Il libro del gesuita Roger Lenaers offre una brillante presentazione di Gesù alla luce delle più aggiornate ricerche storico-critiche e una visione della sua figura profondamente rinnovata e quindi che si discosta alquanto da quella tradizionale. Formulando già dal titolo l'interrogativo più serio, e perfino inquietante, che un credente possa sentir risuonare a suo riguardo: quello sulla sua divinità. Ne parla a partire dalla mentalità moderna, per vedere se e come la figura di Gesù possa rimanere attuale per il l'uomo d'oggi. La scienza ci sta facendo cambiare il modo d'intendere e di parlare di Dio, quindi alla luce di questo per Lenaers deve esserci un corrispettivo nel modo d'intendere Gesù Cristo, in un cammino di scoperta (o ri-scoperta) sempre più profondo dell'essere cristiani, cioè coloro che seguono Gesù il Signore.
Chi è Gesù? A questa domanda molti, nel corso dei secoli, hanno cercato di dare una risposta. Di una persona si possono dipingere ritratti diversi, che la rappresentano secondo prospettive diverse, ma sempre fedelmente. Questo vale anche per i Vangeli, tutti rivolti a delineare la figura di Gesù.
Ciò atteso, nei vari capitoli di questo libro l'Autore ha scelto quei fatti o quegli insegnamenti che sembrano più pertinenti ai fini dell'esposizione, attingendo liberamente ora ad un Vangelo, ora ad un altro, senza cercare di sovrapporli, ma anche senza esitare, quando il caso lo richieda, a rilevare elementi integrativi utili ad una migliore conoscenza, presentati dai passi paralleli degli altri Vangeli.
La struttura dell'opera è deliberatamente di carattere "tomografico", "stratigrafico": quindi non un racconto della vita di Gesù, ma l'esposizione di singoli aspetti della sua personalità, della sua azione, dei suoi insegnamenti, non presentati con speculazioni esegetiche o teologiche, ma semplicemente nella loro attualità fenomenica, quale descritta dai Vangeli, e solo dai Vangeli.
Ogni capitolo è scandito dalle illustrazioni di Franco Murer, la cui arte ha anche "alleggerito" la lettura di diverse altre opere dell'Autore.
Il volume approfondisce i testi che raccontano e tramandano il mistero pasquale, nella triplice scansione di passione, morre e risurrezione. Giulio Michelini pone le premesse per accostarsi ai Vangeli sinottici con l'intelligenza della fede e senza la paura delle domande «scomode», mentre Massimo Grilli si sofferma sulla passione secondo Giovanni cogliendo le connessioni, le metafore e i rimandi che fanno del racconto giovanneo un mosaico ricco di significati teologici. Leonardo Paris sperimenta una lettura originale della morte di Gesù alla luce della categoria dell'eredità, assunta come chiave ermeneutica del rapporto tra Padre e Figlio e anche tra Gesù e gli uomini suoi «fratelli». Paul Renner propone invece un contributo di carattere esistenziale, accostando la Via Crucis alle molte esperienze umane di sofferenza e di redenzione che, al pari della via sacra del Cristo, possono essere narrate, rappresentate e celebrate. Il volume si conclude con il tema della risurrezione, affidato all'esegesi marciana di Maurizio Guidi e a quella lucana di Carlo Broccardo, i quali, pur partendo da testi evangelici e approcci differenti, accompagnano il lettore nell'analisi e nella comprensione dei brani.
L'autore tenta di elaborare una "cristologia ipnotica" all'interno dell'orizzonte trinitario e nella fedeltà al dogma della due nature di Calcedonia. Lo scopo è quello di fondare la possibilità di un'esistenza integralmente umana (spirito-anima e corpo) del figlio di Dio, sviluppando una riflessione cristologia che cerchi di armonizzare la verità dogmatica della permanenza immutata delle due nature nella sola persona del Verbo e l'affermazione scritturista dell'auto-svuotamento del Figlio.
L'autore dimostra in modo convincente, sulla scorta di stringenti argomenti biblici e storico-teologici, che la fede di Gesù come atto personale del credere non solo è plausibile da sostenere, ma deve essere ragionevolmente postulata come sviluppo coerente del dogma cristologico. Cristo, fedele e autentico portavoce dea volontà del padre, ne è anche l'esecutore. La non attribuzione formale e diretta alla persona di Gesù dei termini relativi all'atto di fede non esclude in alcun modo la possibilità di rispondere positivamente all'interrogativo sulla fede di Gesù.
Il pensiero teologico e spirituale di Nicola Cabasilas si presenta come un modello paradigmatico per ripensare l'esperienza dei sacramenti dell'iniziazione cristiana. Il battesimo, la cresima e l'eucaristia non sono una realtà statica, ma fortemente dinamica; atti ciascuno a realizzare attraverso la propria specificità e dono di grazia la nostra umanizzazione, ossia la nostra unione con Cristo. I sacramenti sono anzitutto una esperienza dell'agire di Dio, in Cristo, per opera dello Spirito Santo, ma anche il luogo della nostra risposta filiale a un dono di amore che sempre ci precede, ci accompagna e ci guida.
A trent'anni dalla prima edizione, avvenuta tra il 1982 e il 1986, viene riproposta quest'opera poderosa, ormai da tempo introvabile, definita una summa sul mistero di Cristo e considerata una delle pubblicazioni più significative nel panorama della teologia del Novecento. Non si presenta soltanto come una dottrina sulla persona e l'opera di Gesù Cristo, ma come un'imponente trattazione della teologia trinitaria, dell'escatologia, della pneumatologia, dell'antropologia teologica e dell'ecclesiologia. ?In questo secondo volume, Bordoni esamina le origini della fede ecclesiale in Gesù come Cristo, Signore, Figlio di Dio, unico Salvatore dell'uomo, compimento della storia. Una fede non sospesa a una rivelazione puramente celeste, a una conoscenza esoterica di verità atemporali, né chiusa in se stessa nel cerchio magico di una autoesperienza comunitaria creatrice di salvezza.
