L’autore “racconta” la S. Messa guardandola con gli occhi della gente comune: della casalinga, dell’operaio in fabbrica (e forse in cassa integrazione), del giovane che non pratica perché la Chiesa lo ha deluso e del giovane che ogni giorno se ne nutre perché l’ha inserita nella sua “dieta” personale.
La nostra esperienza del mondo è l’essere corpi, averne percezione, esprimerci con linguaggi. Ma, non è su questo stesso sfondo che si veicola l’esperienza religiosa? Sono i concetti o sono le immagini a fare la religione? In quale rapporto stanno queste con i grandi sistemi teologici e metafisici, con i dogmi, con i misteri? Stando agli studi delle scienze cognitive, riti e liturgie attestano il religioso come presenza nelle immagini, nelle icone. Ma non solo, qui si cerca di capire quel lato interiore – l’immagine come si forma dentro di noi –, che muta l’interpretazione del fenomeno religioso, rovesciandone la struttura epistemologica. Ad esempio nel modo in cui ci si rappresenta la Trinità o la creazione ex nihilo: in quanto pensieri-limite, per pensarli il credente ricorre a immagini di per sé incapaci di renderli, in grado però, proprio esercitando il paradosso, di fargli compiere una diversa esperienza – quella religiosa appunto.
Queste pagine ne sono un’indagine che rimette in discussione l’ordine dei fattori in gioco, ponendo un problema serio per le scienze delle religioni: cos’è davvero alle origini del religioso?
Se siete persuasi che la riforma liturgica del Concilio Vaticano II sia sinonimo di improvvisazione, di paramenti in poliestere, di calici di latta, di canzonette da varietà e assenza del sacro; o se siete convinti che la riforma abbia liquidato latino e gregoriano e rivoltato l’assetto architettonico delle nostre chiese, allora questo libretto riserva non poche sorprese. Gli amanti della liturgia creativa troveranno questo testo irritante, irriverente, a tratti impertinente. I fautori della discontinuità e di un’improbabile tenzone fra il partito di Pio V e quello di Paolo VI si accorgeranno, con sconcerto, di militare tutti dalla stessa parte: basta leggere i documenti conciliari, basta osservare le norme liturgiche, basta essere fedeli ai principi della riforma, per scoprire che non c’è stata alcuna rivoluzione. Insomma, liturgia e fantasia non fanno rima sempre...
Alleghiamo il Sommario, dalla cui lettura si ricava lo stile umoristico e tutt’altro che ieratico:
1 Liturgia creativa, ovvero della difficile via della fedeltà;
2 Della liturgia orizzontale, ovvero: cosa succede quando si dimentica che la liturgia è rivolta al Padre;
3 Di Marta che pretendeva di prendersi la parte migliore: ovvero cosa succede se si fraintende l’attiva partecipazione dei fedeli;
4 Della liturgia della parola: ovvero la parola di Dio ridotta ad antipasto;
5 Dell’omelia: ovvero il siparietto del prete;
6 Delle didascalie, ovvero: come la pubblicità può rovinarti il film proprio sul più bello;
7 Delle preghiere dei fedeli, ovvero: come insegnare al buon Dio a fare il suo mestiere;
8 Latine loqui, sed extra ecclesiam, Si parli pure in latino, ma non in chiesa;
9 I segni liturgici, ovvero: quando liturgia fa rima con fantasia;
10 Arte sacra e senso del sacro, ovvero: quando il pauperismo diventa virtù evangelica;
11 Della musica sacra, ovvero: quando San Remo prende il posto di Santa Cecilia;
12 Stasera mangiamo al cinese, ovvero: il fascino dell’esotico.
Alcuni circoli ebraici e alcuni organi di stampa fecero gran rumore in occasione della promulgazione del Motu proprio di Benedetto XVI che ripristinava la Messa antica, paventando la reintroduzione della preghiera per gli Ebrei, quella da cui Papa Giovanni XXIII aveva tolto l’aggettivo “perfidi”. In questa temperie si colloca il commento dell’Autore di questo libro, sacerdote cattolico, alla nuova preghiera pro conversione Iudaeorum per la forma straordinaria del rito romano. Se dinanzi al sangue prezioso del suo Figlio il Padre ha volto lo sguardo alla povera umanità peccatrice e l’ha salvata, non deve questo essere annunziato a tutti, compresi “i nostri fratelli maggiori” affinché volgano con noi lo sguardo al Figlio Salvatore? Questo volgere lo sguardo è l’inizio della conversione, opera della Grazia divina, che quest’opera vuole inaugurare.
