L'insegnamento dell'altra faccia del pianeta
«A lungo la storia dell’ambientalismo ha coinciso essenzialmente con la storia di come le élites bianche dei paesi ricchi hanno scoperto la bellezza e la fragilità della natura, e di come hanno cercato di proteggerla. Dietro questa versione dell’ambientalismo è possibile intravedere un’idea della natura e delle sue relazioni con la società: l’aspirazione a un ambiente sano e - perché no? - bello sarebbe, dunque, un lusso da ricchi e colti, fuori dall’orizzonte e dai bisogni dei poveri. Ma è un altro l’ambientalismo che qui interessa e che costituisce l’oggetto centrale dello studio di Alier: non l’ambientalismo dei ricchi, dei parchi nazionali o dello sfruttamento razionale delle risorse naturali, ma quello dei poveri, che mischia linguaggi e chiede giustizia sociale e ambientale più che una generica protezione della natura o un suo più efficiente utilizzo. Ovviamente questo approccio implica non solo una revisione delle culture ambientaliste, ma anche un ripensamento dell’idea stessa di natura; nel libro di Martínez Alier essa non è tanto un luogo di contemplazione o lo spazio della ricreazione, ma piuttosto la base materiale di sostentamento delle comunità che, difendendo quella natura, difendono se stesse e la loro sopravvivenza. Il rapporto tra riflessione teorica e narrazione è uno dei segreti di questo libro. Alier racconta storie di conflitti, dando al suo discorso sull’ecologismo popolare i volti, i nomi, spesso le parole dei protagonisti. Il libro è anche questo: una incredibile occasione per ascoltare storie che pochi ricordano o conoscono, storie di violenza e di resistenza che mostrano chiaramente come lo sfruttamento della natura sia spesso anche sfruttamento dei poveri e la liberazione dell’una non può avvenire senza giustizia per gli altri.» (dalla Prefazione di Marco Armiero)
Luigi Castiglioni (1757-1832), figlio di Ottavio e Teresa Verri, sorella del famoso Pietro, si distinse come naturalista, storico ed economista, animato da spirito illuminista. Castiglioni fu anche uomo istituzionale e ricoprì, nel corso degli anni, numerose cariche pubbliche e politiche, fino a vedersi assegnata, nel 1820, la qualifica di Imperial Regio Ciambellano. Nel 1790 pubblicò la sua opera più nota "Viaggio negli Stati Uniti dell'America settentrionale". Gran parte del suo viaggio fu dedicato allo studio di piante adatte al clima europeo. Molte delle sue osservazioni " americane", le più importanti nell'uso medico ed alimentare, sono raccolte in questa Storia delle piante forastiere.
Fare giardinaggio senza irrigare: il sogno di tutti i giardinieri coscienti della necessità di preservare le risorse naturali e desiderosi di creare un giardino concepito in armonia con l'ambiente. Questo sogno si può realizzare: in effetti l'aridità, si tratti di un fattore abituale, come nei paesi del Mediterraneo, o di un fattore nuovo dovuto al riscaldamento climatico, può diventare un asso in mano al giardiniere. Essa permette di utilizzare piante spesso poco conosciute, ma ricche di una straordinaria diversità di foglie, fiori, forme e profumi. Ma come è possibile creare questo tipo di giardino? Quali piante occorre scegliere, e come fanno a sopravvivere all'aridità? Quali sono le tecniche da adoperare per la preparazione del terreno, la piantagione e il mantenimento? A tutte queste domande il libro da risposte precise e concrete, basate su una ventennale esperienza di lavoro quotidiano con le piante per un giardino in ambiente arido.
Jacques Ellul (1912-1994) è più conosciuto negli Stati Uniti che nel suo paese, la Francia. Agli inizi degli anni Sessanta, Aldous Huxley fece tradurre e pubblicare il suo capolavoro "La tecnica rischio del secolo". Questo libro, nello stesso tempo libertario e credente, solitario e impegnato nel suo secolo, aveva previsto tutto, o quasi. Crisi come quelle della mucca pazza, e il nostro sgomento davanti al piatto? Lui li aveva previsti. La sgradevole impressione, in questo campo come in altri (OGM, riscaldamento climatico, scorie nucleari, pesticidi, amianto, ripetitori, fatti come Seveso, ecc.), di essere messi di fronte a scelte che ci trascendono infinitamente, di andare verso un mondo sempre più insicuro, rischioso, alienante? Lui l'aveva previsto. La ferma volontà degli scienziati di fabbricare, con clonazione e manipolazioni genetiche, non solo piante e animali "migliorati", ma un uomo superiore, un superuomo? Lui l'aveva previsto. Non solo aveva previsto questi fenomeni, ma li aveva pensati, analizzati, giudicati attraverso un'opera feconda e torrenziale. Persuaso che è la tecnica a condurre il mondo (molto più della politica e dell'economia), ha passato la vita ad analizzare i mutamenti che provoca nella nostra società e la sua influenza totalitaria sulle nostre vite. In quest'opera, Jean-Luc Porquet espone venti idee forti di Ellul, e le illustra su temi di attualità.
