Succede a tutti noi di dimenticare dove abbiamo messo le chiavi dell'auto (o l'auto) oppure se abbiamo chiuso la porta di casa. Appuntamenti mancati, la spesa dimenticata al supermercato, non ricordare quello che stavamo per dire, non riconoscere le persone. La verità è che la perdita di memoria lieve da non confondere con la demenza o l'Alzheimer è estremamente comune con l'avanzare dell'età, anche perché più informazioni immagazziniamo nel cervello più la nostra memoria vacilla, questa non è una perdita di memoria ma un sovraccarico di dati immessi. Ma non è necessario essere vecchi perché succeda, ci possono essere altre cause: stress, depressione, malattia, alcuni farmaci. Fra i vari temi affrontati, troviamo: - come il cervello forma, mantiene e usa le nostre riserve della memoria - e come possiamo perderle - perché ricordiamo certe cose meglio di altre - alcuni aspetti particolari della memoria: volti, nomi e luoghi - tiroide e memoria - depressione e memoria - piccoli ictus e perdita di memoria - attitudine alla scarsa memoria. La buona notizia è che, con un piccolo sforzo, è possibile migliorare la memoria, e più si fa pratica più diventerà facile.
A settantaquattro anni, il grande biologo e scrittore canadese David Suzuki raccoglie le idee che nel corso della sua vita lo hanno portato a combattere in prima linea in difesa di un mondo più sostenibile. Le sue battaglie di sensibilizzazione su temi quali il surriscaldamento del pianeta, l'impoverimento degli oceani e la necessità di un futuro basato sulle energie rinnovabili e sulla sostenibilità, hanno fatto di lui un indiscusso pioniere per intere generazioni di ambientalisti. Ecco ora il suo testamento, un viaggio attraverso il quale Suzuki elabora con passione e ironia la difficile risposta a una grande domanda: "Se avessi un'ultima lezione da dare, cosa direi?". Traendo spunto dagli illuminanti insegnamenti della natura - come l'incredibile storia delle molecole di argon o il ruolo cruciale del salmone nel rendere fertili le foreste - Suzuki ci dimostra che dobbiamo, o almeno possiamo, credere che il nostro pianeta abbia ancora una speranza per il futuro. A una condizione: comprendere la reale entità della nostra situazione e agire. Come scrive Margaret Atwood nella prefazione, quello di Suzuki è "un racconto di verità sul difficile mondo in cui viviamo, ma anche un racconto di speranza: la nostra occasione - se saremo in grado di coglierla - per un'opportunità di bellezza, di stupore e di comunione con il resto del creato".
La maggior parte delle persone ha le idee confuse riguardo al riposo. Molti sostengono che sia una stupida forma di pigrizia o qualcosa a cui devono necessariamente ricorrere solo quando non riescono più ad andare avanti. Per altri il concetto di riposo si riassume nello stare seduti in poltrona, con lo sguardo fisso, fisicamente o mentalmente esausti. Alcuni, addirittura, affermano orgogliosamente che per loro quattro ore di sonno a notte sono più che sufficienti. Ma perché è così trascurata l'importanza del riposo? In parte perché passiamo talmente tanto tempo nella nostra vita a lavorare con delle macchine che cominciamo a pensare anche noi di esserne una. Ebbene, non lo siamo. Siamo esseri umani. E uno degli elementi costitutivi principali del nostro organismo è la sua necessità di rinnovamento attraverso il riposo. Dormire è senza dubbio un momento decisivo, necessario per tenere sotto controllo il peso corporeo, per la produzione delle nuove cellule cerebrali, per conservare e rafforzare l'orologio interno che regola la nostra vita. Ma non basta: milioni di persone dormono benissimo eppure si sentono stanche, spossate e frustrate per tutto il giorno - e per la maggior parte della loro vita. In questo libro il dottor Matthew Edlund smantella i luoghi comuni e con linguaggio chiaro descrive gli aspetti vitali legati al sonno e alle pause rigeneratrici, proponendo un percorso con il quale ognuno di noi può pianificare il riposo attivo e passivo.
Una sorta di dialogo socratico tra un padre e una figlia di tredici anni ancora completamente ignara di tutto ciò che riguarda il sesso, a parte quello che ha già studiato a scuola o sentito dire dagli amici e dalla televisione. Con un linguaggio molto preciso, diretto e appassionato, e senza mai perdere di vista il proprio ruolo di padre, l'autore guida sua figlia attraverso un'analisi di tutti gli aspetti pratici e fisiologici del sesso. Partendo dal presupposto che il sesso è il più universale degli atti (il gesto necessario che accomuna uomini e animali), descrive in modo puntuale il ruolo giocato dagli organi, dagli ormoni e dal cervello nell'atto e nell'orientamento sessuale, abbandonandosi anche a riflessioni poetiche sul rapporto tra l'amore e il trasporto fisico, immaginando tutte le situazioni in cui la ragazza potrà trovarsi durante il suo percorso amoroso e cercando di fugare in lei tutte quelle paure che possono essere generate dall'inesperienza. Il fatto che sia proprio un padre a occuparsi dell'educazione sessuale di una figlia è il punto più sorprendente e interessante di questo colloquio. Priva di qualsiasi remora dettata da retaggi culturali o religiosi, questa conversazione risponde a ogni dubbio della ragazzina, facendo leva sul fatto che il sesso non si riduce solo alla sua manifestazione fisica, perché tutto deve sempre essere guardato alla luce dell'amore.
