La memoria ha un ruolo fondamentale nella costruzione dell'identità, tanto personale quanto collettiva. Attraverso il ricordo un gruppo umano acquisisce coscienza della sua persistenza nel tempo e condividendo questa percezione di sé rinsalda la coesione interna. Anche i cristiani dei primi secoli si sono trovati in questa situazione: il ricordo e la continua riproposizione degli eventi connessi a Gesù di Nazaret, riconosciuto come Signore e Cristo, fu un elemento fondamentale e imprescindibile per forgiare la loro identità, sia quella personale che quella comunitaria. Alla luce di queste dinamiche i testi raccolti in questo volume, opera di 50 autori diversi, hanno evidenziato i dispositivi messi in atto nell'età patristica per conservare la memoria: dalla tradizione orale alle opere scritte, soggette a riscritture e interpretazioni attualizzanti, dalla liturgia ai monumenti materiali.
Il Rosario è la preghiera della Chiesa che racchiude in sé i misteri più profondi della vita di Cristo. A Lourdes, come in ogni parte dell'umanità, costituisce la più comune forma di preghiera, quella della gente semplice. Santa Bernardette ha vissuto sgranando la sua corona da quella mattina dell'11 febbraio 1858 e nei giorni seguenti, durante i suoi incontri con l'Immacolata. Questo libretto si offre come strumento liturgico - pensato per la preghiera personale e comunitaria - che invita i cristiani a riprendere il Rosario tra le mani per riconfermare il proprio "sì" al Signore. Il volume è così strutturato: Preghiera dell'Angelus, meditazioni su i misteri della Gioia, della Luce, del Dolore e della Gloria e infine la Novena a Nostra Signora di Lourdes e gli Inni e antifone mariane.
Nella storia della santità cristiana (ma anche in quella del popolo ebraico, come testimoniato nei racconti anticotestamentari) la relazione senza intermediari tra terra e cielo (o anche inferno) è spesso presente: da Abramo che ospita i tre angeli, a padre Pio di Pietrelcina che lotta con il diavolo uno scontro talmente "fisico" da poter essere udito anche dai vicini di camera -; da Antonio di Padova che viene visto con Gesù Bambino in braccio, a Faustina Kowalska, cui Gesù stesso ordina di far dipingere la sua immagine misericordiosa. La relazione "realissima" tra Cristo, i santi, gli angeli, i diavoli con persone che vivono la storia quotidiana accanto a noi ha infinite testimonianze che, inevitabilmente, ci sorprendono, turbano e interrogano. E in questo ambito che si inserisce anche la vicenda di Gemma Galgani, la mistica lucchese che, alle soglie del nostro secolo, ribadisce con le sue visioni e i suoi "colloqui" - riportati nel Diario e nell'Autobiografia qui pubblicati - che il mondo di Dio cammina accanto a quello dell'uomo in un modo del tutto reale e tangibile.
L'itinerario, a lungo sperimentato nella diocesi di Modena-Nonantola, propone cinque incontri per tre anni. In stile laboratoriale, fa propria la scelta di una formazione «trasformativa», capace di prendersi cura di tutte le dimensioni del catechista: essere, sapere e saper fare. Nel primo anno si accompagnano i catechisti a rivolgere la loro attenzione all'iniziazione cristiana come cammino che coinvolge i bambini e gli adulti, e che trova nella comunità cristiana il primo soggetto evangelizzante. Nel secondo anno viene messa al centro la figura del catechista, l'impegno importante all'autoformazione e alla collaborazione nel lavoro di équipe. Il terzo anno è dedicato a ripensare ai sacramenti dell'iniziazione cristiana e ad articolare un cammino di formazione liturgica integrato con l'itinerario catechistico.
