristianesimo, ebraismo e islam), nonché da tutta la cultura occidentale e in parte da quella orientale.
Sommario
Premessa. I. Punto d’appoggio. II. Risposta sconveniente. III. Sospendere il giudizio. IV. Sintonizzazione fine. V. Per concludere. Suggerimenti bibliografici. Indice dei nomi.
Note sull'autore
Roberto Giovanni Timossi, filosofo impegnato nel confronto interdisciplinare tra filosofia, teologia e scienza, si propone di rinnovare la metafisica e la teologia razionale partendo dai principali risultati della scienza contemporanea. È presidente del Consiglio scientifico della Scuola Internazionale Superiore per la Ricerca Interdisciplinare, accademico dell’Accademia Ligure di Scienze e Lettere e docente dell'Istituto Superiore di Scienze Religiose Ligure. Tra le sue pubblicazioni recenti: Imparare a ragionare. Un manuale di logica (Marietti 1820, 2011) e Credere per scommessa. La sfida di Pascal tra matematica e fede (Marietti 1820, 2018).
Descrizione
Una signora del pubblico, che sta ascoltando la predica di Neale Donald Walsch, a un certo punto si alza e chiede: «Se Dio volesse farci arrivare un messaggio, intendo il suo messaggio più importante per tutti noi, e lei dovesse sintetizzarlo in un paragrafo, che cosa scriverebbe?». Dopo una breve pausa, Neale risponde: «Lo ridurrei a quattro parole: voi mi avete frainteso».
La scena è narrata nel film Conversazioni con Dio, in cui si racconta la storia vera di Neale Donald Walsch il quale, dopo aver perso il lavoro ed essere finito nel baratro, vive una forte esperienza religiosa e diventa un famosissimo messaggero spirituale.
Alla base della crisi spirituale del nostro tempo vi è un grande ostacolo per la fede cristiana: abbiamo frainteso Dio e ne abbiamo interiorizzato un’immagine oppressiva e soffocante, quella di un contabile puntiglioso e di un giudice severo. Questo libro nasce dal desiderio di aiutare le persone a superare le immagini di Dio negative e malsane, che spesso hanno ferito la loro vita. Dinanzi alla situazione di queste persone abbiamo il dovere di chiederci: come è possibile fare una buona esperienza di Dio? È possibile annunciare Dio come una buona notizia?
Sommario
Prefazione (E. Bianchi). Introduzione. I. Quale Dio? II. Non avrai altro Dio. Contro l’idolatria. III. Fede, immaginazione e immagini di Dio. IV. Immagini benefiche di Dio. V. Gesù ci svela il vero volto di Dio. Conclusione.
Note sull'autore
Francesco Cosentino, sacerdote calabrese, è docente di Teologia fondamentale alla Pontificia Università Gregoriana e officiale della Congregazione per il clero. Tra le sue pubblicazioni recenti: Immaginare Dio. Provocazioni postmoderne al cristianesimo (Cittadella, 2010); Il Dio in cammino. La rivelazione di Dio tra dono e chiamata (Tau, 2011); Sui sentieri di Dio. Mappe della nuova evangelizzazione (San Paolo, 2012); Incredulità (Cittadella, 2017).
Enzo Bianchi è monaco laico, fondatore della Comunità monastica di Bose, a Magnano, della quale è stato anche priore fino al gennaio 2017. Nel 2014 Papa Francesco lo ha nominato Consultore del Pontificio Consiglio per la promozione dell’unità dei cristiani. Collabora con La Stampa, La Repubblica, L’Osservatore Romano, Avvenire, Jesus e Famiglia Cristiana. Per EDB ha pubblicato Michele Pellegrino. Padre della Chiesa padre della città (con Luigi Ciotti ed Ernesto Olivero, 2012), Via crucis. Meditazioni e preghiere (2013) e Leggere la Bibbia nella Chiesa (con Massimo Grilli e Luca Mazzinghi, 2015).
