"Quando pregate dite..", è con queste parole che inizia il capitolo 11,1 del Vangelo di Luca. Si possono definire come il Testamento spirituale di Gesù a tutti i credenti e non solo. L'avverbio Quando, ci richiama a un tempo, un momento, un allontanarsi dalle attività che quotidianamente ci distraggono dal pensare a Lui, dallo stare con Lui, dal pregare davanti a Lui. Quindi il Signore Gesù ci invita a stare alla Sua presenza nel silenzio in cui i sensi si acquietano per far parlare Lui nel nostro cuore contaminato da tante distrazioni. Il verbo pregare , entra nel vivo della nostra missione di credenti. Come pregare? Come stare davanti al Signore Gesù con il cuore libero da tanti impedimenti? Quale forma di preghiera è opportuno esprimere?
Una proposta originale per accompagnare gli animatori dell'oratorio durante tutta la loro estate. Una vera e propria agenda dove registrare le tappe del cammino, ricordi e pensieri e fare il punto sulla propria vita, a partire dalla riflessione sul creato.
L'estate 2017 è da passare con gli occhi spalancati per contemplare le bellezze create da Dio per noi! Durante le fantastiche giornate di Oratorio estivo, nelle vacanze comunitarie e nei momenti di riposo saremo sempre provocati a guardarci intorno con la consapevolezza che tutto ciò che ci circonda è stato pensato e fatto da Dio per noi. La lettura del capitolo primo di Genesi ci accompagna a scoprire che Dio non guarda singolarmente ciò che crea, ma ammira anzitutto l'armonia di ciò che appare dalla sua opera di "separazioni" successive. Il metodo suggerito per il momento della preghiera è semplice: in ascolto della Parola di Dio si mette in luce un elemento del creato.
Appunti di lavoro e brevi riflessioni, quasi delle fotografie, delle istantanee dall'oratorio scattate da chi ne ha lunga esperienza. Uno strumento agile che può accompagnare l'azione pastorale di quanti in modo diverso vivono il servizio educativo in oratorio.
Pochi mesi prima della morte, don Giovanni Moioli tenne un ciclo di conferenze in una parrocchia per introdurre e preparare alla festa del Santo Crocifisso. Alla luce della propria sofferenza, rilegge le tappe fondamentali dell'interpretazione teologica della croce di Gesù. Vi trova non l'esaltazione del dolore di Dio, non l'imposizione della sofferenza all'uomo, ma la ricerca -da parte di Dio- di un dialogo d'amore con gli uomini e la proposta del dono reciproco della vita. La croce, allora, appare non come precetto, ma come grazia: il dono gratuito dell'amore di Cristo e della vita in Lui.
Nel 1965 Paolo VI nominò arcivescovo di Torino Michele Pellegrino, un patrologo che, negli anni del suo episcopato, volle essere un padre per il gregge affidato alle sue cure. Pellegrino si sforzò di incarnare in profondità il modello pastorale dei padri della chiesa, in una stagione ecclesiale chiamata a tradurre in pratica le indicazioni del Vaticano II, aprendo la chiesa torinese alle istanze di rinnovamento sorte dal dibattito conciliare, in dialogo con la società e la realtà contemporanea, soprattutto nelle sue componenti più deboli (lavoratori, immigrati, poveri, drogati, prostitute, carcerati, malati, esclusi). La profezia di Pellegrino viene dal nostro passato, ma vorrebbe restare voce gravida di futuro, lasciando intravedere ciò che sarà, nel dono, nella comunione e nella speranza.
Questo insieme di testi rappresenta un contributo alla ricerca nell'ambito dell'antropologia rituale. In una vera e propria escursione poetica nell'universo della liturgia, questi scritti colgono la complessità dell'esperienza liturgica accostandola come una dinamica che si gioca a più livelli e nella quale si intrecciano riferimenti di tempo e di spazio, aspetti sensoriali, visivi, sonori, olfattivi. Sostando sui riti, sui gesti, sulle cose con uno sguardo rinnovato dal concorso delle scienze umane, l'autore ci aiuta a ripensare l'esperienza liturgica in quanto pratica della fede.
