Sovranismo e antisovranismo sono due tendenze del dibattito politico contemporaneo. L'autore di questo volume. sulla base di una profonda conoscenza del pensiero classico e della letteratura contemporanea, dimostra che lo Stato e la sovranità non sono idee effimere e convenzionali destinate ad essere superate dal corso della storia, ma una caratteristica naturale e necessaria della società umana. L'abolizione della sovranità implicherebbe la morte e la decomposizione della società che, privata del suo principio vitale e del suo centro unificatore, finirebbe col cadere in preda del disordine e dell'anarchia, come oggi sta accadendo. La riconquista concettuale del principio di sovranità è una condizione necessaria per far fronte al caos che minaccia l'umanità nell'era della globalizzazione.
Atti del VII Congresso nazionale dell'Associazione Italiana Studi Bizantini (Venezia, 25-28 novembre 2009).
“Vie per Bisanzio” è l’evocazione di molteplici percorsi e approcci al mondo bizantino: storia, letteratura, arte, archeologia, filologia, paleografia, filosofia, teologia. Una diversità poliedrica che rappresenta la ricchezza e la vitalità odierne della tradizione degli studi bizantini in Italia. “Vie per Bisanzio” sta a indicare i diversi itinerari seguiti: dal mondo classico seguendo il filo della grecità, dalla storia medievale volgendosi a Oriente, dalle letterature slave, partendo dalla filosofia e teologia russe moderne e contemporanee per andare a ritroso. Emerge una volta di più l’immagine di Bisanzio quale “Impero di mezzo”, luogo-cerniera di scambi e di irradiazioni, vero e proprio Knotenpunkt, non solo all’interno di quello che è stato felicemente indicato come Commonwealth bizantino, ma ben oltre, in Occidente, nel Nord, in Oriente.
Dal 25 al 28 di novembre 2009 si tenne a Venezia un Congresso intitolato “Vie per Bisanzio”, VII Convegno dell’Associazione Italiana di Studi Bizantini (AISB) e al contempo occasione di incontro della bizantinistica italiana in Italia e all’estero. I due volumi contengono i risultati dei lavori di quelle giornate.
Boemondo, "l'uomo di cui tutti parlano" (Boatus Mundi), ha riempito delle sue gesta l'orizzonte mediterraneo per un quarantennio circa, dal 1070 fino all'anno della sua morte (1111). Lo conobbero molte nazioni (Francia, Italia, Grecia, Siria) e molti popoli (Franchi, Italici, Bizantini, Turchi, Armeni, Siriaci). Si confrontò con papi, imperatori, emiri e sultani; a molti inflisse sconfitte, occupando infine un piccolo regno sulle sponde del Mediterraneo con capitale la città di Antiochia, posta sulla via per Gerusalemme, che da crociato aveva contribuito validamente ad aprire. Il suo mausoleo a Canosa racconta e tramanda, come una chanson de geste, il ricordo di un guerriero senza frontiere.
Allo stato attuale degli studi, il tessuto festivo e spettacolare della Genova del XVI secolo è oggetto di contributi parziali, centrati su singole occasioni o su protagonisti e luoghi particolari. Del tutto assente è uno sguardo che assommi la pluralità dei fenomeni e ne contestualizzi le dinamiche. In realtà, quello che in apparenza manca è ciò che non è stato cercato. Il teatro, nell'area ligure, gode di una notevole vitalità, ma per intercettarla bisogna deporre il pregiudizio che quella pratica sia da riportare esclusivamente alla rappresentazione di un testo. A Genova la produzione drammaturgica è carente, ma di contro fiorisce una spettacolarità diffusa, che si espande in primari aspetti e si insinua in molteplici pieghe della vita sociale. Così la rappresentazione vera e propria compare solo come articolazione di un ben più complesso cerimoniale che include giostre, banchetti, maschere, tornei, balli, spettacoli musicali, mimici, coreutici. Il tutto abilmente orchestrato dal dogato, dalle sue istituzioni e da una struttura di microcorti aristocratiche che ha nei gruppi nobiliari i principali com-mittenti di un'intensa attività spettacolare, in grado di soddisfare la domanda più variegata.
L'inedita storia secolare di una 'capitale' del Mediterraneo dal punto di vista della centralità bizantina.
Lo sguardo alla realtà di tre protagonisti della pittura italiana del Quattrocento. Un avvenimento della conoscenza in un passaggio cruciale della civiltà europea.
Alla ricerca di un mondo scomparso. L'Antico Egitto nel Corriere della Sera": un contributo alla storia degli intellettualidurante il fascismo. "
La monografia di Goffredo Coppola su Giuliano l'Apostata e la sua politica religiosa. Nota introduttiva di Luciano Canfora.
Una riflessione ante litteram sul diritto naturale" e la liberta' religiosa dei popoli. "
Nonostante la conquista normanna del 1071, Bari rimane di fatto una citta' bizantina.