Il perdono racchiude molti significati e può essere guardato da varie prospettive. Questo libro si accosta ad esso col particolare sguardo della psicoanalisi che, oltre ad essere un metodo di cura, è anche un modo originale di pensare l’essere umano e la sua mente. Visto in questa ottica, il perdono di sé e dell’altro risulta figlio della comprensione, cioè di quello sguardo caldo e umano che non si accontenta di agguantare il colpevole per inchiodarlo alla sua colpa, ma va a scandagliare nelle pieghe della vita delle persone (compresa la nostra) per cogliere le ragioni profonde e spesso inconsce dei loro gesti. Perdonare non significa azzerare la responsabilità e la colpa per rendere tutti buoni e innocenti, ma semplicemente «umanizzare il colpevole», cioè vederlo nella sua dimensione umana restituendogli la sua storia, la sua malattia, i suoi traumi, chiunque esso sia, noi o gli altri.
Non ci si può imporre di perdonare perché «fa bene alla salute», perché «bisogna darci un taglio». Nell’ottica psicoanalitica il perdono, quando riesce, scaturisce spontaneamente come conclusione di un lungo e faticoso viaggio attraverso le parti più nascoste di sé e degli altri. Per questo è stato scritto che il perdono è «un dono dell’analisi».
Queste pagine rappresentano dunque un contributo a vivere la comprensione, la benevolenza e la misericordia nei confronti degli altri ma anche di noi stessi, perché anche noi abbiamo bisogno di perdonarci per il male che ci siamo procurati e per il dolore che abbiamo causato ad altri, magari inconsapevolmente.
Per più di quarant’anni ho raccolto nella stessa stanza di analisi le sofferenze delle vittime ma anche dei carnefici, tutti alla ricerca di aiuto per guarire le ferite subite e fare i conti con quelle inferte a creature innocenti e inermi, compreso a se stessi. Sarà a loro che spesso lascerò la parola durante il libro, ma soprattutto nella terza parte in cui troveranno posto i percorsi analitici di otto persone con cui ho condiviso per anni la sofferenza e la fatica.
Negli anni Novanta l'onda lunga di riscoperta dell'insegnamento lacaniano cominciava a prendere forza anche in Italia e le lezioni, tenute nel 1993-94 da un giovane Massimo Recalcati nell'aula 211 dell'Università degli studi di Milano durante il corso di filosofia morale presieduto da Franco Fergnani, diventarono ben presto un'opera di fondamentale importanza per questo ricchissimo movimento. "Il vuoto e il resto" costituisce il primo e imprescindibile laboratorio teorico di quello che sarebbe diventato il più importante e celebre psicoanalista italiano vivente. La freschezza della parola orale e la vocazione didattica rendono questo libro una tappa ineludibile della lettura recalcatiana di Lacan che, a venticinque anni di distanza, e ulteriormente approfondita, è riconosciuta in Italia come una delle più originali e fulgide.
Secondo il racconto dei Vangeli, Gesú, dopo l’Ultima Cena, si ritira nei pressi di un piccolo campo poco fuori Gerusalemme: è il Getsemani, l’orto degli ulivi. Alla testa di un gruppo di uomini armati, arriva Giuda che indica Gesú ai soldati baciandolo. Questo bacio è divenuto il simbolo dell’esperienza straziante del tradimento e dell’abbandono. Ma anche i suoi discepoli e Pietro stesso, il piú fedele tra loro, tradiscono il Maestro lasciandolo solo. Nella notte del Getsemani non c’è Dio, ma solo l’uomo. È lo scandalo rimproverato a Gesú: aver trascinato Dio verso l’uomo. La notte del Getsemani è la notte dove la vita umana si mostra nella sua piú radicale inermità. In primo piano c’è l’esperienza dell’abbandono assoluto, della caduta, della prossimità irreversibile della morte e della preghiera. La notte del Getsemani è la notte dell’uomo.
Anziani considerati ormai 'vecchi', fuori dal ciclo produttivo e soprattutto da quello del consumo. Giovani che non hanno più il diritto di essere giovani, ma sono inseriti da subito nella giostra delle competenze da acquisire, dei risultati da conseguire, con l'imperativo di essere 'imprenditori di se stessi'. Fragilità umane di tutti noi che vengono stigmatizzate come intoppi nella realizzazione di una felicità del qui e ora, col risultato di impregnarci di angoscia e paura del futuro. Non è lo scenario distopico di un libro di fantascienza, ma il panorama della nostra situazione attuale. Come ci siamo arrivati? Quando abbiamo abdicato alla nostra irriducibilità a una modellizzazione meccanica? Perché abbiamo accettato di diventare un mero 'bilancio di competenze' governato da un algoritmo ottimista, e perché ci siamo lasciati convincere che saremo migliori e più felici se ci lasceremo 'aumentare' dalle macchine? Ma soprattutto: c'è una via di resistenza a tutto questo? Miguel Benasayag, che da sempre si muove all'incrocio tra psicanalisi, biologia e filosofia e che per il suo essere un resistente ha anche pagato un prezzo personale, come racconta più volte in questo libro, raccoglie l'appello di una società impaurita e le propone una scommessa per un futuro diverso: un futuro di persone singolari, ricche delle proprie diversità, delle proprie qualità e incrinature, che vivono in relazione tra loro. Solo accettando di andare al di là del semplice 'funzionamento' della macchina e riguadagnando invece la complessità piena di senso dell'umano, si può tornare a considerare senza angoscia la morte come parte dell'esperienza sapida della vita, a guardare la fragilità del corpo e delle emozioni come ricchezza della relazione con gli altri. E recuperare così uno sguardo aperto verso un futuro che sia sempre meno un risultato e sempre più un cammino, a volte facile e a volte difficile come la vita vera.
