In questo numero la parte monografica è dedicata al tema dei Concordati nel Terzo millennio, con contributi di Romeo Astorri, Carlo Cardia, Giuseppe Dalla Torre, Pasquale Lillo, Roland Minnerath, Andrea Zanotti. La rivista presenta inoltre un intervento del Card. Francesco Coccopalmerio sul tema del consiglio pastorale parrocchiale e contributi dei professori Massimo del Pozzo e Giuliano Brugnotto.
La traduzione in lingua italiana dell'articolo di Johannes Beumer, comparso nella Rivista Gregorianum nel 1939, prende in esame la storia dell'assioma gratia supponit naturam, spesso soltanto citato dai teologi moderni, ed offre la possibilità di approfondire le dinamiche teologico-filosofiche implicate nella comprensione dei due ordini: naturale e soprannaturale.
Il presente libro, considerando la rilevanza dell'insegnamento della Parola di Dio, da cui nasce la fede cattolica, senza la quale non esiste nessuna comunità né Chiesa particolare, e tenendo conto anche della scristianizzazione delle terre di antica tradizione cristiana nonché della proliferazione delle sette, rimarca non soltanto l'urgenza ma soprattutto il primato di tale annunzio nel mondo intero. Il volume, riferendosi al terzo libro del Codice latino che ha regolato il munus docendi della Chiesa in 87 canoni, commenta queste norme strutturate in cinque titoli, ma espressione di un unico tema, cioè il deposito della fede (cfr. can. 747) che deve essere sempre insegnato ovunque, perché la sua ricchezza aiuti ogni persona che lo accoglie e lo mette in pratica a coltivare il bene comune nella giustizia e a vivere in pace con se stessa e con gli altri.
Il libro ripercorre alcuni momenti della vita pubblica del Signore: dal Battesimo nel fiume Giordano all'Ultima Cena, passando per le Nozze di Cana, l'invito alla conversione e la trasfigurazione sul Tabor. Gesù si incammina per le strade degli uomini proponendo la via dell'amore e una speranza nuova. Per queste strade c'è Giovanni Battista, ci sono i discepoli, capaci di fidarsi della chiamata, ci sono i peccatori e i perdonati. C'è ciascuno di noi. Ognuno risponde liberamente alla chiamata del Maestro.
Un romanzo che ci mette di fronte a domande profonde e attuali sul nostro rapporto con il corpo, l'altro, l'identità e l'accoglienza.
Cammino, il capolavoro di san Josemaría Escrivá, è un insieme di pensieri per la meditazione innervati da una spiritualità profonda e umana che incoraggia a cercare il soprannaturale nella vita di tutti i giorni. Lo stile diretto in cui l’opera è scritta invita il lettore ad affrontare sé stesso, in un esame di coscienza che dà all’anima pace, gioia e forza per la generosità, conducendola spontaneamente all’orazione.
Dai punti di Cammino si possono cogliere alcuni aspetti dello spirito dell’Opus Dei, il libro però non si dirige esclusivamente ai fedeli di questa Prelatura, ma a tutti i cristiani e a tutti gli uomini di buona volontà che vogliono incontrare il Signore. Milioni di persone – in tutto il mondo e delle più diverse condizioni – che hanno trovato in quest’opera un sostegno per la loro vita spirituale, l’hanno fatta diventare un classico della letteratura ascetica, di cui sono state stampate 5 milioni di copie in più di 50 lingue.
Come è possibile pregare, se si vive nel mondo? Le cose, le situazioni, le persone, possono essere continui piccoli “spunti quotidiani”, che ci parlano dell’Autore?
In queste pagine il lettore troverà tanti semplici suggerimenti ed esempi, che cercano di rispondere a queste e ad altre domande, tipiche di chi vuole essere credente ed avere un continuo rapporto di amore con Dio, pur vivendo da laico, in mezzo al mondo di oggi.
Stefania Perna, laureata in lettere classiche, dottorato in letteratura cristiana antica su sant’Ambrogio (presso l’università di Bari, città in cui vive con il marito e tre figli), docente di lettere di ruolo, diplomata in pianoforte superiore, ha al suo attivo molte pubblicazioni, alcune come critico musicale e molte altre come credente.
