Sapienza nella Nuova versione della Bibbia dai testi antichi, con testo a fronte e un ricco apparato di introduzione, note e commento. Curata da noti biblisti italiani, la collana riprende ex-novo e amplia il coraggioso progetto della Nuovissima versione della Bibbia dai testi originali. I singoli libri biblici vengono riproposti in una nuova versione che, oltre ad avere i testi antichi a fronte, è accompagnata da un accurato apparato testuale-filologico e da un ampio commento esegetico-teologico. La serie è diretta da Massimo Grilli, Giacomo Perego e Filippo Serafini.
«In questo libro la Bibbia viene considerata come una raccolta di testi che possono essere studiati nello stesso modo in cui si studiano le altre opere letterarie, utilizzando qualunque dato si renda disponibile per ricostruire il passato. Ciò equivale a dire che non proverò a convincervi a credere o a non credere in ciò che afferma la Bibbia; mi limiterò a descrivere il suo contenuto e la sua origine. Non dirò se la Bibbia è o non è la parola di Dio ispirata; spiegherò come si è formata, qual è il contenuto dei libri che la compongono e come li hanno interpretati gli studiosi. Per il lettore credente queste informazioni potranno rivelarsi forse utili, ma lo saranno certamente al lettore (credente o no) appassionato di storia e letteratura, in particolare della storia e della letteratura dell'antico Israele». (Bart D. Ehrman)
«La preghiera è una pratica umana comune, ubiqua e ricorrente. È l’umano protendersi verso il Santo Mistero e la Santa Ultimità, un riconoscimento che gli esseri umani e le loro comunità sono penultimi e si pongono in dialogo con Colui che, benché appena accessibile, viene comunque invocato».
Walter Brueggemann
In tutta la Bibbia si trovano toccanti esempi ed episodi di preghiera. In questo suggestivo volume, il noto studioso Walter Brueggemann legge e illustra con competenza e profondità dodici preghiere dell’Antico Testamento legate ad Abramo, Mosè, Anna, Davide, Salomone, Giona, Geremia, Ezechia, Esdra, Neemia, Daniele e Giobbe. Aprendosi al testo biblico – che grida gioia e dolore, svela le profondità dell’esperienza umana oltre che l’amorevolezza di un Dio misericordioso che sempre ascolta – Brueggemann mostra come questi dodici antichi testi di preghiera possano rendere viva nel presente l’antica pratica umana del pregare.
Questa edizione quadriforme del libro di Samuele, utile per recepire il testo biblico in lingua originale e affrontare le difficoltà delle lingue antiche, propone: il testo ebraico masoretico (TM) della Biblia Hebraica Stuttgartensia, basato prevalentemente sul Codex Leningradensis B19A, datato circa 1008; il testo greco nella versione dei Settanta (LXX) di Rahlfs, basata prevalentemente sul Codex Vaticanus (B) risalente al IV secolo dopo Cristo; il testo latino della Nova Vulgata, redatta nel post-concilio e normativa per la liturgia cattolica; il testo della Bibbia CEI 2008, normativo per la liturgia italiana, con paralleli essenziali a margine e segnalazione dei termini difformi dall'ebraico; la traduzione interlineare italiana di ebraico e greco, eseguita a calco e orientata a privilegiare gli aspetti morfologico-sintattici del testo originale.
Pensato e realizzato da due fra i principali studiosi dell'Antico Testamento e ampiamente utilizzato da docenti e studenti in tutto il mondo, finalmente viene pubblicato anche in Italia il libro che adotta un metodo moderno nel descrivere il contesto storico, politico, sociale, religioso e culturale in cui l'Antico Testamento è stato scritto. L'opera esamina altresì i principali generi letterari biblici: storia della creazione, testi legali, testi per il culto, narrativa, letteratura profetica, sapienziale, apocalittica ecc. L'agile linguaggio del testo e la struttura accuratamente organizzata in scansioni logiche schematiche rendono facile la lettura e lo studio. Si presenta così come il manuale ideale per le lezioni introduttive dei corsi biblici: illumina la letteratura anticotestamentaria, mostrando come è stata modellata dagli eventi, spiegando le strutture sociali e ricostruendo le idee religiose e intellettuali delle antiche civiltà e culture in cui gli scritti dell'Antico Testamento sono stati realizzati.
Un agile saggio dedicato all’Antico Testamento e ai
46 libri che lo compongono,
con informazioni di carattere generale e chiavi di lettura delle singole sezioni e opere.
«La Bibbia non è una semplice raccolta di libri dell’antica cultura ebraica, né un prontuario di “risposte divine” adatte alle diverse circostanze della vita.
La sua comprensione richiede
di entrare con pazienza nello spessore storico della rivelazione divina e della sua ricezione da parte dei credenti».
"Fra i materiali lasciati in eredità dal prof. Pietro Kaswalder, ofm, ho rinvenuto un file dedicato alle escursioni biblico-archeologiche in Giudea e Neghev. Il materiale è suddiviso in nove escursioni che coprono per intero la regione centro-meridionale di Israele ed è disposto secondo l'ordine sperimentato per decenni allo Studium Biblicum Franciscanum di Gerusalemme e seguito dallo stesso P. Kaswalder. È quindi una memoria storica che ho ritenuto opportuno conservare e completare. Non si tratta di una guida per pellegrini e neppure di un sussidio per chi visita la Terra Santa per la prima volta. Il nucleo della composizione consiste in riferimenti biblici, archeologici, storici e topografici. Si tratta perciò di un approfondimento destinato a cultori dell'ambiente biblico, la disciplina che P. Kaswalder insegnava. L'autore era anche docente di esegesi dell'Antico Testamento, ragion per cui affiorano spesso problematiche bibliche inerenti, in particolare, ai libri storici. I biblisti e le guide ai siti biblico-archeologici sapranno trarre il giusto giovamento dalla lettura di queste pagine." (Dalla prefazione di Massimo Pazzini).
