La diversificazione laico-sacerdote, diventata corrente per designare i membri del nuovo movimento sorto nel nome di Gesù di Nazaret, non compare nei testi del Nuovo Testamento, che sono gli scritti cristiani più antichi e anche normativi. Là invece si dà una paritaria convergenza nel costituire tutti insieme una nuova realtà ecclesiale, cioè comunitaria, i cui membri comprendono indistintamente i ministri ecclesiali (mai chiamati sacerdoti) insieme a tutti gli altri membri della comunità (mai chiamati laici). Importa allora scandagliare quelle scritture, comparando la struttura ecclesiale ivi attestata con la compagine religiosa dell'ambiente greco ed ebraico, per prendere atto di quale sia la novità e l'autentico DNA del fenomeno "cristianesimo".
Il tema della lungimiranza in chiave cristiana. Al giorno d'oggi, in diversi campi, si fa sempre più urgente la domanda di lungimiranza. Darne una definizione non è semplice; con un'immagine presa dalla natura la si potrebbe spiegare come la capacità di seminare con calma nel presente e attendere, con pazienza, i frutti da raccogliere in un futuro anche lontano. Nelle decisioni concrete che siamo chiamati a prendere occorre saggezza e coraggio, prudenza e audacia, come dimostrano numerose pagine della Bibbia. Il presente volume cerca di indagare i fondamenti biblici di questa virtù proponendone anche uno sviluppo teologico. Lo fa guardando sia verso alcuni personaggi lungimiranti presenti nella Sacra Scrittura, che osservando il Lungimirante per eccellenza, vale a dire il Signore stesso.
Durante l’anno liturgico, la chiesa si premura di dischiudere ai fedeli «i molteplici tesori dell’unica Parola di Dio». Anche nel corso del Tempo ordinario «la chiesa si edifica e cresce nell’ascolto della Scrittura e i fatti mirabili che un tempo Dio ha compiuto nella storia della salvezza vengono in mistica verità ripresentati» di fronte ai nostri occhi.
Delle azioni compiute dal Dio biblico nella storia è testimone per esempio Anna, insieme al figlio Samuele. Nelle storie che vedono protagonisti prima Saul, poi i giovani amici Gionata e Davide, al tempo dei complessi inizi della monarchia, l’intero popolo di Israele può riconoscere l’intervento salvifico del Signore. Ed è la stirpe dello stesso re Davide che sale successivamente alla ribalta, nel bene e nel male: vuoi con le vicende che toccano Salomone e i suoi successori (come Ezechia, per esempio), vuoi con i profeti che pungolano criticamente l’istituzione regale. Ed ecco allora Elia ed Eliseo, Amos e Geremia dare voce al messaggio divino che richiama i termini dell’alleanza.
Le letture bibliche indicate dalla liturgia feriale del Tempo ordinario consentono, infine, di dedicare un’attenzione speciale ad altri personaggi di prim’ordine, come il sapiente Giobbe, l’apostolo Paolo e il suo fedele collaboratore nell’evangelizzazione, Tito.
Una storia divina-e-umana di realismo e di profezia che, focalizzata su singole figure e meditata nella lectio divina, si fa per noi «norma e sostegno di tutta la vita».
Le donne del profumo ci hanno consegnato tutto il loro amore per il Signore, la loro predicazione è speranza sempre nuova, bellezza che sgorga limpida, dal cuore. Hanno seguito il Maestro dalla Galilea e insieme a Lui ci guidano fino al cuore del Mistero Pasquale. La liturgia bizantina custodisce un ricordo liturgico tutto speciale per le donne del profumo, le "myrofore". Le donne del profumo, camminando al seguito di Cristo, sono venerate dalla liturgia come "uguali agli Apostoli", testimoni della morte e della sepoltura di Cristo. Come la sposa del Cantico, hanno cercato lo sposo assente e, dopo tre giorni, lo hanno incontrano risorto, vivo, Emmanuele, Dio che cammina con noi. Inviate dal Risorto a portare l'annuncio di Pasqua, prima agli apostoli e, da questi, al mondo intero, le donne sono elette alla grande missione apostolica della Chiesa in modo tutto speciale. Esse non hanno mai avuto un posto nella struttura gerarchica e sacramentale, eppure hanno sempre assunto un ruolo di primissimo piano. Non a causa dei loro privilegi o della loro posizione autorevole, ma in virtù della loro fede nel Rabbi Nazareno.
"La Quaresima è il tempo in cui ci dedichiamo in modo appassionato al recupero delle sorgenti interiori".
