Il presente studio di carattere ecclesiologico-sistematico vuole elaborare linee che, partendo dall’idea dell’Eucaristia come «cuore» della realtà ecclesiale, conducano e approdino, grazie all’approfondimento e all’ermeneutica dei dati conciliari, a un possibile modello “eucaristico” di Chiesa. Si inquadra l’ecclesiologia eucaristica, che rappresenta uno dei possibili approcci allo studio della realtà ecclesiale – approccio non esclusivo né escludente – all’interno dell’ecclesiologia di comunione così come è andata a delinearsi a partire dal Sinodo dei Vescovi del 1985, perché è il modello spesso indicato come proprio del Vaticano II. Punto di partenza è lo studio di quel legame indissolubile ed osmotico che intercorre tra Eucaristia e Chiesa e che trova espressione nel noto adagio: «la Chiesa fa l’Eucaristia e l’Eucaristia fa la Chiesa». L’Autore guarda alla liturgia nel suo tratto costitutivamente ecclesiogenetico e, dopo aver osservato la “natura” eucaristica della Chiesa, nell’orizzonte della sacramentalità, inizia a pensare “eucaristicamente” anche le sue strutture. Il modello eucaristico di Chiesa riconosce la centralità e l’importanza del sinodo nel suo legame interiore con la sinassi eucaristica. L’Eucaristia, evento sinodale per eccellenza, si rivela essere il modello più adeguato della figura sinodale di Chiesa.
Annunciare il vangelo è accogliere la sfida sempre nuova di rendere ragione della fede in modo comprensibile e significativo. Questa convinzione è al centro della elaborazione teoretica di Carlo Greco per molti anni docente di Filosofia della religione e di Teologia fondamentale nella sezione san Luigi della Pontificia Facoltà Teologica dell’Italia Meridionale.
Muovendo dalla messa in luce dei nodi fondamentali del suo itinerario intellettuale, il volume è una sorta di dialogo a più voci che, da punti di approccio diversi, si costruisce avendo sullo sfondo come interlocutore padre Greco: le argomentazioni a lui più care, il suo stile di ricerca e di confronto. Un aiuto ad entrare nel vivo del dibattito teologico e filosofico contemporaneo intorno ad un tema che non smette di appassionare.
Gesù di Nazareth è l’avvenimento-verità della storia e la sua può essere definita come una storicità assoluta o singolare. Questa determina, secondo Giovanni Moioli, la storicità paradossale del cristiano. Infatti l’esperienza che il cristiano vive nella storia è determinata dal riferimento ineludibile a un evento passato, di cui egli è costituito “memoria” nello Spirito. Tuttavia proprio la normatività e la definitività dell’evento Cristo conferiscono al cristiano anche il senso della relatività di questa storia e dischiudono davanti a lui l’orizzonte di un futuro che rappresenta il compimento delle promesse di Dio. Ciò fa del senso dell’escatologia un elemento discriminante dell’esperienza cristiana. Viene così a delinearsi la posizione paradossale del cristiano dentro la storia: egli guarda a Gesù di Nazareth come alla verità normativa della propria esperienza e di questi viene costituito “memoria” nell’oggi storico; allo stesso tempo egli vive nell’attesa di un futuro che non è sinonimo di ignoto ma ha i contorni del Dio di Gesù. Proprio per questo il cristiano è, contemporaneamente, “memoria” e “speranza”. Il percorso all’interno della «meditazione teologica» del Moioli si snoda, in questo volume, attorno a tre assi portanti: l’individuazione del nucleo incandescente del pensiero del teologo milanese nell’idea decisiva della “singolarità” di Gesù; l’instaurazione di un dialogo, attorno a questo nucleo, tra le due forme principali della teologia unitaria di Moioli, la teologia sistematica – in particolare la cristologia e l’escatologia – e la teologia spirituale; la messa a tema di un dato sensibile che accomuna le due forme della teologia moioliana e che fa emergere tutta la singolarità cristiana, ossia lo statuto storico della fede.
Un libretto che raccoglie pensieri dedicati a... te: È per te il risveglio della primavera e il profumo delle rose... È per te la brezza leggera del mattino e la canzone del cuore... È per te il firmamento stellato e la quiete della notte... Illustrato a colori, è un simpatico regalo per una persona cara.
Tu sei speciale: tre parole per te che nascono dal cuore.
Un libretto per dirti: "Mi stai a cuore". A me importa, a me sta a cuore, a me interessa, mi riguarda, me ne prendo cura, io ci tengo, io ci sono.
Il rapido sviluppo della tecnologia - in modo particolare di Internet e dei social media - ha agevolato l'uomo in vari ambiti della sua vita. Ma cosa succede quando le nostre stesse creature prendono il sopravvento? Quando noi perdiamo il controllo degli strumenti che nascono per essere a nostro servizio? Se per ogni necessità abbiamo un'App, se non riusciamo a sopravvivere senza i motori di ricerca, "protesi" delle nostre menti; se abbiamo bisogno di controllare costantemente i nostri smartphone e dipendiamo dai likes, dai followers e dagli you win? Tutto ciò rischia di renderci impazienti, esibizionisti, alienati, sconsolati, ossessivi e dipendenti. Come tutte le altre addictions, l'uso dell'utile tecnologia sta diventando un abuso che in molti casi si trasforma in dipendenza e, a volte, anche in vera e propria patologia. Portelli e Papantuono fanno il punto sulle nuove dipendenze, per capirle, superarle e riprenderne il controllo in tempi brevi.
