Quando si tratta di parabole e testi antichi in generale, le nostre capacità di ascolto non risultano sviluppate come dovrebbero. Spesso non cogliamo la provocazione originale e ci limitiamo a interpretazioni semplicistiche, proponendone di anacronistiche che deformano la buona novella del vangelo in qualcosa che Gesù non avrebbe né riconosciuto né ammesso. Questo testo propone al lettore di mettersi all’ascolto in modo nuovo, di immaginare come suonassero queste parabole alle orecchie di individui che non avevano idea che Gesù sarebbe stato crocifisso dai Romani e proclamato Figlio di Dio da milioni di persone. Che cosa voleva dire quel narratore ebreo? E perché, duemila anni dopo, quegli argomenti continuano a essere attuali e forse anche più pressanti di allora?
Amy-Jill Levine è una studiosa mostruosamente brava nel conciliare il mondo delle origini cristiane con lo sfondo giudaico in cui il messaggio di Gesù si è inculturato ed è stato recepito. Ci sono due aspetti che l’autrice ritiene debbano essere profondamente ripensati nell’interpretazione delle parabole. Il primo è la rimozione di quegli elementi anti-giudaici che si sono sedimentati in secoli di incrostazioni che partono dalle origini cristiane fino ai pulpiti contemporanei. Il secondo è costituito dalla banalizzazione che infesta la maggior parte delle spiegazioni ordinarie di questi testi che invece nella mente di Gesù e degli evangelisti dovevano provocare l’uditorio e suscitare una reazione che si traducesse in un reale cambiamento di vita.
Dalla Prefazione di Gian Luca Carrega
Io non venero Gesù come Signore e Salvatore, ma continuo a tornare su queste storie perché sono al centro del mio ebraismo. Esse sfidano, provocano, condannano e allo stesso tempo divertono.
L'enfasi posta da Giacomo sulla necessità di mettere in pratica la Parola è importante. Le chiese del terzo mondo stanno germogliando, "l'evangelismo" americano continua ad attirare attenzione e il cristianesimo europeo sta sperimentando un rinnovamento e molti sforzi evangelistici. Eppure, le trasformazioni personali e sociali che dovrebbero accompagnare tali rinnovamenti molto spesso sono tristemente mancanti. Perché? Una delle principali ragioni è che il semplice appello di Giacomo «siate facitori della Parola» non è stato recepito.
Al contrario della maggior parte dei libri del Nuovo Testamento, la Lettera di Giacomo è maggiormente conosciuta in ragione delle persone a cui non piace. Tra tutte le persone a cui Giacomo non piaceva, il più famoso fu probabilmente, Martin Lutero. In confronto agli altri, solidi scritti del Nuovo Testamento, Giacomo, secondo lui, era ripieno di paglia. Eppure, la prima chiesa lo vedeva come un libro dotato dell'autorità di Dio. Giacomo rivolse una parola necessaria e potente alle chiese. Che cosa ha da dirci? Giacomo è pratico. Prendiamo, per esempio, i problemi che affronta. Giacomo sa che nessuno vive una vita perfetta. Così non ci spiega come vivere senza problemi, ma come vivere quando i problemi si presentano. Lo scopo di questa guida è di aiutarvi ad affrontare apertamente l'appello di Giacomo a una vita cristiana costante, a una fede pratica.
Le Biblische Geschichten für die Jugend furono pubblicate nel 1824, ultima opera del grande scrittore (amato da Goethe, come poi da Benjamin, da Kafka, Hermann Hesse, Elias Canetti, Ernst Bloch, Adorno) che sarebbe scomparso due anni dopo. Esse vennero tradotte - e di quell'impresa rimangono rarissimi esemplari - a Coira nel 1828-1829, in due volumi ad uso delle comunità riformate dei Grigioni, accompagnate dalla traduzione del suo Catechismo cristiano, 1831. Sono il compimento del suo progetto di erasmiana conciliazione, una lezione luminosa, valida anche per il nostro presente.
Tra le pieghe dei Vangeli canonici, nelle parole non dette e taciute, persa nella nebbia del tempo, riposa la storia - mai raccontata ma non per questo meno vera - di Maria la Maddalena. Donna in un'epoca la cui cultura era esplicitamente ed orgogliosamente misogina e maschilista. Certo Maria è una donna, ma la sua non è una battaglia di genere, non è ancora tempo per le rivendicazioni di genere. La sua è un'epoca in cui vige il diritto di discendenza e nemmeno la ricchezza può comprare la posizione sociale. Nella società israelita, più che nelle altre, a definire la dignità umana sono la purezza del sangue e l'incondizionata fede in Dio, alle cui prescrizioni il credente deve conformare tutta la propria vita. In quell'epoca e in quella cultura la donna vale poco più del bambino e dello schiavo. Maria, grazie all'incontro con Gesù, prende consapevolezza di sé e impara a determinare autonomamente la sua vita compiendo scelte dettate solo dal più nobile dei sentimenti: l'amore incondizionato per il Cristo Redentore.
"Parole di Vita" è un riferimento e un appuntamento di riflessione per seminaristi, diaconi e sacerdoti, religiosi e religiose, per la loro formazione permanente ed un uno strumento per animatori di gruppi biblici e centri di ascolto, per insegnanti di religione, catechisti e laici, per una conoscenza più profonda della parola di Dio.