In continuità con il volume che raccoglieva gli atti del primo Simposio organizzato dalla Penitenzieria Apostolica, questo lavoro si sofferma sul sacramento della Penitenza e sul suo sviluppo storico, teologico e pastorale, in un arco di tempo che ha visto notevoli cambiamenti attorno alla prassi ecclesiale relativa a questo sacramento. Negli ultimi due anni la Penitenzieria Apostolica ha ritenuto opportuno organizzare dei Simposi con lo scopo di ripercorrere gli otto secoli della sua storia, individuando da un lato i caratteri distintivi del Dicastero, dall'altra cercando di cogliere elementi nuovi che la prassi ecclesiale impone per affrontare le sfide che insidiano la Chiesa agli inizi del terzo millennio
Uno studio sulla parrocchia, tra i primi in Italia, in cui teologia e sociologia si intrecciano e dialogano in piena liberta e reciproco rispetto. Ancora un libro sulla parrocchia. Cosa si puo dire ancora a riguardo di questa istituzione ecclesiale, tornata ormai di moda e al centro dell'attenzione da qualche anno a questa parte? La convinzione degli autori di questo libro e che, nonostante le energie profuse, la parrocchia italiana non sia stata ancora sufficientemente esaminata e meriti al contrario una indagine particolareggiata. Dire parrocchia in Italia significa parlare del cristianesimo, del suo volto storico, del suo presente e del suo futuro. Proprio quello che intende fare questo studio: leggere la parrocchia italiana per tentare di decifrare il volto che il cristianesimo si sta costruendo dentro quel mondo che cambia" che fa da sfondo alle sfide pastorali con le quali anche la Chiesa italiana e tenuta a misurarsi. "
La felicità non si può comprare, quella tutt'al più è euforica illusione. La felicità non si può vendere, chi la spaccia è un impostore. La felicità si accoglie, perché è un dono che ci è stato fatto. La felicità non si possiede, perché se non la si condivide appassisce e muore. La felicità si regala, perché è l’unico modo per viverla. La felicità può inciampare, ma non può essere tolta. La felicità è libertà. La felicità rende belli. La felicità rende ricchi. La felicità non è vivacchiare. La felicità è avere sogni di vera gloria.
La ricerca della felicità è comune a ognuno di noi, a tutte le età, a tutte le latitudini. È un desiderio di pienezza che Dio ha deposto nei nostri cuori inquieti e che – ben distante dalle tante effimere offerte “a basso prezzo”, “condizionate”, “usa e getta”, destinate a lasciarci ancor più vuoti e delusi - può rispondere in realtà solo alla nostra essenza più autentica e profonda.
Ti voglio felice è il manifesto di Papa Francesco per la felicità di ogni uomo e donna. «Dio vuole per noi il meglio: ci vuole felici. E ha messo nel nostro orizzonte un sole che illumina per sempre». In queste pagine le parole del Pontefice – e anche quelle dei libri e dei film che più ha amato – tracciano il percorso concreto per una gioia autentica, che non disconosce le difficoltà dell’esistenza ma le sublima e le supera, per un’auten- tica realizzazione di sé.
Perché la felicità è già ora: il centuplo in questa vita. E poi per sempre.
«Nella nostra anima c'è qualcosa a cui ripugna la vera attenzione molto più violentemente di quanto alla carne ripugni la fatica. Questo qualcosa è molto più vicino al male di quanto lo sia la carne. Ecco perché ogni volta che si presta veramente attenzione si distrugge un po' di male in se stessi. Un quarto d'ora di attenzione così orientata ha lo stesso valore di molte opere buone. L'attenzione consiste nel sospendere il proprio pensiero, nel lasciarlo disponibile, vuoto e permeabile all'oggetto, nel mantenere in se stessi, in prossimità del pensiero ma a un livello inferiore, e senza che vi sia contatto, le diverse conoscenze acquisite che si è costretti a utilizzare. Nei confronti di tutti i pensieri particolari già formati, il pensiero deve essere come un uomo in cima a una montagna che, guardando davanti a sé, al tempo stesso percepisce, pur senza guardarle, molte foreste e pianure sottostanti. E soprattutto il pensiero deve essere vuoto, in attesa, non deve cercare alcunché, ma essere pronto ad accogliere nella sua nuda verità l'oggetto che sta per penetrarvi» (Simone Weil)