Questa edizione quadriforme dei libri di Giosuè e Giudici, utile per recepire il testo biblico in lingua originale e affrontare le difficoltà delle lingue antiche, propone: il testo ebraico masoretico (TM) della Biblia Hebraica Stuttgartensia, basato prevalentemente sul Codex Leningradensis B19A, datato circa 1008; il testo greco nella versione dei Settanta (LXX) di Rahlfs, basata prevalentemente sul Codex Vaticanus (B) risalente al IV secolo dopo Cristo; il testo latino della Nova Vulgata, redatta nel post-concilio e normativa per la liturgia cattolica; il testo della Bibbia CEI 2008, normativo per la liturgia italiana, con paralleli essenziali a margine e segnalazione dei termini difformi dall'ebraico; la traduzione interlineare italiana di ebraico e greco, eseguita a calco e orientata a privilegiare gli aspetti morfologico-sintattici del testo originale.
Una riflessione biblica, essenziale e umanissima, di Bruno Maggioni; uno scavo filosofico, acuto e appassionato, di Lucia Vantini.
Tanti sono i libri sulle donne nella Scrittura. Questo si distingue perché segue una pista originale: quella offerta dalle voci e dai silenzi delle donne nell’Antico Testamento. Ben documentata, conoscitrice delle antiche lingue orientali, l’autrice non si accontenta di facili letture ‘femministe’, ma scava nei testi alla ricerca del loro significato più autentico. Evita facili sovrapposizioni o applicazioni perché la nostra società è diversa dal mondo antico.
Senza invadenza, lascia la parola alle donne che cantano e danzano (c’è anche un paragrafo sui canti delle prostitute), che in silenzio soffrono l’oppressione (c’è anche un paragrafo sul primo stupro femminile della storia) e che godono per il dono della maternità.
Insomma, non solo un libro di studio, ma anche e soprattutto un libro di passione e di condivisione.
Un canto d'amore tra il cielo e la terra, tra il sole e l'ombra dei cedri e dei ginepri, tra la polposità della carne e la sospensione della preghiera, tra l'abisso umano e la grazia di Dio. Un inno umile e regale all'ebrezza del vino che si mesce nelle coppe d'oro, all'attrazione che sfrena la passione degli amanti, alla Sapienza che guida i saggi e gli spiriti puri, alle cime d'erbe odorose nelle vigne in cui si raccolgono i frutti succosi. Il Cantico dei Cantici, attribuito a re Salomone, è testo di impareggiabile bellezza, idillio rarefatto e drammatico la cui potenza l'ha fatto ascendere alla santità delle Sacre Scritture, testimonianza profana di amore assoluto tra gli esseri umani e voce ammaliante dal significato ancora oggi misterioso. Da millenni mistici ed esegeti tentano di risolverne l'enigma, consegnandoci letture spesso contraddittorie e richiamando storie e personaggi che la tradizione biblica ha scolpito nell'immaginario. Ma leggere questo canto modula ogni volta suggestioni diverse, evocazioni sublimi e indecifrabili, dimentiche del loro contesto storico, destinate a esistere al di là del tempo e dello spazio. In questa nuova edizione, curata e tradotta dal poeta e studioso Andrea Ponso, si aprono inaudite e sorprendenti possibilità di lettura. Recuperando le sfumature e gli accenti spirituali dei versi originari, Ponso scava tra le parole per discostarsi dalla vulgata. Non recide il significato dal corpo del significante, dando così vita a un'esperienza del testo che è pratica meditativa in atto; e porta a nuova luce, nel suo splendore, la grazia del più grande canto d'amore di tutte le letterature.
Questo dettagliato Commento all'Ecclesiaste, attribuito per lungo tempo a San Gregorio Agrigentino, nella recente edizione critica del 2007 è presentato come dello PseudoGregorio di Agrigento. Negli anni immediatamente successivi, la ricerca filologica ha permesso di identificare come suo autore Metrofane (912 ca.), metropolita di Smirne, già noto come uno degli avversari di Fozio. Nonostante l'evo bizantino inoltrato, Metrofane continua la tradizione esegetica dell'Ecclesiaste che risale a Origene e interpreta il testo sapienziale come «libro della fisica», ovvero libro della conoscenza della natura, per la cui meditazione l'uomo può liberamente determinarsi per il suo bene. Nel commento ai primi versetti dell'Ecclesiaste, Metrofane scrive che questo libro sapienziale tratta «dell'ordine e dello stato di quasi tutti gli enti e fenomeni della natura e inoltre anche della bontà o della malvagità della facoltà volitiva degli uomini». Il Commento deve dunque essere valutato come un logos unitario, dove le singole sentenze dell'Ecclesiaste non soltanto sono commentate dettagliatamente attraverso equivalenze sintattiche, ma sono anche inserite nella trama di un disegno d'insieme circa la fisica. Il testo dell'Ecclesiaste diviene, in tal modo, un discorso epidittico sulla fisica cristiana, un discorso che però a volte s'invola in considerazioni più prettamente teologiche o - come preferisce l'autore - «mistiche».