Docente di Filosofia teoretica all'Università di Salerno, Elettra Stimilli presenta con questo libro la biografia di Jacob Staubes, uno dei più importanti pensatori ebrei del Novecento. Nato nel 1923 e scomparso nel 1987, Staubes è autore di studi sull'escatologia e la teologia politica. Oltre a ricostruire l'attività di Staubes, Stimilli ne mette in luce i rapporti con Benjamin, Carl Schmitt e con la cultura europea del XX secolo.
Una mappa concettuale, chiara e originale dell'estetica come disciplina filosofica di frontiera. La prima parte è dedicata all'esperienza del bello attraverso un'analisi delle tematiche della percezione e del dell'emozione giudizio estetico. La seconda parte affronta il problema dell'arte e risponde a sfide teoriche sollecitate dall'oggi. Nell'epoca della svolta multimediale e della diffusione delle tecnologie digitali è ancora possibile parlare di unità dell'arte? Come riconosciamo un'opera d'arte? In che rapporto sta la fruizione delle opere artistica con la nostra più generale esperienza? Quale relazione è ancora pensabile tra finzione artistica e realtà?
"Saltabeccando da un libro a un film, da un episodio di cronaca all'analisi di un quadro a una polemica intellettuale di lungo periodo, Savater può dare finalmente corso alla sua vena di grande dilettante, nell'accezione stendhaliana del termine. E quello che potrebbe sembrare soltanto un insieme di materiali diversi lascia intravedere una trama ben precisa: trama disegnata da un giornalista sui generis, simile a un philosophe che può essere apparentato a quella tradizione di illuminismo scettico francese che da Montagne passa per Voltaire e conduce poi a Camus e da ultimo a Cioran." (Franco Marcoaldi)
Robert Nozick, uno tra i più importanti filosofi contemporanei, affronta i grandi problemi della nostra esistenza in questo libro che si pone a metà strada tra la più seria divulgazione e la più ardita sperimentazione. Che cosa ci lega ai nostri figli e ai nostri genitori; perché le emozioni più forti che proviamo sono legate alla sfera della sessualità; come possiamo accettare il fatto inevitabile della morte. Un libro che non offre risposte definitive, ma traccia un ritratto di vita. Introdotto da uno scritto di Salvatore Veca, il testo di uno dei massimi filosofi contemporanei impegnato a riflettere sulla felicità, sulla morte, sul sesso, sul bene e sul male.
Il nesso tra affetti e legami è questione decisiva nell’odierno contesto culturale, sempre più incline a ridurre l’affezione a emozione e la ragione a calcolo. Ne consegue una razionalità astratta senza eros e un’affettività narcisistica senza legami, che minacciano l’unità dell’esperienza, la ricchezza delle relazioni, la realtà familiare, l’affidabilità sociale. Nel rapporto tra pathos e logos, tra affezione e ragione, dove sono implicate l’identità dei soggetti e la capacità di relazione, sta un nodo antropologico dell’Occidente. È possibile una diversa visione dell’uomo, nella quale trovino conciliazione il sentire e il pensare, il coinvolgimento e il giudizio, il patire e l’agire? Si dà un’etica degli affetti, di cui la famiglia sia struttura esemplare?
A queste domande cerca risposte il primo volume dell’Annuario di Etica, concepito come inedito luogo di incontro e di elaborazione teorica, come proposta e confronto sui grandi temi dell’etica, a partire dall’attualità dell’esperienza morale. Esso coltiva una linea che pone a confronto alcune grandi tesi, nella convinzione che è ancora possibile la determinazione della verità e del bene, a fronte di una situazione presente rassegnata ad una pratica indifferenza reciproca dei diversi saperi e credenze, incline alla privatezza della verità e del bene e alla retorica del frammento.
In questa condizione culturale l’etica assume paradossalmente spazio e rilievo, come luogo di interessata ricerca e di possibile intesa, in cui è sollecitato il ripensamento delle premesse antropologiche e dei fondamenti ultimi della realtà.