Il libro 9/11, la 25a ora del cinema americano di Andrea Chimento parte dalla convinzione che l’11 settembre 2001 il cinema americano sia entrato in una nuova fase. Il fantasma dell’attentato ha agito in forme e stratificazioni diverse, modificando scelte narrative, formali e stilistiche.
Prendendo avvio dai film che hanno messo direttamente in scena le immagini della catastrofe, il testo si articola in due ampie sezioni: la prima impostata come una diretta sull’“evento”; la seconda incentrata sul periodo successivo all’accaduto.
Se da un lato, in quei film che lavorano per allegorie e simbologie dell’11 settembre è evidente il concetto di “ri-narrazione ossessiva”, dall’altro sono preponderanti nuovi modelli di raffigurazione dei cambiamenti, degli stati d’animo e delle (in)certezze da parte del cinema americano.
Quindici anni dopo l’immagine dello schianto è ancora impressa nei nostri occhi come nella storia del cinema americano.
Il concetto di responsabilità sociale di impresa è nato all'interno del dibattito accademico negli anni '50. La definizione più recente è stata fornita dalla Commissione Europea con la comunicazione n. 681 del 2011 che l'ha definita come: la responsabilità delle imprese nei confronti della società. Siamo dunque di fronte ad un paradigma nuovo che guarda all'impresa come istituzione sociale e non più come mero attore economico. La responsabilità sociale di impresa non è solo una teoria accademica ma una realtà concreta che tende e deve svilupparsi all'interno delle organizzazioni. Il senso di responsabilità, la consapevolezza del proprio ruolo, la coscienza professionale, queste le motivazioni intrinseche su cui fondare una concezione virtuosa dell'operare di impresa, che si sintetizza nella ricerca di equilibri sostenibili nel tempo, di comportamenti capaci di creare e mantenere un tessuto di relazioni stabili e proficue con tutti i soggetti portatori di differenti interessi. Il libro è suddiviso in due parti. La prima parte è dedicata, da un lato, a presentare lo stato del dibattito sul tema della responsabilità sociale di impresa; dall'altro ad inquadrare l'orientamento dell'Unione Europea in materia di agire responsabile. La seconda parte analizza (dapprima in termini generali poi più specifici guardando al caso dell'impresa sociale) il tema del bilancio sociale, ovvero il processo attraverso cui si "rende conto" agli stakeholder degli effetti sociali ed ambientali dell'agire eticamente orientato.
Il volumetto Baciami! Lectio divina sul Cantico dei Cantici, è nato dal desiderio dell’Autore di condividere la preghiera personale suscitata da questo libro biblico. Gli appunti sono stati poi ordinati in modo da essere traccia di eventuali esercizi spirituali. Lo schema di ogni capitolo segue i quattro momenti della “lectio divina”: lectio, meditatio, oratio e contemplatio. Il momento della lectio è ridotto al minimo, a volte addirittura si passa direttamente all’attualizzazione della meditatio. Per l’oratio, normalmente, si propone la preghiera d’un salmo; mentre per la contemplatio, l’Autore si lascia ispirare dal testo biblico, per esprimere, in modo “poetico”, i sentimenti di chi sa identifi carsi con la sposa del Cantico.
Salvatore Piga
Nato a Sassari nel 1944; ha emesso la prima professione monastica nell’Abbazia Trappista delle Tre Fontane (Roma) nel 1968, dove è stato ordinato presbitero nel 1973. Ha conseguito la licenza in teologia spirituale alla Pontifi cia Università Gregoriana nel 1978. Divenuto, dal 1981, membro della Comunità benedettina di San Pietro di Sorres, lì ha svolto un pluriennale ministero di predicazione di esercizi spirituali, sempre con il metodo della “lectio divina”. Attualmente è penitenziere della Basilica papale di San Paolo Fuori le mura. Ha pubblicato un libricino sui Salmi delle ascensioni, dal titolo Cammino di libertà, Edizioni la Collina. Collabora dal 2004 ai fascicoli mensili dell’Ed. ART, Messa meditazione. Durante l’anno paolino ha contribuito regolarmente con le sue “lectio” agli inserti del mensile Paulus, raccolti ora nel volume Paulus, epistolario di Paolo, Edizioni Società San Paolo.
