L'autore di quest'opera assai originale guida il lettore a vedere e interpretare i gesti di Gesù, gesti rivelatori, spesso più eloquenti delle parole.
Nel II secolo avanti Cristo i Greci iniziarono la loro più grande avventura nella lontana India, guidati da un giovane e valoroso re che aveva raccolto l'eredità di Alessandro Magno, pronto a spingersi in terre misteriose e lontane che le falangi macedoni non avevano mai nemmeno sentito nominare: questo giovane re era Menandro. Figlio di umili coloni, Menandro scalò il potere grazie alle proprie doti di guerriero, ma seppe passare alla storia grazie anche alla sua curiosità e umanità, che lo portarono a una conversione al Buddhismo, foriera di grandi sviluppi letterari e filosofici e che lo resero il protagonista di uno dei capolavori della letteratura orientale, Le domande di re Menandro. Seguendo la sua stupefacente parabola ricostruiamo per la prima volta in una biografia le vicissitudini di questo grande stratega, ricorrendo alle fonti più disparate (storici greci e romani, annalisti cinesi, filosofi indiani) per tentare di fare luce sul cammino e l'eredità di questo grande, ma poco conosciuto, protagonista del passato.
Presentación de José Luis Illanes, prof. emérito de la UNAV.
«Hay que rechazar el prejuicio de que los fieles corrientes no pueden hacer más que limitarse a ayudar al clero, en apostolados eclesiásticos. […] El modo específico de contribuir los laicos a la santidad y al apostolado de la Iglesia es la acción libre y responsable en el seno de las estructuras temporales». (San Josemaría Escrivá, Conversaciones,n.59, 303 [1968]).
«El clericalismo lleva a la funcionalización del laicado […]. Muchas veces hemos caído en la tentación de pensar que el laico comprometido es aquel que trabaja en las obras de la Iglesia y/o en las cosas de la parroquia o de la diócesis y poco hemos reflexionado cómo acompañar a un bautizado en su vida pública y cotidiana; cómo él, en su quehacer cotidiano, con las responsabilidades que tiene se compromete como cristiano en la vida pública. Sin darnos cuenta, hemos generado una élite laical [...] y hemos olvidado, descuidado al creyente que muchas veces quema su esperanza en la lucha cotidiana por vivir la fe». (Francisco, Carta, 19-3-2016).
Vicente Bosch Cano (Valencia, 1955), sacerdote, es licenciado en Derecho y doctor en Teología. Imparte cursos de espiritualidad laical y presbiteral como profesor extraordinario de Teología Espiritual de la Pontificia Universidad de la Santa Cruz (Roma). Ha publicado una treintena de artículos especializados y voces de diccionario, además de los libros: El concepto cristiano de «simplicitas» en el pensamiento agustiniano (2001), Servo buono e fedele. Scritti sulla figura di Mons. Álvaro del Portillo (2001) y Llamados a ser santos. Historia contemporánea de una doctrina (2008). Actualmente es director de la revista Annales Theologici, publicada por la Facultad de Teología de la que es profesor.
Buona attesa è un modo di vivere, possibile e desiderabile. Lo si può apprendere fin da bambini se aiutati e educati. Lo si può imparare in ogni età. È scoperta e dono. Esperienza di vita contro la frenesia, l'accelerazione, il "tutto e subito", l'"in fretta", il "tutto pronto", solo "immediatamente" o "mai più". È avere lo sguardo che penetra in sé e cerca un senso. È volgere lo sguardo all'altro, all'Altro, al Tu che è il Buon Dio (Padre, Figlio, Spirito Santo), a Gesù. È sapere e voler volgere lo sguardo attorno, cogliere che mentre camminiamo ci costruiamo e abbiamo una esperienza di reciprocità dei doni divini dei quali possiamo usufruire. Siamo così aiutati ad avere lo sguardo di Gesù: sguardo differente, penetrante, benevolo, oltre. Possiamo accettare di non mettere mai il punto e basta; continuiamo a pensare, ad amare, lieti che dopo di noi si pensi meglio e si ami ancor di più.