Francesco Botturi è ordinario di Filosofia morale nell’Università Cattolica di Milano.
Carmelo Vigna è ordinario di Filosofia morale nell’Università Ca’ Foscari di Venezia e dirige il Centro Interuniversitario per gli Studi sull’Etica (C.I.S.E.).
Fisica, politica, economica e psicologica, la violenza - tanto a livello personale, nazionale che internazionale -, sconvolge in grado diverso la vita di tutti, restando tuttavia "un mistero". L'autore si sforza di comprendere le radici della violenza e di trovare possibili vie per arginarla evitando l'errata convinzione di poterla annientare annientando il "nemico" con una guerra "santa" o "giusta". Convinto che la possibilità di superamento della violenza sia anche legata al "fare memoria", Molla ripercorre il pensiero di una serie di personaggi e movimenti storici che, a partire dalla Riforma protestante, hanno tentato di coniugare le loro convinzioni di fede con l'impegno per la pace.
«La giustizia non può stare senza riferirsi all’orizzonte della reciprocità riconoscente, la reciprocità riconoscente è impraticabile senza la disponibilità alla cura reciproca e quindi alla reciproca responsabilità. Si dirà che queste semplici cose comuni sono molte volte tradite. Ed è vero, purtroppo. La storia ne fa fede. Tanto che qualcuno va, ancora e sempre, dietro alla disperazione politica di tipo hobbesiano, inventando vincoli per costringere gli esseri umani a stare in qualche modo insieme. Almeno per paura. Ma nessuna costrizione costruisce una città. Tutt’al più, fa sopravvivere per qualche tempo una città già costruita. La costrizione, infatti, segue sempre alla rottura di un vincolo di alleanza, e vive solo dei «resti» di quel vincolo. Quando li ha tutti consumati, sparisce anche come costrizione. E con lei sparisce la città. Per nostra fortuna, da qualche parte le forme di alleanza tra gli umani risorgono incessantemente. Non può esser diversamente, perché sono la nostra prima radice. Risorgono quando un uomo e una donna si mettono a vivere insieme; risorgono quando degli amici si danno la voce; risorgono quando ci sono i bambini da crescere; risorgono tutte le volte che qualcuno invita vicini e lontani a condividere la verità e il bene. Allora giustizia, riconoscimento e responsabilità ridiventano parole d’ordine degne della nostra attenzione. Questo libro a più mani è un piccolo invito a esercitare, senza stancarsi, questa attenzione essenziale.»
Egle Bonan è dottore di ricerca; è stata assegnista presso l’Università Ca’ Foscari di Venezia; si è perfezionata a Parigi, presso l’Ecole Normale Superieure Fontenay/Saint-Cloud. Attualmente svolge attività di ricerca come borsista nell’ambito del Centro Interuniversitario per gli Studi sull’Etica. Si occupa principalmente di tematiche connesse all’ontologia, all’antropologia e all’etica, con particolare riferimento alla filosofia contemporanea francese. Ha pubblicato il volume Soggetto ed Essere. Indagini sul pensiero di E. Levinas (Silea 2002) e una serie di saggi.
Carmelo Vigna è ordinario di Filosofia morale presso l’Università Ca’ Foscari di Venezia, dove ha diretto il Dipartimento di Filosofia e T.d.S. e ha fondato e attualmente dirige il Centro Interuniversitario per gli Studi sull’Etica (C.I.S.E.). Insegna anche presso l’Università Cattolica di Milano. Ha pubblicato Il frammento e l’Intero (Vita e Pensiero, Milano 2000). È curatore e coautore dei seguenti volumi, tutti editi da Vita e Pensiero: Introduzione all’etica (con S. Zamagni, 2001); Multiculturalismo e identità (2002); Etica trascendentale e intersoggettività (2002); Libertà, giustizia e bene in una società plurale (2003); Etiche e politiche della postmodernità (2003). Con F. Botturi ha fondato e dirige l’Annuario di etica.
