Manuale per l'organizzazione di grandi eventi ecclesiali (Giornate Mondiali della Gioventù, Incontri Mondiali delle Famiglie, Congressi Eucaristici Internazionali, viaggi papali, canonizzazioni e beatificazioni, ecc.), con grande attenzione agli aspetti comunicativi, scritto sulla base dell'esperienza di persone che hanno lavorato nei comitati organizzativi di diversi di questi eventi.Il libro è molto utile per chi si apresta ad organizzare un gran evento: le aiuterà a risparmiare tempo, soldi e dispiaceri. Inoltre, può interessare a comunicatori ecclesiali e a event manager di raduni multitudinari.
Papa Francesco con i giornalisti e i comunicatori in genere ha da sempre un rapporto speciale perché speciale è la natura del loro compito: descrivere la realtà con parole e immagini. Parlare con loro per il Pontefice significa interagire con il mondo intero ed essere così una Chiesa “in uscita” (pag. 3).
Il volume, come sottolinea Paolo Ruffini, Prefetto del Dicastero per la Comunicazione della Santa Sede, nella Prefazione: «racconta, attraverso i tanti discorsi di Francesco ai giornalisti, i messaggi per le Giornate mondiali delle Comunicazioni sociali» e raccoglie gli altri suoi interventi sul tema della comunicazione precedenti alla sua elezione a Papa. I primi due capitoli sono risalenti agli anni in cui Francesco era arcivescovo di Buenos Aires e sono una forte testimonianza dell’importanza che ha per lui la comunicazione come mezzo di ricerca del vero, del bene e del bello (pag. 3 e pag. 4). Segue una raccolta di interventi, interviste e discorsi in materia di comunicazione da quando Egli è stato eletto Papa e la raccolta dei messaggi pronunciati da Francesco in occasione delle Giornate Mondiali delle Comunicazioni Sociali.
Introduzione di: Paolo Ruffini; (Palermo, 4 ottobre 1956) è un giornalista italiano. Ha occupato importanti ruoli prima nei quotidiani Il Mattino e Il Messaggero, nella Rai e in seguito direttore di TV2000. Dal 5 luglio 2018 è prefetto del Dicastero per la comunicazione della Santa Sede.
Per il quarto anno consecutivo studiosi e professionisti della comunicazione approfondiscono il Messaggio di papa Francesco per la Giornata mondiale delle comunicazioni sociali: “Siamo membra gli uni degli altri” (Ef 4,25). Dalle social network communities alla comunità umana. I commenti offrono una pluralità di sguardi (socio-culturale, letterario, filosofico, semiotico, etico, giornalistico, teologico, pedagogico) e approcci per comprendere appieno la riflessione del Papa, il suo invito a saper abitare con passo sicuro e responsabile lo scenario attuale. Il volume è arricchito da strumenti per aiutare famiglie, educatori, insegnanti e animatori a “tradurre” il corpus del Messaggio in pratiche pastorali.
Quando un giornalista si presenta come ‘vaticanista’ forse non sa esattamente perché. Si certo, si occupa di fatti della Santa Sede, di informazione religiosa, a volte tratta temi sociali. La professione del “cronista del Vaticano” ha una storia che negli ultimi 50 anni si è trasformata velocemente cambiando la percezione delle “faccende vaticane”, magari con qualche retroscena gustoso. Ma veramente è tutto qui? Questo libro ha come obiettivo comprendere il rapporto tra i papi e la comunicazione; mettere a fuoco il modo in cui la stampa intuisce e narra il dato e il gesto religioso: attraverso la storia della Sala Stampa Vaticana, poco conosciuta ai più, la sua evoluzione storica, il suo sviluppo diacronico, i suoi punti di svolta e infine l’assetto attuale.
«Siamo membra gli uni degli altri» (Ef 4,25). Dalle community alle comunità. Il tema sottolinea l’importanza di restituire alla comunicazione una prospettiva ampia, fondata sulla persona, e pone l’accento sul valore dell’interazione intesa sempre come dialogo e come opportunità di incontro con l’altro. Si sollecita così una riflessione sullo stato attuale e sulla natura delle relazioni in Internet per ripartire dall’idea di comunità come rete fra le persone nella loro interezza. Alcune delle tendenze prevalenti nel cosiddetto social web ci pongono infatti di fronte a una domanda fondamentale: fino a che punto si può parlare di vera comunità di fronte alle logiche che caratterizzano alcune community nei social network? La metafora della rete come comunità solidale implica la costruzione di un “noi”, fondato sull’ascolto dell’altro, sul dialogo e conseguentemente sull’uso responsabile del linguaggio. Già nel suo primo Messaggio per la Giornata delle Comunicazioni Sociali, nel 2014, Il Santo Padre aveva fatto un appello affinché Internet sia “un luogo ricco di umanità, non una rete di fili ma di persone umane”. La scelta del tema del Messaggio del 2019 conferma l’attenzione di Papa Francesco per i nuovi ambienti comunicativi e, in particolare, per le Reti Sociali dove il Pontefice è presente in prima persona con l’account @Pontifex su Twitter e il profilo @Franciscus su Instagram.
Con straordinaria preveggenza Aurelio Peccei aveva tracciato il cammino da percorrere per coniugare la crescita economica e materiale con le risorse umane e naturali del Pianeta. Questo libro uscito nel 1981, che ancora oggi mantiene inalterata la sua enorme forza visionaria, presenta i problemi politici, energetici, demografici che minacciano di distruggere il Pianeta. È necessaria una vera rivoluzione umana, uno straordinario coraggio per realizzare una collaborazione mondiale basata sull'eguaglianza reciproca tra paesi ricchi e paesi poveri. Quando Peccei scrisse queste pagine pochi gli prestarono ascolto. Oggi la sua strategia globale è l'unica possibilità di salvezza del Pianeta.
