Tre verbi, spesso utilizzati in successione dall'evangelista Luca, costituiscono il filo rosso di questo volume: ascoltare, custodire, realizzare. Li ritroviamo in particolare nella figura di Maria, che si chiede che senso abbiano le parole rivoltele dall'angelo dell'annunciazione, nei pastori, riferite al bambino appena nato, e al termine della parabola del seminatore. Attraverso la sua Lectio, padre Gargano invita a crescere nella conoscenza del testo, ricordando san Gregorio Magno («Le parole di Dio crescono con chi le frequenta con amore»), e a desiderare di essere tutt'uno con la parola del Vangelo. L'autentica Lectio divina, come insegnano i Padri della Chiesa, è quella che trasforma l'uomo al punto di divenire offerta agli altri come testo da leggere.
Il Libro di Giona si trova tra i libri profetici, ma potrebbe essere collocato anche tra gli scritti sapienziali. Si tratta di un racconto/parabola in cui il profeta recupera il dialogo con Dio. La "conversione" di Dio è il punto focale del libro e l'approdo di tutta la storia.
L'omelia domenicale da tempo è in crisi. Tutto ciò ci parla dello stato attuale della situazione della Chiesa cattolica, specialmente tra i giovani e le donne. Molti non vedono la comunità cristiana predicare un Vangelo libero da incrostazioni clericali e di potere. E stanno sulla soglia. Rosario Giuè, a partire da questa situazione, prova a scrivere le sue omelie con il segreto desiderio che tanti uomini e tante donne possano sentirsi sorpresi dal Vangelo senza sentirsi, per questo, alienati dal proprio tempo così inedito. Una volta si diceva: «Dimmi in che chiesa credi e ti dirò che omelia fai». Oggi si potrebbe aggiungere: «Dimmi in che società credi e ti dirò che omelia fai». L'omelia sottintende una visione di società. Non si può essere neutrali. L'interpretazione dei Vangeli è sempre un atto "politico". Sottolineare o tacere alcune sfumature di un testo, è sempre una scelta "politica" e non soltanto teologica o esegetica. La comprensione del Vangelo che contiene questo volume, in ogni caso, è sempre laica, mai con tentazioni clericali. Perché nella finitezza, secondo Giuè, vediamo un riflesso del volto di Dio. E ciò nella consapevolezza che senza il soffio dello Spirito ogni parola rimane "lettera" morta e incapace di muovere il cuore verso il futuro sognato e condiviso.
Il volume contiene saggi di Esegesi e di Teologia biblica su Antico e Nuovo Testamento che colleghi e amici offrono a Ermenegildo Manicardi in occasione del suo 75° compleanno.
La ricerca di Blaise Pascal, è sempre stata caratterizzata dalla capacità di porre domande in grado di toccare l'esperienza esistenziale di ogni persona. Si tratta di una ricerca fatta a partire dalla fede, ma questo non lo stacca dal suo mondo di scienza. La sua capacità di parlare a tutti nasce dal confronto che pone con la stessa condizione umana, tesa fra la sublimità cui è chiamata e la fragilità dei suoi bisogni. A questa umanità egli offre la personale convinzione che il confronto con la figura di Gesù Cristo può rispondere alle molte domande che la vita umana fa sorgere. Premessa di Alberto Peratoner.
In occasione del settantacinquesimo genetliaco dell'arcivescovo metropolita di Firenze il cardinal Giuseppe Betori, le due istituzioni accademiche che lo hanno avuto come loro gran cancelliere, la Facoltà Teologica dell'Italia Centrale di Firenze e l'Istituto Universitario Sophia di Loppiano, si sono fatte promotrici di questa miscellanea in suo onore. La frase che il cardinal Betori stesso ha scelto in vista della redazione di questo volume, e che rappresenta l'orizzonte ideale dei contributi in esso contenuti, è l'incipit della Dei Verbum, la costituzione dogmatica del Concilio Vaticano Il sulla divina rivelazione: «Dei Verbum religiose audiens et fidenter proda-mons». In queste parole egli ha voluto infatti racchiudere e quasi sintetizzare lo spirito e l'impegno dell'intero suo itinerario di servizio alla comunità ecclesiale, che si può senz'altro articolare in tre grandi tappe: gli studi e l'insegnamento della Sacra Scrittura, il lavoro svolto in qualità di segretario generale della Conferenza Episcopale Italiana e, infine, il suo ministero come arcivescovo di Firenze. Il volume, frutto di un fervoroso e condiviso lavoro di progettazione, stesura e confezione, vuole esprimere il sincero ringraziamento che la Facoltà Teologica dell'Italia Centrale e l'Istituto Universitario Sophia rivolgono al loro comune gran cancelliere per il servizio attento, generoso e puntuale da lui reso in questi anni: nella viva comunione ecclesiale in Cristo, «qui mediator simul et plenitudo totius revelationis exsistit» (DV 2).
