Sul tema dell’integrazione di coloro che praticano la religione islamica assistiamo al confronto tra visioni delle cose radicalizzate: da un lato un superficiale buonismo “ecumenico” secondo il quale non ci sarebbe alcuna sostanziale differenza tra cristianesimo e islàm, religioni accomunate da un’identica discendenza “abramica”.
Dall’altro canto la politica del muro contro muro che ci spinge a individuare nel musulmano il nemico sic et simpliciter.
L’opera propone di andare a leggere (o a rileggere) i documenti fondanti delle due religioni per cogliere la dimensione effettiva, storicamente fondata dei loro rapporti; di recuperare un minimo di conoscenze dei realia del problema.
Questo libro è dedicato, tra gli altri, ai cristiani d’Oriente che ogni giorno mettono a rischio la loro esistenza a causa della loro fede e della feroce intolleranza propria del loro contesto.
"In quanto parola di Dio, il Corano è il fondamento della vita di ogni musulmano. Tutti i casi pubblici e privati, religiosi e secolari, rientrano sotto la sua giurisdizione". Questa visione predominante, peraltro formulata da un intellettuale arabo non fondamentalista, è probabilmente una delle principali cause dell'evidente conflitto politico, sociale e ideologico presente nella quasi totalità dei paesi musulmani. Nasr Abu Zayd, uno dei più importanti intellettuali arabi, condensò nelle pagine coraggiose e illuminanti di questo libro le sue riflessioni circa la necessità di contestualizzare il testo sacro nella storia, cercando di restituire all'interpretazione del Corano il suo valore più autentico per sottrarlo a qualsiasi manipolazione politica e religiosa. Ciò che il Corano offre ai musulmani, sostiene Abu Zayd, non è l'islamizzazione della vita, e neppure la totale separazione della religione dalla vita. Separare la religione dallo Stato è tuttavia essenziale, senza che ciò significhi relegare la religione sullo sfondo della vita sociale. Come modalità di comunicazione tra Dio e l'uomo, il Corano, argomenta Abu Zayd, insegna che l'interpretazione letterale del testo sacro significa congelare la parola di Dio nel momento del suo annuncio storico, ovvero semplificare e impoverire l'immensa e complessa dottrina dell'Islam, trasformando una religione della fede in una religione delle opere e dei riti.
"Capire l'Islam" costituisce una succinta e accessibile introduzione a una delle grandi tradizioni religiose e culturali del mondo. II libro è organizzato intorno a nove temi chiave: le origini e lo sviluppo storico, gli aspetti del divino, i testi sacri, le persone sacre, i principi etici, gli spazi sacri, il tempo sacro, la morte e l'aldilà, la società e la religione. Ciascuno di questi temi è arricchito con citazioni oppure con riassunti di testi storici, accompagnati da un commento d'autore che spiega il significato di ciascun testo o lo colloca nel suo contesto. Più specificamente, gli argomenti trattati in questo libro comprendono: il Profeta e i suoi insegnamenti; il Corano, lo "Hadith" e la "sharia"; la storia dell'impero islamico; le "madrasa" e il jihad; l'Islam sciita e sunnita; i "Cinque Pilastri"; l'arte e la religione; la Mecca, le moschee e i "mihrab"; gli angeli, i "jinn" e le figure oggetto di venerazione; il nazionalismo secolare e il revival dell'Islam.
Come è possibile per un non musulmano avvicinarsi al testo sacro su cui si fonda l'islam orientandosi nella ricchezza dei suoi motivi senza dimenticarne però il principio fondamentale per cui esso è letteralmente "Parola di Dio"? Il volume offre un percorso di lettura della peculiare trama religiosa del Corano guidato, in primo luogo, dal testo stesso. Dalla fisionomia della creazione al significato della volontà umana, dalla funzione profetica alla natura del potere, dalla questione del jihàd alla condizione femminile: attraverso ampi e continui riferimenti testuali l'autrice si sofferma su nuclei tematici definiti, per favorire anche chi non abbia alcuna familiari-tà con la complessa struttura compositiva del Corano. L'auspicio è far emergere le differenze fra i tre monoteismi abramitici - giudaismo, cristianesimo e islam - contribuendo in pari tempo al dialogo interreligioso che, per essere fecondo e condiviso, non può non riconoscere la centralità dell'uomo come soggetto storico e l'istanza di ogni fede a sentirsi portatrice di verità.
La scelta islamica della statualità come forma della religione mirata all'adozione del diritto statale come diritto della Religione-Stato, un diritto positivo erga omnes configurato dai detentori del sapere religioso; tale statualità utilizza la cogenza del potere statuale per imporre un diritto su misura per musulmani, e non per non credenti e apostati, soggetti questi ultimi a pena capitale; un diritto positivo, per giunta, cristallizzato nei principi della immutabile sharia medievale, ancor oggi invocata da molti musulmani. Max Weber definiva un secolo fa il diritto musulmano un diritto non di tutti, ma "di ceto", ciò dei soli suoi credenti, un particolarismo giuridico, non certo un fenomeno di dignità universale. L'uscita da tale 'particolarismo' possibile solo abbandonando l'ibridazione 'Religione-Stato', riconducendo la Religione al precetto coranico di una fede senza costrizione; e comunque in solidarietà con i progressi storici dell'umanità. I musulmani, 'moderati' e non, sembrano storicamente destinati a separare la religione dalla politica, e cos' le leggi dei legislatori attuali dai vincoli di sistemi teocentrici obsoleti, accettando un quadro di eguaglianza come cittadini senza riserve mentali e doppie lealtà.
