Sono qui raccolti gli atti del convegno realizzato a Bologna il 2-3 dicembre 2014, nato dalla collaborazione tra il Dipartimento di Storia della Teologia della FTER (Facoltà Teologica dell’Emilia Romagna) e del GIROTA (Gruppo Italiano di Ricerca su Origene e la Tradizione Alessandrina). Non si tratta di un bilancio della ricerca in corso, né di una sintesi a carattere manualistico, ma di una serie di approfondimenti su figure e momenti nodali di una possibile “storia dello Spirito santo”, che spaziano dalla letteratura biblica – sia in lingua ebraica che greca – alle testimonianze protocristiane canoniche ed extracanoniche, alla riflessione dei primi secoli in Oriente e Occidente, tenuto conto delle testimonianze iconografiche coeve. Due excursus indagano anche nell’ambito della tradizione islamica e della teologia cristiana contemporanea.
Contributi di M. Settembrini, F. Calabi, M. Marcheselli, M. Simonetti, F. Pieri, L. Perrone, G. Maspero, C. Gianotto, E. Norelli, F. Ruggiero, C. Burini De Lorenzi, G. Bendinelli, R. Zanotto, D. Righi, D. Gianotti.
Fozio (813-893 ca.) è probabilmente l’autore bizantino più noto del suo tempo. Conosciuto soprattutto per la sua monumentale Bibliotheca, fu in realtà autore fecondo sia nel campo degli studi sacri che in quello degli studi profani. Quasi duecento anni prima dello “scisma d’Oriente”, dopo aver ricoperto la carica di patriarca di Costantinopoli, nella Mistagogia accusa chi, nella Chiesa romana, voleva modificare il Credo in modo che vi si affermasse che lo Spirito Santo procede non solo dal Padre – come nella sua antica redazione – ma anche dal Figlio, con pesanti ricadute sulla teologia trinitaria la cui gravità egli paragona a quella delle grandi eresie dei secoli III e IV. Primo trattato orientale su questa delicata questione teologica (il Filioque) che divide tuttora la Chiesa cattolica da tutte le Chiese ortodosse e dalle antiche Chiese orientali, l’opera fu riscoperta in Occidente in età umanistica ed è stata per cinque secoli oggetto di feroce censura da parte delle autorità religiose. Pubblicata per la prima volta da Joseph Hergenröther nel 1857 sulla base di pochi e non selezionati manoscritti, la Mistagogia appare ora nella prima edizione critica approntata con criteri moderni. La traduzione italiana e l’agile commento che accompagnano il testo rendono finalmente accessibile l’opera al pubblico interessato a una delle più affascinanti e attuali dispute teologiche della storia del Cristianesimo.
Oggi sembra poco appropriato parlare della trinità. Anche molti cristiani considerano la riflessione su Dio uno e trino un lavoro da specialisti, se non proprio un'inutile complicazione lungo il cammino spirituale. In questo libro, l'autore invita invece ogni credente a riappropriarsi della visione trinitaria di Dio, in particolare nella prospettiva della creazione. Da tempo la scienza indaga sulla nascita dell'universo, la comparsa della vita sulla Terra e la diversificazione degli esseri viventi, compreso l'uomo, tutti eventi rimasti a lungo immersi nel mistero. Ma qual è il nostro livello di comprensione di questi passaggi fondamentali? Anche se la ricerca è enormemente progredita, questi enigmi non sono stati risolti, e anzi si sono semmai arricchiti di nuove dimensioni. Possiamo allora continuare a riconoscere in essi l'opera di Dio creatore? E magari proprio l'opera della trinità creatrice, come già prefigurato da sant'Agostino? Per Giovanni Straffelini la dimensione trinitaria della creazione dovrebbe essere doverosamente riabilitata proprio alla luce delle attuali conoscenze scientifiche. Se è vero che la nozione di trinità è destinata a rimanere inafferrabile per l'uomo, è altrettanto vero che è possibile attingere a frammenti di realtà per rappresentarla e apprezzarne la folgorante bellezza.
