Umberto Galimberti è un pensatore di razza che sa fotografare l'esistente. Sembriamo tutti avvolti da un "ospite inquietante", perfino quando viaggiamo in treno per una gita o andiamo a trovare un amico. Ma chi ha inserito nel nostro scenario questo strano ospite? Chi è? Con questo nuovo volume della Collana "Diálogoi", il filosofo ci spiega perché i giovani oggi hanno paura. Ma ci suggerisce anche come essa si possa togliere.
I cambiamenti profondi avvenuti nelle coppie e nelle famiglie sono spesso evocati dagli psicologi e dai sociologi con toni di cupa inquietudine. C'è però un fenomeno, almeno a prima vista, rassicurante: quello dei nuovi papà. Sensibili e gentili, attenti e disponibili, capaci di assolvere tutte le funzioni della maternità con naturalezza e piacere, sembrano molto diversi dai padri di un tempo, distanti e tiranni. Simona Argentieri si confronta con questa mutazione epocale e con gli aspetti più spinosi del problema, nella dimensione psicoanalitica e nell'intreccio di vari piani, dalla storia alla fenomenologia, dall'arte alla pubblicità, dalla letteratura al cinema. Imbattendosi nella questione fondamentale: quali sono le conseguenze sui figli? Con un contributo di Adolfo Pazzagli.
Ci si può mantenere in forma senza seguire le regole "disumane" spesso imposte dalla nostra società frenetica? Sì. È quanto si propongono di fare gli autori con questo volume, che ha lo scopo di aiutare le persone a vivere rispettando maggiormente se stesse e gli altri, partendo da una sana alimentazione, con l'ausilio di prodotti naturali anti-stress, seguendo regole di vita che sono alla base di equilibrio psicofisico, serenità e benessere. Non si possono far ritornare indietro le lancette dell'orologio, ma si può senz'altro essere in forma senza stress.
Nella prima parte del libro, l'autore riprende argomenti a lui tanto cari e che hanno caratterizzato la sua vita di scrittore: l'amore per se stessi e per gli altri, la benevolenza, l'amicizia. Nella seconda parte tratta dell'importanza dell'educazione, come capacità da parte dei genitori, di fare crescere i propri figli come persone mature, responsabili e libere, circondandoli di amore, di comprensione.
Forse ha ragione Blaise Pascal quando scrive che "tutta l'infelicità degli uomini proviene da una cosa sola: dal non saper restare tranquilli in una camera". Ma la felicità non dipende soltanto dalla nostra capacità di riflettere e meditare in solitudine, benché questo sia un ingrediente fondamentale. La socialità, l'altruismo, i legami d'amore e di amicizia contano altrettanto. La conquista della felicità è il nostro chiodo fisso, inutile negarlo. Solo che, come per un sortilegio, pare che siamo irresistibilmente orientati a cercarla dove non c'è. Armando Massarenti suggerisce una via per trovare, ognuno con i propri mezzi, l'equilibrio necessario. La scommessa di questo libro è mostrare che una formula, neppure tanto complicata, ce l'avevano proposta i filosofi antichi, elaborando massime ed esercizi pratici che disegnavano stili di vita improntati alla saggezza e al buon vivere. E l'efficacia di tale formula è oggi confermata dagli esperimenti e dalle nuove scoperte di neuroscienziati e psicologi morali: da qui la proposta di tornare ad attingere a una fonte che i secoli non hanno affatto inaridito. Così, dall'eros all'amicizia, dalla politica alla conoscenza, dalla bellezza alla morale, Platone e Aristotele, Eraclito e Democrito, Epitteto e Marco Aurelio, Epicuro e Lucrezio, Seneca e Cicerone ci insegnano ad abbandonare le vie sbagliate e gli errori più comuni per trasformarci in fortunati cercatori di felicità.
Con un'impostazione innovativa, il volume analizza il legame fra moralità, giudizio e comportamento sociale. Dopo aver presentato i principali modelli elaborati dalla psicologia dell'apprendimento sociale circa lo sviluppo della consapevolezza morale, sono illustrati i processi cognitivi e motivazionali implicati nella percezione e nel ragionamento morale. Gli autori indagano infine gli aspetti emotivi della moralità, delineando il complesso legame fra giudizio ed emozioni morali.
"L'approccio ecologico alla percezione visiva" di J.J. Gibson costituisce uno studio imprescindibile su come funziona la visione umana. Oggetto della lucida analisi dello psicologo americano è non solo come vediamo l'ambiente che ci circonda (le sue superfici, i layout, i colori, le texture), ma anche la percezione di dove ci troviamo rispetto all'ambiente e la comprensione di come la visione ci permetta di fare le cose, dalle più semplici alle più complesse. In questo libro, inoltre, il concetto di affordance, già presente in "The Senses Considered as Perceptual Systems" (1966) e precisato nel saggio "The Theory of Affordances" (1977), è sviluppato e approfondito. Tale nozione è stata ripresa di recente in moltissimi ambiti, dalla filosofia alla robotica alla psicologia evolutiva: per questo motivo, e per l'importanza che il pensiero dello psicologo riveste tuttora per le teorie della percezione post-cognitiviste (si pensi all'enactive approach), riproporre Gibson in traduzione aggiornata è operazione assolutamente necessaria.