“Lo Spirito Santo, la Chiesa e l’Uomo. Studi di ecclesiologia e di ecumenismo” è il titolo di questo libro. Esso indica una scelta di vita dell’Autore Don Donato Valentini, una scelta di quella che è stata ed è la sua identità personale e professionale, il suo “mestiere”, nel senso di un coinvolgimento non solo della testa, ma anche del cuore e delle mani, una vocazione e missione.
I presenti studi teologici illustrano al meglio le linee ecclesiologiche di fondo e i temi maggiori sviluppati dall’Autore nella sua lunga carriera accademica. Da essi emerge chiaramente come la Chiesa, quale soggetto, oggetto e luogo della fede, non sia mai una questione “autonoma” e “autoreferenziale”, ma sempre si riferisca a Dio e all’uomo. Per così dire, questa doppia prospettiva teo-logica e antropo-logica entra di diritto nella configurazione delle componenti essenziali della Chiesa, ossia l’origine trinitaria, la natura teandrica, la struttura gerarchica e la missione salvifica della Chiesa. Le tre parti che compongono questi studi offrono una chiara dimostrazione dei principi appena enunciati. In effetti, mentre la prima parte tratteggia il rapporto tra “Lo Spirito Santo, la Chiesa e il mondo”, la seconda viene dedicata a “Il mistero e la struttura della Chiesa”. La terza ed ultima parte invece mostra come “La Chiesa in dialogo” compie la sua missione nella storia, in quanto sacramento, cioè segno e strumento dell’intima unione con Dio e dell’unità di tutto il genere umano.
Già da quest’ultima parafrasi della definizione conciliare (cf. LG 1), si può evincere che la ispirazione di questi studi rimanda al rinnovamento ecclesiale ed ecclesiologico voluto dal Concilio Vaticano II, di cui l’Autore fa un’ampia rivisitazione e una suggestiva interpretazione. La trattazione non viene però sospesa ai problemi teorici, perché in essa la teologia risulta declinata nelle categorie della vita e della missione della Chiesa. Senz’altro, il lettore troverà in questi studi non solo molta materia di riflessione, ma anche un ulteriore stimolo per amare e servire la Chiesa quale, come la B.V. Maria, tempio dello Spirito e madre dei credenti.
«L’anima mia è tutta sconvolta, ma tu Signore fino a quando? Volgiti, Signore, a liberarmi, salvami per la Tua misericordia» (Salmo 6).
È una delle tante accorate implorazioni dei Salmi biblici che bene riassumono l’esperienza esistenziale dell’uomo tra peccato e pentimento, tra punizione e misericordia. Nell’Anno Santo appena trascorso, definito “il Giubileo Straordinario della Misericordia”, abbiamo ascoltato e meditato gli appelli di Papa Francesco, l’insegnamento biblico e patristico, il magistero dei Papi, e abbiamo percepito ancora una volta in dottrina e nei fatti che la misericordia è come «l’architrave che sorregge la vita della Chiesa» (Bolla di indizione del Giubileo Straordinario Misericordiae Vultus, 10).
Il volume che viene pubblicato a cura della FDC dell’UPS “Beati misericordes. Questioni pastorali e giuridiche sulla misericordia” ha tuttavia una sua originalità, soprattutto per il taglio interdisciplinare e la felice convergenza di saperi e di competenze pastorali offerte con aperta confidenza e volontà di condivisione.
I singoli contributi attingono ispirazione dalle lettere e dagli interventi di Papa Francesco, applicando poi i principi e gli stimoli ai diversi contesti e compiti, direi, “da svolgere a casa”, nella Chiesa e nella società civile. Così, partendo dalla iniziazione cristiana e dalla relativa catechesi, si transita negli ambiti educativi, famiglia, scuole di formazione, vita consacrata e missione pastorale, tra professionalità e stile evangelico di azione.
(dalla Prefazione di Sua Em. Card. Tarcisio Bertone, SDB, Segretario di Stato emerito di Sua Santità).