Il volume raccoglie nove saggi pubblicati tra il 1999 e il 2001. Habermas analizza i temi dell'attualità politica nelle prospettive metodologiche e normative della ragione comunicativa. I vari "passaggi" - i processi di trasformazione politica e culturale - vengono descritti nella prospettiva realistica dell'osservatore che smaschera con disincanto i condizionamenti empirici e sociologici della democrazia; nella prospettiva etico-culturale del cittadino tedesco ed europeo che s'interroga sulle responsabilità del passato nazista e sulle possibilità del federalismo continentale; nella prospettiva etico-religiosa di chi sottolinea l'implicazione reciproca tra l'idea illuministica di tolleranza e l'eredità biblica dell'Alleanza.
La "Critica della ragion pura" è un monumento del pensiero moderno e un incubo per gli studenti. Questo breve libro cerca di dissipare tale incubo chiarendo in un linguaggio accessibile i nodi concettuali del capolavoro di Kant. Il volume è diviso in dieci brevi capitoli, che partendo dal contesto in cui Kant ha sviluppato la sua filosofia, la espongono e la mettono a confronto con gli orientamenti della filosofia contemporanea.
Sapevate del complesso di Montaigne? E come andò veramente fra Socrate e il bellissimo Alcibiade? Nietzsche, in quel senso, era forse un superuomo? La Filosofia di de Sade, più che nel boudoir, non è piuttosto da tavolino? Scorrevole come un libro comico, ma frutto di una ricerca rigorosa e documentata, "Filosofi a luci rosse" ci invita a spiare, con sguardo ironico e un po' dissacrante, nelle camere da letto dei filosofi: da Socrate a sant'Agostino, da Rousseau a Nietzsche, da Freud ai contemporanei, storie, teorie, aneddoti e maldicenze, tutto quello che volevamo sapere sul rapporto che i grandi del Pensiero avevano con il sesso.
Se il pluralismo rappresenta un vero e proprio valore della nostra civiltà , del relativismo va invece detto che è radicalmente contraddittorio e logicamente insostenibile. Questo libro approfondisce appunto la natura dei due termini, affrontandone sia la dimensione di fondo, nella prospettiva della logica e della metafisica, sia il piano della discussione etica e politica. Sarebbe relativistico esaltare la diversità senza considerare l'identità, la soggettività senza l'oggettività, la molteplicità senza l'unità , la libertà senza la verità , il bene comune senza la persona. E' invece pluralistico valorizzare e tenere dialetticamente insieme entrambi i termini, esprimendo così a pieno una dimensione di cooperazione e di equilibrio. In questo senso non è possibile neppure tralasciare il riferimento alle radici cristiane della nostra cultura. Dove, se non nella Buona Notizia del Cristo, si esprime più e meglio la difficile, eppure irrinunciabile, coesistenza di unità e pluralità , di identità e differenza, di verità e libertà ? Gli interventi di questo libro sono firmati da: G Cottier; F. Di Blasi; R. Di Ceglie; R. Gallinaro; P. Giustiniani; A. Livi; M. Marsonet; P. P. Ottonello; D. Sacchi; H. Seidl; C. Vigna; P. Viotto (pp. 296).
Pur atteggiandosi a mero esegeta di Platone, Plotino esamina criticamente tutte le principali posizioni del pensiero antico, in particolare quelle di Aristotele. A ciò si aggiunge la sua familiarità con la cultura di Alessandria, dove fioriva il giudaismo ellenizzante e, al tempo stesso, si sviluppava un tipo di conoscenza scientifica che darà avvio alla scienza moderna. Plotino è divenuto, così, una cerniera tra l'antico, il medievale e il moderno, perfino in pensatori come Schopenhauer, che a stento ne conoscono il nome. Quella di Plotino è una filosofia che ci permette inoltre di far fronte alle sfide dell'età tecnologica, cercandovi i mezzi necessari, ma con la coscienza che essi non bastano a raggiungere il fine ultimo.