Porfirio di Tiro, allievo prediletto di Plotino, fu il filosofo più temuto dai Padri della Chiesa per la svettante intelligenza e la raffinata erudizione, poste a difesa della millenaria sapienza pagana contro il dilagare della nuova concezione cristiana. Di lui si racconta che a un convito ... per l'anniversario di Platone, dove lesse un suo poema dal titolo "Le nozze sacre", fu tacciato di pazzia per le "molte cose che aveva pronunciato nell'entusiasmo, in senso mistico e velato". Ma Plotino intervenne e gli disse: "Ti sei dimostrato al tempo stesso poeta e filosofo e ierofante". E tale si dimostra anche in questo "Sui simulacri" - di cui sopravvivono pochi, preziosi frammenti -, straordinaria introduzione alla lettura simbolica delle immagini sacre, ossia di quelle plastiche personificazioni dei fenomeni naturali e di visioni teologiche e cosmologiche che aprono l'accesso a conoscenze più alte. Creando un'intensa sintonia tra religione tradizionale e filosofia, Porfirio insegna come la comprensione delle figurazioni simboliche offra all'uomo la possibilità di avere cognizione delle cose ultramondane, giacché l'antica sapienza degli Egizi e dei Greci era stata capace di mostrare l'invisibile attraverso forme visibili, di sposare l'arcano ineffabile con la materia caduca in un indivisibile Uno. I colori, gli attributi ed epiteti che, opportunamente concertati, plasmano, rivestono e nominano i simulacri li rendono una memoria visiva che impedisce l'oblio del divino
Abbiamo qui il più ampio commento, non soltanto in lingua italiana, alla "Satira terza" di Giovenale. Questa è la sola nella quale il poeta abdichi al proprio ruolo di protagonista della scena satirica, cedendo la parola al personaggio fittizio di Umbricio che, in procinto di abbandonare definitivamente ... Roma per ritirarsi a Cuma, illustra le ragioni della sua decisione, dipingendo un vivace affresco della capitale imperiale tra I e II secolo. In un quadro segnatamente di storia linguistica e letteraria, vengono ora riesaminati i più importanti commenti a Giovenale, dall'Umanesimo in poi, ampio spazio riservando all'informazione storica ed antiquaria.
Sicuro del suo fascino e della sua avvenenza, il bellissimo Dorian Gray conduce una vita sfrenata, fatta di piaceri e di vizi nella Londra di fine Ottocento. Gli anni passano ma il giovane sembra non essere soggetto alle leggi della natura...
"L'asino d'oro", il capolavoro di Lucio Apuleio (125-170 d.C.), è l'unico romanzo della letteratura latina giuntoci per intero. Si compone di undici libri, che descrivono le peripezie del giovane Lucio, trasformato per magia in asino e che alla fine torna uomo grazie all'intercessione della ... dea Iside. La vicenda di Lucio ha un valore profondamente allegorico, poiché rappresenta la caduta e la redenzione dell'uomo. Opera celeberrima, anche grazie al suo impianto rigoroso, carico di rimandi simbolici all'itinerario spirituale del protagonista, "L'asino d'oro" viene considerato il prototipo del romanzo "iniziatico" moderno, che nel "Wilhelm Meister" di Goethe ha l'esempio più alto.