In questo libro Didier Anzieu incentra il discorso sulla nozione di immaginario gruppale: il gruppo ha una propria psicologia, diversa da quella degli individui che lo compongono. Per far luce su tale psicologia, l'autore parte dall'analogia tra il gruppo e il sogno e descrive molti processi che sottendono la vita dei gruppi: l'illusione gruppale, il gruppo-bocca, i fantasmi di rottura, il gruppo-macchina, la resistenza paradossale autodistruttiva, le perturbazioni provocate dalla prevalenza dell'imago paterna o del Super-io. Vengono così individuati degli "organizzatori psichici inconsci" che strutturano l'immaginario gruppale, come i fantasmi originari o l'immagine del proprio corpo. Prefazione di René Kaës.
La prima biografia completa di un grande innovatore, che ha dominato con maestria scienza del linguaggio, filosofia, psicoanalisi. Al centro del libro, oltre alle figure affascinanti dei protagonisti della cultura del Novecento – Koyré, Kojève, Heidegger, Sartre, Althusser, Lévi-Strauss –, innumerevoli aneddoti ed episodi raccontano le passioni dell’uomo, ribelle e anticonformista: padroneggiare il tempo, frequentare i grandi della sua epoca, collezionare oggetti, sedurre le donne. Ma, soprattutto, dominano queste pagine il genio clinico che ha sovvertito la pratica psicoanalitica; la potenza teorica di un uomo che ha costruito un pensiero fondato sulla determinazione del soggetto attraverso il linguaggio; l’acume di un maestro che ha analizzato con sottigliezza il declino della funzione paterna, le contraddizioni dell’amore, la logica della follia.
Biografia dell'autore
Elisabeth Roudinesco
Élisabeth Roudinesco, storica e psicoanalista, ha insegnato all’École des hautes études en sciences sociales. È autrice di numerosi testi sulla storia della psicoanalisi, la filosofia e l’ebraismo.
L'amore dura solo il tempo di un bacio? La sua promessa è destinata fatalmente a dissolversi? La fiamma che brucia può durare eternamente? Oppure ogni amore finisce inevitabilmente? Il desiderio per esistere non ha forse sempre bisogno del Nuovo? Il matrimonio è allora condannato a essere solo il cimitero del desiderio? E il lessico famigliare a esaurire il lessico amoroso? Può esistere un amore che dura nel tempo mentre continua a bruciare? E poi ancora: l'erotismo può integrarsi all'amore o lo esclude necessariamente? La spinta appropriativa e i fantasmi della gelosia caratterizzano ogni amore o sono solo i sintomi di una malattia inestirpabile? Cosa accade quando uno dei due tradisce la promessa? Cosa è un tradimento e quali sono le ferite che apre? È possibile il perdono nella vita amorosa? E la violenza? È una parte ineliminabile dell'amore o la sua profanazione più estrema? Cosa accade quando un amore finisce, quando dell'estasi del primo incontro e della luce del "per sempre" non resta che cenere? È possibile sopravvivere alla morte di un amore che voleva essere per sempre? E qual è il mistero che accompagna gli amori che sanno durare senza rassegnarsi alla morte del desiderio, quegli amori che conoscono la meraviglia di una "quiete accesa", come la definiva poeticamente Ungaretti? In sette brevi lezioni Massimo Recalcati scandaglia tutti questi interrogativi e offre ai suoi lettori i testi del programma televisivo "Lessico amoroso".
A partire da alcune parabole evangeliche e da altri scritti dell'Antico e del Nuovo Testamento, interpretati in chiave psicodinamica e psicoanalitica, il volume approfondisce il significato e l'importanza della compassione nella società globale della postmodernità. L'intento è attraversare i vissuti della compassione nell'impostazione di una trama narrativa che racconta l'antropologica finitezza della condizione umana e la sua grandezza, con l'intento di conoscere i processi psicologici, consci e inconsci, che caratterizzano i comportamenti umani e le potenzialità che possono esprimere quando si trasformano in azioni riparative del dolore innocente.
