Chiara Amirante - che da anni tiene corsi di arte di amare, conoscenza di sé e "spiritoterapia" - ci aiuta a riconoscere le ferite di chi non è stato amato, di chi ha paura di amare, di chi ha fame d'amore. I primi passi sul cammino della guarigione sono anzitutto introspettivi: chi sono io? Come posso individuare i miei punti di forza e lavorare sulle mie fragilità? Quali sono le principali trappole che mi impediscono di sperimentare la gioia piena che scaturisce dal donare e ricevere amore? Come riconoscere e rispondere ai bisogni più profondi della mia anima. I passi successivi sono quelli della consapevolezza: la società di oggi uccide lo spirito e ci spinge nel vortice dei pensieri negativi. Non dobbiamo permetterlo. Dobbiamo invece trovare un senso alle nostre sofferenze, trasformando difficoltà in opportunità, ogni prova in un "passaggio" di crescita che ci renda più liberi e capaci di costruire relazioni autentiche. «Una delle prime cose che impariamo da piccoli è che, se ci feriamo nel corpo, dobbiamo subito pulire, disinfettare, curare, altrimenti la ferita s'infetta e genera conseguenze dolorose per tutto il fisico. Eppure, nessuno ci dice come riconoscere e curare le ferite del cuore». Se è vero che la nostra mente racchiude tante potenzialità inespresse questo è tanto più vero per il nostro spirito. Tramite la spiritheraphy Chiara propone un percorso concreto e pratico per scoprire e sviluppare le immense potenzialità spirituali presenti nel nostro spirito.
Tenendo presente il testo latino della costituzione conciliare, questo commento permette di cogliere tutto il valore e la permanente attualità della Dei Verbum, affinchè il modo diaccostarsi alla Bibbia sia non solo corretto dal punto di vista esegetico, ma diventi fonte di vita spirituale e rinvigorisca tutta l'azione pastorale della chiesa.
Uno studio sulle concordanze del messale Ispano-Mozarabico. Il rito mozarabico è una liturgia della Chiesa cattolica nata nel IV secolo nella Penisola iberica, praticata fino all'XI secolo nei territori ispanici.
Tradotta in inglese, francese, olandese, ceco e e portoghese, questa opera di Carmine Di Sante ha rappresentato in Italia il primo tentativo da parte cattolica di penetrare nello spirito della preghiera ebraica, dentro e al di là delle strutture quotidiane e di quelle festive. Diventato ormai un classico degli studi a carattere interreligioso, è un libro in cui si scopre la liturgia ebraica nella sua freschezza originaria.
Vangelo e Atti degli Apostoli da regalare per la Cresima. Il volume riporta il testo integrale dei Vangeli (Matteo, Marco, Luca, Giovanni) e degli Atti degli Apostoli nella traduzione ufficiale della Conferenza Episcopale Italiana. Il volume è presentato in un'edizione con caratteri grandi che facilitano la lettura e con copertina flessibile illustrata. I Vangeli sono preceduti da un'introduzione generale e da un'introduzione ai singoli libri curate da don Mariano Grosso, monaco benedettino. Il volume è arricchito da un indice analitico dei termini, che rimandano alle parti del testo dove sono menzionati. L'uso dei colori permette di trovare facilmente i singoli libri: Vangelo di Matteo (sezione verde), Vangelo di Marco (sezione rossa), Vangelo di Luca (sezione celeste), Vangelo di Giovanni (sezione arancione) e Atti degli Apostoli (sezione blu).
La Parola di Dio ogni giorno 2025 si colloca nell'anno del Giubileo, un'istituzione che affonda le radici nella tradizione biblica. Papa Francesco ha voluto riprendere questa tradizione con l'intento di favorire la nascita di un nuovo futuro. Per questo ha scelto il motto Pellegrini di speranza. Oggi siamo in mezzo alle guerre in Ucraina e in Terra Santa e alle altre 57 ancora aperte, in un clima di odio e di conflitto che sembra crescere piuttosto che diminuire. Non possiamo dirci estranei. Siamo sull'orlo dell'abisso non per caso ma per l'insipienza irresponsabile dell'intera umanità. A tutti si chiede uno scatto di responsabilità, di creatività e di audacia. È indispensabile incamminarsi verso una rinascita spirituale perché le società crescano in umanità, in amore e fraternità. Pellegrini di speranza nell'Anno Santo con la compagnia quotidiana della Parola di Dio.
L'improvvisa pandemia che ha recentemente scosso e martoriato l'intera umanità ha lasciato una ferita indelebile in tutti, tanto da aver persino modificato il nostro modo di vivere e aver minato le nostre sicurezze, suscitando dovunque paura e smarrimento. Papa Francesco, di fronte a questa sconvolgente tragedia, non ancora del tutto superata, e di fronte alle tante attuali situazioni drammatiche di guerra, di miseria, di sfruttamento, di fame, di sofferenza, di solitudine, orienta, con delicata sapienza pastorale, il Giubileo 2025 sul tema della Speranza. L'agendina per il 2025, quindi, nei testi e nelle immagini, è dedicata alla Speranza, per accompagnare, durante l'Anno Santo, il cristiano, nel suo quotidiano pellegrinaggio spirituale.