Quando Poimandres, il Nous del dominio assoluto, appare in forma di essere gigantesco a un uomo tutto teso col pensiero verso l'essere e gli domanda cosa voglia "udire e vedere e poi apprendere e conoscere grazie alla contemplazione", il suo interlocutore gli risponde: "Voglio essere istruito ... intorno agli esseri, comprenderne la natura e conoscere dio". E così che inizia il primo Trattato, il Poimandres, del Corpus Hermeticum: e subito a quell'uomo si svela tutto, trasformandosi in luce serena e gioiosa della quale egli si innamora. La rivelazione segreta di Ermete Trismegisto - il "Corpus Hermeticum" - è una delle raccolte di testi più fortunate e influenti che la tarda antichità ci abbia lasciato. Ed è certo difficile resistere al fascino che viene dalla sua singolare miscela di teologia e cosmologia, di studio dell'uomo e dottrina dell'anima, demonologia e astrologia. È un libro, questo, che parla del Principio e della Fine, e adombra una via di Salvezza. Ha, inoltre, una storia del tutto romanzesca. Già attribuito al "tre volte grande" ("trismegistos", appunto) Ermes - il dio della scrittura, dell'astrologia e dell'alchimia che risulta dall'associazione della divinità greca con l'egizio Thoth - esso è ritenuto antico quanto se non più di Mosè, e interpretato come prefigurazione del Cristianesimo. Redatto, in realtà, tra il I e il IV secolo della nostra èra, nel 1460 l'originale greco giunge nelle mani di Cosimo de' Medici, che ordina subito a Marsilio Ficino di dimenticare Platone...
Il commentario rappresenta un valido strumento per penetrare in profondità nel nucleo dottrinario, storico-filosofico e letterario dell'opera di Lattanzio.
La guerra e l'assedio di Troia, i sanguinosi duelli tra Achei e Troiani, le virtù guerriere di Achille, le peripezie del viaggio per mare e l'astuzia di Ulisse, il "ritorno" in patria: tutto il repertorio dell'epica greca e la stessa leggendaria figura di Omero fanno dell'Iliade e dell'Odissea ... due insuperabili modelli di poesia. Nel grandioso laboratorio della "fantasia" degli antichi rivivono per arricchire la nostra fantasia esseri divini più umani degli uomini che proteggono o avversano, secondo i loro volubili umori; l'amicizia tra Achille e Patroclo; l'amore coniugale impersonato da Penelope e Andromaca; l'amore magico e sensuale di Calipso e Circe, quello adolescenziale di Nausicaa. Le "alate parole" dei poemi omerici esercitano tuttora il loro fascino e continuano a ispirare - per la forza impareggiabile della narrazione e per la varietà e umanità dei personaggi - tantissime versioni cinematografiche e televisive. I due capolavori, che sono all'origine della letteratura europea, vengono qui riuniti in una traduzione isometrica, scorrevole ed elegante, con un ricco corredo di note. Introduzione di Antonio Aloni.
Può un nemico essere utile? Plutarco non ha dubbi: in questo breve, ironico pamphlet, ci guida alla scoperta di chi ci detesta e, cosa molto più importante, di noi stessi. Se infatti è impossibile un'esistenza priva di avversari, non è però sufficiente, per sopravvivere, menare colpi alla cieca ... e sbraitare insulti, come ci insegnano, oggi, mass media e social network: è invece necessario riflettere a lungo, prima di reagire, per cercare i nostri difetti e riconoscere i nostri limiti, allo scopo di migliorarci. Perché la difesa deve essere un atto costruttivo, deve tendere anzitutto alla nostra crescita interiore, non all'annientamento del nemico, che spesso ci rivela le verità più scomode, oscurate dall'adulazione e dalla compiacenza di amici e parenti. Un libro straordinario e attualissimo, che è allo stesso tempo un efficace manuale di vita, perché stimola un impulso vitale dell'uomo, sempre più soffocato dal frastuono del mondo globale: l'autocritica.
