Il decreto del sommo pontefice Benedetto XVI, pubblicato nel luglio 2007 per liberalizzare il rito romano antico, ha suscitato una varietà di reazioni: alcuni lo hanno accolto con gioia, nella speranza che sarebbe stato applicato il più largamente possibile; mentre altri lo hanno etichettato come «qualcosa per i nostalgici». In questo contesto, tale saggio si propone di valutare i due riti in maniera scientifica: più precisamente, di paragonarli alla luce delle loro rispettive teologie sacramentali. Il testo vuole offrire al lettore una visione sintetica dell'argomento, sia concernente l'ordinario (o "comune") della messa, cioè quelle parti che sono comuni a tutte le messe, sia concernente i propri, cioè quelle parti che sono proprie a una messa o a un'altra. La prima parte del saggio analizza il comune della messa, la seconda parte analizza inter alia i propri della messa. Il paragone dei due riti ci permetterà do valutarli in modo giusto.
Lo studio dei sacramentari gregoriani costituisce una miniera che ancora non ha esaurito di offrire ciò che racchiude. Sulla linea del primo volume della presente collana, l'attuale si offre come "guida ai manoscritti": si tratta di 926 schede che racchiudono le informazioni essenziali e molte presentano anche il contenuto attraverso la indicizzazione dei titoli dei formulari. Per cogliere la ricchezza dell'ampio materiale è stata elaborata la concordanza verbale, rispettando per quanto possibile la grafia originale non sempre omogenea. In tal modo, comunque, si ha la possibilità di individuare i contenuti sia in ordine al temporale che al santorale o ai vari communia o altri testi eucologici. Completano l'opera alcune appendici: a) l'indice cronologico dei documenti recensiti permette di situare storicamente i documenti: tra il VII e il XVI secolo l'attenzione si concentra soprattutto nei secoli IX-XIII; b) l'indice dei luoghi dove sono conservati i documenti o dove gli stessi sono stati elaborati; c) le nazioni citate in cui si conservano i manoscritti; d) l'indice delle edizioni permette di cogliere il lavoro che è già stato svolto sulle fonti e, di riflesso, quello che è possibile ancora realizzare. Con la sommaria introduzione il lettore è guidato ad aprirsi alla ricerca cogliendo gli elementi essenziali circa l'obiettivo dell'opera. L'ampia bibliografia, infine, rende conto dello sviluppo della ricerca realizzata finora, mentre solleva il velo su quanto rimane ancora da approfondire.
L'opera liturgica realizzata dal Concilio di Trento e dai papi successivi fu la canonizzazione del culto romano per come aveva preso forma nel corso del medioevo. L'autore ha scelto di focalizzare la sua attenzione sul periodo posteriore a questa canonizzazione, tracciando una panoramica approfondita che va da Pio V a Giovanni XXIII. La parte iniziale del presente lavoro è dedicata allo studio della messa romana a partire dalle sue origini, nell'ultima, si sottolinea invece la stupefacente sopravvivenza, dopo il Vaticano II, del messale tridentino, che è poi arrivato a essere definitivamente riconosciuto dall'autorità romana. L'autore giunge infine alla conclusione che la storia del messale tridentino è ancora ben lontana dal poter essere archiviata. Questo lavoro costituisce dunque un compendio, il più completo possibile, di una storia liturgica di cui la linearità generale prelude a stupefacenti nuovi sviluppi.
La transición al Rito romano en los reinos de Aragón y Navarra constituye uno de los procesos más sugestivos y complejos del Medievo hispano, que arranca en el siglo IX y culmina bien entrado el siglo XIII. En él se superponen e interactúan toda una serie de factores de orden político, cultural y religioso, que lo convierten en un asunto humano de gran interés. A partir de un método interdisciplinar que conjuga el estudio comparado de las fuentes litúrgicas y de su contexto histórico, este libro aborda un ámbito en cierta medida desatendido de la liturgia hispánica y pone en las manos del especialista en liturgia, historia o musicología una visión panorámica del iter romanizador en el nordeste de la Península Ibérica.