Se la vita credente fosse un teatro, lo scenario odierno sarebbe dominato dalla questione «culturale» (società multi e interculturali, antropologia «culturale», cultural studies), ma siamo sicuri di sapere di cosa parliamo quando diciamo «cultura»? Su questa scena, teologia e Chiesa non vagano come personaggi in cerca d'autore: "Gaudium et spes" offre loro indicazioni di ampio respiro e direttive precise per entrare adeguatamente nella parte di chi, di fronte alle sirene del mondo, vuole imitare Orfeo, il quale non si turò le orecchie, ma, come ha scritto papa Francesco, «fece qualcos'altro: intonò una melodia più bella, che incantò le sirene».
A partire dagli scritti del sociologo Luca Diotallevi e dello scrittore Erri De Luca, il volume propone un'originale riflessione a più voci sul futuro della fede in un tempo di crisi. I contributi sottolineano da diversi punti di vista (biblico, letterario, teologico, filosofico, sociologico-pastorale) la necessità di una nuova riflessione in riferimento alle condizioni mutate del tempo, soprattutto in un momento storico in cui andrebbe riscoperto anche dal punto di vista comunicativo il senso della rivelazione nella storia. Il tempo di crisi, come suggestivamente suggerisce il magistero di papa Francesco, è infatti un'occasione propizia per riflettere e testimoniare la fede in Cristo. Presentazione di Francesco Asti.
La collana si configura come una novità assoluta nel panorama italiano: un Commentario di taglio scientifico ai documenti del Vaticano II, previsto in 8 volumi. I documenti sono presentati nella versione originale in latino e nella traduzione italiana (versione Enchiridion Vaticanum 1). Progettata in dialogo con l’Associazione teologi italiani, l’opera coinvolge giovani studiosi che hanno lavorato sui testi conciliari con tesi o ricerche. Il volume 5 presenta il testo della Costituzione dogmatica Dei Verbum.
È ancora necessaria una teologia sistematica? E come andrebbe elaborata per essere fedele al vangelo del Regno di Dio e valida nel terzo millennio? Proseguendo l'ispirazione dell'opera in due volumi Il cristianesimo come stile, Christoph Theobald prosegue in questo libro il suo lavoro d'investigazione. Riprendendo il paradigma stilistico e il metodo critico indicato nelle opere precedenti, egli rilegge le grandi figure della teologia e raccoglie, in un percorso innovativo, le questioni centrali della riflessione su Dio ancorandole al pilastro fondamentale della santità di Cristo.Proprio questa santità e la sua comunicazione consentono di reinterpretare, nel quadro di un approccio pneumatologico, ciò che per gli uomini e per le donne del tempo presente può essere considerato il mistero del mondo. Più in generale si tratta di rispondere a una domanda cruciale: come deve cambiare la teologia dopo le mutazioni che il cristianesimo sta vivendo nel tempo presente?
Parlare di misericordia porta con sé il rischio della riduzione a una comprensione del tema puramente spirituale, interiore, morale, quasi si trattasse di un generico atteggiamento di bontà un po' ingenua.
Questo volume si propone, al contrario, di mostrare come la misericordia sia, nel solco del magistero di papa Francesco, una categoria profondamente significativa e operativa da[ punto di vista teologico e di immagine e forma della Chiesa. Una categoria che impone ripensamenti strutturali oltre che personali e che può essere la linea guida della riforma ecclesiale e della vita cristiana che molti si augurano.
La crisi delle narrazioni tradizionali, le visioni apocalittiche nella letteratura e nel cinema, l'affermazione di cyborg, zombie o vampiri nella cultura pop sollevano un interrogativo: l'uomo è una macchina insensibile che abita mondi virtuali anestetici e invulnerabili? Le teologie cristiane hanno perso il loro rilievo anche perché si sono immunizzate nei confronti di queste domande, creando mondi separati nei quali gli sviluppi sociali e culturali sono stati poco o per nulla considerati. Se ci si è confrontati con la cultura, lo si è spesso fatto nella prospettiva della presunta superiorità e sicurezza del mondo redento. Le pagine del volume si interrogano sul contributo che il cristianesimo può dare a un nuovo umanesimo recuperando la comprensione della mortalità e uno sguardo rivolto alla fragilità e alla vulnerabilità, due aspetti che ricollocano al centro della riflessione la virtù della misericordia.