Fra ebraismo e cristianesimo c'è una convergenza di fondo, inseparabile certo dalla loro diversità, eppure tale da motivare la loro ineliminabile coappartenenza e la consistenza dell'apporto che la tradizione ebraico-cristiana nel suo insieme ha dato alla storia culturale e religiosa dell'umanità. La singolarità di quest'apporto sta nella testimonianza che entrambi, ebraismo e cristianesimo, rendono alla rilevanza dell'Altro, trascendente e vicino, nella vicenda personale e collettiva. Atteso, cercato, accolto, amato, il totalmente Altro - tanto per l'ebraismo quanto per il cristianesimo - è il Dio vivente, che sovverte e salva la vita e la storia quando, pur restando infinito, si fa presente nel finito per comunicarsi alla nostra fragilità. Per il cristiano questa presenza raggiunge il suo vertice nella Parola fatta carne, Gesù, che «è ebreo e lo è per sempre». Conoscere e amare l'ebraismo è perciò, per il cristiano, componente rilevante della conoscenza e dell'amore per il suo Signore e Maestro.
Dieci vite di santi magistralmente raccontate dal decano dei giornalisti cattolici Angelo Montonati. Di ognuno di questi pilastri della fede l'autore presenta le origini familiari, la prima educazione, la maturazione della vocazione specifica e lo sviluppo della luminosa testimonianza che hanno lasciato. La scrittura coinvolge il lettore con una ricchezza di episodi e particolari spesso inediti che solo la penna magistrale di Montonati può far vivere unendo documentazione storica, testimonianze personali e linguaggio accessibile a tutti. Dieci uomini e donne che nelle più diverse situazioni storiche hanno vissuto la stessa esperienza: la propria piena realizzazione nell'adesione alla persona di Cristo, per questo la chiesa li ha riconosciuti come santi. Filippo Neri Riccardo Pampuri Gianna Beretta Molla Rolando Rivi Bakhita Massimiliano Kolbe Elisabetta della Trinità Giovanni di Dio Giuseppe Moscati
Poeti cristiani latini dei primi secoli è un'ampia antologia della poesia cristiana, dal II al VI secolo dell'era cristiana. I testi sono tradotti da settanta poeti italiani contemporanei, ognuno dei quali ha tradotto in linguaggio poetico un autore dell'antichità sul modello di precedenti antologie curate per l'editore Bompiani (Lirici greci e Poeti latini) dallo scrittore e poeta Vincenzo Guarracino che ha coordinato il lavoro di tutti. Alcuni autori tradotti: Lattanzio, Damaso, Ilario, Ambrogio, Prudenzio, Paolino da Nola, Agostino, Claudiano, Boezio. Tra i traduttori : P.Bigongiari, M.Luzi, R.Sanesi, P.Ruffilli, R.Mussapi, I.A.Chiusano, V.Volpini, A.Parronchi, R.Crovi, C.Ruffato, B.Garavelli, M.Beck, C.Ferrari, E.Coco, P.Lucarini, G.Ferri, G.Finzi, R.Nigro, G.Oldani, St.Zecchi, T.Crivellaro, F.Manzoni, P.Maffeo, S.Raffo, G.C.Pontiggia, M.Santagostini, F.Dainotti, F.Panzeri, V.Magrelli, R.Minore, C.Greppi, T.Rossi, E.Salvaneschi, L.Fontanella, O.Rossani, M.Cucchi...
Alcuni dibattiti sono distanti anni luce dalla vita di tutti i giorni. Non così quelli che sorgono dal problema dell’esistenza del male: se Dio è buono e sovrano perché esiste la sofferenza, e il male? Non è forse questo un tema che affiora ogni qual volta siamo confrontati con i problemi della violenza, del terrorismo, della guerra, delle calamità, etc.?
Neanche i cristiani possono sottrarsi alla presa di questo interrogativo.