Nell'Oriente ortodosso il primo tentativo di sistematizzazione dei sacramenti della Chiesa è stato il trattato di Dionigi Areopagita sulla gerarchia celeste, ma solo nel XVII secolo la dottrina entra dapprima nei «libri simbolici» e poi nei manuali di teologia in uso nei seminari. Solo alla fine del XIX e nel XX secolo la teologia ortodossa comincia a liberarsi dalla concezione del mondo latino medioevale e riconduce la riflessione sui sacramenti nell'alveo del pensiero dei Padri. Le azioni sacre in cui il fedele riceve la grazia dello Spirito Santo schiudono davanti alla persona la realtà di un altro mondo e contribuiscono alla sua rinascita spirituale. Come ha scritto Nicola Cabasilas, «attraverso i santi misteri, quasi finestre, il sole di giustizia entra in questo mondo tenebroso, mette a morte la vita secondo il mondo, e fa sorgere la vita sovramondana».Questo volume si sofferma su: battesimo, cresima e consacrazione del crisma; eucaristia; penitenza (confessione); ordinazione ai ministeri sacri (vescovo, sacerdote, diacono) e consacrazione per i servizi liturgici (lettore, suddiacono); estrema unzione; matrimonio; professione monastica; sepoltura (funerale) e altre forme di commemorazione dei defunti; consacrazione del tempio; benedizione dell'acqua; funzioni di supplica per varie necessità.
Partecipando alla Messa la domenica, ci si accorge come lentamente, ma inesorabilmente, il volto delle nostre assemblee liturgiche stia cambiando. I segni più evidenti sono la progressiva flessione del numero dei partecipanti alle celebrazioni, un certo invecchiamento, soprattutto dei cristiani impegnati. A questo si aggiunge la presenza crescente di occasionali frequentatori, saltuari o di passaggio. Di fronte a questo scenario è importante chiedersi: “In che modo le nostre assemblee liturgiche rispondono a queste sfide? Sono capaci di rinnovare se stesse? Di uscire dalla logica del si è fatto sempre così? Sono queste alcune delle provocazioni che il presente volume sceglie di affrontare perché, anche in questo tempo, la comunità cristiana trovi modi e stili nuovi di festeggiare e celebrare ogni passo avanti nell’evangelizzazione.
Presepi e fontane meravigliose, reliquie della Passione ed ex voto, enigmi sacri e rogazioni, sacri monti e «parole turchine» sono i protagonisti del libro, che recupera una materia trascurata: le forme più elementari, modeste, spesso ingenue di devozione. Pur nella loro semplicità, riti, usi, preghiere e leggende hanno attraversato i secoli consentendo una lettura spirituale del mondo e una considerazione dell'ordine naturale come un codice da comprendere. Tutta l'antica tradizione ha studiato, interpretato, elevato a metafora, esempio, simbolo ciò che miracolosamente appare nel ciclo naturale, nell'ordine celeste, nelle figure della realtà. La liturgia ha costruito un'azione drammatica in cui l'uomo ripercorre tutte le tappe del suo pellegrinaggio vitale mediante le feste, le ricorrenze, le celebrazioni, i riti, le usanze disseminati nel ciclo dei giorni, delle stagioni, dei fenomeni astronomici, integrando e saldando la vita umana individuale e collettiva al coro della creazione divina.
Sommario
La sacralità naturale: una terra di nessuno tra fede e smarrimento. I. I LUOGHI. Il presepio compendio e icona del mondo. Il centro del mondo e la sede dell’anima. Il paradiso terrestre dramma e sogno dell’umanità. I segreti della foresta. Le fontane meravigliose. II. I MITI MINORI. Il mistero del santo Graal. Le reliquie della passione. La corona di spine. Il mistero della santa Croce. Il culto di Gesù bambino. III. LE COSE. La campana, voce che prorompe dal buio della materia santificata. La meridiana digitus paternae dexterae. I tabernacoli. Gli ex voto. IV. GLI EVENTI. Le manifestazioni del mondo animale e la globalizzazione. Il terremoto della morte di Cristo. L’arcobaleno e la porta del paradiso. Credenze sommerse e gesti rituali arcaici sopravvissuti nel vivere quotidiano. V. I RITI. L’antica e perduta tradizione del Ceppo. Il mito del serpente, terribile detentore del segreto della vita. Gli enigmi sacri. Le parate: reliquie di matrimoni tribali. Forme di culto sommerso. VI. I SOGNI E LE CHIMERE. Un miraggio luciferino: gli automi e i replicanti. L’antico mito della lingua degli uccelli. Le parole turchine: parlare senza dire per dire di più. Le sorgenti naturali del meraviglioso: visioni e suoni del mondo soprasensibile.
