Il libro VIII delle "Confessioni" rievoca il momento cruciale della vicenda esistenziale di sant'Agostino, culminante nella definitiva conversione, descritta nella famosa "scena del giardino" della sua casa milanese. Il complesso intrecciarsi di sentimenti, pensieri, rivolgimenti interiori dell'intellettuale, che progressivamente ma con estrema fatica si distacca dalle attrattive del mondo per dedicarsi completamente a Dio, è preparato dall'efficace racconto dell'esperienza di conversione vissuta da altri personaggi in vario contatto con lui. Lo scrittore sceglie di alternare momenti narrativi ad altri di riflessione e scandaglio interiore, con il risultato di conferire all'intero libro un andamento personale e partecipato dall'indubbio valore letterario
La dimensione mistica di un gigante della santità di tutti i tempi.
Poco prima del 207 d.C. Tertulliano aderisce al montanismo, movimento religioso frigio. Appartengono a questo periodo alcune opere qui presenti.
Che rapporto c'è tra la materia, l'artista e la statua? Scomporre in modo logico la realtà per comprenderla: questo lo scopo di San Tommaso d'Aquino, che con esempi semplici e precisi mostra gli strumenti basilari per intendere il mondo che ci circonda. Una nuova traduzione limpia e agile, arricchita dalle note del curatore e da un saggio di Leo Elders, che rende accessibile a tutti un piccolo classico della filosofia realista. San Tommaso d'Aquino, conosciuto anche come Dottor Angelicus, è stato uno dei più grandi pensatori della filosofia Scolastica e ha impresso un orientamento originale e innovatore su diverse questioni del suo tempo: sul rapporto tra fede e ragione, sull'anima, sull'autorità della religione. Punto di raccordo fra cristianità e filosofia classica, trova ampio consenso anche in ambienti non cristiani, grazie al metodo di lavoro fortemente razionale e aperto a fonti e contributi di ogni genere. Il suo operato culmina nella stesura della "Summa Theologiae", in cui tratta il rapporto fede-ragione e altre grandi questioni teologiche
Chi siamo? Da dove veniamo? Dove andiamo? Queste domande, sempre attuali, aprono la prime delle omelie, che probabilmente organizzano materiale raccolto da Basilio di Cesarea (330-379) in vista di una predicazione sulla creazione dell'uomo. L'impostazione del discorso, benché risenta dell'ambiente vitale e culturale del IV secolo, rivela una sensibilità molto vicina alla modernità, attenta a coniugare insieme fede e scienza e impegnata a cogliere l'uomo nella sua relazione con gli altri viventi e con il creato. I termini con cui viene definito il rapporto uomo-donna e la visione della vita umana come cammino portano oltre l'impostazione dualistica che tanto ha condizionato la storia della spiritualità. La scienza sull'uomo diventa sapienza per l'uomo se procede senza pregiudizi e mai smette le vesti della meraviglia e della lode. È lo stupore che apre all'oltre di Dio
Opera di Gelasio, vescovo di Roma dal 492 al 496, l'Epistula de duabus naturis si colloca nel contesto di un'affermazione rinnovata del Credo calcedonese. Fin dai primi tempi della controversia cristologica era evidente che il punto di maggior contrasto tra la cristologia unitiva alessandrina e quella degli antiocheni era costituito dal fatto che questi ultimi ragionavano secondo una logica di marca aristotelica, assai comune all'epoca, che faceva corrispondere a una natura, perché fosse reale e concreta, un'ipostasi. Conseguentemente, affermando in Cristo l'esistenza di due nature, rifiutavano di ammettere in lui una sola ipostasi, affermazione che ai loro orecchi implicava necessariamente la dottrina dell'unica natura degli apollinaristi. Sul fronte opposto, la stessa logica portava gli alessandrini a rifiutare le nature, corrispondenti per loro a due ipostasi, della dottrina calcedonese, che consideravano semplicemente nestoriana. Inoltre, per gli alessandrini, il termine "natura" indicava ciò che appartiene al soggetto da sempre, fin dalla nascita, e inerisce in modo permanente al soggetto medesimo. Necessariamente e in modo permanente al Lógos divino non poteva che appartenere la sola natura divina. L'Epistula de duabus naturis è senza dubbio un'eccezione nel panorama della speculazione cristologica occidentale. Si colloca, infatti, al cuore di un trentennio sterile dal punto di vista del pensiero teologico che sparisce nell'"equilibrio del silenzio", imposto dalla politica religiosa...
Charles de Foucauld (1858-1916) è tra le più nobili figure del Novecento. Dopo un'avventurosa carriera militare e viaggi di esplorazione in Marocco, si converte e diventa testimone mite del Vangelo tra i tuareg del Sahara. I testi qui raccolti consentono di ripercorrere la vita umana e spirituale di frère Charles nei suoi snodi salienti, e di ravvivare così la memoria di un personaggio che offre agli uomini del nostro tremo profonde intuizioni spirituali
La Novena allo Spirito Santo è ormai entrata di diritto tra i classici della vita cristiana. Uno strumento prezioso per arricchire l'esperienza di preghiera e il cammino di fede.
Una esposizione generale, piana e aggiornata, del pensiero di Scoto, che ne rileva l'importanza per lo sviluppo della filosofia occidentale.
Il Commento alle XIII epistole di Paolo di Pelagio costituisce l'opera più estesa del celebre avversario di Agostino: un commento sistematico a tutte le epistole paoline, fatta eccezione per quella agli Ebrei. Tale Commento risulta importante per far luce su alcuni aspetti del pensiero di Pelagio prima della polemica con Agostino: l'autore, infatti, non si limita a spiegare le parole dell'Apostolo, ma fa emergere il proprio punto di vista su tematiche fondamentali come il peccato originale, la grazia, il libero arbitrio. Un'opera fondamentale, dunque, per quanti vogliono conoscere la figura di Pelagio attingendo direttamente alle sue parole, senza il filtro delle opere del vescovo di Ippona che, per quanto rimanga una fonte importante, non può certo essere un testimone imparziale. La traduzione è preceduta da un'ampia introduzione che ricostruisce il contesto storico-dottrinale in cui Pelagio ha operato; vengono descritte le principali tematiche del Commento e analizzati alcuni problemi di tradizione testuale, in modo da fornire delle linee-guida per orientarsi meglio nella lettura dell'opera.