Paolo De Benedetti
Teologia del debito di Dio
DESCRIZIONE: Biblista, direttore editoriale, marrano – tra i protagonisti del dialogo ebraico cristiano –, Paolo De Benedetti è qui letto come teologo: una teologia che, radicandosi nella tradizione rabbinica, fa del debito la categoria chiave per rendere conto dell’esperienza di Dio dopo Auschwitz. Debito di Dio verso gli uomini ma – ed è l’aspetto più sorprendente della riflessione debenedettiana – anche verso gli animali e ogni creatura vivente: ognuna in attesa di redenzione nel “mondo che verrà”. Teologia come disputa con Dio, interrogando la Torà, la letteratura talmudica e testi extra canonici, siano essi poesie, saggi o pagine di letteratura. Un gesto che fa di PDB il rabbi di Asti.
COMMENTO: Il pensiero del maggior ebraista italiano che ha elaborato una originale teologia del debito di Dio verso tutte le creature, dall'uomo, agli animali, all'ultimo filo d'erba.
Nel 2008 a Sidney, in Australia, si celebrò la XXIII GMG (Giornata Mondiale della Gioventuù). Nell'ambito del confronto spirituale che questo evento creò, così come accade dal 1985 in ogni parte del mondo, si sviluppò anche un dibattito con l'evangelismo australiano che nella diocesi anglicana di Sidney ha una delle roccaforti mondiali. Ray Galea, di origine maltese, e proveniente da una famiglia cattolica, dà vita a un confronto dialogico "vecchia maniera", rivisitando i punti che distanziano evangelici e cattolici di fronte al messaggio della salvezza. Sono tre i registri usati da Galea: quello personale la sua è infatti una testimonianza su come, messo a confronto con la Bibbia e il suo messaggio di salvezza, decise di abbandonare la religione della sua famiglia. Quello storico: l'autore sostiene che resta ancora in piedi il succo della protesta dei riformatori del XVI secolo espressa con i famosi "sola" (sola Scrittura, solo Cristo, sola fede e sola grazia). Quello biblico: sostiene che la Bibbia rende testimonianza al ruolo esclusivo di Gesù Cristo, a fronte di tutti i tentativi di affiancargli altri mezzi o sussidi di salvezza quali la tradizione, il magistero della chiesa, i sacramenti, ecc. Galea riassume le differenze tra cattolicesimo e messaggio biblico che gli evangelici vorrebbero incarnare con l'immagine delle mani vuote: gli uomini non possono presentarsi davanti a Dio con dei meriti propri.
«Questo libro, come tutti i classici, parla del proprio tempo, ma sa interloquire con i problemi e la sensibilità delle donne e degli uomini del tempo successivo. È un libro che resta. È l’incredibile attualità dei testi che vanno in profondità. Per questo lo si vuole riproporre al lettore del XXI secolo, convinti che la conoscenza di queste pagine sia un apporto rilevante per andare in profondità nei temi dello spirito, della fede cristiana e della storia del nostro tempo, come può esserlo un libro espressivo di sapienza spirituale e di umanesimo cristiano».
Andrea Riccardi
È il secondo anno che il SAE affronta il tema – delicato e controverso nelle relazioni culturali e religiose –dell’etica, questa volta sotto l’aspetto dell’etica globale. È una tematica che trova spesso nella società forti contrapposizioni, e le chiese cristiane non sono estranee a questo travaglio e patiscono anch’esse, al loro inter-
no e nelle loro relazioni reciproche, tensioni conflittuali. Le relazioni di questa sessione, dopo aver affrontato il rapporto tra etica, società
e legge, in senso generale, analizzano la tematica dell’etica nelle diverse confessioni religiose, e quindi nell’orizzonte economico e nel rapporto tra culture sempre più diversificate ma “conviventi”.
Ne vengono quindi tratte le conclusioni per una “cittadinanza” solidale, per la costruzione di un mondo in cui “regni la giustizia”
«Ama il diritto e la giustizia» (Salmo 32). Parole antiche, ma che ci raggiungono inalterate nel nostro presente e non cessano di indicarci la via per un futuro umanamente vivibile. A renderci avvertiti non solo della loro attualità, ma della loro bruciante urgenza, non occorrono parole: basta guardarci intorno, basta non chiudere occhi e orecchi alle notizie che quotidianamente ci investono... Basta, insomma, considerare quanto il diritto sia continuamente violato, a tanti livelli, nel nostro vivere sociale, quanto spesso la giustizia sia elusa, offesa e derisa.
Per non perdere la speranza dell'unità visibile di tutti i cristiani.