La teologia degli ultimi decenni ha ripetutamente evidenziato l'eccellenza dei tratti squisitamente umani di Gesù di Nazaret, ma per affermare la vera e straordinaria umanità di Gesù è necessario scendere più in profondità fino a cogliere la sua misteriosa identità di Figlio di Dio. Gesù è «vero uomo» perché non solo «perfettamente uomo», ma anche perché «Uomo perfetto», come ha insegnato il concilio Vaticano II, sulla scia della dottrina dei Padri della Chiesa. La confessione di fede e il riconoscimento di Gesù Cristo, Figlio di Dio, rappresenta il tornante decisivo e la questione capitale del cristianesimo: l'identità messianica di Gesù va infatti oltre l'umano perché ci troviamo davanti a Dio stesso.
Facendo progredire il suo magistrale lavoro alla ricerca del Gesù storico, Meier affronta in questo attesissimo volume il tema controverso delle parabole. E lo fa con lo stesso rigore e la stessa penetrazione che hanno guadagnato ai suoi testi precedenti l'elogio della critica e il successo del pubblico. Dei quattro enigmi fondamentali che Meier ha individuato - l'atteggiamento di Gesù verso la Legge, il suo uso delle parabole, il modo in cui descriveva se stesso, i suoi ultimi giorni a Gerusalemme - questo volume affronta quindi di petto il secondo tema, ingaggiando un vero e proprio corpo a corpo. In genere gli esegeti operano in base al presupposto che le parabole narrate nei vangeli possano essere sostanzialmente attribuite al Gesù storico. Il volume di Meier mette in discussione questo consenso generalizzato. Sostiene infatti che nessun criterio di storicità può fornire ragioni convincenti per assicurare che una determinata parabola abbia avuto origine sulle labbra del Gesù storico. Noi non disponiamo cioè di argomenti fortemente positivi a favore della storicità delle parabole (il che non dimostra automaticamente che non siano autentiche!). Per Meier, alla fine, solo quattro parabole - quella del Granello di Senape, quella dei Vignaioli Malvagi, quella dei Talenti e quella del Grande Banchetto - possono rivendicare validamente la propria autenticità ed essere attribuite al Gesù storico con sufficiente certezza.
Il volume raccoglie tre scritti inediti del cardinal Giacomo Biffi. In "Sguardi su Gesù Cristo" Biffi pone una domanda ineludibile: Gesù è "uno dei..." o "il"? È catalogabile o è un caso a sé? La sua comparsa nel mondo è un fatto importante, ma commisurabile coi nostri metri di giudizio, o è un evento unico e decisivo, irripetibile? In "Lettura cristiana del Libro di Giona" l'autore mette in luce l'aspetto più originale di Giona: svelare un Dio umorista. Poi, per Gesù stesso Giona - che annuncia la volontà che tutti siano salvi, che predica la conversione, che presagisce la vittoria sulla morte - compendia tutte le ragioni della nostra speranza. Ne "L'ultima settimana di Gesù" Biffi rileva le numerose difficoltà che emergono dai racconti evangelici. E arriva alla conclusione che Gesù e gli apostoli hanno mangiato la Pasqua seguendo un calendario diverso da quello ufficiale, non il giovedì, ma il martedì sera secondo il calendario di Qumran. Prefazione di Giorgio Maria Carbone.
Il libro raccoglie tre opere giovanili del filosofo russo, a cui si aggiungono i «versi scherzosi» d'apertura del poema intitolato "Tre appuntamenti", che, scritto in tarda età, funge, secondo le parole dello stesso autore, da «piccola autobiografia» di un'esperienza mistica che lo segnò in gioventù. Seguono i "Principi filosofici del sapere integrale", in cui viene indagata quella forma di «sapere integrale» che il filosofo cercherà per tutta la vita, e il ciclo di lezioni Sulla "Divinoumanità", dove l'autore si interroga sulla crisi religiosa della cultura europea del suo tempo e analizza il nesso divino-umano nell'evoluzione del mondo, con particolare attenzione al rapporto tra mentalità occidentale e orientale. In chiusura, i capitoli finali de La critica dei principi astratti - opera rimasta incompiuta -, che offrono l'analisi del caos intellettuale di fine '800, correlata alla parzialità dei processi conoscitivi dell'uomo, nel quale si compenetrano elementi contraddittori e dispersi, che trovano la possibilità di essere ripristinati nella figura di Cristo. Prefazione di Vincenzo Rizzo. Introduzione di Sergio Givone.
«Il sentimento dell'amicizia è certamente uno fra i più forti e, nel contempo, misteriosi istinti dell'uomo (...). Siamo di fronte a una passione che, più intensamente di ogni altra, non trovando risposta al proprio desiderio nella concretezza di ciò che è effimero, punta direttamente all'eterno come al luogo della propria pace (...). Quando, nel Vangelo, leggiamo che Gesù, (...) in quell'orto, fu costretto a rivolgere, proprio a coloro dai quali aveva sperato conforto, un rimprovero carico d'agonia (Come? Non siete capaci di vegliare neppure un'ora?); e quando egli salutò, ancora una volta, e fu l'ultima (Mt 26,50), colui che lo aveva tradito e usò per lui un nome sacro (Amico, perché sei venuto?), allora riusciamo a capire ciò che per il Signore ha la massima importanza. Se c'è una cosa che non lascia dubbi nel Vangelo è proprio questa: Gesù Cristo desidera essere nostro amico.» (Robert Hugh Benson)