Il Decalogo viene consegnato agli uomini nel contesto di una storia di liberazione nella quale Dio appare come il liberatore. Il preambolo, recita il Deuteronomio, afferma infatti: "Io sono il Signore, tuo Dio, che ti ho fatto uscire dalla terra d'Egitto, dalla condizione servile". La collettività di Israele non viene fondata sulla signoria del re, ma sulla volontà divina sintetizzata nelle Dieci Parole che costituiscono l'antimodello al diritto regale antico-orientale e si propongono di superare una mentalità di sudditanza per una formazione del cuore. Per la prima volta, la libertà politica viene connessa alla volontà di Dio, il quale relativizza tutti i diritti di lealtà. Su questo fondamento si basano "i moderni diritti umani, non solo come diritti di difesa contro lo stato, bensì come doveri per la coesione solidale nella società". I Dieci Comandamenti hanno dunque il compito "di dare una forma alla libertà", tenendo vivo per tutte le generazioni il ricordo della fine dell'oppressione.
Descrizione dell'opera
Inviata a offrire risposte conformi al carattere libero e gratuito della fede cristiana, la teologia si trova a fare i conti con il riaffermarsi variegato, disomogeneo e talvolta ambiguo del fenomeno religioso, con la sfida dei nuovi ateismi, che congedano la fede accusandola di intrinseca violenza e irrazionalità, e con i tentativi di liberare il discorso su Dio da ogni vincolo di razionalità dimostrativa.
La secolare discussione del rapporto ragione-fede si estende oggi, grazie anche alle riflessioni di Benedetto XVI, a una più approfondita determinazione del rapporto ragione-amore, Logos e Agape: perché non è possibile al credente far valere l'amore di Dio come dispensa dall'esercizio razionale? Perché il Logos è e rimane un'essenziale dimensione dell'Agape? Perché non è cristianamente accettabile il principio «Credo, dunque non penso»? Perché, come sostiene l'autore, è proprio la fede nel Dio-Agape a esigere l'esercizio rigoroso e severo della ratio?
I saggi raccolti in questo volume intendono offrire spunti ragionati, documentati e propositivi all'attuale dibattito sulla fede e sulla sua capacità di attestarsi pubblicamente come atto degno dell'uomo e a lui conveniente; interlocutori dell'autore sono pertanto tutti coloro che, filosofi e teologi, discutono sulla fede, sulla sua consistenza teoretica e sulla sua credibilità esistenziale. Il libro si rivolge non solo agli studenti di teologia e filosofia, o ai cultori specialisti della materia, ma anche a tutti coloro che sono interessati ad approfondire la dinamica della fede, a comprenderne il suo carattere responsabile e cogliere l'indistruttibile armonia che congiunge il dono della ragione al dono della fede.
Sommario
Prefazione (P. Sequeri). Premessa. I. Dire Dio nel dirsi Dio. Riflessioni sull'analogia. II. «Reductio in Mysterium». Una metafisica della gratuità per la fondazione di un «pensiero credente». III. Parola di Dio in parola di uomo. L'originaria corrispondenza di Dio e dell'uomo e l'orizzonte teologico della Dei verbum. IV. L'evangelizzazione e la filosofia italiana contemporanea. Uno sguardo. V. Aspetti della ricezione teologica del problema filosofico del pluralismo. VI. Il Logos e l'agape. La rilevanza della ragione in Benedetto XVI a dieci anni dalla Fides et ratio. VII. L'amore che si dà a pensare. Il rapporto ragione-fede in Benedetto XVI alla luce della «Lezione di Regensburg». VIII. Per un nuovo incontro tra fede e ragione nella cultura postmoderna. IX. Illuminismo teologico. X. Per una mistica della gratuità. Intorno al pensiero «teologico» di Massimo Cacciari. XI. Il «nuovo ateismo», la fede e la teologia. XII. Contro Dio, senza Dio, nel ricordo di Dio. Sguardo a nuove forme contemporanee di ateismo. XIII. «Lucis aeternae fixis oculis contemplator». La contemplazione nella vita del presbitero. Indicazioni bibliografiche.