Don Alfredo M. Morselli nasce a Bologna il 24 ottobre 1958. Nel 1980 interrompe gli studi universitari per entrare in seminario; viene ordinato sacerdote a Massa (MS) nel 1986. Nel 1991 consegue la licenza in Scienze Bibliche presso il Pontifico Istituto Biblico. L’obbedienza lo porta a svolgere il suo ministero principalmente in parrocchia, ma ha anche insegnato varie discipline teologiche e si dedica – quando possibile – alla predicazione degli Esercizi Spirituali di Sant’Ignazio. È stato tra i primi sacerdoti italiani ad avventurarsi nell’apostolato in internet, agli albori della storia di questo mezzo di comunicazione. Dopo la promulgazione del Motu proprio «Summorum Pontificum», ha l’incarico – assieme ad altri confratelli – di celebrare la S. Messa gregoriana a Bologna. Attualmente è parroco in diocesi di Bologna, presso le parrocchie di S. Venanzio Martire, in Stiatico di San Giorgio di Piano (BO), e dei SS. Filippo e Giacomo Apostoli, in Casadio di Argelato (BO). Tra le sue pubblicazioni, il libro La negazione della storicità dei Vangeli. Storia, cause e rimedi (2006).
“Ricolmerò di grazie particolari tutte le anime che sapranno manifestarmi la gioia dei loro cuori intrattenendosi in intimo colloquio spirituale con me dopo la Santa Comunione” (Gesù a un’anima).
Il gesto ha una dimensione sociale, è una modalità di comunicazione, esprime l’appartenenza alla medesima comunità, manifesta l'unità dei cristiani. Il gesto è una testimonianza di fede, in se stesso esprime un credo, lo proclama dinanzi a tutti. Il gesto sostiene la preghiera, aiuta il credente a mettersi in uno stato d’animo a essa propizio, viene in aiuto all’orante. Quando corpo e spirito concorrono alla preghiera, questa riveste un carattere autenticamente umano e autenticamente cristiano.
Paul Christophe (1932), presbitero, professore emerito alla Facoltà di teologia dell’Université catholique di Lille, è specialista di storia religiosa. È autore di numerose opere sia di ricerca che di divulgazione.
Un libro per pregare, per imparare a vivere da protagonisti la celebrazione eucaristica, per scoprire il valore di tutte le parti della Messa.
Il protestantesimo si è sempre tenuto piuttosto alla larga dalla ritualità. I riformatori del XVI secolo - Lutero, Zwingli, Bucero, Calvino, per ricordare i più noti - hanno distinto in modo netto i riti-sacramento del battesimo e dell'eucaristia dagli altri cinque riti ecclesiastici, a cui non hanno riconosciuto pari dignità sacramentale ritenendoli non fondati sulle Scritture. Ciò non significa tuttavia che questi ultimi siano stati aboliti. Nelle Chiese protestanti trovano infatti ancora il proprio posto, con accentuazioni diverse.
Anche nel tempo della postmodernità in cui viviamo, la domanda di ritualità resta viva e si presta a scoprire nuove dimensioni di senso e di orientamento per la vita. Il volume prende in considerazione i riti che accompagnano i "momenti di passaggio" della vita umana, soprattutto in situazioni di svolta, cambiamento o sofferenza. Dunque il battesimo, la confermazione, il matrimonio e la sepoltura.