Il volume raccoglie i messaggi, in lingua italiana e latina, inviati da papa Francesco attraverso Twitter dall'1 gennaio 2017 al 31 dicembre 2017.
Il 4 dicembre del 1968 usciva nelle edicole italiane il primo numero del nuovo quotidiano cattolico nazionale «Avvenire», nato dalla fusione tra due importanti testate preesistenti, «L’Italia», edito a Milano, e «L’Avvenire d’Italia», pubblicato a Bologna. La fondazione del quotidiano dei cattolici italiani non fu solo un evento di rilievo nel panorama della stampa nazionale, ma rappresentò una pagina, ancora quasi sconosciuta, nella storia della Chiesa italiana. La ferma volontà di Paolo VI – autentico fondatore del giornale – si scontrò in quella circostanza con le reazioni perplesse e diffidenti di quasi tutto l’episcopato nazionale. Contrarietà ed ostacoli giunsero soprattutto dalle principali diocesi interessate dalla fusione dei due quotidiani che diedero vita ad «Avvenire»: Milano, che editava «L’Italia», e Bologna, ove aveva sede «L’Avvenire d’Italia». Alla luce della documentazione esaminata, in maggior parte inedita, è ora possibile ricostruire la complessa e per molti versi sorprendente vicenda che ha condotto alla nascita di «Avvenire» e all’affermazione del giornale cattolico durante gli anni del pontificato di Paolo VI, il quale non fece mai mancare la sua fiducia e il suo sostegno al quotidiano, ritenendolo un indispensabile strumento di evangelizzazione
Il ’68, anno degli studenti e il testamento di Gesù sull’amore, tanto diversi eppure compatibili. Alle prese entrambi con l’amore e il disamore. E tuttavia volerli accostare può apparire un’impresa, forse un azzardo. Volerci vedere delle affinità e perciò ricordarli insieme può trasformarsi in tentazione irresistibile. “Strano tipo di rivoluzione” giovanile il Sessantotto. Strano tipo di Testamento, quello di Gesù sull’amore. Tentare di armonizzarli nella ricorrenza dei cinquant’anni del Movimento studentesco può sembrare addirittura una forzatura pazzesca e bizzarra. Ma a ben vedere un filo rosso li unisce. Solo un caso il sinodo sui giovani che papa Francesco ha convocato, a 50 anni dal Sessantotto, o inizio storico di una riflessione nuova e coraggiosa sulla condizione dei giovani?
L’approdo di Avvenire a Pompei, a partire dal 1972, fu così la risposta a una vocazione nazionale presente come segno di identità del progetto di Paolo VI di dotare la chiesa italiana del dopo-Concilio, di un organi di informazione autorevole e moderno. Nel momento in cui il giornale taglia il traguardo de mezzo secolo di vita, sfogliare da capo questa pagina pompeiana era doveroso. E’ a tutti gli effetti una pagina di Avvenire.
Nato nel 1968 su iniziativa di Paolo VI e nello spirito del Concilio Vaticano II, da mezzo secolo il quotidiano Avvenire è una presenza forte e riconoscibile nel dibattito pubblico del nostro Paese. Una presenza che, come sottolinea il cardinale Gualtiero Bassetti nella prefazione a questo volume, viene a coincidere con la vocazione stessa del cristiano nel mondo.
I contributi raccolti in "Voci del verbo Avvenire" non intendono celebrare il passato, ma si presentano come occasioni di riflessione e di approfondimento sui temi che, fin dall’inizio, hanno caratterizzato l’impegno del quotidiano cattolico. Dall’analisi degli avvenimenti internazionali al racconto della società italiana, dall’esigenza di giustizia alla necessità di confrontarsi con i progressi della scienza, dal ruolo che la Chiesa è chiamata ad assumere nell’attuale «cambiamento d’epoca» agli sviluppi del confronto culturale, Avvenire si pone e intende continuare a porsi come strumento di dialogo tra posizioni differenti e, nello stesso tempo, come punto di riferimento per una comprensione consapevole e informata dei “segni dei tempi”. L’obiettivo è fornire «una testimonianza corale», come la definisce il direttore Marco Tarquinio, che renda conto della bellezza di dire e fare «il futuro ogni giorno».
Contributi di: Giulio Albanese, Leonardo Becchetti, Luigino Bruni, Massimo Calvi, Lucia Capuzzi, Marina Corradi, Paolo Lambruschi, Andrea Lavazza, Riccardo Maccioni, Antonio Maria Mira, Luciano Moia, Francesco Ognibene, Alberto Oliverio, Maurizio Patriciello, Gigio Rancilio, Francesco Riccardi, Roberto Righetto, Nello Scavo, PierAngelo Sequeri, Alessandro Zaccuri.
Quale rapporto c'è tra la fede e i social media? In quale maniera i cristiani, e i cattolici in particolare, li utilizzano non solo per parlare di cose inerenti la propria fede ma più in generale? L'autore, a partire dalla sua esperienza di pastore e predicatore, ha analizzato lo "stile" dei cristiani sui nuovi media e come e se questo stile trova i suoi benchmark nel Vangelo. Il libro offre le linee guida e un decalogo per aiutare il credente a utilizzare gli strumenti dei social media evitando il rischio di uniformarsi alle "cose del mondo" piuttosto che ispirarsi alle "cose di Dio".