Affascinata soprattutto dallo scoprire il legame profondo tra fede e vita quotidiana, ha scritto un libro all’anno, a iniziare da una trilogia che ha avuto rapida e notevole diffusione: “50 preghiere per cercatori di speranza” (Effatà, 2013), “Strada facendo: tutti sogni o tutti segni?” (Cantagalli, 2015), “Diario di Elena – quarant’anni: perdersi o ritrovarsi?” (Ancora, 2016). Ha poi continuato a scrivere pubblicando “Con tutto l’amore possibile. Il desiderio senza tempo di don Antonio Spalatro” (Effatà, 2017), “Diario ad alta quota” (Parva, 2018) e “Tra i tornanti dell’anima. In cammino con la parola” (Edizioni Segno, 2019).
Benvenuto nella fattoria! Gli animati ti aspettano per insegnarti nuove parole e mostrarti dove vivono: il cane nella cuccia, la gallina nel pollaio, la mucca nella stalla... A ciascuno la propria casa! Età di lettura: da 2 anni.
Benvenuto nel bosco! Gli animali ti aspettano per insegnarti nuove parole e mostrarti dove vivono: la talpa nelle gallerie, la volpe nella tana, lo scoiattolo sull'albero... A ciascuno la propria casa! Età di lettura: da 2 anni.
Abbiamo un manuale d’istruzioni per tutto ormai, ci mancava proprio quello per vivere nel mondo senza essere del mondo. Le regole da sole non bastano, ma come diceva San Bendetto da Norcia, aiutano a dirigere «la vita di quelli che obbediscono».
Quando e come pregare, come si sta a tavola, il lavoro, l’importanza dell’essere stanziali, il bel dormire, il silenzio, l’esercizio dell’autorità, questi sono alcuni elementi da non trascurare per fare funzionare al meglio un cattolico nel mondo,
Quindi per mangiare, riposare, pregare, educare, lavorare, divertirsi… ci vogliono le istruzioni!
Ecco il necessario libretto di 100 pagine da tenere sempre a portata di mano, seguendo la Regola di San Benedetto.
Hai presente quando la radio passa la canzone che ascoltavi sempre alle superiori, e ti immaginavi nel futuro, libero e felice di fare quel che volevi... be', se a sentirla il cuore ti si stringe e alla fine devi cambiare stazione, vuol dire che in quel futuro qualcosa non è andato come sognavi. Così è per Fabio, che ha ventiquattro anni e studia giurisprudenza. La materia non lo entusiasma per niente, ma una serie di circostanze lo ha condotto lì, e lui non ha avuto la forza di opporsi. Perciò procede stancamente, fin quando - siamo nel 1998 - per evitare il servizio militare obbligatorio viene spedito in un ospizio per preti in cima ai monti. Qua il direttore è un ex missionario ottantenne ruvido e lunatico, che non esce dalla sua stanza perché non gli interessa più nulla, e tratta male tutti tranne Gina, una ragazza che si crede una gallina. Diversi come sono, qualcosa in comune Fabio e don Basagni ce l'hanno: la passione per il ciclismo. Così iniziano a guardare insieme il Giro d'Italia, e trovano in Marco Pantani l'incarnazione di un sogno. Un uomo coraggioso, tormentato e solo, che si confronta con campioni colossali che hanno il loro punto di forza nella prudenza e nel controllo della corsa. Pantani invece non fa tanti calcoli, lui dà retta all'istinto e compie sforzi immani che gli permettono di spostare il confine, "il terribile confine tra il possibile e l'impossibile, tra quel che vorremmo fare e quel che si può". Grazie a questa meravigliosa follia, Fabio e don Basagni troveranno in sé un'audacia sepolta, e metteranno in discussione l'esistenza solida e affidabile che ormai erano abituati a sopportare. Fabio Genovesi ci racconta cosa vuol dire credere in qualcosa. Qualsiasi cosa. Che sia però magica, e ci accenda, spingendoci avanti o da qualsiasi parte, senza progetti o direzioni già tracciate. Si rischia di cadere, sì, ma quando alla radio passeranno la canzone della nostra adolescenza allora, cantandola a squarciagola coi finestrini abbassati, di sicuro voleremo.
«La lampadina del proiettore è saltata in pieno Fellini. Minne e io stavamo guardando Amarcord a letto. "Oh, no, cazzo!" Ho piazzato una sedia sopra un tavolo e sono andato all'assalto di quell'arnese per cambiare la lampadina fulminata. Un gran botto, la casa si è spenta, sono franato giù con tutta la mia impalcatura e non mi sono più rialzato. Mia moglie mi ha visto morto ai piedi del letto coniugale. Nel frattempo io rivivevo la mia vita. Pare succeda spesso. Ma non si svolgeva esattamente come l'avevo vissuta.» (D.P.)