Lo scandalo degli abusi sessuali nella Chiesa ha portato alla luce anche situazioni di prevaricazione spirituale nelle comunità religiose e monastiche. La nascita di nuove realtà e il desiderio di ritornare a una forma di vita più autentica all'interno di ordini antichi hanno talvolta suscitato comportamenti inaccettabili da parte di superiori o fondatori. Le cause si possono ricondurre a squilibri psicologici personali o a scarse capacità di governo della vita comune. In conseguenza di ciò, donne e uomini che si sono donati a Dio con tutto lo slancio della loro giovinezza hanno trascorso molti anni prima di prendere coscienza del condizionamento loro imposto e trovare il modo di liberarsene, il più delle volte abbandonando la comunità. Per molti di loro, il cammino di ricostruzione personale, psicologica e spirituale è stato, o è ancora, lungo e doloroso. Radicato nella tradizione della vita monastica e in una solida teologia della vita religiosa, Dom Dysmas de Lassus propone elementi per misurare i pericoli di certe pratiche spirituali o di governo delle comunità. Egli elabora una proposta innovativa, basata sui grandi equilibri che permettono una crescita personale e comunitaria lontana dalla manipolazione e rispettosa delle persone e della tradizione.
Che cosa significa che dopo il cristianesimo si è affermata una religione - l'Islam - che si riferisce a Gesù e al cristianesimo? E quando cristiani e musulmani parlano insieme in nome di Dio? Il libro solleva queste e altre questioni relative ai rapporti tra le due religioni.
Attraverso un itinerario storico tra i grandi autori del pensiero occidentale, questo volume ripercorre il tema della giustizia, dall'antichità a oggi, e ne ripropone l'attualità. Il percorso consente di ragionare sul significato della vita buona e su come sia possibile creare una cultura pubblica capace di assumere e superare i conflitti e i dissensi che inevitabilemnte si manifestano. L'ideale di una società giusta, infatti, non si ottiene mirando semplicemente al massimo dell'utilità o della libertà di scelta per i singoli individui. Una società giusta esige un forte senso della comunità. È necessario allora trovare il modo di dedicarsi al bene comune e contrastare le concezioni che si limitano all'aspetto privato, coltivando la giustizia in una logica sana di solidale fraternità.
Il volume raccoglie una serie di contributi che mettono a confronto con l'oggi i temi che furono propri del beato Odoardo Focherini, martire della fraternità e della speranza, deportato nel campo di concentramento di Flossenbürg e morto, a 37 anni, nel sottocampo di Hersbruck nel 1944. Giovane carpigiano di origini trentine, primo giornalista a essere beatificato dalla Chiesa cattolica, negli anni del fascismo e della seconda guerra mondiale si impegnò in prima persona e riuscì a mettere in salvo molti ebrei. La straordinarietà del suo esempio risiede nel fatto che egli non fu un eroe predestinato al gesto esemplare, ma un cristiano comune che visse secondo il Vangelo come un laico autentico. Dai vari interventi emerge con chiarezza l'attualità della sua figura, capace di aprirsi all'altro, opporsi all'antisemitismo, scegliere di non omologarsi alla cultura dominante. Contributi di Ermenegildo Manicardi, Luigi Lamma, Erio Castellucci, Giovanni Rossi, Guido Dotti, Milena Santerini, Giorgio Vecchio, Alessandro Rondoni, Roberto Righetti, Brunetto Salvarani.
Riusciamo davvero a vivere assieme? La pluralità religiosa è una delle grandi caratteristiche della tarda modernità, ma non sempre è facile trovare parole per valorizzarne la ricchezza. Spesso prevalgono gli attriti, che ostacolano la convivenza e sfociano talvolta nella violenza. Questo libro scommette su una prospettiva diversa - la stessa che anima l'enciclica Fratelli tutti di papa Francesco - ampiamente esplorata nell'introduzione e nei testi della prima parte. Scommette cioè sul fatto che al cuore delle religioni vi siano parole e risorse vitali, capaci di orientare alla convivenza nella pace, al riconoscimento del volto dell'altro, alla fraternità/sororità. Lo documentano i testi della parte centrale del volume, che danno la parola alle etiche delle diverse religioni, ascoltandone la diversità, grazie al contributo di testimoni o studiosi, per cogliere risonanze possibili e spazi per la convergenza e la collaborazione. Il percorso si completa con tre affondi conclusivi che esaminano nodi e potenzialità dell'incontro tra religioni in due ambiti eticamente critici: bioetica e cura della casa comune. Il testo nasce dalla riflessione condotta dalla Fondazione Lanza di Padova (Centro Studi in Etica), in collaborazione con la Facoltà Teologica del Triveneto e la Formazione Socio-Politica della diocesi di Padova. Contributi di Simone Morandini, Claudio Monge, Pier Davide Guenzi; EnzoPace; William Jourdan, Miriam Camerini, Yahya Zanolo, Amina Crisma, Svamini Hamsananda Ghiri, Massimo Raveri, Leopoldo Sandonà, Francesca Marin, Matteo Mascia, Pierluigi Consorti.