L'universo delle relazioni con se stessi e con gli altri arricchisce o impoverisce le nostre vite? Dona senso o inaridisce? Guida alla libertà o rinchiude in prigioni invisibili? Il volume cerca risposte costruttive al crescente senso di disagio, di isolamento, di separazione dagli altri che affligge molte persone rivestendo le relazioni di passività. I cinque capitoli in cui si articola il testo prendono spunto dalla storia di san Francesco d'Assisi e del primo francescanesimo per approfondire temi che riguardano la sfera emotiva; esercizi di auto ascolto e schede di lavoro articolate in domande completano la riflessione. "Ci dimentichiamo che l'essere umano è un essere relazionale e non può prescindere dalla responsabilità verso l'altro", spiega l'autore. "Solo orientandoci al "noi" possiamo compiere l'io. Abbiamo bisogno di ridare vita a due termini: "innocente" e "ingenuo". Tornare come bambini non nella inconsapevolezza, ma nella capacità di accogliere e di stupirsi, di orientarci al positivo dopo avere tutto considerato, almeno per quanto ci è possibile. Abbiamo bisogno di assumere lo sguardo non di bambini dipendenti da tutto e da tutti, ma di adulti-bambini che sanno meravigliarsi, vedere oltre e godere la vita".
Il volume si propone di delineare il valore terapeutico degli animali d'affezione nei diversi contesti di cura, tracciandone risvolti psicoeducativi e finalità terapeutiche. Il focus si orienta verso ambiti di studio e questioni metodologiche che abbracciano l'approccio zooantropologico e la medicina veterinaria, la zooantropologia clinica e la psichiatria, l'educazione cinofila nelle famiglie attuali - con particolare riferimento ai principi della psicologia canina e alla Gestalt Animal Assisted Psycho-therapy (GAAP) -, coinvolgendo il cane, l'asino ed il cavallo come figure mediatrici della competenza emotiva dell'adulto e del bambino. La zooantropologia clinica viene pertanto a delinearsi quale sfondo di riferimento per ogni percorso teorico e clinico mirato a dare centralità all'incontro con l'altro nella sua radice che è l'intercorporeità, il sentire animale. Il volume è rivolto agli operatori dei vari ambiti disciplinari, agli studenti delle lauree triennali e specialistiche delle Scuole delle Scienze Umane e del Patrimonio Culturale, di Medicina veterinaria e Medicina e Chirurgia, nonché ad ogni terapeuta e ad ogni persona capace di comprendere la condizione umana.
"Perché si muore?", "Perché Gesù è risorto e il nonno no?", "Mamma, ma quando io sarò grande tu sarai vecchia? E quando sarai vecchia, morirai? Allora io non voglio crescere, perché altrimenti dopo tu muori!" I bambini fanno spesso domande sulla morte, mettendo in imbarazzo noi adulti, affannati a trovare risposte che quasi sempre non abbiamo. Tanto più che la morte è oggi relegata nel terreno dell'impensabile, lontana, distante. Invece le perdite fanno parte della vita di tutti e crescere implica un continuo, quotidiano confronto con il dolore e il lutto. Ogni passaggio di crescita è infatti caratterizzato da una conquista, ma anche da una perdita: bisogna perdere il nostro ieri per far spazio al nostro domani. In questo senso, il lutto è evolutivo. Quando però un lutto colpisce la nostra famiglia, se c'è un bambino preferiamo quasi sempre tacere con lui, pensando così di proteggerlo, convinti come siamo che i bambini siano troppo piccoli per capire e vadano protetti dai fatti dolorosi della vita. Ma la loro "beata innocenza" è solo uno stereotipo: se c'è una grave preoccupazione o un dispiacere in casa il bambino, con i suoi sensi all'erta, lo percepisce subito. E sono proprio l'incertezza e la confusione prodotte dal nostro silenzio che più lo disorientano e che rischiano di lasciarlo solo davanti a qualcosa più grande di lui. Quando poi scoprirà la verità, cosa che alla fine inevitabilmente succede, si sentirà per giunta ingannato e tradito da coloro di cui più si fida.
Per far fronte alle sfide poste quotidianamente dall'interazione con la persona con disturbi dello spettro autistico è enormemente aumentata la domanda, da parte delle famiglie, di intraprendere trattamenti di intervento precoce secondo l'approccio ABA-VB (Applied Behavior Analysis and Verbal Behavior), raccomandato dalle principali Linee Guida, nazionali e internazionali. Il presente volume è un manuale di Analisi del Comportamento ad uso della figura professionale del "tecnico ABA-VB": un professionista che, guidato da un supervisore, opera nei contesti di vita quotidiana del bambino favorendo processi di insegnamento-apprendimento e rimuovendo ostacoli al suo sviluppo. Nella prima parte del manuale il metodo ABA-VB viene presentato e descritto come un insieme di principi applicativi attendibili e coerenti. Nella seconda si il meglio della letteratura internazionale sulle tecniche di analisi e modificazione del comportamento. Infine, l'applicazione del metodo ai principali campi dello sviluppo. Completano l'opera alcune appendici con strumenti pratici, un vademecum del buon tecnico ABA-VB e approfondimenti sulle tecnologie assistive e la certificazione delle competenze.
La domanda sull'identità genitoriale si fa sempre più urgente. Dopo dieci anni dalla prima edizione, continua il dialogo attraverso la parola scritta sui grandi temi della nostra persona e della nostra vita. Oggi più che mai l'identità genitoriale rivela la ferita, la confusione, la crisi in cui la persona è immersa. L'amore per il figlio rappresenta ancora una risorsa per recuperare l'energia di un amore per la propria vita. Questa nuova edizione si propone ancora una volta come una tenera compagnia allo sforzo del genitore di essere vero.