La biografia hitleriana scritta da Fest è ormai un classico della storiografia contemporanea: pubblicata la prima volta nel 1973, tradotta in decine di lingue, diffusa in milioni di copie in tutto il mondo, resta l'opera di riferimento per chi voglia cercare di capire il "fenomeno Hitler". Con lucidità, riordinando una mole vastissima di materiali, Fest affronta la vita del dittatore partendo dalle sue umili origini e dalla sua insignificante giovinezza, e scioglie i nodi essenziali delle ragioni psicologiche che accompagnarono la sua ascesa e il suo trionfo fino agli ultimi, tragici anni, quando trascinò tutto il popolo tedesco nel suo delirio autodistruttivo.
Un'ampia e ambiziosa riflessione - sedimentata in dieci anni di lavoro - sul rapporto tra storia, politica e religione da parte di uno dei più originali pensatori e prosatori italiani. Da Agostino che approda a Roma dall'Africa ai tormenti di Giobbe, dai cattolicissimi sovrani di Spagna al Re Sole, dalla Riforma al terremoto di Lisbona, dall'Inquisizione alla Rivoluzione, da Pascal e Sade fino al complotto antinazista del 20 luglio 1944, attraverso una serie di episodi e personaggi, momenti e aneddoti storici, Cordero riflette sul senso della storia e sulla natura umana.
Inghilterra, XVIII secolo: la bella e onesta Pamela Andrews, che ha dovuto abbandonare la campagna e gli adorati genitori per entrare al servizio di una famiglia aristocratica, subisce nella sua nuova casa le morbose attenzioni del giovane padrone, il conte di Belfort, il quale tenta ripetutamente e brutalmente di sedurla. Fermamente decisa a conservare la sua virtù, Pamela, con il suo candore e la sua irreprensibilità, riesce infine a guadagnarsi l'amore sincero del suo spasimante e, soprattutto, l'onore di un matrimonio socialmente rispettabile.
Richard Rorty e Gianni Vattimo si incontrano per dialogare su un terreno comune, quello di una dimensione religiosa riscoperta sia all'interno della riflessione filosofica sia all'interno di un percorso personale. Approdano a questa riflessione da due biografie diversissime e da percorsi intellettuali differenti: quello della filosofia analitica e del pragmatismo americano di stampo anticlericale, e quello del cosiddetto "pensiero debole" inteso come esito della matrice ebraico-cristiana dell'Occidente. Entrambi, però, non si sottraggono alla meditazione intorno alla dimensione religiosa del singolo individuo, così come alla condizione della religione istituzionalizzata nell'epoca postmoderna e postmetafisica.
Il punto di partenza della riflessione dello storico e politologo statunitense è una mappa storica della saga della grande ricchezza, dal Settecento sino a oggi, nella più grande potenza economica e politica: come sono state accumulate le grandi fortune, quali sono state le loro origini e quali le loro fluttuazioni tra periodi di euforia e momenti di crisi. Ad arricchire l'analisi è lo studio dell'intreccio tra ricchezza e politica, anche nei suoi lati oscuri, perché, come dice Michele Salvati nella sua Presentazione, "molto spesso i ricchi e i politici hanno lavorato in tandem per creare e perpetuare situazioni di privilegio, talora a scapito dell'interesse nazionale, quasi sempre a scapito dei ceti meno prosperi".
Il libro è una mappa dei prodotti tipici italiani e presenta, ordinati alfabeticamente, il repertorio dei salumi, dei formaggi, dei dolci, delle paste e delle conserve di ciascuna regione italiana. Per ciascun prodotto è disponibile una scheda schematica delle informazioni relative alla storia e alle tradizioni, alla zona d'origine, agli ingredienti base e alle caratteristiche organolettiche. L'indice dei prodotti DOP e IGP, dei Consorzi di tutela, dei prodotti suddivisi per regione e l'indice generale dei prodotti rendono agevole e semplice la consultazione.
