Descritto dalla BBC come «l'ultimo eretico vivente», Lloyd Geering ha passato gran parte della sua vita a lottare con le immagini tradizionali di Dio. Recentemente, tuttavia, si è trovato ad affrontare l'assenza di Dio. Il sorgere della cultura non-religiosa e secolare in tutto il mondo testimonia il fatto che non è solo, che il concetto di Dio è diventato problematico. In questa raccolta di saggi, Geering ripercorre gli sviluppi cruciali della comprensione occidentale di Dio. Offre una nuova visione della spiritualità che unisce la nostra relazione con il mondo naturale e la ricca eredità della cultura umana.
Il cristianesimo è sin dalle sue origini un fenomeno urbano dell'area del Mediterraneo: nelle città operano i primi predicatori e prevalentemente nelle città nascono i primi gruppi di credenti in Gesù. Comprendere il cristianesimo significa allora far luce sulla realtà sociale, politica ed economica in cui si costituiscono le prime comunità e sui modi in cui la nuova realtà sociale cristiana si innesta nel tessuto cittadino. Non si tratta di ricostruire semplicemente il contesto storico che fa da corona al cristianesimo delle origini. Le prime comunità non vanno infatti intese come corpi sociali da subito definiti e distinti, dotati di un profilo già compiutamente delineato, quanto come organismi in divenire su cui differenti fattori agiscono dinamicamente, contribuendo a plasmarne e a formarne le specifiche identità. È questo lo spirito da cui nasce il presente volume a più voci che raccoglie gli interventi tenuti tra 2016 e il 2018 presso la Facoltà Teologica dell'Italia Meridionale - sez. San Luigi nell'ambito del ciclo di lezioni "Le città del cristianesimo antico", promosso dall'Istituto di Storia del Cristianesimo "Mons. Cataldo Naro".
Con grande coraggio e integrità intellettuale il vescovo episcopaliano J.S. Spong espone in questo libro le cause della crisi mondiale del cristianesimo, che è in primo luogo dottrinale. Opera cruciale, questa di Spong, perché in essa sono contenute e anticipate le sue "12 Tesi. Appello per una nuova riforma", che costituiscono il suo più importante contributo per un coraggioso rinnovamento della fede e della vita delle Chiese. L'Autore intende aiutare i cristiani non solo a trovarsi meno impreparati ad affrontare il cambiamento epocale in atto ma a diventarne i promotori. Solo così il cristianesimo potrà passare alle nuove generazioni.
L'autore ricostruisce la vicenda dei primi cinquant'anni del movimento pentecostale in Italia dall'arrivo dei primi italiani, migranti di ritorno dagli Stati Uniti, fino alle durissime persecuzioni patite dai pentecostali durante il fascismo anche a causa della famigerata circolare Buffarini Guidi che segnò una sistematica e violenta discriminazione. Gli effetti di quella circolare ministeriale si protrassero incredibilmente anche nel primo decennio della Repubblica italiana, dimostrando di essere più forti degli stessi diritti sanciti dalla Costituzione. Una vicenda grave e dolorosa nella quale emergono storie e figure di una resistenza religiosa esemplare che affronta aggressioni fisiche, arresti, carcerazioni e confino senza perdere la fede in una possibile e desiderata convivenza pacifica. Con una prefazione di Walter J. Hollenweger, professore di Teologia nell'Università di Birmingham.
La prospettiva trinitaria impressa non solo sul volto di ogni uomo ma anche sulla dimensione costitutiva e fondante il popolo di Dio, la Chiesa, trova nel tempo e nello spazio il dispiegarsi di contraddizioni e speranze, grazie e lacerazioni che porteranno fino al compimento di questo viaggio tutti gli uomini ad "abitare la terra" in vista del cielo.
In che modo liberare il messaggio di Gesu? da incrostazioni e appesantimenti accumulatisi nei secoli per restituirlo agli uomini del XXI secolo nella sua originaria semplicita? e nella sua dirompente attualita?? Alla domanda il p. Lenaers risponde, come gli e? congeniale, con liberta? di parola e chiarezza di linguaggio. La sua coraggiosa rilettura del modo abituale di concepire Dio, la Bibbia, la fede, la Chiesa puo? sollevare perplessita? e obiezioni: ma, senza la sincerita? e l'anticonformismo di esploratori come lui, la ricerca teologica si sclerotizzerebbe in formule dogmatiche sempre piu? distanti dalle conoscenze e dalla sensibilita? spirituale delle donne e degli uomini del nostro tempo.
