"Uno sguardo teologico sulla vita delle comunità religiose è quanto mai necessario oggigiorno, in un tempo in cui sembra purtroppo prevalere una lettura funzionalista o meramente psicologica delle relazioni comunitarie. I superiori timorosi o amanti dello statu quo ne potranno trovare stimolo a riappropriarsi della cura spirituale di coloro che gli sono affidati. Gli energici difensori della legge uno sprone alla discrezione e alla carità paziente Acquaviva ci aiuta a ricordare che non può tenersi in piedi una comunità di fratelli senza padre, né una comunità di "padri" totalmente assorbiti dagli "affari fuori casa", dove oramai nessuno guarda più l'altro con lo sguardo buono e sanante di Dio." (Dalla Presentazione di don Giuseppe Forlai)
Eletto il 13 marzo 2013, primo papa sudamericano e gesuita, primo a trovarsi a convivere con un papa emerito e primo a scegliere per sé il nome di Francesco, Jorge Mario Bergoglio, pontefice numero 266 nella storia della Chiesa cattolica, ha subito stabilito con la cultura progressista e laicista un rapporto di profonda simpatia. È piaciuto il suo presentarsi all’insegna dell’umiltà, della semplicità e della povertà. È piaciuta la disponibilità all’intervista. Sono piaciute le sue bordate contro la Chiesa che non sa essere “in uscita”, le sue sferzate a preti e vescovi, la sua proposta di Chiesa “ospedale da campo”, l’attenzione verso le “periferie”, la richiesta, rivolta ai pastori, di por tare addosso “l’odore delle pecore”, l’insofferenza verso l’economia di mer cato, l’allinearsi (specie nel l’enciclica Laudato si’) a un certo ecologismo à la page. Con altrettanto entusiasmo è stata salutata la sua proposta di Chiesa “misericordiosa”, disposta a perdonare tutti, come fa il Padre buono, e desiderosa di non giudicare.
Nello stesso tempo, tuttavia, proprio questa linea, esplicitata soprattutto nell’esortazione apostolica Amoris laetitia sull’amore nella famiglia e sfociata nella richiesta di giudicare non sulla base di principî generali ma caso per caso, ha suscitato perplessità crescenti in chi vi vede un cedimento allo spirito del mondo, a un certo relativismo morale e a un populismo fatto di slogan che, a un esame più approfondito, si rivelano vuoti se non ambigui. Proprio la lettura di Amoris laetitia legittima una domanda: che cosa sta più a cuore alla cosiddetta “Chiesa di Francesco”? La salvezza dell’anima o il benessere psicologico ed emotivo delle persone? C’è poi il grande problema della mancata denuncia delle radici religiose dell’estremismo islamista, che, insieme all’abbraccio con il patriarca di Mosca Kirill, ci mette di fronte a una Realpolitik a sua volta fonte di domande e perplessità.
È difficile infine non accorgersi dell’approssimazione che caratterizza numerose affermazioni del papa, anche su temi fondamentali per la dottrina e per la fede. Si può dunque dire che, al di là del successo di cui Bergoglio sembra godere, esiste un serio “caso Francesco” sul quale interrogarsi. Un dibattito già in corso con la partecipazione di eminenti cardinali, teologi e filosofi nel quale è stata evocata perfino la parola scisma.
Aldo Maria Valli
Giornalista, è vaticanista del Tg1. Laureato in Scienze politiche all’Università Cattolica di Milano, è autore di numerosi libri riguardanti la Chiesa cattolica e la Santa Sede. Tra i più recenti, Piccolo mondo vaticano. La vita quotidiana nella città del papa (2012), Il forziere dei papi. Storia, volti e misteri dello Ior (2013), Milano nell'anima. Viaggio nella Chiesa ambrosiana (2013) e Benedetto XVI. Il pontificato interrotto (2013).
Se due persone, in una stanza, si ignorano, allora non comunicano. E se non comunicano finiranno per smarrirsi in malintesi. Dai malintesi si sfocerà, forse, in un contrasto e quest'ultimo sarà pretesto di ulteriore isolamento. Si provi a ribaltare tale prospettiva. Si immagini che quelle due persone abbiano voglia di comunicare nonostante il background socio-culturale differente. Allora ne scaturirà un arcobaleno relazionale ed esperienziale. Ed esperire significa toccare con mano, arricchendo il proprio bagaglio umano, cognitivo ed interpretativo. Così questo breve testo, pensato per tutta la famiglia, testimonia interconnessioni quotidiane tra persone di lingue, usi e costumi diversi, tentando di dare un contributo alla cultura del dialogo che profuma di scoperta. Il confronto interculturale è una prospettiva possibile e praticabile.