In questo volume riccamente illustrato il naturalista Renato Massa introduce il lettore alla grande avventura della vita, con uníindagine esauriente sullíargomento dellíevoluzione biologica lungo le maggiori scoperte, da Darwin fino ai dibattiti pi˘ recenti. Il viaggio affascinante attraverso la biogeografia, la sociobiologia, líetologia comparata e altre discipline biologiche introduce il lettore alla comprensione di fatti scientifici e filosofici sullíevoluzione, molti ben noti, altri quasi sconosciuti.
Gli organismi possono avere forme e funzioni molto diverse, ma mostrano caratteristiche sorprendentemente uniformi, che possono essersi evolute indipendentemente. Per esempio, essi hanno bisogno degli occhi per vedere il mondo che li circonda: ebbene, scopriamo con stupore che gli occhi, pur essendo meccanismi assai complessi, nel corso dellíevoluzione si sono prodotti sessanta e pi˘ volte indipendentemente.
Siamo ben lungi dallíaver compreso il meccanismo della vita e cíË ancora molto da sapere sulle leggi attraverso le quali la materia puÚ essere organizzata in numerose forme differenti, ma non in molte altre.
La seconda parte del volume fa una carrellata sul lungo viaggio della vita, dai procarioti alla comparsa dellíintelligenza umana.
"Biodiversità", termine coniato per indicare i diversi livelli di vita sulla terra, ha assunto col tempo un significato più esteso, come a qualificare l'identità di una vittima delle attività umane, dalla cui salvezza finale dipende il futuro della stessa umanità. In questo libro vengono analizzate le ragioni scientifiche, filosofiche ed etiche che rendono essenziale la conservazione della biodiversità, i timori e le speranze di chi ne ha bisogno per la propria sussistenza e di chi alla sua conservazione ha dedicato tutta la propria esistenza. La convinzione che ne emerge è che per conservare la biodiversità, e il nostro pianeta, essa dovrà diventare bandiera di tutti coloro che vivono sulla terra.
In questo volume, Poggio non ha temuto di mettere sullo stesso piano temi quali l'ecologia e la giustizia sociale, lo sviluppo industriale e quello agricolo. Partendo dagli elementi fondamentali, come acqua, terra, aria, energia, si può tentare di comprendere che l'ambiente non è un residuo o un'aggiunta, ma è condizione imprescindibile per l'esistenza ragionevole degli individui e della società. Il modo con cui è stato realizzato lo sviluppo ha comportato però una colonizzazione mentale: si tende a rendere naturale ciò che è artificiale (rapporti economici, sviluppo capitalistico, consumismo) e artificiale la natura stessa (aria, acqua) che non è più bene pubblico, ma privatizzato.
Un libro aspro che contiene e documenta affermazioni forti e dati sconvolgenti riguardanti la guerra e i mezzi con cui viene oggi combattuta. Gli effetti umani, psicologici, chimici e ambientali non vengono dimenticati.
In Italia la coscienza ecologica deve molto a Giorgio Nebbia. Nebbia è, di fatto, uno dei principali storici italiani delle materie prime, delle merci e dei processi industriali: in questo volume indica delle possibili alternative all'attuale modello di sviluppo che aiutino gli uomini a soddisfare le proprie necessità materiali, facilitando l'aspirazione a rapporti umani più decenti.
Questione cruciale per il presente e per le generazioni future, l'introduzione sul mercato di organismi geneticamente manipolati (Ogm) richiedeva uno strumento capace di fornire gli elementi essenziali per conoscere, in maniera comprensibile per chi non possedesse una cultura scientifica, i fenomeni biologici che stanno alla base della produzione e dell'uso degli Ogm.
Girolomoni è il fondatore della cooperativa agricola "Alce Nero". Precursore dell'agricoltura biologica in Italia, l'autore con la sua autorità, con i suoi interventi, con il centro studi di Montebello e con la sua rivista "Mediterraneo" è una figura di rilievo per una conoscenza a tutto tondo dei problemi ecologici nel nostro Paese. Può il "fare biologico" selezionare e ridurre le varietà in nome della produttività? Che cosa pensare dell'utilizzo di prodotti biologici importati da paesi poveri e realizzati con lo sfruttamento del lavoro, anche minorile? Ciò che è scientificamente possibile è ugualmente giusto?