Insieme all'"Odissea", le "Metamorfosi" sono il libro più fortunato che l'antichità classica ci abbia lasciato. Dante e Shakespeare, pittori e scultori, musicisti e romanzieri di ogni paese e di ogni età lo hanno amato, riscritto, illustrato, dipinto. È il libro che per la sua leggerezza, rapidità, ... esattezza, visibilità e molteplicità Italo Calvino affidava al terzo millennio. È la summa del mito antico, ma anche delle passioni e dell'infelicità che dominano da sempre il mondo. Tutto, secondo Ovidio, muta: il cosmo, gli dèi, i corpi degli uomini e delle donne. Nelle "Metamorfosi", le storie di animali che divengono pietre, di eroi e ninfe mutati in stelle, di numi che s'incarnano, nascono l'una dall'altra, si intrecciano, riaffiorano in sequenza velocissima e cangiante. Con il quarto volume dell'opera giungiamo ai libri centrali delle Metamorfosi, quelli che vanno dal VII al IX. Vi incontriamo vicende celeberrime: quella, furibonda, di Giasone e soprattutto di Medea durante e dopo la spedizione degli Argonauti, la prima che abbia solcato il mare; la terribile pestilenza di Egina; le storie tragiche di Cefalo e Procri, di Minosse e Scilla, di Ercole e Deianira; ma anche, all'estremo opposto, la favola delicatissima e commovente di Filemone e Bauci, che gli interpreti del Medioevo cristiano seppero bene come spiegare. I due vecchi sposi ospitano Mercurio e Giove nella loro misera capanna, pronti persino a sacrificare la loro unica oca per sfamare degnamente gli dèi.
Frutto di oltre dieci anni di lavoro, questa edizione di tutta la tragedia greca con testo a fronte, la prima a essere realizzata interamente da un unico curatore, insieme poeta e filologo, consente di cogliere con sguardo unificante la fulgida stagione della tragedia ellenica che vide fiorire ... il genio creativo di Eschilo, Sofocle ed Euripide. Viene così restituita al lettore moderno, in tutta la sua feconda inattualità, una delle culminazioni dell'arte sapienziale e iniziatica del nostro Occidente, capace di riverberare la spiritualità orfeodionisiaca eleusina nella sua dimensione essoterica: in maniera esplicita, attraverso tragedie vistosamente iniziatiche come Baccanti, Oresteo, Alcesti, Edipo re ed Edipo a Colono; e in maniera indiretta, grazie alla forma apollodionisiaca dell'opera drammatica nella sua espressione scritta. Forma che a sua volta rinvia alla struttura stessa del théatron, che è luogo sapienziale in cui si contempla (theàomai) il gioco delle passioni con empatia e distacco. Con il greco a fronte i capolavori dei tragediografi a noi pervenuti brillano nella lingua in cui furono composti, e consentono di restituire con sufficiente approssimazione la phoné originaria in cui furono pronunciati: nel rito consacrato a Dioniso, alla luce del sole ellenico, sotto lo sguardo della collettività riunita nel nome del dio dell'ebbrezza e della contemplazione.
Questo libro cerca di colmare una lacuna nella bibliografia lucreziana ed epicurea. I contenuti rivoluzionari della filosofia del Giardino e del de rerum natura, che sostenevano l’indifferenza degli dei, la composizione atomistica del cosmo e l’infinità dei mondi, entrarono nel vivo del dibattito ... consumatosi tra Riforma protestante e Controriforma cattolica. Gli ingegni più vivaci di quel tempo conobbero non solo il Maestro ellenistico, ma anche l’autore della latinità, Lucrezio, che era considerato un modello di stile e un fisico della natura. Accolto nella formazione superiore dei discenti, il suo nome ricorre nelle opere esegetiche, teologiche e cosmologiche, ma non sempre in maniera prevedibile.
Animo, animo sconvolto da ansietà senza rimedio, su, difenditi ed opponi il petto a chi ti è ostile, e nelle insidie dei nemici poniti lì accanto, saldamente: e quando vinci, non ostentare esultanza; e quando perdi, non prostrarti nel dolore dentro casa; godi invece delle gioie ed affliggiti ... dei mali, senza eccessi; e riconosci quale norma regga gli uomini.
Archiloco
Chi una schiera di cavalieri, chi di fanti, e chi di navi dice che sia la cosa più bella sulla terra nera: io, quel che si ami …
Saffo
E dormono le cime dei monti, ed i dirupi, e i poggi ed i fossati, e le specie animali – quante la terra nera ne sostenta – e le bestie dei monti, e la stirpe delle api, e i mostri negli abissi del mare color porpora. E dormono le specie di uccelli che dispiegano le ali.
Alcmane