Preparato da un gruppo di sperimentati docenti di diverse Facoltà Teologiche tedesche, propone, in forma insieme sintetica e rigorosa, i contenuti principali della Dogmatica, esposti secondo il metodo genetico raccomandato dal concilio Vaticano II. Un'opera utile sia agli studenti dei Seminari e degli Istituti di Scienze Religiose, sia a quanti vogliano avere una visione organica della dottrina cristiana in forma completa, ragionata e aggiornata.
In questo libro viene esplorata l'idea di deep incarnation, "incarnazione profonda", ossia "incarnazione radicale". Si tratta di una recente sensibilità teologica interessata a riscoprire la portata inclusiva e salvifica del mistero dell'incarnazione per l'intera creazione. Denis Edwards, in dialogo con i più recenti studiosi del tema (Niels Gregersen, Elizabeth Johnson, Celia Deane-Drummond e molti altri) e con la tradizione patristica classica, affronta di petto questa domanda: «Qual è la relazione tra la natura nella sua vastità - cioè l'universo delle galassie e delle stelle, il mondo delle montagne e dei mari, ma anche delle creature viventi come i batteri, le piante, gli animali - e la vita, la morte e la risurrezione di Gesù Cristo?». Frutto di un pensiero fresco e innovativo, questo saggio - scritto splendidamente da Edwards, teologo appassionato e visionario, riconosciuto a livello internazionale nel campo del dialogo tra scienza e fede - ci incoraggi a considerare che, alla fine, c'è speranza per la risurrezione di tutte quante le creature. È un lavoro destinato a segnare con un'impronta duratura la teologia cristiana a venire. Con Edwards rinasce la speranza dal cuore della tradizione cattolica. In questa teologia dell'unione trasfigurante di Cristo con tutta la materia si trovano il conforto per una biosfera sofferente e la promessa inimmaginabile della liberazione di tutte le creature e del cosmo, trasformati dall'abbraccio amorevole di Dio.
È necessario aver fede per sposarsi in Chiesa? Se questa domanda non è l'oggetto di un trattato articolato nell'opera di J. Ratzinger/ Benedetto XVI, pone comunque una questione che torna spesso nei suoi scritti, nei quali il tema della fede occupa un ruolo rilevante. Lo studio cronologico dell'opera di J. Ratzinger/Benedetto XVI sul matrimonio fa emergere un'evoluzione nel suo pensiero. È, infatti, a partire dalla fede che: 1) la riflessione si sposta dalla questione della "validità" a quella della "pienezza" del matrimonio; 2) è possibile cogliere una maturazione nel pensiero di Ratzinger riguardo la comprensione del concetto di "natura" e della "Comunione ai divorziati risposati". Il volume offre al lettore una raccolta di tutti i testi di J. Ratzinger/Benedetto XVI sul sacramento del Matrimonio, dai quali affiora in modo chiaro che per viverlo in pienezza il cammino di fede è indispensabile.
ll XXII volume dell'Opera Omnia, in prima edizione mondiale, si articola in tre sezioni, in cui Guardini si confronta, rispettivamente, con il pensiero di Søren Kierkegaard, di Friedrich Nietzsche e di Madeleine Sémer. La prima sezione propone i saggi dedicati al filosofo danese, in cui l'autore riflette sui temi della malinconia, dell'angoscia e della disperazione e sul loro significato religioso. Di particolare rilevanza è la seconda sezione, che presenta due dattiloscritti inediti e una breve raccolta di appunti manoscritti in cui Guardini prende posizione nei confronti di Nietzsche, riflette sulle questioni del potere e del nichilismo e si confronta con lo Zarathustra e il tema centrale della corporeità. Nella terza sezione sono raccolti per la prima volta gli scritti dedicati a Madeleine Sémer, nei quali offre un'interpretazione inedita della figura intellettuale e spirituale della mistica francese, appassionata del pensiero di Nietzsche.
Se c'è un ambito che è oggetto di dibattiti e controversie nella Chiesa è la liturgia. C'è chi si schiera, a seconda della sensibilità, per "la Messa di sempre" e chi a favore della riforma del Vaticano II. Papa Francesco, lungi dal fare della liturgia un pomo della discordia, non perde occasione per mostrare quanto essa sia importante per la fede e l'unità. Proprio questo è lo spirito con cui scrive Chauvet. Pur prendendo atto dei cambiamenti nel rapporto della società contemporanea con il sacro, il rito e il celebrare, egli riprende passo dopo passo la struttura della liturgia eucaristica per spiegarne il senso profondo e la coerenza. Consapevole del fatto che in molti avvertono l'esistenza di un problema - la liturgia non attrae più i nostri contemporanei -, l'autorevole studioso indica la strada per uscire dall'impasse. L'obiettivo di Chauvet è semplice: tornare ai fondamenti. La liturgia, come la Chiesa, non esiste per se stessa, ma per alimentare la vita di fede. La liturgica, come la Chiesa, non esiste per se stessa, ma per alimentare la vita di fede. Chauvet non si dedica al "solito" libro sulla messa, ma si concentra sui "fondamentali": punta alla logica di funzionamento, ai criteri di fondo.
Di quanti personaggi abbiamo perso la memoria! Di lei, no. Gesù l'ha difesa non solo dagli occhi spenti di chi la criticava, l'ha difesa anche dall'oblio della morte, dalla cancellazione della morte: è come se risorgesse ogni volta che leggiamo il vangelo. Risuscita. Per tutto il migrare dei secoli niente continua a raccontare così intensamente il vangelo, niente di più trasparente del suo gesto. Pubblichiamo qui l'adattamento dell'incontro tenuto il 5 maggio 2013 a Montericco di Albinea (RE), presso l'hospice Madonna dell'uliveto.