Questo volume raccoglie l'intera produzione poetica di Giorgio Caproni, compresa "Res Amissa", uscita postuma nel 1991 a cura di Giorgio Agamben. È dunque possibile cogliere nella sua interezza una delle più importanti esperienze del Novecento. Il dato essenziale della modernità di Caproni osserva Geno Pampaloni in uno dei numerosi contributi raccolti nell'antologia critica in appendice - è quella sua particolare musica cui si deve la naturalezza con la quale il poeta passa, senza mutar voce, dal quotidiano all'astratto, dal colore al disegno, dal colloquiale all'epigrafico, dal domestico al metafisico.
Oggi parliamo fin troppo di insegnamento, educazione e formazione, ma molto poco di "maestri". Certo, la figura del maestro è avvolta da un'aura retorica che può intimidire, e porta con sé l'asimmetria del rapporto con il discepolo e quella tensione erotica che li lega. Attraverso una serie di figure esemplari George Steiner individua tre modalità fondamentali di questa relazione e risale fino ai due maestri che, pur non avendo lasciato una sola riga scritta, hanno fondato la tradizione occidentale: Socrate e Gesù.
Secondo i pedagoghi meglio intenzionati, oggi la scuola deve fornire ai giovani - naturalmente tenendo conto dei loro "stili cognitivi" - solidi "skillaggi professionali", buon "portfolio delle competenze", "metodologia laboratoriale", "flessibilità dell'intelligenza cognitivo-operazionale". Su questa falsariga si sta muovendo l'ultima riforma delle nostre università. Secondo gli autori, questa riforma, porta a una patologica burocratizzazione, alla prevalenza di un sapere tecnico e professionalizzante, a scapito della formazione nel senso più autentico del termine, e a un ulteriore appiattimento su un presente che appare già fin troppo pervasivo nel flusso dei messaggi mediatici decentrati ma privi di spessore culturale.
Quale eredità ci ha lasciato il XX secolo? Da un lato ha fatto affiorare gli aspetti peggiori dell'essere umano. Ha visto la tragica affermazione del totalitarismo, con le sue due varianti, il nazismo e il comunismo, e gli errori di una democrazia pronta a usare le bombe atomiche contro i propri nemici o a intraprendere "guerre umanitarie" senza curarsi della contraddizione. Insieme con il male, il XX secolo ha però conosciuto anche il suo opposto. Alcuni individui dal drammatico destino e dall'implacabile lucidità hanno illuminato questa epoca oscura con il loro esempio e i loro scritti: Vassilij Grossman, Margarete Buber-Neuman, David Rousset, Primo Levi o Romain Gary hanno dimostrato che è possibile resistere al male.
"Trattato poetico-fiIosofico", "romanzo post-moderno", "portolano", "diario di bordo", "libro di preghiere", "midrash", "raccolta di aforismi", "antologia di racconti-saggio", "cronaca di un viaggio": sono queste alcune delle definizioni che hanno accolto "Breviario mediterraneo". In queste pagine, Predrag Matvejevic ricostruisce la storia di una parola - "Mediterraneo" - e rievoca gli infiniti significati che essa include, guidando il lettore verso mille scoperte: lo stile dei porti e delle capitanerie, l'addolcirsi dell'architettura sul profilo della costa, i concreti saperi della cultura dell'olivo e il diffondersi di una religione, le tracce permanenti della civiltà araba ed ebraica, le parlate che cambiano nel tempo e nello spazio.
Intorno alla metà del Novecento una delle nazioni più civili e colte, una società industriale avanzata, si dedicò con tutte le sue forze alta più criminale impresa detta storia moderna: lo sterminio degli ebrei d'Europa. Nel suo saggio Saul Friedländer propone innanzitutto un ampio quadro dell'antisemitismo europeo dall'Ottocento fino alla presa del potere da parte di Hitler. Poi, utilizzando una notevole quantità di materiale inedito, segue le decisioni dei vertici del partito nazista e quelle dei quadri intermedi; la posizione dell'élite intellettuale e industriale e quelle delle chiese cattolica e protestante; ma anche l'evoluzione del comportamento dei singoli cittadini che accettarono passivamente la persecuzione degli ebrei.