Nella prima parte, il libro ripercorre le vicende e i risvolti di questa aggressione ideologica che impone con la «rivoluzione gender» la sua visione sulla sessualità, sulla famiglia, sulla differenza tra i sessi.
La seconda parte è dedicata alla post libertà: «La libertà di pensiero ce l’abbiamo. Adesso ci vorrebbe il pensiero». Questo aforisma di Karl Kraus diventa per l’autore l’emblema di un’epoca in cui domina un regime di post libertà: l’adeguamento al pensiero unico, al politicamente corretto, all’obbligo dell’egualitarismo. L’uomo contemporaneo crede di essere libero e di avere a portata di mano qualsiasi scelta. È il carnevale della libertà. Ma quando tutto è possibile la libertà implode, si svuota dal suo interno, la libertà muore di troppa libertà.
Nella terza parte il tema della libertà è portato al centro dell’esperienza psicoanalitica. Il lavoro clinico può essere letto come un lavoro di libertà, come il percorso in cui un soggetto prova a ritessere il proprio destino. E a ritrovare il desiderio di progettare una libertà altra che ha il sapore di una conquista perenne.
Per Carl Gustav Jung l'arte fu l'amorosa compagna segreta di tutta la vita. Disegnò, dipinse, scolpì, intagliò il legno, progettò architetture con la maestria e la versatilità di un artista rinascimentale. Pochissimi, tuttavia, ne conoscevano il talento fuori del comune, perché egli decise di non rendere pubbliche le sue opere. Il mondo rimase quindi stupefatto quando nel 2009, a quasi cinquant'anni dalla morte, venne dato alle stampe il Libro rosso, l'inedito forse più strabiliante dell'intero Novecento, dove Jung calligrafò la sua potente visione dell'inconscio, illustrandola con tavole degne della migliore tradizione miniaturistica del Medioevo. Da allora, l'artista che non volle mai chiamarsi tale occupa il posto che gli spetta anche nella storia dell'arte, oltre che nel pensiero contemporaneo. Ma molto rimaneva da scoprire. Al desiderio di ammirare finalmente i tesori mai usciti dagli archivi risponde questo libro, curato dall'istituzione che custodisce il lascito junghiano. La sontuosa iconografia, in larga parte inedita, e i saggi che ne commentano ogni aspetto - dalle raffinate tecniche pittoriche all'uso dei colori, dalle figurazioni simboliche alle valenze meditative, fino alle scelte collezionistiche, che fecero della biblioteca di Jung una «stanza delle meraviglie» - integrano in modo sostanziale quanto si sapeva della psicologia analitica, della sua genealogia e dei suoi sviluppi. Spesso prologhi visivi degli scritti, gli abbozzi, gli acquerelli, i guazzi e le sculture esprimono quel pensare per immagini che rende riconoscibili i processi psichici: un esercizio in vivo, con esiti artistici alti, del metodo dell'immaginazione attiva. E di fronte al cromatismo che accende qualsiasi soggetto Jung raffiguri, paesaggio, demone o mandala, non sarà eccessivo parlare di capolavoro.
II modello di adolescenza elaborato dalla psicologia e dalla psicoanalisi a partire dal primo Novecento sembra oggi inadeguato a descrivere il periodo della transizione dall'infanzia all'età adulta. La fisionomia dell'adolescente appare mutata. In particolare, le profonde trasformazioni sociali e culturali che hanno segnato gli ultimi settant'anni, la rivoluzione digitale anzitutto, hanno rimodellato via via le caratteristiche delle generazioni che si sono succedute. Nel nostro tempo, l'adolescenza si estende ben oltre i vent'anni, a volte sembra non terminare mai. Occorre chiedersi se l'adolescenza dei trattati di psicologia esista ancora o non si debba invece ridefinire questa età attraverso i molteplici comportamenti che esprime. Con il supporto di esempi concreti ed evocative citazioni tratte dal mondo dell'arte, Massimo Ammaniti descrive i diversi percorsi di ragazze e ragazzi per i quali il tempo della crescita si congela. E i genitori? Di fronte alla difficoltà del compito, oscillano spaesati tra complicità e assenza, consapevoli di dover ridefinire il proprio rapporto con i figli.
Bollas esplora alcune tendenze sorte in Occidente negli ultimi due secoli, rilevando un cruciale "cambiamento del clima intellettuale": l'importanza attribuita alla connettività istantanea ha soppiantato riflessività e introspezione, il modo in cui definiamo il nostro Sé si è significativamente trasformato. Questo orientamento avrebbe raggiunto l'apice nell'attuale dilagare della psicofobia: un rifiuto delle psicologie del profondo che ha spianato la strada all'affermarsi di scelte fondate sull'odio. Per ritrovare un più equiibrato concetto di sé all'interno della società, è indispensabile fare dell'insight psicologico il fulcro di un nuovo tipo di analisi culturale e sociale. Questo libro sarà apprezzato da chiunque desideri comprendere le sfide con cui la comunità globale dei nostri giorni è chiamata a confrontarsi.