Il codice è aggiornato alle modifiche apportate dal d.ls. 28 dicembre 2013, n. 154 in materia di filiazione (G.U. 8 gennaio 2014, n. 5) e dal d.l. 23 dicembre 2013, n. 146 (cd. 'svuotacarceri') (G.U. 23 dicembre 2013, n. 300).
Questo volume si rivolge agli studenti dei corsi di Basi di dati dei corsi di laurea in Ingegneria, Scienze dell'Informazione, Informatica. Il testo costituisce la versione estesa della quarta edizione del volume "Basi di dati. Modelli e linguaggi di interrogazione", pubblicato a giugno 2013, ed è rivolto ai corsi di Basi di dati con molti crediti, non divisi in moduli. I contenuti si articolano in quattro parti. La prima illustra le caratteristiche fondamentali delle basi di dati, (modello relazionale e relativi linguaggi). Nella seconda viene trattato il processo di progettazione concettuale, logica e fisica e, conseguentemente, le tecniche principali per l'utilizzo nelle applicazioni. Nella terza vengono descritte le caratteristiche hardware e software del sistema informativo. Nella quarta si illustrano le tecnologie che caratterizzano i moderni sistemi per la gestione di basi di dati. La presente edizione è stata interamente revisionata considerando le ultime evoluzioni tecnologiche. Ciascun capitolo ha un ricco apparato di esempi svolti che aiutano lo studente nell'apprendimento e numerosi esercizi per l'autoverifica, le cui soluzioni sono disponibili sul sito web del volume.
A ragione gli studiosi sostengono che non esiste una storia del cinema, ma tante storie. Tuttavia, in questo libro - destinato tanto a studenti universitari quanto ad appassionati - la storia del cinema non è presentata come un concentrato di tutto ciò che è stato detto o studiato sull'argomento. Gli autori pensano che scrivere la storia del cinema significhi porre una serie di domande e andare in cerca di prove per cercare di rispondere con argomentazioni puntuali.
In questo libro essi si sono concentrati su tre ordini di questioni: come sono cambiati gli usi del mezzo cinematografico nel corso del tempo? Come ha influito l'industria cinematografica (nelle sue ramificazioni di produzione, distribuzione ed esercizio) sugli usi del mezzo filmico? Infine, come hanno preso forma delle tendenze internazionali sia negli usi del mezzo sia nell'andamento del mercato cinematografico?
Il volume è aggiornato ai nostri giorni, in modo da rendere conto del dibattito più recente, come il mutamento conseguente all'introduzione del digitale.
In questa nuova edizione sono state aggiunte numerose schede di analisi di film e un'Appendice che tratta 10 parole-chiave del linguaggio dei film, per fornire agli studenti le conoscenze di base per poter analizzare un film in modo autonomo.
Perché gli europei hanno assoggettato gran parte degli altri popoli? Secondo Diamond le diversità culturali affondano le loro radici in diversità geografiche, ecologiche e territoriali sostanzialmente legate al caso. Armato di questa idea, l'autore può lanciarsi in un appassionante giro del mondo, alla ricerca di casi esemplari con i quali illustrare e mettere alla prova le sue teorie. Attingendo alla linguistica, all'archeologia, alla genetica molecolare e a mille altre fonti di conoscenza, Diamond riesce a condurre questo "tour de force" storico-culturale con sorprendente maestria, affiancando aneddoti personali a racconti drammatici o a spiegazioni di complesse teorie biologiche, che affronta con abilità di divulgatore.
Questo codice costituisce uno strumento di studio per quanti abbiano la necessità di consultare rapidamente un testo corredato da un agile commento esplicativo dei Trattati europei. L'obiettivo del volume, infatti, è proprio quello di fornire commenti chiari e funzionali, posti in calce agli articoli, e che permettono di cogliere facilmente il significato essenziale delle singole disposizioni collegandole con richiami non solo giuridici, ma anche storici, politici ed economici. Oltre alle disposizioni dell'ordinamento dell'Unione europea, sono riportate quelle della Costituzione e della Carta dei diritti fondamentali dell'Unione, nella versione proclamata a Strasburgo il 12 dicembre 2007, comprese le Spiegazioni pubblicate nella Gazzetta ufficiale dell'Unione europea. Il testo è arricchito da un indice analitico-alfabetico, che facilita la ricerca del dato normativo e da alcuni schemi riepilogativi che offrono un quadro riassuntivo e sistematico della disciplina nonché le definizioni dei vari istituti. L'opera presenta le caratteristiche necessarie per proporsi come una guida ragionata alla lettura dei Trattati europei. Grazie anche alla presenza di riferimenti giurisprudenziali e atti normativi, essa rappresenta pertanto uno strumento rivolto a favorire una più aggiornata conoscenza del diritto dell'Unione europea.
La globalizzazione fa sentire i suoi effetti anche nell'esperienza giuridica del più piccolo Stato del mondo: la Città del Vaticano. Lo dimostra il recente, consistente impegno del legislatore vaticano destinato a riformare, in vari casi profondamente, il sistema penale e processuale penale dello Stato. Infatti gli incisivi mutamenti che la società ha conosciuto negli ultimi decenni e l'affermarsi di nuove forme criminali hanno via via messo in luce l'esigenza di un intervento sostanzioso per mettere anche il Vaticano in linea con gli standard degli altri paesi e nella condizione di affrontare meglio - e, per certi aspetti, in maniera davvero esemplare - tali inediti fenomeni criminosi. Difficile dire in quale misura la giurisprudenza penale vaticana abbia non solo anticipato ma anche, in qualche modo, sollecitato e orientato l'attivarsi del legislatore. Certamente ciò è avvenuto, come bene può ricavarsi dall'indagine di Geraldina Boni, oltre che dalla lettura dei provvedimenti - sentenze, sentenze istruttorie, requisitorie - pubblicati nelle Appendici al volume e in molti casi inediti. Altrettanto indubbiamente da tale giurisprudenza emerge con evidenza il ruolo che il diritto canonico, base dell'ordinamento vaticano, svolge nell'animare di valori e principi giuridici i precetti contenuti nelle norme penali di questo minuscolo Stato: anche in quei codici penale e di procedura penale vigenti in Italia nel 1929 e recepiti all'atto della fondazione del medesimo.