In questo secondo volume dei «Percorsi», Inos Biffi, recentemente insignito in Vaticano del Premio Ratzinger per la ricerca teologica, attua una esposizione che possiamo chiamare «narrativa» dell'economia trinitaria, a partire da una messa a fuoco della Eucarestia come centro del mistero cristiano. Il mistero trinitario, restando mistero insondabile, si lascia raccontare dall'uomo che «con gli occhi della fede» ne ravvisa la dinamica tramite le Scritture. Questa narrazione non intende spiegare il mistero, ma è il dispiegarsi del mistero stesso, l'estremo amore del Padre per l'umanità del Figlio, che svela all'uomo la sua più profonda dimensione antropologica. L'uomo comprende sé stesso tramite l'umanità di Cristo di cui il Padre è entusiasta. Il lavoro teologico di Biffi ci introduce all'antropologia religiosa propria del cristiano in relazione al dono trinitario che la costituisce. Anche il desiderio del Cardinale Julien Ries, fondatore dell'«Antropologia Religiosa Fondamentale», era quello di poter leggere una nuova esposizione dell'antropologia religiosa del cristiano. I rapporti tra Ries e Biffi sono stati di grande stima reciproca e di reciproca curiosità. Le costanti del sacro -sempre ricordate da Ries - Mito, Simbolo e Rito, rispetto alle quali il Cristianesimo non fa eccezione, trovano nel Cristianesimo un punto di presenza privilegiato in cui, come spiega Biffi, Yeschaton si incrocia con la Storia: l'Eucarestia, «mito» di creazione e di redenzione, diviene simbolo efficace, sacramento, in un rito che attesta una presenza reale.
I predicatori parlano della Madonna e dei Santi, ma dello Spirito Santo tacciono (E. Guerra)Ne stiamo sempre più prendendo coscienza in maniera evidente: lo Spirito Santo soffia dove vuole.L'uniformità contraddice l'azione dello Spirito Santo, che si manifesta nella varietà dei doni.San Francesco esortava tutti ad «avere lo Spirito del Signore e la sua santa operazione»
L'autore affronta la questione del ruolo ecclesiologico dello spirito santo: la sua presenza e missione nella Chiesa. Partendo da alcuni spunti biblici, percorre le grandi tappe della storia della teologia fino ad arrivare al Concilio vaticano II e al magistero postconciliare, cercando di individuare lo sviluppo della coscienza del ruolo ecclesiale dello spirito santo a partire dalla tradizionale espressione "anima della Chiesa". Il lavoro prosegue con la presentazione e l'analisi di sette autori della teologia contemporanea che in qualche modo rappresentano le diverse tendenze riguardo all'ecclesiologia pneumatologica del XX secolo: H. Mühlen (1927-2006); C.Journet (1891-1975); Y. Congar (1904-1995); H. U. von Balthasar (1905-1988); J. Ratzinger (1927- ); L. Boff (1938- ) e L. Scheffczyk (1920-2005). Il volume aiuta a capire come un'autentica ecclesiologia cattolica abbia bisogno di fondarsi su una solida teologia trinitaria e su una salda cristologia pneumatologica, così che nello sviluppo della sua riflessione sul mistero della Chiesa, la dimensione pneumatologica si trovi al fianco della dimensione cristologica, senza peraltro dimenticare la sua subordinazione ad essa.
Attingendo all'immenso patrimonio delle arti figurative e della musica, gli autori offrono un ricco percorso fra tutte le opere che evidenziano la presenza dello Spirito Santo, la Terza persona della Trinità, sia per l'efficacia dei simboli utilizzati sia per gli effetti percepibili sui personaggi e gli ambienti rappresentati. La scelta è andata su tutti quegli esempi di creazioni artistiche che non solo 'parlano' dello Spirito, ma che rivelano un autentico afflato di fede. "Respirando come con due polmoni", nello studio è costantemente presente il contributo specifico dell'arte orientale e dell'arte occidentale, poiché le spiritualità d'Oriente e d'Occidente e le loro rispettive espressioni artistiche non sono che due dimensioni dell'unica Tradizione cristiana.
Si è se stessi o si diventa se stessi? Quando si è se stessi e quando ci si riduce a maschera o, addirittura, ci si perde? La Rivelazione trinitaria getta una luce sull’individualità umana, aiuta a coglierne i dinamismi e indica orizzonti di senso che rispondono all’attuale «urgenza di un vigoroso e comune sforzo di comprensione e di una rinnovata autocoscienza della soggettività umana nel suo schiudersi costitutivo nella e alla relazione» (dalla prefazione di Vincenzo Di Pilato). In dialogo con la filosofa Maria Zambrano e i teologi Giuseppe Maria Zanghí e Joseph Ratzinger, in queste pagine si cerca di articolare la ritmica di un’antropologia radicata nell’evento pasquale quale fulcro rivelatore del Dio Uni-Trino. Emerge così l’essere differente di ciascuna persona come individuo, ma allo stesso tempo si coglie che l’identità scaturisce da una reciprocità che ha la sua sorgente nell’amore reciprocante del Dio Uni-Trino il quale, nel ritmo del dono, fa ciascuno più se stesso. «Si tratta di un esercizio di pensiero che riesce brillantemente a comunicare l’evento che fenomenologicamente descrive e – direi – kerigmaticamente in forma dialogica e argomentata attesta. Stile di una teologia che è pensante e testimoniale a un tempo, essa stessa, dunque, per sé e in sé capace di coniugare con efficacia la dimensione teor-etica, quella esperienziale e quella evangelizzatrice» (dalla postfazione di Piero Coda).