Note sull'autore
GIORGIO SGUBBIè sacerdote della diocesi di Imola. Ha compiuto studi di filosofia all'Università di Bologna, di teologia fondamentale a Roma (Pontificia Università Gregoriana) e di teologia dogmatica a Tübingen (Germania). È professore ordinario di teologia dogmatica fondamentale alla Facoltà di Teologia di Lugano (Svizzera) e docente nelle facoltà teologiche dell'Emilia Romagna e del Triveneto. Ha tenuto corsi e lezioni in diverse Università italiane ed estere, e ha all'attivo libri e articoli apparsi su riviste specializzate.
Il corpo del logos, «bello o brutto, splendente o piagato e piegato» (P. Sequeri), è l'unica condizione cristiana della pensabilità di Dio; non vi è altro differenziale che giustifichi la presenza del cristianesimo sulla scena del mondo. Gesù è il Dio toccato dalla storia e la storia è il luogo in cui questo Dio è messo alla prova.
Parlare di Dio nel corpo di Gesù vuol dire collocare il discorso teologico cristiano nel cuore della cultura contemporanea. Non si tratta solamente di un'interlocuzione con la contemporaneità, con le sue ragioni e i suoi tratti problematici, ma del posizionamento in cui ne va del cristianesimo stesso di essere un 'possibile effettivo' nel plurale della socialità europea. Il compito pubblico della teologia «non consiste nel raccogliere i frammenti disseminati del cristianesimo in una nuova forma unitaria di coestensione della fede alla socialità, ma nel percepire il "cristiano", che abita ormai ospitalmente in corpi estranei, riconoscendolo come proprio esattamente in questa sua estraneità senza ritorno e consegnandolo definitivamente a essa» (dal capitolo III).
Lo studio tenta di dire il Dio di Gesù nella cultura contemporanea, non come privilegio di una fetta eletta di popolo, ma a favore del plurale della socialità.
Sommario
Introduzione. I. LA FIGURA DI GESÙ: DALLA DIMOSTRAZIONE ALLA POSIZIONE. 1. Inquadramento storico della questione. 2. Quale paradigma storico per il Dio di Gesù? 3. Il dito di Tommaso. 4. Posizionamento di Dio, dislocazioni della fede. II. LA QUALITÀ DELLA MANIFESTAZIONE CRISTIANA DI DIO. 1. L'attestazione. 2. Piccola criteriologia della verità attestata. 3. Gesù: a testimonianza per Dio. III. NELLE TRAME DELLA SOCIALITÀ. 1. Il testo e la storia. 2. Scrittura e critica. Istantanee di un rapporto inquieto. 3. Senso della fede e Gesù storico. 4. Scrittura - Cultura - Teologia. IV. ABBOZZI PER UNA FENOMENOLOGIA DI GESÙ. 1. Teologia e fenomenologia. 2. La carne di Gesù: approcci fenomenologici a un tema cristologico. 3. Il Dio sensibile. 4. Il corpo quale differenziale cristiano di Dio. 5. Quello che resta…
Note sull'autore
MARCELLO NERI, teologo e pubblicista, attualmente è ricercatore presso l'Istituto di teologia fondamentale dell'Università di Graz (Austria), membro del gruppo di ricerca «Commu(nicat)ing Bodies. The Body as Medium in Religious Symbol Systems» (Università di Graz e Zurigo, Fondazione Kessler di Trento) e redattore de Il Regno. È stato professore di teologia sistematica presso la Facoltà teologica dell'Emilia Romagna e professore invitato all'Università di Vienna. Tra le sue pubblicazioni ricordiamo La testimonianza in H.U. von Balthasar. Evento originario di Dio e mediazione storica della fede, EDB, Bologna 2001; Gesù. Affetti e corporeità di Dio. Il Cuore e la fede, Cittadella, Assisi 2007; Nell'acqua e nello Spirito. Riflessioni per il battesimo dei nostri bambini, EDB, Bologna 2008; Il monte e la senape. Meditazioni sul Simbolo apostolico, EDB, Bologna 2009.