Padre Quirico Pignalberi, OFM Conv., lasciava trasparire tutta la soavità di un'anima in pace con Dio, abituata a contemplare da vicino i misteri di Dio, dell'Eucaristia, dell'Immacolata... Era stato compagno di studi di san Massimiliano, a Roma dal 1912 al 1919, e continuò ad essere suo ammiratore ed amico, condividendone gli ideali della più grande possibile santità, attraverso l'Immacolata, alla quale si erano donati interamente, per la massima gloria di Dio, fondando insieme la "Milizia di Maria Immacolata" (= M.I.) nel 1917. Di P. Kolbe, il Ven. Padre Quirico scrisse: «Il movente di tutta la sua vita, e della sua attività, era la sua ardente carità verso Dio, la Ss.ma Vergine Immacolata e verso il prossimo». Queste parole si possono riferire, altrettanto perfettamente, a P. Quirico stesso! E inoltre egli diceva: «i fatti paralleli di Fatima (1917)... non solo non contraddicono, ma completano e stabiliscono a meraviglia la nostra Milizia...». Padre Angelo Di Giorgio, Guardiano del Convento S. Lorenzo al Piglio (dove il Ven. P. Quirico fu Maestro dei Novizi per molti anni) dice che questo libro: «sarà sicuramente utile per chi vorrà conoscere più da vicino questi due astri luminosi nel firmamento della Chiesa e dell'Ordine Francescano, proprio nel 1° centenario della fondazione della Milizia di Maria Immacolata».
"E se un giorno dovessi andar via dalla mia terra, non per scelta o per necessità di studio o di lavoro, ma in seguito a eventi così gravi da costituire una probabile minaccia di morte, cosa porterei con me in solo due bagagli a mano, da preparare in massimo ventiquattro ore?" Questo è il quesito proposto dall'autrice come linea guida per una riflessione in chiave empatica, nello sforzo di immaginarsi al posto di chi è costretto a scappare a causa di guerre, persecuzioni o calamità. Sono nove, insieme all'autrice, le persone che hanno accettato l'invito di vestire il ruolo di "protagonisti" di una ipotetica fuga salvavita, situazione non del tutto improbabile considerando gli attuali esodi a cui stiamo assistendo. "Vogliamo leggere questo libro come un mettersi nei panni di - scrive mons. Gian Carlo Perego nella presentazione del volume - [...] e ci auguriamo che quanto proposto dall'autrice diventi non un esercizio di stile, ma uno dei tanti modi per essere compassionevoli, accoglienti e veri cristiani non solo di parole di pace e fratellanza, ma anche di gesti di carità".
Per stare vicini al nipote, per aiutarlo a crescere, per superare la distanza generazionale (prima tra tutte, quella digitale!) c'è uno strumento sicuro al 100%. E' la fiaba! Le fiabe piacciono: in tutto il pianeta non trovi un bambino che non ami sentirsi raccontare una fiaba, la sera!
Le fiabe fanno bene: "Non c'è nulla di più vitale alla crescita del bambino che raccontare una fiaba", ci assicura il noto psichiatra Paolo Crepet (1951).
Per favore, dunque, non lasciamoci sfuggire le fiabe!
La fiaba è il più sostanzioso allattamento psicologico del nipote. La fiaba è un fuoco acceso. Insomma, perché non iniziare? Basta una fiaba per rendere più luminosa e meno noiosa la vita del nipote. Basta una fiaba per regalargli una carezza che gli rimarrà nel cuore per la vita eterna.
DON LUIGI STURZO
Sacerdote di Cristo al servizio dell’uomo
dalla prefazione di S.E. Mons. Michele Pennisi
Don Luigi Sturzo con intuito profetico avvertì come sua missione quella di introdurre la carità cristiana nella vita pubblica, nella convinzione che questa virtù teologale non può ridursi solo alla beneficenza, ma deve essere l’anima della riforma della moderna società democratica ove le persone sono chiamate a partecipare responsabilmente alla vita sociale per realizzare il bene comune. La carità non può essere dissociata dalla ricerca della giustizia la quale è determinata dall’amore verso il prossimo, che a sua volta è strettamente legata all’amore verso Dio. Da queste premesse il sacerdote calatino concepirà la politica come dovere morale e atto d’amore.
ANDIAMO A BETLEMME
ABSTRACT - Chi ascolta la voce dell’angelo che annuncia la nascita del Cristo — e indica anche il luogo preciso dove cercarlo — china il capo in rispettosa adorazione e inizia un percorso intimo di meditazione del dono ineffabile riversato...
Condividi
di Federico Lombardi
pag. 527
PAPA FRANCESCO COMPIE 80 ANNI
Un leader di statura mondiale
ABSTRACT - Il 17 dicembre Papa Francesco compie 80 anni. È un fatto che oggi viene considerato da molti — non solo cattolici, o cristiani, e neppure credenti, ma anche da tantissimi non credenti, al di là dei confini delle comunità...
