Il libro cerca di rispondere a domande rilevanti per la comprensione della realtà, affettiva e sociale, dell'omosessualità. Cosa succede quando un genitore cristiano scopre che il figlio o la figlia è gay, come si sente e cosa si chiede un genitore dopo questa scoperta? Come vive certi pronunciamenti della Chiesa cattolica e della società su suo figlio? Come influenza il modo di vivere la Chiesa, di leggere la Bibbia e la fede di una madre? L'autrice, giornalista, ha incontrato due madri italiane di figli omosessuali e credenti che hanno scelto di vivere apertamente le proprie identità personali. Il racconto delle esperienze fatto dalle madri con il loro sguardo attento e partecipe alla vita dei figli, offre tutta una serie di riflessioni che, in sintesi, richiamano al diritto di ogni persona di poter vivere l'amore in modo autentico.
Il libro ripercorre e approfondisce la figura paterna di Giuseppe di Nazaret, secondo l'approccio teologico e antropologico, in sintonia con la professione dell'autore, psicologo e psicoterapeuta con competenze teologiche. L'analisi, semplice e allo stesso tempo approfondita, si dirige sulle quattro relazioni fondamentali del santo: Giuseppe padre, sposo, figlio del Padre e, infine, la relazione con se stesso nella comprensione della missione insita già nel significato del suo nome. Un libro che cerca di porre in luce il vero padre terreno di Gesù, spesso "assente" nella teologia; secondo l'autore, Gesù con la sua esistenza terrena ci ha offerto oltre l'immagine del Dio invisibile anche l'immagine di suo padre Giuseppe, così da svelare chi egli fosse, sia sul piano delle relazioni familiari sia sul piano della storia della Salvezza.
Un libro come aiuto per superare una concezione distorta elimitata della preghiera, tale da produrre un'immagine falsa di Dio. L'autore, sacerdote e con un'ultraventennale esperienza di rapporto con la gente sul modo di pregare, compie un'analisi critica, a volte ironica e per nulla esaustiva, sulla pratica della preghiera. Al cuore del libro c'è l'invito affinché la preghiera si interiorizzi e giunga ad essere relazione con Dio, risposta alla "preghiera di Dio", cioè alla relazione originaria che Dio ha nei confronti con ciascuna persona.
"Ci sono dei notturni autunnali in cui Vicenza si traveste davvero da necropoli. Ecco: è lì che Giulio Ardinghi incontra Neri Pozza. In giro non si vede anima viva, ma quella di Neri Pozza lo è. Almeno fino al sorgere dell'alba, poi chissà. C'è dunque tempo per una passeggiata attraverso il centro, durante la quale Ardinghi fa il suo mestiere, quello del giornalista che ha - chissà come - ottenuto licenza d'intervista al caro estinto e figurarsi se Pozza si sottrae, dato che l'argomento è Vicenza. Il tema è concretissimo: qui si soffia su braci appena celate da uno strato di cenere e pronte a riaccendersi in un fuoco crepitante, in violenti sbuffi di faville memorialistiche. Cosa ne viene fuori? Che Neri Pozza è stato uno che suonava la musica giusta nel posto sbagliato. Uno che stampava libri - e che libri mentre i concittadini erano impegnati in tutti gli affari possibili tranne il suo. Eppure lui sapeva - dimostrandolo ampiamente - che di cultura si può vivere. E che senza cultura non vai da nessuna parte. Senza aiuti o soccorsi, combatteva la sua battaglia quotidiana e parlava col resto del mondo." (Dal testo di presentazione di Antonio Stefani)
Una riflessione sulla crisi attraverso la rilettura di grandi pagine della Scrittura che raccontano di Israele, popolo di Dio, alle prese con il dramma dell'esilio a Babilonia. È un invito ad ascoltare: Geremia, Abacuc, Ezechiele, il Secondo Isaia, i Salmi. La parola profetica possiede un'onda lunga, legata alla sua provenienza da Dio e, proprio per questo, alla sua capacità di leggere in profondità le vicende della storia umana, portandole a nuova intelligenza, rimettendole incammino.
A 50 anni di distanza, un'attenta rilettura di questo "Commento" consente di capire ogni singola espressione del Decreto sull'ecumenismo ("Unitatis Redintegratio", 1964). Altresì, ci restituisce il clima che aveva accompagnato la redazione del decreto, le reazioni immediate alla sua pubblicazione, l'entusiasmo con il quale esso è stato accolto e la convinzione che era pienamente collegato alle nuove prospettive di riconciliazione e di ristabilimento della piena comunione che il concilio Vaticano II aveva aperto alle chiese cristiane.
Nemiche storiche, scienza e religione continuano a essere rappresentate come due vie alternative per l'uomo nella sua avventura conoscitiva. Ma oggi andrebbe superata la tradizionale contrapposizione dei due specifici punti di vista sulla realtà, quello sperimentale e quello spirituale: nuovi rapporti sono possibili alla luce delle rivoluzionarie acquisizioni della fisica moderna (a partire dalla teoria dei quanti). La complementarità fra scienza e religione corrisponde a quella fra esattezza e rilevanza. La nuova prospettiva quantistico-filosofica offre ponti di plausibilità ad una moderna religiosità che accoglie una visione olistica del reale e contempla la problematica ecologica. È questo il motivo ispiratore del libro, che non è un trattato specialistico e nemmeno un saggio divulgativo. Fisico di fama internazionale in continuo dialogo con la filosofia, Hans-Peter Dürr illustra le tappe di un percorso intellettuale (anche autobiografico) che affronta la meravigliosa complessità del mondo e introduce nell'armonioso orizzonte dell'unico sapere umano e naturale quale fonte universale del progresso dell'umanità. L'edizione italiana è arricchita da ampie note del curatore - fisico anch'egli, già docente dell'Università di Milano - e da un dizionarietto dei termini-chiave.
Il tema centrale di questo racconto è l'accoglienza dell'altro, specie se diverso. Azzeccata la scelta della protagonista, appartenente alla specie di scimmie più socievoli di tutte - gli scimpanzè bonobo. Si tratta di Giustina, una tipetta leggiadra, arguta, tollerante, allegra, curiosa e con l'argento vivo addosso. Facendo onore a un nome tanto impegnativo, così si autovaluta: "Mi piace fare delle buone azioni: non si deve agire sempre e solo per interesse, mi sento semplicemente più contenta di me stessa. Viviamo in un mondo tanto violento che pensa solo a soddisfare i bisgoni primari, ma nella vita c'è molto altro che si può fare!". Età di lettura: da 6 anni.