Note sull'autore
Carlo Lapucci, studioso di tradizioni popolari, ha realizzato per Radiodue le serie «I verdi giardini della memoria» (1981) e «Cose dell'altro mondo» (1982). Ha diretto la rivista Le lingue del mondo e collaborato con Il Sole 24 Ore, La Nazione e Toscana oggi. Tra le sue numerose pubblicazioni, il Canzoniere dell’amore coniugale (1974), La Bibbia dei poveri (1985) e il Dizionario dei proverbi italiani (2007).
ENCHIRIDION DOCUMENTORUM INSTAURATIONIS LITURGICAE IV (1994-2003)
Attraverso brevi e semplici riflessioni, il testo vuole offrire qualche spunto per comprendere e vivere attivamente la celebrazione eucaristica. Passa in rassegna i vari momenti della messa per accompagnare i fedeli a mettersi alla presenza del Signore, chiedere perdono del proprio peccato, mettersi in ascolto della parola di Dio, chiedere con insistenza offrendo se stessi e a rendere grazie. Le riflessioni sono arricchite dalle illustrazioni di Valeria Balboni.
Quando la preghiera e un’intensa meditazione sulla Sacra Scrittura si incontrano con un amore sincero e appassionato per la divina liturgia, non possono che nascere opere dal respiro universale ed eterno come L’Anno liturgico dell’abate Guéranger. Scritto e pubblicato tra il 1841 e il 1866, non era più disponibile in italiano. Questa edizione rinnovata nella forma e nella traduzione ha il merito di colmare questo vuoto e di restituire alle mani di addetti ai lavori e semplici fedeli un patrimonio profondamente attuale, di analisi, spiegazioni e meditazioni sui sacri testi e sulle forme liturgiche. La ricchezza e la profondità di questi scritti rimangono tuttora per molti versi insuperate. Nella sua millenaria sapienza, la Chiesa ha saputo fare di ogni gesto, di ogni parola, di ogni momento liturgico un segno intriso di significato teologico e spirituale, che potesse condurre più facilmente e sicuramente l’anima a gustare la gioia dell’incontro profondo con Dio. Oggi, in un tempo in cui la cura della Bellezza nella liturgia ha lasciato il passo alla superficialità, quando non alla sciatteria, le parole del Guéranger sapranno nuovamente condurre il lettore a riscoprire quel tesoro di sublimità inestimabile racchiuso in ogni atto di culto divino.
La ‘vita cristiana’ è il dono che si riceve e si compie nell’esperienza umana del ‘mistero’ (“Cristo in noi”) celebrato nel rito e vissuto nell’agire quotidiano. Tuttavia, uno degli aspetti che più minacciano la frequenza e la qualità della partecipazione dei fedeli alle celebrazioni liturgiche è proprio la fatica di sperimentare una relazione significativa tra il momento rituale e la complessità della vita quotidiana. Alla base di questa distanza patita tra rito ed esistenza c’è spesso l’antico pregiudizio che spinge a considerare la liturgia come una serie di riti che l’uomo compie per attirare la benevolenza di Dio, e non invece come l’iniziativa gratuita del Signore che, per mezzo dell’agire simbolico-rituale della Chiesa, intende trasformare tutta l’esistenza dell’uomo e della donna in ‘sacramento’ dell’amore di Dio e in ‘profezia’ del Regno che viene. In questo libro si cerca di ritrovare il posto e il senso della liturgia nella e per la vita cristiana, per ricomprenderla non solo come un complesso di riti, ma come la relazione liberante e operativa tra gli eventi pasquali del Signore Gesù e la vita quotidiana
dei suoi discepoli, individuando di conseguenza anche i nodi più importanti per imparare a vivere l’esperienza celebrativa e rituale in modo che questa aiuti a fare di tutta la propria vita un “culto spirituale gradito a Dio” (cf. Rom 12,1).