Proveniente da una ricca famiglia pagana, Cipriano si convertì al cristianesimo, venne ordinato presbitero e poi vescovo di Cartagine. In quel ruolo si trovò subito alle prese con la persecuzione di Decio, che nel 250 emanò un editto per obbligare tutti gli abitanti dell’impero a compiere un atto pubblico di culto pagano. Poiché molti furono gli apostati, terminata la persecuzione Cipriano si trovò ad affrontare una situazione lacerante: coloro che si erano resi colpevoli di apostasia – i cosiddetti lapsi – chiedevano la riammissione nella comunità cristiana. Occorreva pertanto mettere in atto una prassi penitenziale adeguata alla grave situazione venutasi a creare.
La ricerca offre al lettore un’esplorazione degli scritti di Cipriano sulla paternità di Dio nelle Epistole e negli Opuscoli. Sebbene la sua opera di commento al Padre nostro, il De dominica oratione, sia stata molto letta e studiata, manca infatti una trattazione esplicitamente dedicata al mistero della Persona del Padre nel pensiero del vescovo di Cartagine.
Compendio storico, trattato di teologia e riflessione poetica sulla fede e sull'esistenza, La discesa della Colomba è il racconto vertiginoso e visionario di quasi duemila anni di storia cristiana. Il suo autore, Charles Williams, ancora poco noto ai lettori italiani, è stata una figura eccentrica eppure straordinariamente influente della cultura del Novecento: poeta, romanziere teologo, apparteneva alla cerchia di Lewis e Tolkien e fu amato da Auden, Eliot e Yeats. Questo libro, scritto mentre l'Europa si preparava al secondo conflitto mondiale, è forse la sua opera più ricca e complessa. Protagonista, occulto e presente, è lo Spirito Santo, la terza Persona della Trinità, il Paracleto al quale, nel Vangelo di Giovanni, Gesù consegna l'umanità la notte prima della Passione. Lo Spirito è la forza che accompagna Agostino e Dante, Paolo e Lutero, Costantino e Kierkegaard, è il soffio di Dio, il suo manifestarsi nel mondo, riconoscibile in trasparenza attraverso la lettura degli eventi. "Tutto quello che possiamo fare è decidere in che cosa credere" ha scritto, e lui scelse di credere nel Cristianesimo. Ma la religione di Williams, anglicano devoto e cultore delle scienze occulte, è un sistema proteiforme, aperto a mille influenze, attraversato da sottili ambiguità. Prefazione di Angela Ales Bello. Con uno scritto di W. H. Auden.
Il secondo tomo del De Deo Trino (1964) contiene la parte sistematica dello studio sulla Trinità ovvero 18 Asserzioni e 22 Questioni. Si tratta di uno studio uscito prima del Concilio Vaticano II che ha impresso una svolta radicale alla teologia mutandone i paradigmi e lasciando ampio spazio agli studi biblici e storici. Il volume costituisce comunque un tassello fondamentale per ricostruire la storia e l'evoluzione del pensiero di Lonergan, mettendo in luce alcune ricchezze che non devono andare perdute: la teologia come "intelligenza della fede" (intellectus fidei) e le nozioni di "relazione", "persona", "coscienza".
Nel mistero ci si pone contemplando e riflettendo speculativamente. Spiegare non è banalizzare. Spiegare è togliere le pieghe, ma facendole vedere. Il fare teologia è la gioia della spiegazione speculativa, cioè della spiegazione attraverso la riflessione. E la riflessione teoretica si propone più intensamente proprio circa il mistero della Trinità, dove le persone divine sono relazioni sussistenti che si rispecchiano vicendevolmente nell'unicità della sostanza, senza moltiplicarla. Si distinguono tra loro per opposizione, eppure si implicano stando l'una nell'altra. E anche il nostro modo d'esprimere la Trinità è attraverso le immagini che possiamo prendere dalla natura adattandole al mistero come riflesso speculare. La natura stessa, da parte sua, porta un'impronta o un'immagine della Trinità creatrice e dunque ne è il riflesso. Questa pubblicazione, per l'intensità teoretica unita ad uno stile che cerca la complicità del lettore, può efficacemente giovare alla formazione teologica. Riflessione è il titolo della immagine di Luca Mandelli in copertina. Riflessione è il gioco che si trova rispecchiato a più titoli. Gli stalli del coro monastico sono luogo di riflessione della mente, la sequenza fisica in prospettiva degli stessi stalli richiama il gioco di riflessione degli specchi rispecchiantisi come in una fuga e anche la flessione accennata nella curvatura in lontananza indica il processo di ri-flessione come un ritorno.