Partendo dalla prospettiva delle Chiese protestanti, il libro tocca poi anche argomenti di attualità fortemente dibattuti, dando ad esempio spazio al tema del divorzio e a quello delle unioni omosessuali, nonché offrendo in appendice varie proposte liturgiche oggi in uso in alcune Chiese riformate.
Sommario
Introduzione. I PARTE. 1. I riti di passaggio. 2. Le azioni liturgiche e pastorali. 3. La complessità delle «storie di vita». 4. Ambiguità permanente. 5. Azioni simboliche di benedizione. 6. Ritualità e postmodernità. 7. Storie di vita individuali e storie di comunità. 8. Gli atti «occasionali»: opportunità per una cultura alternativa? 9. Benedizione come esperienza di vita. II PARTE. 1. Il battesimo cristiano. 2. Il rito di confermazione. 3. Martin Bucer inventa la confermazione protestante. 4. Catechesi e prassi sacramentale nel protestantesimo: una questione aperta. III PARTE. 1. Il rito del matrimonio. 2. Il rito funebre. Conclusione. Appendice. 1. Battesimo dei credenti - Schema E (Chiesa valdese). 2. Battesimo dei figli di credenti - Schema A (Chiesa valdese). 3. Liturgia per l'accoglienza di un bambino (Chiesa valdese). 4. Liturgia di confermazione - Schema B (Chiesa valdese). 5. Liturgia matrimoniale (Chiesa riformata di Francia, 1997). 6. Liturgia di benedizione di una coppia appartenente allo stesso sesso (Chiesa riformata del Cantone di S. Gallo). 7. Liturgia in occasione di un divorzio (Chiesa riformata del Cantone di S. Gallo). 8. Liturgia per un funerale - Schema A (Chiesa valdese).
Note sull'autore
ERMANNO GENRE, pastore valdese, docente di Teologia pratica alla Facoltà valdese di teologia di Roma, professore invitato al Pontificio Ateneo S. Anselmo e alla Pontificia Facoltà teologica Marianum di Roma, all'Istituto di Studi Ecumenici S. Bernardino di Venezia. Tra le sue pubblicazioni: Il culto cristiano. Una prospettiva protestante, Claudiana 2004 (ed. francese, 2008); Gesù ti invita a cena. L'eucaristia è ecumenica, Claudiana 2007.
Le riflessioni presentate in questo volume si prefiggono di cogliere alcuni aspetti della celebrazione sacramentale come dato centrale a cui converge tutto il periodo del fidanzamento e da cui fruiscono la vitalità e la fecondità della vita famigliare.
Il libro esplora il continente interiore di Cristina Campo (1923-1977), una voce poetica di straordinaria profondità, concentrata nella ricerca della bellezza, splendore della verità. Il suo itinerario creativo di «salmone controcorrente» risale i flutti dell’esistenza fino alla Sorgente della vita e dell’amore, e approda a una scrittura simbolica e polisemica ispirata dalla liturgia cristiana. I versi di Missa Romana, Monaci alle icone, Diario bizantino svelano fulgidamente la sua immersione nella preghiera della Chiesa, portando alla luce le perle più luminose della Tradizione. Attraverso un serrato confronto con le prose e gli epistolari della Campo, il presente studio offre le chiavi ermeneutiche dei canti liturgici, sollecitando una nuova lettura critica dell’intera opera.
«Rendere grazie» è parola chiave nei racconti dell'ultima Cena, i quali fondano la celebrazione dell'eucaristia che da questo verbo prende il suo nome. La genesi e il significato dell'eucaristia, a partire dal comando di Gesù ai discepoli «Fate questo in memoria di me», attraverso le molteplici variazioni assunte nel corso dei secoli nella vita delle comunità cristiane, sono state al cuore della pluridecennale ricerca storico-liturgica e teologica di Enrico Mazza. «Rendere grazie» è quindi espressione quanto mai adatta a riassumere l'orientamento della sua ricerca e quale titolo di una parte dei numerosi studi da lui pubblicati in riviste, atti di convegni e miscellanee, non sempre di facile accesso, e che ex-alunni, colleghi e amici hanno raccolto in occasione del suo 70° compleanno.