La divisione dei cristiani è un peccato e uno scandalo evidente, che va a scapito della testimonianza resa al vangelo di Cristo. Con estrema lucidità l'autore presenta l’attuale situazione dell’ecumenismo, mettendo in evidenza le varie “pietre d’inciampo” che oggi ostacolano il cammino verso l’unità visibile dei cristiani, e propone scelte concrete da compiere nel futuro. Senza rassegnarsi alla realtà della divisione, il cardinale Koch invita alla riscoperta di una peculiare spiritualità ecumenica che diventi un solido ponte per un’unità nella diversità. Il presente libro offre nuovi impulsi a tutti coloro che hanno a cuore le sorti dell’ecumenismo.
Kurt Koch (Emmenbrücke 1950), vescovo di Basilea dal 1995 e impegnato da tempo nel dialogo ecumenico, il 1º luglio 2010 viene nominato presidente del Pontificio consiglio per la promozione dell’unità dei cristiani. Dal 1985 fino alla nomina episcopale è stato docente di dogmatica e di liturgia alla Facoltà teologica dell’Università di Lucerna. Presso le nostre edizioni ha pubblicato Quale futuro per i cristiani? (2010).
Un testo innovativo e originale, per la scuola e per la vita, promosso dall’esperienza del Centro Pro Unione di Roma e che risponde a requisiti di completezza, di rigore epistemologico e di aggiornamento sui temi dell’ecumenismo.
Questo Manuale di ecumenismo è strutturato in quattro ‘moduli’ tematici (ciascuno corredato di svariati sussidi): metodo, spiritualità, storia, sistematica. Offre una ricognizione della fisionomia del movimento ecumenico moderno, nel suo sviluppo storico e nelle sue articolazioni principali; una esposizione esaustiva della teologia ecumenica (princìpi fondamentali, snodi concettuali, correlazioni teoretiche e implicazioni pratiche); una analisi del contributo specificamente cattolico al dialogo ecumenico.
Il manuale propone inoltre delle prospettive sistematiche inedite che, frutto dell’esperienza maturata nella prassi del dialogo, sono tese a suscitare una conoscenza operativa, utile a fini pastorali. Il testo fornisce cioè un accesso all’ecumenismo inteso non solo come sistema di pensiero, ma anche come preghiera e stile di vita cristiana; un’iniziazione all’ermeneutica appropriata dei documenti prodotti all’interno del dialogo; una rassegna della prassi e dei procedimenti specificamente ecumenici.
Il presente Manuale di ecumenismo si propone allora autorevolmente per i corsi sull’argomento che si tengono nelle Facoltà di teologia e negli Istituti di scienze religiose.
Anglicanorum coetibus è una costituzione apostolica emanata da Benedetto XVI il 4 novembre 2009, finalizzata alla "istituzione di ordinariati personali per anglicani che entrano nella piena comunione con la Chiesa cattolica", per rispondere alla richiesta di quanti decidono di convertirsi al cattolicesimo perché in disaccordo con l'evoluzione dell'ala più radicale dell'anglicanesimo nei confronti dell'ordinazione delle donne e di omosessuali dichiarati. La costituzione apostolica prevede il mantenimento di alcuni elementi del patrimonio spirituale e liturgico anglicano, tra i quali l'uso di libri liturgici propri, la facoltà di erigere seminari, la possibilità di ammettere al presbiterato cattolico ministri anglicani (anche vescovi) già sposati, giacché il rito dell'ordinazione anglicano è considerato non valido dalla Chiesa cattolica. Fino adesso sono stati eretti l'Ordinariato personale di Nostra Signora di Walsingham per i fedeli di Inghilterra e Galles e l'Ordinariato personale della Cattedra di San Pietro per i fedeli degli Stati Uniti d'America. Nel volume teologi e canonisti, cattolici e anglicani, si interrogano se questa iniziativa corrisponda alla scelta che il Vaticano II ha operato per l'impegno irreversibile della Chiesa cattolica nella ricerca dell'unità o se non costituisca piuttosto un passo indietro nel dialogo tra le Chiese anglicana e cattolica.
Descrizione dell'opera
Nel 1910 nasceva il Movimento ecumenico, con l'intento di superare le divisioni del cristianesimo, in conformità al volere di Gesù che, ormai prossimo alla passione, affidò i discepoli al Padre e pregò perché fossero «una sola cosa» (Gv 17).
In cent'anni le Chiese sono passate dalla separatezza ostile al dialogo teologico e ai testi di consenso. E hanno dichiarato nulle e superate le scomuniche reciprocamente comminate nei secoli.
Il volume racconta com'è avvenuto questo cambiamento e che cosa significa nella storia delle Chiese. Presenta i pionieri di questa svolta, le trasformazioni intervenute nelle Chiese, le organizzazioni ecumeniche che ne sono nate, i risultati raggiunti e le sfide ancora da affrontare. E conclude riflettendo su una domanda: è vero che l'ecumenismo oggi è in crisi?