La vigilia di Natale è arrivata, e un nuovo pericoloso avversario semina il panico in città: un drago a sette teste, con il corpo squamoso da serpente. Daniel Jay Clarke, insieme al gruppo di straordinari personaggi che si riuniscono sotto la chiesa di St. Nicholas, si mette sulle tracce di questa creatura infernale che aggredisce persino i luoghi di protezione: il canile, la biblioteca, lo sfasciacarrozze... in tutta la città non esiste più un solo luogo sicuro! Per impedire la catastrofe, i nostri dovranno intraprendere una corsa contro il tempo per salvare quante più anime possibile. Riusciranno a fermare l'idra? Età di lettura: da 10 anni.
L'aldilà ha molti volti: non tanto perché il passaggio si verifica in modi diversi per ciascuno, ma soprattutto perché esso è stato pensato in modi diversi. Uno studio sull'immortalità non può quindi limitarsi alle Sacre Scritture ebraiche e cristiane. Il tema infatti ha una portata interculturale e interreligiosa, e proprio questo lo rende un campo insidioso e insieme avvincente. Vale la pena percorrerlo, anche perché paradossalmente il pensiero della morte aiuta a vivere meglio, almeno con più coscienza, l'attuale esistenza storica. Esplorando le varie tipologie di sopravvivenza ci si renderà conto che il pensiero di un'immortalità futura non è un motivo onirico per fuggire dal realismo di un presente impegnativo. Serve invece a coltivare la certezza che tutto comincia qui adesso: l'immortalità parte dalla convivenza con le cose più piccole e le relazioni più disparate di ogni giorno. Per il cristiano l'eternità e, quindi, l'immortalità comincia, non dopo la morte fisica, ma qui e ora, nel pur precario presente storico.
Nel panorama degli studi paolini manca una trattazione globale della categoria della figliolanza in Paolo. Presente in ognuna delle lettere autentiche dell'Apostolo, essa è trattata su tre livelli: il primo concerne il Figlio di Dio, Gesù Cristo; il secondo, i credenti in lui e gli Israeliti; il terzo, il rapporto tra l'Apostolo e i destinatari delle sue lettere, insieme ai collaboratori più stretti. Analizzando le diverse applicazioni del vocabolario della figliolanza, emerge come sia possibile prospettare un itinerario argomentativo e teologico tra le diverse lettere: rispetto al resto del Nuovo Testamento, Paolo approfondisce la tematica della figliolanza divina dei credenti, legandola saldamente a quella del Figlio, motivandola a partire dal dono dello Spirito e aprendola in chiave escatologica alla risurrezione finale dai morti. Così l'Apostolo si serve di questa categoria per indicare la salvezza mediante Cristo dei credenti, per manifestare la prima e positiva conseguenza della giustificazione dalla fede e per raffigurare la chiesa come comunità dei figli e delle figlie di Dio.
Un medico, un missionario, un uomo coraggioso e mite, sostenuto da una fede incrollabile. Padre Giuseppe Ambrosoli aveva deciso da ragazzo che avrebbe vissuto da comboniano al servizio dei poveri e che per questo avrebbe lasciato il suo paese, Ronago (CO), gli affetti e l'azienda familiare. Destinazione: Uganda. Partito nel 1956 con la nave Africa, dopo un avventuroso percorso su una jeep in mezzo alla savana, trovò a Kalongo, ai piedi di quella che è chiamata la Montagna del Vento, un dispensario per la maternità, una piccola capanna con il tetto di paglia. Nel giro di pochi anni, grazie alla sua caparbietà, alla grande capacità di medico e sacerdote, allo spirito manageriale ereditato dalla famiglia, quel piccolo centro divenne un grande ospedale. Ma la guerra civile irrompe nella vita dell'ospedale, stravolgendola. L'ordine di evacuazione è perentorio e padre Giuseppe, costretto in sole 24 ore ad organizzare la carovana di pazienti, medici e infermieri, lascia Kalongo senza tornarvi mai più. Lui, medico al servizio dei più poveri, muore a Lira, isolata dalla guerra, senza la possibilità di essere curato. Tutto finito? No. L'ospedale di Kalongo, protetto dai suoi abitanti, dopo tre anni rinasce e prosegue la sua opera di cura dei più vulnerabili. Quella storia di dedizione al prossimo e caparbietà umana continua ancora oggi con la Fondazione voluta dalla famiglia Ambrosoli e dai missionari comboniani, che hanno raccolto l'eredità di padre Giuseppe per dare sostegno e continuità ad un miracolo d'amore. Como, Milano, Kalongo. Migliaia di chilometri di distanza, rumori e odori diversi, ricchezza e povertà. Ma padre Giuseppe e la sua opera hanno ridotto le distanze, unito l'Ospedale e la Fondazione, i medici ugandesi e i volontari italiani, il bisogno di ricevere e la voglia di dare. Premessa di Mario Calabresi. Prefazione del card. Gianfranco Ravasi.
Un albo ideato come un percorso per costruire un pensiero e sentimento ecologico. L'accento è posto sul fare, sul mettere in moto occhi mani e la sensorialità in tutti i suoi aspetti per far nascere in ciascun ragazzo un pensiero, un sapere, una saggezza, che non si accontenta di fare la cosa giusta, ma vuole capire, scegliere, declinare di volta in volta. Le 40 attività proposte sono raccolte per argomenti e temi significativi per acquisire una coscienza critica e appassionata della cura della casa comune: lo sguardo sulla casa-terra, imparare da essa la generosità e l'essenzialità, convertire il proprio stile di vita, il dialogo per un futuro comune... Sullo sfondo l'insegnamento di Laudato si' di papa Francesco. Età di lettura: da 7 anni.