"Dormivo - scrive Maometto - quando Gabriele mi portò un panno di seta coperto di lettere e mi disse: 'Leggi'. Così io lo lessi e Gabriele mi lasciò. Mi svegliai ed era come se quelle parole mi si fossero impresse nel cuore". Nacque così, secondo la tradizione islamica, al-Qu'ran, il Corano, il Libro sacro, che non è altro che "copia" dell'originale celeste trascritto da Maometto. Parola di Dio trasmessa all'uomo e che l'uomo deve ripetere sempre uguale e immutabile nei secoli. E per evitare pericolosi errori, infatti, la liturgia prevede anche precise regole per la modulazione e la pronuncia della Parola, che non può e non deve cambiare. Introduzione di Khaled Fouad Allam.
Nella filosofia occidentale il corpo è stato spesso bollato come una potenza demoniaca che distoglie l'anima dall'esercizio della virtù e della conoscenza verace, o degradato a meccanismo fisiologico soggetto alle leggi di natura. Con il soggetto che lo vive, il corpo intrattiene una relazione di intimità e di estraneità al tempo stesso. Dall'antichità alla fenomenologia, alla filosofia della mente e alla scienza cognitiva contemporanee, questo libro dà conto dei molti sensi che si sono sedimentati nella nozione di corpo durante una vicenda storica e culturale avvincente quanto quella dell'anima, sua più fortunata controparte.
L'ascesa del fondamentalismo islamico ripropone la questione dell'interpretazione dei testi sacri all'interno del mondo musulmano. Esiste un'alternativa alle letture rigoriste e violente? Nel corso della storia i musulmani come si sono relazionati al Corano e alla propria tradizione? E come hanno interpretato i versetti e i passaggi che contrastano con i valori della modernità? Rileggere le fonti può essere la soluzione per uscire dalla crisi attuale?
Non si accontentano di bruciare le bandiere, annientare i simboli di chi considerano nemico: i seguaci del nuovo "Califfato dello Stato Islamico" distruggono dalle fondamenta tutto ciò che non sia stato creato da loro. Verso i siti archeologici e le opere d'arte si comportano come con i prigionieri: stuprano, vendono, bombardano. Questo agile volume indaga le ragioni di tale efferata iconoclastia. Da sempre le immagini hanno avuto difficoltà a convivere con le fedi religiose, ma che cosa è accaduto nel mondo islamico? Quali sono state, nei secoli, le ragioni per nascondere o mostrare, velare o indicare? Che senso si può dare alla distruzione e alla compravendita di questo Islam che non è "integrale", ma è diverso dai precedenti, è radicalmente e disumanamente nuovo?
Dai rapporti tra le diverse sponde del Mediterraneo a Papa Francesco e la Laudato si', dai temi attuali di una storiografia sempre vista come "cosa viva" fino al giudizio sui recenti attentati dell'Isis a Parigi e sul rischio di un conflitto di civiltà con l'Islam, dal tema dell'immigrazione al problema dell'ineguaglianza sociale. Il titolo è uno sguardo di e un viaggio con un grande intellettuale fuori da tutti gli schemi, spesso imprevedibile, quasi sempre provocatorio. Le riflessioni di Cardini, anche grazie a una scrittura ironica e densa, provocano e aprono nuovi orizzonti.
In queste pagine l'autore presenta le nozioni di base dell'Islàm, specialmente in relazione al mondo cristiano. Delinea la vita e la missione di Muhammad e le verità essenziali di fede e di morale dell'Islàm, concludendo con alcune appendici che possono aiutare a comprendere meglio la trattazione. Un'opera di onestà intellettuale e grande obiettività. Un serio contributo al dialogo fra culture e religioni diverse.
Il Corano è il testo sacro e la prima fonte della religione islamica. La quale “religione” è intesa secondo categorie peculiari, non occidentali, e abbraccia ogni aspetto, da quello dottrinale a quello normativo, a quello etico, dalla società terrena a quella celeste, e regola la concezione stessa delle istituzioni dello Stato. In tal senso il Corano regola, in qualche modo, tutta la vita dell’individuo, della società e dello Stato. Consapevoli dunque della pervasività della religione islamica in tutti gli aspetti della vita, dobbiamo comprendere come
si è evoluto e diversificato il rapporto tra Corano e islàm nel tempo e nello spazio, nei diversi “ambienti” islamici (Stati, società, istituzioni religiose e culturali islamiche, ecc.). Il libro intende altresì sottoporre al lettore alcuni temi maggiori del Corano, accompagnarlo nella questione della storia
della formazione del testo, sia nella versione “dogmatica” degli ulema (dottori della legge islamica), sia nella versione critica, storico-letteraria, degli studiosi occidentali. Inoltre vuole fornire un’idea, completa e allo stesso tempo concisa, dello sviluppo dell’esegesi musulmana, a partire dall’esegesi “classica”, ancora molto condivisa dalle comunità immigrate dei musulmani, fino ai nuovi coraggiosi ma circoscritti tentativi della moderna ermeneutica coranica. Il linguaggio usato è divulgativo e i riferimenti bibliografici presenti in nota sono facilmente reperibili.