San Donato, secondo vescovo di Arezzo, è una delle figure più complesse e, allo stesso tempo, più affascinanti dell'agiografia cristiana. L'obiettivo di questo lavoro è quello di ripercorrere, in linea generale, gli studi più autorevoli svolti sul santo vescovo aretino, per offrire una conoscenza globale dell'intera questione agiografica ancora aperta. Complesso è il dibattito del martirio di san Donato che vede gli studiosi divisi in diverse correnti di pensiero, non solo a riguardo alla storicità del martirio, ma anche sulla sua datazione. Tutti gli studiosi, comunque, concordano, senza esitazione, sull'esistenza storica del secondo vescovo di Arezzo. Per raggiungere lo scopo desiderato, i cinque capitoli del presente lavoro sono strutturati con una sequenza che porta il lettore a ripercorrere la vicenda terrena del santo vescovo di Arezzo, attraverso lo studio delle sue passioni. Di san Donato, infatti, sono conservate tre passioni che mostrano un culto antico e interrotto, confuso, con il passare dei secoli, con il culto di san Donato di Evorea. In realtà, vi è anche una quarta passione ritenuta tardiva in quanto attribuita a Severino, quarto vescovo di Arezzo. Testimonianze preziose e indubbie sono i martirologi più antichi della Chiesa che riportano, in modo chiaro, il nome di Donato di Arezzo. Un'appendice, infine, completa lo studio con la trascrizione delle passioni e di altri importanti documenti riguardanti il santo vescovo aretino.
Il romanziere russo Lev N. Tolstoj (1828–1910), alla vigilia dei cinquant’anni ebbe una profonda crisi spirituale, riscoprì il Vangelo e tornò alla fede. Egli sentì che Dio si serviva di lui, nonostante i suoi peccati e la sua indegnità, per trasmettere al mondo disorientato un messaggio di salvezza. Da allora produsse una grande quantità di scritti a carattere religioso rimasti però poco conosciuti e inaccessibili al lettore italiano. Tra questi vi sono i testi raccolti in questo libro da quello Sulla pazzia a Il bene dell’amore (appello agli uomini-fratelli) che sono stati tradotti per la prima volta dal russo in italiano, a cura degli “Amici di Tolstoi”, con esclusione di quelli ripresi dai Diari, tradotti dall’edizione francese [Journaux et carnets, Gallimard, Paris, 1985].
«Noi viviamo una vita folle, contraria ai più semplici elemen- tari dettami del buon senso, ma poiché questa vita viene vissuta da tutti o dalla stragrande maggioranza, noi non ve- diamo più la differenza fra follia e ragione, e consideriamo ragionevole la nostra vita folle.
Nel sogno, per salvarci dall’orrore di ciò che ci accade, e so- prattutto di ciò che noi stiamo facendo, dobbiamo tornare alla coscienza, capire che quello è sogno e allora svegliarci; anche per salvarci dall’orrore nel quale viviamo e al quale partecipiamo, dobbiamo rientrare in noi stessi e risvegliare in noi quel senso ed impegno morale che è proprio degli esseri ragionevoli, cioè dell’essere umano» (L. Tolstoj).
La parola dialogo nel confronto tra religioni e in particolare con l'Islam attende di essere liberata. Troppi condizionamenti inespressi o latenti incrostano oggi il tema del "dialogo" tra culture e religioni diverse, cos' da renderlo talmente ambiguo da doverlo sostituire o precisare ogni volta nelle modalità e nei contenuti. E' la tesi, quanto mai drammatica e attuale, del libro che offre una riflessione densa di contenuti e preziosa di indicazioni che non fa concessioni ai luoghi comuni dell'editoria religiosa e a quelli più gridati del giornalismo d'assalto. Il lettore che vorrà misurarsi con l'effettiva situazione del "dialogo interreligioso" potrà restarne sorpreso e disorientato, ma sarebbe una crisi salutare che spingerà verso una visione più realistica e matura. Si può cominciare a dialogare solo quando sono chiari i presupposti e definite le inconciliabilità delle rispettive posizioni, così che la comunicazione degli interlocutori è sollecitata a cercare con determinazione e ponderatezza uno scambio di idee leale, disposto a rivedere ciò che è stato equivocato o dimenticato e che può diventare terreno di costruzione per un confronto equo, informato e aperto al dialogo.
Credere in Gesù di Nazareth, Verbo di Dio incarnato, è l'opera che il Padre chiede di compiere a tutti gli uomini. La fede allora, sia nella sua valenza di affidamento al Signore, sia in quella di formalizzazione delle verità di fede, è il senso della vita del credente. L'opportunità di vivere e celebrare questo Anno della Fede 2012-13 permette così di maturare ulteriore autoconsapevolezza credente ed ecclesiale. L'Arcidiocesi di Palermo ha così pensato di chiedere a credenti e non credenti di incontrarsi insieme per riflettere sulle principali tematiche della fede cristiana. La preziosa occorrenza della beatificazione di don Pino Puglisi, durante l'Eucaristia del 25 maggio 2013, dona una particolare luce a questo cammino di riflessione e di conversione. La sua figura, il suo messaggio, il suo martirio in odium fidei per opera della mafia sono preciso orientamento di stile e di azione per tutta la Chiesa di Palermo. Ecco perché non si poteva pensare di tracciare questo itinerario di riflessione e di fede senza i segni della sua presenza.