I sedici contributi presentati nel volume documentano soprattutto la fase più recente della ricerca di Mazza e si articolano negli ambiti che più ne hanno caratterizzato interessi e riflessioni: la genesi della celebrazione eucaristica e la struttura e teologia della preghiera eucaristica; la nozione di sacramentalità; la storia della riforma liturgica voluta dal Vaticano II; gli aspetti metodologici della ricerca storico-liturgica; l'attenzione ai luoghi celebrativi e in particolare all'altare.
Sommario
Presentazione (P. De Clerck). I. ALL'ORIGINE DELL'EUCARISTIA. 1. La liturgia come mymesis di Cristo. 2. L'eucaristia: dalla preghiera giudaica alla preghiera cristiana. 3. La struttura dell'anafora alessandrina e antiochena. 4. Il recente accordo tra la Chiesa caldea e la Chiesa sira-orientale sull'eucaristia. 5. Che cos'è l'anafora eucaristica? 6. L'eucaristia nei grandi cicli di catechesi del IV secolo. II. CHE COS'È LA SACRAMENTALITÀ. 7. Perché è stato utilizzato il termine «sacramento» per designare i sacramenti cristiani? 8.Elementi agostiniani necessari per la concezione sacramentale della liturgia. 9. La partecipazione attiva alla liturgia e l'efficacia dei sacramenti. III. RIFORMA LITURGICA. 10. La riforma liturgica e il Consilium nel 1965. 11. Il ruolo di Cipriano Vagaggini nella composizione delle preghiere eucaristiche del Messale di Paolo VI. IV. METODOLOGIA DELLA RICERCA NEGLI STUDI LITURGICI. 12. Un criterio particolare nella tecnica di costruzione delle anafore: l'uso della «fonte della fonte». 13. Liturgia e metodo storico. Un esempio significativo: il caso dell'epiclesi eucaristica. 14. I frutti dell'eucaristia: chiave di una sacralità cristiana. Un saggio alla luce della cristologia di B. Lonergan. V. L'ALTARE. 15. Tavola e altare: due modi non alternativi per designare un oggetto liturgico. 16. L'altare come luogo della comunione. Un problema di oggi alla luce della storia. Indice dei nomi. Bibliografia generale. Tabula gratulatoria.
Note sull'autore
ENRICO MAZZA (1940), presbitero della diocesi di Reggio Emilia - Guastalla, ha studiato teologia alla Pontificia Università Gregoriana, specializzandosi in liturgia e teologia dei sacramenti al Pontificio Istituto Liturgico dell'Ateneo S. Anselmo di Roma. Docente di liturgia e teologia dei sacramenti allo Studio Teologico Interdiocesano di Reggio Emilia dal 1968, dal 1987 è docente di storia della liturgia all'Università Cattolica del S. Cuore di Milano e ha tenuto corsi e seminari in istituzioni accademiche italiane e straniere. Tra le sue pubblicazioni EDB: Le odierne preghiere eucaristiche (21991); La celebrazione della penitenza. Spiritualità e pastorale (22007); La celebrazione eucaristica. Genesi del rito e sviluppo dell'interpretazione (32010).
Questo volume è un valido strumento di studio nato per presentare i riti sacraentali, le lodi divine e l'anno liturgico agli allievi di liturgia. Questo manuale, oltre ai riti completi tradotti, e alla liturgia delle ore, contiene anche dei commenti introduttivi e dei cenni storici che contribuiscono a fornire una presentazione globale della liturgia bizantina come espresisone della Chiesa Ortodossa. Il volume si inserisce nella ocllana Monumenta Studia Instrumenta Liturgica, diretta da Manlio Sodi e risulta di particolare interesse oltre che per gli allievi, sacerdoti ed operatori pastorali di rito bizantino e non, anche per le facoltà di Teologia e per i liturgisti.