Si voltò indietro e vide Gesù in piedi; ma non sapeva che fosse Gesù.Gesù le disse: «Donna, perché piangi? Chi cerchi?» Giovanni 20,14-15
I Vangeli ci rivelano personaggi che sono vere e proprie icone eterne, e la cui vita va ben oltre le immagini che gli evangelisti ci hanno brevemente raccontato. Il semplice e gioioso esperimento che don Diego Goso prova in queste pagine è far incontrare alcuni di questi personaggi al di fuori delle cornici del testo sacro in cui siamo abituati a vederli. Non per completare loro, che non ne hanno alcun bisogno, ma per immedesimare noi nelle loro storie, per cercare di comprenderli meglio. Si sono mai incontrati Giovanni Battista adulto e la Madonna? In chi si è imbattuto Pietro, lungo un sentiero oscuro, nella triste notte del tradimento? Matteo e Zaccheo, ladri diventati uomini di carità, potevano già essere amici prima? Chi c'era nascosto nell'ombra sotto la croce di Gesù il Venerdì Santo? Sono alcune delle domande che hanno ispirato questi racconti e che provano a immaginare scene nuove all'ombra di quelle vere evangeliche. Per il gusto di camminare ancora con Nicodemo e la Samaritana. Di ascoltare Paolo e Giacomo confrontarsi sulla Chiesa. Per la gioia di ritrovare Lazzaro e Giovanni, Maria Maddalena e le altre pie donne: che ci hanno fatto innamorare del Vangelo perché loro innamorati di Colui che in esso è non solo raccontato ma vivo e desideroso di camminare anche con noi! Per il gusto di respirare ancora... il profumo del Vangelo!
Appellarsi ai valori cristiani come motivi ispiratori per operare nelle società alimenta opzioni contrapposte, specie quando il tema in questione è l'accoglienza dell'"altro": inoltrandosi che nelle pagine bibliche meno note, si trovano testimonianze in direzioni contrarie. La società giudaica si forma chiudendosi ai "diversi", ma nel corso della storia che dai patriarchi giunge alla generazione dell'esodo, l'esperienza di essere minoranza, a volte anche vessata e perseguitata, diventa tratto comune dell'intro popolo di Israele. Fino ai più celebri passi evangelici sull'ospitalità, l'estraneità nella Bibbia si intende n termini relativi: ognuno può essere "straniero" rispetto a qualcun altro.
Sono note le non poche difficoltà teoriche e pratiche cui da decenni va incontro la realizzazione dell’autorevole invito rivolto dal Concilio Vaticano II: «Si promuova molto una congrua conoscenza delle lingue della Sacra Scrittura e della Tradizione». A tale desiderio e necessità vuole rispondere Theotókos, questo originale tentativo di introdurre allo studio del greco biblico-patristico facendone cogliere la bellezza e assaporare il gusto. Lo studente percorre un viaggio ideale e avvincente, punteggiato di soste e dialoghi, e quasi senza accorgersene, assimila vocaboli isolati e in contesto, espressioni e intere frasi o proposizioni. Il sussidio ha cura di proporre non solo l’apprendimento dei vocaboli, ma introduce progressivamente lo studente alle regole grammaticali e, dove richiesto o opportuno, alle nozioni fondamentali di sintassi che permettono di progredire nella conoscenza e nella percezione gustosa e gratificante della lingua greca (G. Claudio Bottini, ofm, Preside emerito dello Studium Biblicum Franciscanum – Gerusalemme).
Cme può Mosè essere definito ""uomo di Dio"" (Dt 33,1), "uomo di fiducia" "Nm 12,7), il "servo del Signore" (Dt 34,5), il profeta più grande in Israele (cf. Dt 34,10-12) e, allo stesso tempo, essere dichiarato così colpevole da meritare l'esclusione dalla Terra Promessa (cf. Nm 20,12) e una morte prematura al di qua del Giordano (cf. Dt 34,5)? L'estromissione dalla terra, dunque, indica il fallimento della sua vita e della sua vocazione? Il presente volume intende offrire una nuova luce a tali interrogativi molto dibattuti dagli esegeti di ogni epoca. Esso muove da un esame complessivo dei testi biblici relativi alla tematica e si avvale di metodologie esegetiche che consentono di studiare i singoli racconti nel loro sviluppo narrativo, focalizzandone la forza comunicativa.
Il libro presenta la conversazione di due autori che parlano di Dio e dell umano soffrire da prospettive diverse ma forse non così distanti, facendo interagire psiche e spirito, psicologia e Bibbia, Gesù di Nazaret e la nostra storia. Nessuno dei due pretende di dare risposte defi nitive o categoriche, ma piuttosto di stimolare la rifl essione su una tematica complessa e sempre aperta. Le opinioni e le posizioni degli interlocutori si intercalano, si confrontano e si arricchiscono mutuamente. Ed è ciò che offre maggior interesse alla rifl essione e conferisce al volume originalità. Il lettore non solo è chiamato all ascolto dei due autori, ma si sente invitato a entrare pienamente nella discussione.