Negli ultimi decenni le ricerche archeologiche relative ai siti sorti nel tempo intorno al mare di Galilea hanno segnato un notevole incremento, rivelando un vivace e per certi aspetti inedito quadro della regione, esplicativo del contesto di vita del Cristo storico, che proprio a Cafarnao, e nell'area geografica relativa alla costa occidentale del lago di Tiberiade, svolge buona parte della sua predicazione pubblica, compiendo numerosi prodigi o apparendo ai discepoli dopo la Resurrezione. Proprio a questi celebri avvenimenti si rivolge il volume, che indaga, rispettando, nelle grandi linee, i confini cronologici dell'età paleocristiana, la traduzione figurativa di tutti quegli eventi, perlopiù disattesi dalla critica iconografica, che si consumano proprio sulle acque, ma anche quelli che si svolgono sullo sfondo o nelle immediate vicinanze del mare di Galilea, approdando talora, per mezzo di un approccio multidisciplinare, a vere e proprie riflessioni e/o acquisizioni di "geografia evangelica".
Libro da portare con sé e bussola di chi la porta, la Bibbia ha qualcosa di "portabile". Se il suo polo di attrazione è il luogo santo, Gerusalemme, la Bibbia fa anche del camminare lo "spazio" - anch'esso santo - dell'esperienza di Dio. Lo testimoniano le figure di Abramo, di Mosè e di Elia e, per ultima, quella di Gesù, l'"uomo che cammina" e mette in cammino. Tuttavia, tra le strade della Bibbia e quelle dei suoi lettori, le prime da percorrere sono le parole della Scrittura: il primo pellegrinaggio è la lettura.
Dice Rabbi Jochanan: Quando il Santo –sia benedetto– siederà in giudizio con i giusti e con gli empi, giudicherà i giusti e li condurrà in paradiso; giudicherà gli empi e li condannerà all’inferno. Allora gli empi diranno: Non ci ha giudicati giustamente. Egli assolve chi vuole e condanna chi vuole. Il Santo –sia benedetto– risponderà: È perché non volevo rendere noti i vostri peccati. Allora ne fa l’elenco ad alta voce ed essi scendono all’inferno.
Dice Rabbi Pinchas: Chi è così determinato nel peccare non può neppure pentirsi e non riceverà mai il perdono. A costoro dice il Santo –sia benedetto–: Siete voi che accendete il fuoco dell’inferno, che siete “mantice per il carbone e legna per il fuoco” (Pr 26,21)! Per questo io continuo a giudicarvi.
Rabbi Huna, in nome di Rabbi Shim‘on, dice: “Uscendo, vedranno i cadaveri degli uomini che si ribellano contro di me; infatti i loro vermi non muoiono e il loro fuoco non si spegne” (Is 66,24). Qui non si dice che “si sono ribellati”, ma che “si ribellano”, perché continuano ancora a peccare.
Un monaco del nostro tempo dinnanzi agli enigmi più profondi della Sacra Scrittura. Frère John di Taizé si interroga sul messaggio biblico, dove ancora la visione di un Dio irascibile urta la sensibilità di molte persone di buona volontà, desiderose di spiritualità, alla ricerca di un senso alla loro vita. A loro sono rivolte queste pagine che hanno l'intento di scandagliare il mistero del male e la misericordia divina. Un libro che aiuta davvero a leggere la Bibbia, una storia di liberazione sulla quale ha a lungo influito una teologia dell'ira nella sua relazione con la collera dell'uomo.
«Abbiamo bisogno di riconoscere la città a partire da uno sguardo contemplativo, ossia uno sguardo di fede che scopra quel Dio che abita nelle sue case, nelle sue strade, nelle sue piazze». Nella sua prima esortazione apostolica, papa Francesco dedica uno spazio significativo al tema delle sfide che riguardano la città. Che cosa può dire il cristianesimo alle nuove realtà urbane e alle persone che le abitano? Occorre mettersi al servizio di un dialogo difficile, offrendo una prospettiva che illumina la stessa teologia dell'evangelizzazione. Le tre sezioni in cui si articola il volume - che in appendice riporta anche un breve saggio sul tema della teologia pubblica - riguardano il vedere, il discernere e il giudicare la realtà urbana alla luce della fede, attraverso una analisi e una lettura del contesto multiculturale e multireligioso, con la prospettiva dell'accoglienza e del dialogo. L'approccio ai temi è di carattere multidisciplinare - dalla sociologia alla filosofia, dalla teologia alla Bibbia e alla storia - con l'intento di rivolgere lo sguardo a una realtà che fa parte della vita di tutti, ma nello stesso tempo rimane per tanti aspetti difficile da indagare e da vivere.
La parabola del profetismo al femminile a partire dalla fine del Quattrocento fino al diciannovesimo secolo: rivelazioni, visioni, doni spirituali e taumaturgici sono stati per secoli strumenti finalizzati al raggiungimento dell'autonomia delle donne. Una storia che subisce una battuta d'arresto durante il secolo dei Lumi, quando l'esperienza mistica viene confinata tra le mura dei conventi o processata e condannata, per poi rifiorire in quel fenomeno che fu definito "la femminilizzazione del cattolicesimo". Si ricostruisce in queste pagine il controverso rapporto tra genere, religione e potere restituendo al lettore un modello di santità che abbandona la veste libera e trasgressiva delle origini e assume il senso di missione al femminile per la rigenerazione della Chiesa.