L’uomo cerca la bellezza, ne è affamato, e alla bellezza è disposto a piegarsi; ma il discernimento della bellezza rivelativa di Dio e della sua azione richiede un’educazione dell’intelligenza del cuore, un cammino ascetico mai concluso, una faticosa ricerca del senso inscritto in ogni bellezza. La bellezza è escatologica, come l'amore, come la comunione. Nella nostra condizione di pellegrini verso il Regno tendiamo a una pienezza che non ci è data. Così la bellezza della liturgia va definita e misurata sulla capacità che essa ha di fare spazio al Signore, di fare segno alla presenza efficace di Cristo.
In questo fascicolo pubblichiamo la relazione tenuta a Cuneo il 4 novembre 2010 nell’ambito del convegno “Il sacro e l’arte oggi”.
Dal modo di vivere ed esercitare la sessualità dipende il nostro cammino di umanizzazione, dipende la nostra felicità, quella più profonda e vera. L'amore esige una storia: questa è l'unica cosa davvero seria all'interno di questo cammino. Quando una persona dice a un'altra: "Ti amo", è come se dicesse: "Io voglio che tu viva per sempre; io voglio fare storia con te fino alla fine".
In quanto esseri umani, abbiamo costitutivamente bisogno di speranza: è la speranza che tiene l'uomo in cammino, in posizione eretta, rendendolo capace di futuro. Ma è importante comprendere che non si spera da soli: si può sperare soltanto insieme. Dobbiamo creare nuovamente un tessuto in cui siamo capaci di vivere insieme la fraternità, la solidarietà; occorre combattere contro l'isolamento e la solitudine dominanti, che ci impediscono di sperare insieme.
In occasione dei 20 anni del Progetto Policoro, promosso nel 1995 dalla Conferenza episcopale italiana e dalla Caritas, per lo sviluppo dell'imprenditorialità giovanile, nasce questo libro /docu-film dove si raccontano 9 gesti concreti" sul territorio italiano. "
"Nessun cammino è lungo per chi crede e nessuno sforzo è grande per chi ama. Seminiamo l'aurora, oggi, di un giorno nuovo." (Canto popolare dell'America Latina)
Gli “Esercizi Spirituali” – la felice espressione è stata creata da sant’Ignazio di Loyola – si propongono di introdurci all’incontro con Dio.
Non siamo di fronte ad un trattato di vita spirituale o ad un libro di teologia, ma ad un itinerario di preghiera che si snoda attraverso la contemplazione di Gesù nei Vangeli. Padre Spanu, da anni, è guida autorevole di questa esperienza di fede e non si è mai accontentato di ripeterla in modo formalistico. Anzi. Con l’elezione di papa Bergoglio al soglio pontificio, ha voluto misurarsi con gli scritti del Santo di Assisi ed elaborare un corso di Esercizi Spirituali impostato sulle Fonti Francescane.
Un modo nuovo, ma straordinariamente ricco, di riscoprire e contemplare la bellezza di Dio attraverso l’immagine di san Francesco.
"L'avete fatto a me" è una meditazione teologica sul mistero della misericordia divina contemplato anzitutto in Cristo e di riflesso nelle opere di misericordia della Chiesa.
La figura del burro fue tema de meditación para san Josemaría Escrivá en muchas ocasiones y así ha quedado reflejado en sus escritos. Quizá el más conocido es el punto de Camino 998: "¡Bendita perseverancia la del borrico de noria! -Siempre al mismo paso. Siempre las mismas vueltas. -Un día y otro: todos iguales. Sin eso, no habría madurez en los frutos, ni lozanía en el huerto, ni tendría aromas el jardín. Lleva este pensamiento a tu vida interior".
Hugo de Azevedo, que conoció y convivió con este santo, reúne en este libro estos pensamientos junto con algunas consideraciones personales sobre la vida cristiana, la santidad, el servicio a los demás, el trabajo...
Hugo de Azevedo (Santo Tirso -Portugal-, 1932) es doctor en Derecho Canónico y Derecho Civil Comparado por la Pontificia Universidad Lateranense, en Roma, donde convivió con san Josemaría Escrivá, Fundador del Opus Dei. Sacerdote desde 1955, vive en Lisboa y es autor de una biografía sobre este santo y sobre el beato Álvaro del Portillo (Misión cumplida, Palabra 2014, 5ª edición).
Come esseri umani finiti, noi siamo limitati, situati, dipendenti, vulnerabili, imperfetti. La nostra comprensione di noi stessi e del mondo si trova costantemente ad affrontare limiti e restrizioni. Come cogliere queste diverse dimensioni della finitezza (e le sue ambiguità) nell'ambito dell'antropologia teologica? Lo studio di Henriksen analizza le diverse interpretazioni del ruolo della finitezza nella vita umana e spiega perché possono giovare all'antropologia teologica. L'Autore fornisce infatti una mappatura della finitezza aperta sull'Infinito. E lo fa con la guida di filosofi come Merleau-Ponty, Heidegger, Ricoeur, Levinas, Marion, Jonas, Derrida; di filosofi della religione come Shults, Westphal, Neville, van Huyssteen; e di teologi come Pannenberg e Tillich.
Questo saggio costituisce una vera e propria introduzione allo studio della bioetica, una disciplina che, per l'assoluta novità delle questioni che affronta ogni giorno di più, esige di essere accostata secondo una prospettiva molto attenta, cogliendovi le numerose e complesse implicazioni di ordine sia scientifico, sia antropologico, sia etico. Thévenot riesce nell'impresa, svolgendo il pensiero con grande rigore, ma soprattutto concentrandosi su un intento di tipo metodologico.
Con "Il secondo sesso", Simone de Beauvoir affranca la donna dallo status di minore che la obbliga a essere l'Altro dall'uomo, senza avere a sua volta il diritto né l'opportunità di costruirsi come Altra. Con veemenza da polemista di razza, Simone de Beauvoir passa in rassegna i ruoli attribuiti dal pensiero maschile alla donna - sposa, madre, prostituta, vecchia - e i relativi attributi - narcisista, innamorata, mistica. Approda, nella parte conclusiva, dal taglio propositivo, alla femme indépendante, che non si accontenta di aver ricevuto una tessera elettorale e qualche libertà di costume, ma che attraverso il lavoro, l'indipendenza economica e la possibilità di autorealizzazione che ne deriva - sino alla liberazione del suo peculiare "genio artistico", zittito dalla Storia - riuscirà a chiudere l'eterno ciclo del vassallaggio e della subalternità al sesso maschile. L'avvenire, allora, sarà aperto. Con una determinazione prima sconosciuta e un linguaggio nuovo, che tesse il filo dell'argomentazione attraverso un'originale mescolanza di mito e letteratura, psicoanalisi e filosofia, antropologia e storia, Simone de Beauvoir sfida i cultori del gentil sesso criticando le leggi repressive in materia di contraccezione e aborto, il matrimonio borghese, l'alienazione sessuale, economica e politica. Provoca il pubblico conservatore, cerca il riconoscimento personale, rivendica la solidarietà collettiva. Prefazione di Julia Kristeva. Postfazione di Liliana Rampello.