"La coscienza di Zeno" (1923), uno dei capolavori della letteratura europea del Novecento, è la tragicomica vicenda di un "inetto a vivere", che, su sollecitazione del proprio psicanalista, ripercorre le tappe della sua oscillante e inconcludente esistenza punteggiata dai ripetuti, e inutili, tentativi di smettere di fumare. Zeno Cosini è una specie di marionetta tirata da fili che, quanto più indaga, tanto più gli sfuggono. È schiacciato da un destino che sembra ineluttabile: desideroso dell'Ordine, è sommerso dal Caos; alla infantile ricerca di certezze, si ritrova compiaciuto funambolo sul filo oscillante della catastrofe personale e familiare. Introduzione di Franco Marcoaldi.
Questo libro presenta le nozioni di base della linguistica, illustrandone di pari passo l'utilità nella vita delle persone. La materia è organizzata secondo gli ambiti dell'agire umano nei quali conoscere la linguistica rappresenta un consistente vantaggio. Una esposizione chiara e articolata, che si avvale di numerose esemplificazioni, ne fa uno strumento utile per chi si avvicina allo studio del linguaggio e della comunicazione. Questa nuova edizione è significativamente ampliata, e arricchita da un gran numero di esercizi.
Per comprendere il disagio infantile e il suo significato, non si può che partire da quanto lo stile di vita e l'educazione del bambino siano cambiati negli ultimi 30 anni, con un'accelerazione formidabile dovuta ai cambiamenti nella struttura familiare e all'immersione nelle tecnologie della comunicazione. Dal 2000 in poi i bambini possono essere chiamati "nativi digitali" volendo sottolineare la loro diversa modalità di essere e di comunicare rispetto alle generazioni precedenti e ai genitori. L'approccio Cognitivo-Interpersonale al disagio infantile vuole intervenire non solo sul bambino, ma anche sul suo contesto ambientale, implementando trattamenti che prevedono sempre come complemento indispensabile, il coinvolgimento di genitori e nonni, nonché della scuola, studiando il bambino nel suo ambiente e verificando se, oltre alle dinamiche più propriamente psicologiche, siano presenti messaggi familiari disfunzionali, o tempi e stili di vita incompatibili con un pieno adattamento, o un contatto pervasivo con la virtualità, che rende il bambino dipendente e gli impedisce di mettere i videogiochi da parte e dedicarsi a modalità ludiche diverse e a relazioni 'vis a vis' con i coetanei. Prefazione di Tonino Cantelmi.
Esistono molti manuali d'avviamento allo studio letterario, non di rado oscuri e prolissi. Qui invece importano, con rigore, la chiarezza e l'essenzialità, in controtendenza rispetto all'attuale e invadente primato dei gerghi tecnicistici. Non è vero che le cose complesse esigono un linguaggio indecifrabile: "parlare al prossimo - dice Primo Levi - in una lingua che egli non può capire è un antico artificio repressivo". Il libro è soprattutto destinato agli studenti della laurea triennale nelle Facoltà umanistiche, e oggi una sintesi, che voglia essere in accordo con le esigenze dell'offerta formativa, deve presentare dati concreti e chiari, su aspetti istituzionali estesi all'intero arco della nostra letteratura. Più in generale, il libro si raccomanda a quanti hanno desiderio d'una guida aggiornata, ispirata a criteri di limpidezza e solidità informativa. L'opera propone un canone molto selettivo, da san Francesco a Italo Calvino: una galleria di scrittori altamente significativi non solo per la realtà storica della nostra identità nazionale, ma per il loro ruolo di autentici maestri nel panorama internazionale. Determinante è il fatto che il lettore deve ripensare l'intero disegno della civiltà letteraria italiana, dalle origini al Novecento. Ripensarlo di secolo in secolo, nella sua linearità e nelle sue svolte, nelle sue connessioni interne e nella sua polimorfa mutevolezza, sempre in dinamica attinenza con la situazione politica.
L'ordine delle cose non è un ordine naturale contro il quale non si possa far nulla. È piuttosto una costruzione mentale, una visione del mondo con la quale l'uomo appaga la sua sete di dominio. Una visione talmente esclusiva che le stesse donne, che ne sono le vittime, l'hanno integrata nel proprio modo di pensare e nell'accettazione inconscia di inferiorità. Solo l'antropologo può restituire al principio che fonda la differenza tra maschile e femminile il suo carattere arbitrario, contingente, ma anche, contemporaneamente, la sua necessità sociologica. Bourdieu prende spunto dalle strutture androcentriche dei cabili in Algeria per dimostrare la continuità della visione fallocratica del mondo nell'inconscio di uomini e donne. Anche nelle donne che, secondo il sociologo francese, partecipano passivamente al dominio maschile. Ne risulta una denuncia, tanto più efficace politicamente in quanto scientificamente fondata, dei molti paradossi che il rapporto tra i generi finisce per alimentare, oltre a un invito a riconsiderare, accanto all'unità domestica, l'azione di quelle istanze superiori - la chiesa, la scuola, lo stato responsabili in ultima analisi del dominio maschile.