Dopo la descrizione della complessità del contesto storico e religioso nel quale si colloca l’annuncio del Concilio Vaticano II (lo scenario geopolitico internazionale, il cambio di pontificato tra Pio XII e Giovanni XXIII, il cambio delle politiche tra i due blocchi, USA-URRS, e l’esperienza italiana del governo di centro sinistra), l’Autore fa rilevare come il Concilio si avvia con uno stile di pontificato assolutamente nuovo e in un’epoca in cui, in Europa e in Italia, si registra un cambio sociale reso evidente dai consumi culturali e dal processo di sviluppo del sistema dei media. Proprio lo sviluppo dei media porterà il Concilio a fare i conti con un modello di comunicazione a cui la Curia romana era poco abituata. Se l’iter di approvazione dell’Inter mirifica risulta faticoso e con una recezione piuttosto negativa, i documenti successivi – grazie alla maturità della discussione – proprio in riferimento alla cultura e alla comunicazione, conterranno sviluppi decisamente più interessanti: basti pensare alla Gaudium et spes.
Il volume si chiude evidenziando l’eredità del Concilio, in particolare per quanto riguarda la teologia della comunicazione (soprattutto per impulso dell’Istruzione pastorale Communio et progressio). È proprio dall’eredità che scaturiscono le prospettive e il senso di una storia che continua.
La fede è un dono di Dio. È la risposta a una Parola che interpella personalmente, a un Tu che chiama per nome. Così Papa Francesco nell'Enciclica "Lumen fidei". E qui torna in mente Blaise Pascal: "La fede è un dono di Dio. Non crediate che diciamo che è un dono del ragionamento. La fede è differente dalla dimostrazione: questa è umana, quella è un dono di Dio". Tra "credere" e "cercare" non c'è un aut-aut, c'è piuttosto un et-et. La scienza non risponde, per principio, alle domande più importanti per l'uomo; la filosofia non salva; e il "senso" è sempre religioso. "Chi crede, vede; vede con una luce che illumina tutto il percorso della strada" - di una strada liberata, innanzitutto, da "assoluti terrestri", a cominciare dall'idolatria dello Stato: Kaysar non è Kyrios. È l'intera esistenza umana che Papa Francesco vede illuminata dal faro della luce della fede: l'origine e la fine della vita; l'inviolabile dignità di ogni singolo essere umano; il valore della famiglia fondata sul matrimonio tra uomo e donna, la ricerca di "modelli di sviluppo che non si basino solo sull'utilità e sul profitto"; il rispetto della natura quale "dimora a noi affidata perchè sia coltivata e curata"; un concreto e mai distratto impegno per la giustizia, per il diritto e per la pace; il senso della sofferenza quale "tappa di crescita della fede e dell'amore". Una fede "non intransigente", ma che "cresce nella convivenza che rispetta l'altro"; non può essere "un rifugio per gente senza coraggio".
Descrizione dell'opera
Mons. Bruno Forte sceglie l'educazione come tema della sua lettera pastorale, perché la sfida della trasmissione ai più giovani da parte degli adulti di quanto veramente conta nella vita appare oggi più che mai ardua. «È come se la distanza fra le generazioni si fosse improvvisamente accresciuta, sia per l'accelerazione dei cambiamenti in atto, sia per la novità dei linguaggi che il mondo del computer e della Rete ci va imponendo». Ciò nondimeno, la sfida va colta, perché per un cristiano «educare non è clonare, ma accendere la vita col dono della vita, suscitando i cammini di libertà di un'esistenza significativa e piena, spesa al servizio della verità che sola rende e renderà liberi».
Sommario
1.Perché l'educazione? 2. In cammino sulla via di Emmaus: la posta in gioco. 3. Le condizioni del cammino educativo. 4. La compagnia di Gesù. 5. La memoria di quanto veramente conta per noi. 6. La profezia della vita nuova e piena. 7. Contagiati dal Risorto, educare come lui.
Note sull'autore
BRUNO FORTE (Napoli, 1949) ha conseguito il dottorato in Teologia presso la Facoltà Teologica di Napoli; dopo aver approfondito gli studi a Tubinga e a Parigi, si è laureato in Filosofia presso l'Università di Napoli. Docente di Teologia dogmatica alla Facoltà Teologica di Napoli, Sezione San Tommaso, di cui è stato decano per tre mandati, è stato preside della Pontificia Facoltà Teologica dell'Italia Meridionale per tre anni e membro della Commissione Teologica Internazionale per due quinquenni. Nel 2004 è stato nominato arcivescovo della diocesi di Chieti-Vasto. È autore di numerose pubblicazioni di contenuto teologico e filosofico, assai note anche a livello internazionale, oltre che di libri di spiritualità e di pastorale.
Descrizione dell'opera
Quante parole servono per dire il cristianesimo? Al termine del suo Vangelo, Giovanni afferma che la descrizione delle moltissime opere compiute da Gesù riempirebbe tanti libri che il mondo non potrebbe contenerli.
Eppure una parola c'è: è la Parola fatta carne, che ha il volto e il nome di Gesù di Nazaret.
Come in un abbecedario della fede, l'autore propone 21 parole del vocabolario cristiano, una per ogni lettera dell'alfabeto. Con stile agile e colloquiale, egli tratteggia attraverso termini di uso comune alcuni concetti chiave del cristianesimo.
Adatto anche a un pubblico giovanile, il volume bene si colloca tra i validi strumenti per l'anno della Fede indetto da Benedetto XVI.