«Non abbiate paura!», è il monito che Gesù indirizza agli uomini. Non soltanto per sottrarre la loro vita a un'interpretazione solo moralistica e sanzionatoria della Legge, ma per affermare l'esistenza di un'altra Legge che li autorizza a coltivare il proprio desiderio - la propria vocazione, i propri talenti. È l'eredità fondamentale del messaggio cristiano ripresa dalla psicoanalisi di Freud e Lacan: la parola di Gesù mette in valore una Legge che attraverso il desiderio serve la vita e non la morte. Il tema centrale di questo libro concerne la parola di Gesù, riletta originalmente da Massimo Recalcati come una delle radici inaudite della psicoanalisi dell'«ebreo» Freud e del «cattolico» Lacan. Non si tratta di sottomettere la vita alla Legge, ma di vedere nella Legge - quella dell'amore e della grazia - una forza al servizio della vita. La Legge non incute più il timore della punizione severa, non esige più lo zelo scrupoloso del rispetto formale, ma si libera della morte che porta con sé per divenire una Legge che non annulla il desiderio, ma, al contrario, lo sostiene. È questa l'eredità essenziale assunta dalla psicoanalisi: la Legge non è nemica del desiderio, ma il suo fondamento più radicale. I riferimenti alle parabole, ai miracoli, alle guarigioni, a Pietro e a Giuda, alla notte del Getsemani, alla resurrezione e al pensiero di Paolo di Tarso sono rivisitati in modo sorprendente. Qui Recalcati sfida luoghi comuni e stereotipi della lettura psicoanalitica del cristianesimo mostrando con grande audacia come la testimonianza di Gesù sia innanzitutto testimonianza della vita indistruttibile del desiderio.
Questo studio prende spunto dal XII volume dell'opera omnia di Joseph Ratzinger-Benedetto XVI, dedicato alla teologia del ministero ordinato. L'intento è portare un contributo che, a partire dagli insegnamenti di Benedetto XVI, vuole, dopo aver analizzato la dinamica trinitaria del ministero sacro del presbiterato che emerge dalla preghiera di ordinazione, dire la necessaria ermeneutica della riforma e del rinnovamento nella continuità di cui ha bisogno la Chiesa. Il tema è affrontato tracciando delle linee concrete e imprescindibili per un recupero dell'identità sacerdotale che porti il presbitero a vivere realmente la sua missione, nella dinamica dello stare con il Signore, per poter poi fruttuosamente andare agli uomini.
Il volume di L. Guglielmoni e F. Negri è costituito da circa cento brani, in prosa e in poesia, riguardanti il significato del matrimonio cristiano sia come sacramento sia come evento che segna l'inizio della vita a due. Alcuni testi sono tratti dalla Bibbia, altri dalla liturgia, altri da autori di ispirazione e di periodi diversi, come per esempio: Alberoni, Grün, Madre Teresa di Calcutta, Rilke, Socrate, Tolstoj, Vanier; altri ancora sono costituiti da brani di canzoni di cantanti noti, come Adriano Celentano, Jovanotti, Bob Dylan.I curatori mettono a fuoco alcune problematiche attraverso domande che interpellano direttamente il lettore. Il volume è così articolato:- Introduzione, del card. Tettamanzi;- Prologo: Una gioia da condividere; - Parte prima: Il dono del matrimonio; - Parte seconda: Il rito del matrimonio; - Epilogo: Insieme verso il futuro.
È difficile sfuggire al fascino delle parole che Giovanni di Salisbury, nel XII secolo, attribuisce a Bernardo di Chartres, suo maestro: "Siamo come nani assisi sulle spalle di giganti, cosicché possiamo vedere più cose e più lontano non per l'acume della nostra vista o per l’altezza del nostro corpo, ma poiché siamo sollevati più in alto dalla loro statura". L'aforisma evoca ancora oggi la questione del debito dei moderni verso gli antichi, il riconoscimento della grandezza di quanti ci hanno preceduto, il rapporto fra maestri e discepoli, e tra le diverse generazioni, ma anche la capacità e la possibilità dei moderni di vedere più lontano se sanno fare buon uso della grande opportunità loro offerta.
Contribuiti di: Massimo de Giuseppe, Luciano Caimi, Gianni di Santo, Giuseppe Riconda, Davide Barazzoni, Fabrizio Mandreoli, Guido Innocenzo Gargano, Daniele Piccini, Marco Roncalli, Guido Formigoni, Marcello Brunini, Maria Cristina Bartolomei, Giovanni Ferretti, Gian Carlo Perego, Mariangela Maraviglia, Adelina Bartolomei, Fulvio de Giorgi, Daniela Mazzucconi, Bruna Bocchini, Alessandro Andreini, Gianfranco Brunelli, Luca Rolandi, Piero Coda, Pier Giorgio Grassi, Luigi Accattoli, Angelo Bertani, Beppe Tognon, Marco Vergottini, Rosy Bindi, Claudio Ciancio, Piero Stefani, Mariella Carpinello, Marco Garzonio, Fabio Ciardi, Marinella Perroni, Vito Angiuli, Domenico Mogavero, Franco Giulio Brambilla, Sergio Tanzarella.
I "Padri del mondo" sono tutti i maestri protagonisti della Mishnà, espressamente menzionati nel trattato che si intitola appunto Avot, i "Padri". Si presenta qui la prima traduzione in italiano della versione tradizionale della raccolta dei detti attribuita a Rabbi Natan, maestro babilonese del II-II secolo, che amplifica detti dei Padri e si può considerare come un loro commento. Questo trattato extratalmudico offre al lettore un vero e proprio compendio. della sapienza rabbinica e della sua trasmissione di generazioni in generazione.
Un testo impregnato dell'amore per la Torà, scritta e orale, che è in grado di orientare ancora oggi la nostra vita, perché " su tre cose il mondo sta: sulla Torà, sul culto e sulle opere di misericordia".