Lewis Wolpert, biologo di fama internazionale, attraverso questo meraviglioso viaggio nei meandri della scienza ci guida alla scoperta dei misteri che sono all'origine della vita e della morte. Base di ogni forma di vita - dalle migliaia di batteri ai milioni di piante e animali - le cellule sono gli elementi più complessi dell'universo, una specie di società strutturata che governa ogni cosa. Grazie a questo libro scopriremo come funziona il nostro corpo, cosa accade quando ci ammaliamo o quando invece chiamo, e quanto le cellule siano essenziali per il nostro movimento, la nostra memoria, la nostra immaginazione. Un testo agile e appassionante, pensato per ogni tipo di lettore, che svela la complessità e l'intelligenza della natura, i suoi meccanismi misteriosi, e soprattutto ci avvicina a quelle difficili risposte legate ai grandi enigmi della vita.
"Questo libro raccoglie stralci di editoriali, dichiarazioni e interviste dei più importanti economisti italiani apparsi sui maggiori quotidiani, contiene un'impressionante sequela di clamorosi errori di valutazione dei migliori cervelli italiani. E proprio per questo è la dimostrazione del bluff di questa disciplina di studio e delle sue formule matematiche. È evidente, leggendo gli articoli scritti prima e durante lo scoppio della crisi, quanto le teorie abbiano azzerato la capacità di un'intera classe di studiosi di elaborare i dati che la realtà metteva a loro disposizione. Non li capivano? Li sottovalutavano? Oppure, semplicemente, era meglio non approfondirli?" Marco Cobianchi
"Vivere con lentezza" è un serio e giocoso invito a prendersi i propri tempi a discapito della frenesia di oggi, a cui tutti sembrano adeguarsi. Sono piccole azioni per grandi cambiamenti, che permettono di vedere un mondo percepibile solo al ralenti.
Un manuale per coloro che vogliono diventare giornalisti, ma in realtà espressamente rivolto ai lettori di giornali. Il protagonista immaginario è un Giovane Redattore al quale vengono spiegate le regole che governano la vita quotidiana di tutti i giornali italiani e che si possono riassumere nella Norma Generale del Giornalismo Universale e nelle 15 Leggi Generali della Redazione. Un viaggio nel cuore della vita di una redazione che spiega che cosa succede veramente in una riunione di redazione, che cosa è un "Viaggio merenda" (e perché i giornalisti vi sono invitati) o una "marchetta" (della quale l'autore stila una scientifica e sarcastica classificazione, da quella politica a quella pubblicitaria, fino alla più misteriosa "marchetta rotante"), come gli uffici stampa riescono a influenzare le scelte di un giornale e come sia possibile che le interviste siano tutte, contemporaneamente, un po' vere e un po' false. L'autore è un giornalista milanese di ventennale esperienza e lavora in uno dei più diffusi giornali italiani.
Di fronte alle sfide sempre più inquietanti del futuro, il nostro modo di pensare vacilla e i quesiti posti dalla storia, dalla scienza e dalle nuove tecnologie restano senza soluzioni. Come affrontare un avvenire così pieno di incognite? Come reagire alla cronaca di questi anni tra guerre, fondamentalismi e angosce planetarie? L'autore cerca di rispondere a questi interrogativi attraverso il ritorno alle radici della cultura occidentale. È l'Illuminismo, scrive Postman, con le sue idee di progresso, democrazia e libertà, che può darci ancora una volta le risposte che cerchiamo.
L'autrice di questo libro scava nella storia, cerca le motivazioni e le conseguenze di un modo di agire, come quello filantropico, che può estendersi a tutto il mondo sviluppato, diventando un nuovo modello. L'economia del bene è il racconto aggiornato e pieno di stimoli di come la generosità e la filantropia abbiano contribuito alla nascita delle istituzioni liberali che, loro volta, sono divenute la base delle conquiste economiche, sociali e politiche su cui poggia la nostra civiltà.
Da quando esiste l'economia e il potere del denaro, gli ingranaggi della creazione della ricchezza trascurano gli interessi della maggior parte dell'umanità. A dispetto, almeno in Occidente, della lunga tradizione democratica, le forze dominanti dell'economia tendono a fare i conti solo con se stesse, senza considerare i diritti e le necessità vitali di chi non ha potere economico né vera rappresentanza politica. Ma qualcosa, scrive William Greider in questo libro, sta cambiando. L'autore spiega perché oggi non siamo più impotenti di fronte alle ingiustizie del potere economico. E come possiamo rendere il capitalismo più rispettoso dei bisogni reali delle persone.