In questo libro l’autore offre il suo contributo al dibattito senza ambire a fornire le risposte ultime e definitive; al contrario, valutando gli approcci che sono stati elaborati nel corso dei secoli (ottimismo, pessimismo e dualismo), egli torna a interrogare la Bibbia, illuminando in tal modo un originale percorso che dal mistero opaco del male ci conduce al mistero luminoso della croce, la risposta dell’amore di Dio alle domande angoscianti degli uomini.
Due innamorati che si incontrano la prima volta non sanno che condivideranno il resto della vita insieme, eppure già nelle loro vene scorre un sentimento che li legherà per il resto dei loro giorni. Sono ignari del loro futuro, ma consapevoli del loro destino. L'innamoramento è una turbolenza di sentimenti contrastanti: ti confonde, ti paralizza, ti annienta, ma allo stesso tempo ti chiarifica, ti scuote, ti edifica. E' come trovarsi all'interno di un uragano, in cui lo scontro di venti contrari genera la tempesta stessa.
Il volume raccoglie il diario di una adozione in Colombia narrato da una famiglia in diretta, giorno per giorno.
Rimarrete coinvolti e commossi da questa storia, vi ritroverete a piangere e a ridere fra le pagine di questo libro i cui racconti sono densi di vita ed intrisi di spiritualità. E' l’avventura dell’incontro con un figlio “alieno” in un succedersi di eventi intensi, impegnativi e poi improvvisamente spassosi...
“Mettete insieme un figlio nuovo di zecca da recuperare dall’altra parte del mondo, con un primogenito ancora piccolo, contento del regalo che Gesù sta per elargire, ma anche preoccupato per l’intuizione, affatto errata, che sta per perdere la centralità di cui ha goduto fino ad ora. Unite la voglia di raccontare, il bisogno di condividere, il desiderio di comunione... e nasce questo diario.
Ci siamo dentro noi tre, anzi, noi quattro, noi tre che diventiamo quattro, con le nostre avventure in un angolo lontano del mondo e con i nostri pensieri e le nostre emozioni dal profondo del cuore. Ci sono la gioia e la fatica, c’è il dito di Dio nella nostra storia. C’è il nostro rinascere famiglia, un diventare genitori in modo totalmente nuovo e inatteso...".
L'estate non è solo il momento del divertimento e dello svago. L'interruzione delle consuete attività lavorative e di studio offre una occasione privilegiata per riflettere sulle meraviglie del creato che ci circondano. È una possibilità da non perdere, in un tempo in cui la frenesia dei nostri numerosi impegni rischia di togliere, a grandi e piccoli, lo stupore per l'ambiente che abitiamo. La pubblicazione di questo volumetto nasce dalle riflessioni sorte intorno al lungo e affascinante lavoro dedicato a definire il tema, le finalità e gli strumenti dell'Oratorio estivo DettoFatto.
Il volume, un vero e proprio focus sul cinema di Jane Campion, prende in analisi l'intera filmografia della cineasta neozelandese autrice antipodean di ordalie esistenziali, sensibile agli aspetti formali del racconto filmico e dotata di un acuto sguardo antropologico. Il libro ricostruisce l'avventura cinematografica della regista neozelandese - dal background formativo (gli studi di antropologia, belle arti e cinema) alle molteplici influenze formali, culturali ed esperienziali rintracciabili nelle sue opere (letteratura, arti visive, fotografia, musica, fino al cinema stesso) -, ripercorrendo cronologicamente la sua opera e convocando per l'interpretazione le metodologie ermeneutiche elaborate sia dagli studi cinematografici (analisi testuale, semiotica, teorie femministe e di genere) sia da quelli culturalisti, letterari, postcoloniali e dell'antropologia visiva. Jane Campion esplora la relazione tra arte e vita indagando la qualità femminile nell'esperire il mondo, alla luce di una prospettiva anti-ideologica che delinea un immaginario femminile ribelle e autenticamente "altro". Alterità esibita in una visione tatti le delle cose e dei personaggi, seguiti nella loro vocazione nomadico-esperienziale, nella loro condizione di sradicamento e di esilio emozionale che sprigiona un'eversiva forza vitalistica.