Sommario
Presentazione. A come agápe, cioè amore. B come Battesimo, ossia full immersion. C come Conversione, uguale: inversione ad u. D come Domenica, non come weekend. E come Eucaristia, cioè… tutto! F come Fede, altrimenti «io-latria». G come Grazia: vedi Maria. H come Hallelujah, uguale: viva il Signore! I come Incarnazione: ecco Gesù. L come Libertà: non fa rima con «voglia». M come Missione: no al blackout. N come Natale: o admirabile commercium?. O come Obbedienza: in somma libertà. P come Pasqua, altrimenti il nulla. Q come Quotidiano: il sentiero sicuro della santità. R come Riconciliazione o come redenzione. S come Spirito che è Signore e dà la vita. T come Tradizione, ma con la T maiuscola. U come Uomo: vedi alla voce «Dio». V come Verità: questione di cuore. Z come Amen: finale senza fine.
Note sull'autore
FRANCESCO LAMBIASI,vescovo di Rimini, già assistente ecclesiastico generale dell'Azione Cattolica Italiana, ha insegnato teologia alla Pontificia Università Gregoriana. Presso le EDB ha pubblicato: L'autenticità storica dei Vangeli. Studio di criteriologia (21986); Lo Spirito Santo: mistero e presenza. Per una sintesi di pneumatologia,con Dario Vitali (2005); Vorrei pregare con la Bibbia. Lettera a Cristiana sulla lectio divina(32009); Mi presenti Gesù? Intervista a Marco primo narratore del Vangelo (22011); ABC della fede (22008), Figli nel Figlio. Novena di Natale (22007), Fare i cristiani. Alcuni aspetti della formazione alla vita cristiana (2011) e Sorpresi dalla gioia. I vangeli delle domeniche e delle feste. Anno C (2012).
Il volume aiuta non solo a formulare un giudizio storicamente piu' fondato ed obiettivo sul grande Pontefice, ma consente anche, secondo la prospettiva di Benedetto XVI, di inquadrare meglio l'ultimo Concilio nell'ambito della ininterrotta tradizione della Chiesa.
Le importanti norme varate dalla Congregazione per la Dottrina della Fede sui delitti di sua competenza.
Questo volume contiene una raccolta di scritti inediti su temi legati alla realtà cattolica, quali la fede, la tradizione, la storia e la missione nella Chiesa, la vita consacrata, la catechesi. Nella stesura di questo corposo lavoro l'intento dell'Autore è stato quello di congiungere la profondità dottrinale della riflessione teologica con una comunicazione diretta e chiara, adatta a tutti coloro, sia laici che consacrati, che valorizzano la tradizione della Chiesa, ma anche all'uomo moderno, proiettato sul futuro e sul continuo progresso della società.
Il volume insiste, non soltanto in quello che la Bibbia ci dice sulla famiglia, ma anche sull'importanza che l'ambito familiare possiede per la lettura della Bibbia. Il volume è dedicato a esplorare questo rapporto tra Bibbia e famiglia, sia dal punto di vista del metodo esegetico e dei contenuti, che dell'importanza della famiglia come "metodo" per accostarsi alla Scrittura.
Esortazione apostolica post-sinodale di Giovanni Paolo II, su Gesù Cristo, vivente nella sua Chiesa, sorgente di speranza per l'Europa. L'Assemblea sinodale, svoltasi dal 1 al 23 ottobre 1999, si è rivelata una preziosa opportunità di incontro, di ascolto e di confronto. Ne è emersa la volontà di recepire l'appello che lo Spirito rivolge alle Chiese in Europa per impegnarle di fronte alle nuove sfide.
A 50 anni dall'apertura dei lavori del Concilio Vaticano II, la questione dell'ermeneutica conciliare suscita ancora un profondo dibattito fra gli storici e i teologi.
"L'anno della fede sottende allora un significato teologico riguardante la fede come esperienza totale di comunione con Dio e di coinvolgimento di sé; nello stesso tempo è un'espressione di coscienza storica, tesa a dire che la fede è processualità ossia si situa nel tempo e nel divenire storico. L'anno è appunto una scansione del tempo in cui siamo immersi. L'iniziativa del Papa esprime ancora una valenza pedagogica, perché è appello ad un impegno maggiore e ad una testimonianza più chiara del credente in risposta al mondo contemporaneo tormentato e carico di segni ambivalenti."
A cura di Giuseppina Avolio
Ogni anno i Cappellani Militari delle Forze Armate italiane si radunano a convegno sotto la direzione del loro Ordinario Militare, Mons. Vincenzo Pelvi, e approfondiscono un tema: quest’anno hanno privilegiato Annuncio del Vangelo e Comunione, una specie di lascito e di impegno per tutti loro, visto che Mons. Pelvi è al termine del suo mandato.
"La nuova evangelizzazione potrà germogliare solo da una vera e più intensa comunione ecclesiale. Diversamente Dio non è palpabile e il Vangelo non converte. È la fede a esigere la comunione, slancio che porta nel cuore del Vivente, manifestando una volontà “ecclesiale di concordia e di pace. Dove non c’è comunione, lì non c’è neppure fede. Credendo, la comunione cresce e si rafforza: non c’è altra possibilità per dare senso alla vita se non abbandonarsi, in un crescendo continuo, nelle mani di un amore che si sperimenta grande perché ha la sua origine in Dio".
(dalle riflessioni conclusive di Mons. Vincenzo Pelvi)
La curatrice
Giuseppina Avolio, consacrata dell’Ordo virginum, è direttrice dell’Ufficio comunicazioni sociali dell’Ordinariato militare per l’Italia. Per le Edizioni San Paolo ha curato: Alle vergini consacrate (2009); Annuncio del Vangelo e mondo militare (2009); Nella Verità la Pace (2010); Parola di Dio e accompagnamento spirituale (2010); Si avvicina agli uomini chi sa andare verso Dio (2010); Annuncio del Vangelo e preghiera (2011); Annuncio del Vangelo e testimonianza della carità (2012).