Sommario
1. Introduzione: il tema "ecumenismo". 2. Un problema antico: la cristianità divisa. La parola del Nuovo Testamento. Storia del Cristianesimo. 3. Il movimento ecumenico e le sue prime conferenze (1910-1937). Comincia qualcosa di nuovo. "Cristianesimo pratico". "Fede e Costituzione". Modelli d'unità. 4. Le reazioni romano- cattoliche al nuovo movimento. 5. Ecumenismo nel Terzo Reich. 6. Nuovi avvii dopo la Seconda guerra mondiale. La formazione del CEC (1948) e le prime conferenze mondiali. Verso il Vaticano II. 7. Il concilio Vaticano II. 8. Sviluppi dopo il 1965. Il lavoro del CEC. Roma e l'era dei dialoghi bilaterali. L'apporto della teologia più recente. La convivenza degli uomini. 9. Il movimento ecumenico in Italia (G. Cereti). La situazione delle chiese cristiane in Italia. Dall'unionismo all'ecumenismo. La svolta ecumenica del concilio Vaticano II e l'epoca postconciliare. 10. Bilancio conclusivo. Glossario. Abbreviazioni. Tavola cronologica. Bibliografia. Note.
Note sull'autore
Jörg Ernesti, nato nel 1966, compie gli studi a Paderborn, Vienna e Roma e viene ordinato sacerdote nel 1993; nel 1997, a Roma, ottiene il dottorato in storia della Chiesa antica e svolge l'attività di professore ginnasiale. Nel 2003 ottiene l'abilitazione alla libera docenza in storia della Chiesa all'università di Magonza, nel 2007 un dottorato in teologia a Paderborn (Őkumene in Dritten Reich - "Ecumenismo nel Terzo Reich") e dal 2007 è professore di storia della Chiesa e teologia ecumenica nello Studio filosofico-teologico di Bressanone.
Quarantacinque anni fa fu promulgato da parte di Papa Paolo VI il Decreto conciliare Unitatis che mise in evidenza alcuni punti fermi, oltre i quali nessun interlocutore cattolico è autorizzato a procedere: unità/unicità della Chiesa, governata dai successori degli Apostoli con a capo il successore di Pietro; integrità dottrinale, accompagnata da carità ed umiltà. Il Decreto avverte: “Niente è più alieno dall’ecumenismo, quanto quel falso irenismo che nuoce alla purezza della dottrina cattolica e ne oscura il senso genuino e preciso”. La realtà dei fatti susseguenti fu però una reticenza pratica, se non anche formale, dei suddetti principî, la politica del consenso prima di tutto e soprattutto, i ripetuti cedimenti. La conseguenza è che oggi il buon popolo di Dio non ha più riferimenti sicuri, tutti (o quasi) naufragati nel “mare magnum” dell’indifferentismo largamente diffuso e nel non meno diffuso relativismo. Già da cardinale, l’aveva constatato anche l’attuale Pontefice Benedetto XVI, secondo il quale s’è instaurato nella cultura in genere, e particolarmente nell’ambito religioso-teologico, l’impero d’un paralizzante relativismo. In questo volume − del massimo specialista cattolico sull’ecumenismo − si scopre che l’impedimento ad un corretto ecumenismo si chiama confessionalismo: non la confessione o professione della fede cristiana, ma quel complesso strutturale e d’apparato in base al quale si parla di chiesa luterana, riformata, anglicana, ortodossa, cattolica. Il cappio che si stringe alla strozza d’ogni denominazione cristiana, anche di quella cattolica e forse più di questa che delle altre, è proprio l’apparato: una struttura complessa, dove alle verità della fede s’abbinano, e talvolta su di esse prevalgono, elementi della polis, non dell’Evangelo.
Brunero Gherardini (Prato, 1925), sacerdote (1948), laureato in teologia (1952) con specializzazione in Germania (1954-55), già cattedratico della Pontificia Università Lateranense e decano della Facoltà Teologica, canonico della Basilica di S. Pietro in Vaticano dal 1994, Direttore responsabile della Rivista Internazionale “Divinitas” dal 2000, per un trentennio consultore della Congregazione per le Cause dei Santi, ha scritto oltre 80 volumi e varie centinaia d’articoli. Centro della sua ricerca, la Chiesa. Collateralmente ma in funzione complementare, ha approfondito la figura e l’opera di Lutero, la Riforma, l’ecumenismo, la Mariologia e la teologia spirituale. È una delle voci italiane più note anche all’estero. Con Fede & Cultura ha pubblicato "Quale accordo fra Cristo e Beliar?"