Il racconto dell'Esodo ci ricorda che è su piccole luci, come quelle tenute accese dalle sei donne di cui ci parla il racconto, in cui è possibile edificare un'umanità diversa, che non si arrende a chi e a ciò che non cesserà mai di tentare di umiliarla e di asservirla.
Per una Chiesa chiamata a riformarsi, Francesco sollecita il ripensamento e la valorizzazione della ministerialità. L'Editoriale presenta e discute i documenti recenti sui ministeri del lettorato, dell'accolitato e del catechista. Il corposo dossier dedicato all'Eucaristia si sviluppa in chiave sistematica (Bozzolo, Repole) e in un'ampia riflessione ecumenica, anzitutto con riferimento ai testi del Concilio di Trento (Maffeis); poi a diretto confronto con la prospettiva della Teologia ortodossa (Canobbio); infine nell'approfondimento della pratica della comunione eucaristica tra I fedeli di differenti confessioni cristiane (Rota).
In occasione della proposta avanzata in Vaticano dalla Curia Generale dell'Ordine dei Carmelitani Scalzi per il riconoscimento di "Dottore della Chiesa" per santa Teresa Benedetta della Croce (Edith Stein), molti studiosi e specialisti del pensiero della filosofa hanno convogliato le proprie energie e ricerche - coordinati dallo studioso Francesco Alfieri - con l'obiettivo di analizzarne gli scritti per mettere in risalto la sua "eminente dottrina", requisito indispensabile per l'ottenimento del riconoscimento di Dottore della Chiesa. Dalle ricerche contenute in questo fascicolo emerge che la Stein non sia morta il 9 agosto 1942 nel campo di sterminio di Auschwitz, ma che sia sopravvissuta un altro anno in questo campo di sterminio, e quindi che sia morta nel 1943: una rivelazione fondamentale, che apre a nuove e inesplorate piste di ricerca sugli studi steiniani.
Una delle peculiarità del messaggio biblico sta nel fatto che Dio non si incontra nella staticità della natura ma nel dinamismo della storia. Con questo volume, Romano Penna si interroga sul tempo e sulla storia quali elementi costitutivi dell'identità cristiana a partire dall'evento di Gesù, Verbo di Dio che si fa carne e quindi anche storia. Il credente si trova a vivere già nella pienezza perché in Gesù il tempo si è compiuto. Ciò significa che il tempo storico è gravido di prospettive perché abitato da una pienezza costituita dal dono della presenza del Risuscitato; è colmo di momenti favorevoli, in cui poter vivere secondo il ritmo della speranza che apre al futuro; e quanto si realizza in esso è decisivo per la pienezza ultima, per il futuro assoluto e definitivo. La comparsa di Gesù dischiude per i suoi ascoltatori e discepoli un compimento che riguarda la loro storia personale. È in questo senso che il chrónos diventa kairós, cioè il tempo di tutti diventa il tempo di ciascuno.
Intercedere per chi soffre è un’opera di misericordia. Per Papa Francesco, una delle più belle forme di evangelizzazione: è proseguire l’azione di liberazione Gesù nella storia, il quale abbraccio e guarì il dolore, la malattia, il lutto, il peccato.
Possiamo esercitare questo ministero? Come e con chi farlo? In quali contesti? Con quale metodo e dentro quali limiti?
Partendo dal fondamento biblico della preghiera d’intercessione nell’Antico e nel Nuovo Testamento, l’Autore affronta le dinamiche del dolore fisico e spirituale; il pericolo di affidarsi alle sette, all’esoterismo, al satanismo, alla negromanzia; alcuni aspetti sensibili, alle volte controversi, come le terapie non convenzionali, la guarigione dell’albero genealogico, l’imposizione delle mani, il ruolo dei laici.
Alla luce del Magistero della Chiesa, si offre una proposta per una pastorale integrata dell’intercessione, attraverso la via sacramentale, carismatica e comunitaria. Grazie anche all’esperienza sul campo del Rinnovamento nello Spirito Santo, il testo prova a rispondere, senza improvvisazioni e regole precostituite, all’invito di Papa Francesco a che la Chiesa, tutta, sia davvero un “ospedale da campo”.
È cosa lecita e utile venerare i santi e invocare la loro intercessione. Questo insegna la Chiesa cattolica, pur mettendoci in guardia da eccessi e abusi. Oggi, però, questa devozione ci tocca sempre meno: sentiamo di poter tranquillamente tralasciare il ricordo orante dei defunti, siamo anzi scettici sul fatto che si possano davvero mettere in comunicazione morti e viventi. Sono espressioni della fede che "puzzano di vecchio". Ecco perché Rahner sente di dover fornire una giustificazione teologica profonda e rigorosa di questa prassi. Il teologo gesuita intreccia mediazione e immediatezza, ricollega amore di Dio e amore del prossimo, ribadisce che il culto dei santi è contemporaneamente adorazione di Dio. Andrea Grillo, nell'Appendice, applica questi saldi princìpi teologici al caso delle indulgenze, prolungando con fine sensibilità contemporanea la riflessione di Rahner. "Queste pagine di Rahner sono alla radice del grande passo argomentativo con cui papa Francesco ha riletto la tradizione dell'indulgenza, conducendola di nuovo nell'alveo della preghiera della Chiesa" Andrea Grillo. A che servono i morti? Non sono semplicemente svaniti in un vuoto passato? Davvero possiamo credere in una loro "intercessione" per noi? È pensabile una solidarietà perdurante con i defunti, entrati nel silenzio di Dio? È vero che l'accesso a Dio si dà per noi soltanto accostandosi all'altro nell'amore?