Condividi
di Peter Walpole
pag. 539
I LINEAMENTI DI UNA SCIENZA DELLA SOSTENIBILITÀ
ABSTRACT - Man mano che si accresce la conoscenza scientifica e si rafforza un dialogo sui bisogni sociali, va cambiando il nostro modo di pensare. La scienza del problem solving è fondamentale per tutte le società che vogliano servire i...
Condividi
di Giovanni Sale
pag. 553
LA GUERRA DIMENTICATA DELLO YEMEN
ABSTRACT - Mentre l’attenzione internazionale è concentrata sul complicato conflitto siro-iracheno, nello Yemen da più di un anno e mezzo si sta combattendo una cruentissima «guerra asimmetrica» tra l’aviazione saudita e i guerriglieri houthi, di appartenenza sciita. Per comprendere le...
Condividi
di Antonio Spadaro
pag. 565
ESCLUSIVO | «SILENCE». INTERVISTA A MARTIN SCORSESE
SOMMARIO - A gennaio uscirà nelle sale cinematografiche Silence, un film di Martin Scorsese ispirato alla vicenda dei martiri giapponesi del XVII secolo. Il nostro direttore ha realizzato un’ampia intervista con il regista, incontrandolo nella sua casa di New York...
Condividi
di Antonio Spadaro
EXCLUSIVE | «SILENCE». INTERVIEW WITH MARTIN SCORSESE
SUMMARY - Inspired by the story of seventeenth century Japanese martyrs, Martin Scorsese’s film, Silence, will be on general release in cinemas from January. La Civiltà Cattolica's editor has conducted an extensive interview with the director, both at his home...
Condividi
di Giancarlo Pani
pag. 587
DAVID MARIA TUROLDO
Poeta irrequieto di fede e di pace
ABSTRACT - Un secolo fa, il 22 novembre 1916, nasceva David Maria Turoldo; ci ha lasciati 25 anni fa, il 6 febbraio 1992. Religioso dell’Ordine dei Servi di Maria, è stato un uomo di Dio e un personaggio controverso, ma...
Condividi
di Giandomenico Mucci
pag. 598
ANIMA CRISTIANA E MUSICA ROMANTICA
ABSTRACT - La musica romantica ha avuto solitamente scarsa fortuna presso i teologi, soprattutto se si confronta quel modesto interesse con l’attenzione e l’entusiasmo giustamente concessi ai grandi musicisti dell’età barocca e classica. Il che stupisce, quando si pensa al...
Condividi
di Francesco Occhetta
pag. 604
L’ARCHITETTURA DELLA RETE
ABSTRACT - Nel volume Architettura della Comunicazione, Federico Badaloni approfondisce il nuovo ecosistema dell’informazione, che include internet ma va oltre il confine di ciò che chiamiamo «il digitale», perché la rete è ciò che permette alle persone di connettersi e...
Attendere, ascoltare, camminare, stupirsi, accogliere, donare, ringraziare, adorare, generare. Una Novena costruita sui verbi del Natale da vivere oggi, tutti i giorni, tutto l'anno... Perché è sempre Natale!
Gli ultimi cambiamenti normativi sul processo canonico possono suscitare l’interesse degli operatori anche del diritto secolare. L’opera tratta in chiave culturale alcuni aspetti dell’ordinamento processuale della Chiesa, nella convinzione che conoscere la sua ricchezza, e segnalare sue eventuali debolezze, sia d’interesse in un contesto come quello attuale, dove la comunicazione e il confronto tra i vari sistemi giuridici si ritiene generalmente una risorsa che supporta il Diritto nell’adempimento della sua superiore funzione, quale fattore umanizzante dei rapporti interpersonali e sociali.
La letteratura è forse rimasta (o è ritornata ad essere) il luogo più attendibile di una fenomenologia dell'umano all'altezza della vita umana? La domanda ha una sua doppia provocazione.
La prima è questa: il 'fenomeno' umano indagato e restituito alle cosiddette scienze dell'uomo, quanto è ancora 'umano'? E quanto ci possiamo riconoscere in esso? Spingendo ancora più a fondo l'interrogativo, potremmo manche estendere la domanda alle teorie del pensiero più classico, come la filosofia e la teologia: sono sempre all'altezza del principio di realtà in cui viviamo, ci muoviamo e siamo, noi umani? La seconda incalza direttamente l'ipotesi di partenza. La letteratura, per definizione, restituisce la realtà dell'esperienza attraverso la libertà dell'invenzione: la ricostruzione fantasiosa, la visione poetica, l'immaginazione drammatica, il surrealismo del fantastico. In questo modo, allarga o elude il principio di realtà? Ci sono in cielo e in terra molte più cose di quelle scritte nei libri. Per questo facciamo letteratura, per allargare l'orizzonte della realtà o per eludere l'angoscia di non poterla abbracciare?