In un contesto in cui la diversità genera diffidenza e spaventa, la necessità di formare nei bambini un atteggiamento di apertura verso l'altro da sé costituisce una priorità e forse anche un'emergenza educativa: è possibile farlo anche attraverso il gioco. I giochi di strada, in particolare, sono utili per sperimentare ruoli, regole, azioni e comportamenti della vita insieme. Una raccolta di giochi dal mondo, in una nuova e arricchita edizione, dedicata a operatori, educatori, insegnanti e a quanti lavorano nel campo dell'animazione con bambini e ragazzi.
Nonostante sia diffusa l'idea che nelle scuole statunitensi, come in quelle dei Paesi occidentali, si insegnino i valori democratici, ci troviamo di fronte un modello di insegnamento che non solo non incoraggia, ma impedisce di sviluppare il pensiero critico e indipendente, di ragionare liberamente su ciò che si nasconde dietro la rappresentazione del mondo offerta dal potere. Di rado è consentito agli studenti di «trovare da soli la verità», mostrando loro come farlo. Più spesso ci si aspetta che i ragazzi imparino attraverso un trasferimento di conoscenze: un approccio strumentale all'istruzione, la cui efficacia è misurata da esami che prevedono risposte corrette e risposte errate, predeterminate secondo i criteri stabiliti dalla cultura dominante. Le scuole non sono dunque luoghi democratici, ma istituzioni che svolgono un ruolo di controllo e di coercizione. In questa raccolta di saggi, Noam Chomsky rivela, con una serie documentata e puntuale di esempi tratti dalla storia recente, come gli Stati Uniti siano riusciti a rivendicare continuamente la loro superiorità morale proprio allontanando gli osservatori e i cittadini da una comprensione critica e globale degli eventi. E con la passione che da cinquant'anni sostiene le sue ricerche sui sistemi di potere e la sua competenza di studioso della comunicazione, fornisce gli strumenti utili a fare di studenti e insegnanti degli «agenti della storia» alla costante ricerca della verità, per rendere questo mondo meno discriminatorio e più giusto.
In cattedra è un libro sui docenti universitari, che escono dalle aule e si presentano al lettore. Chi sono, come insegnano e perché lo fanno? Rispondono otto studiosi di scienze umane che in Italia, in Europa e negli Stati Uniti discutono ogni giorno con i loro più giovani concittadini di contesti e fonti, di identità, alterità e potere, di libertà, ricerca e istituzioni. Non saggi di pedagogia, ma autobiografie al lavoro. Otto voci italiane di una medesima generazione fanno tesoro della loro storia personale e intellettuale, e raccontano in prima persona cosa vogliono trasmettere a studentesse e studenti sempre diversi, esplicitando ambizioni e preoccupazioni, e come cambiano al cambiare delle persone cui si rivolgono, delle lingue che parlano, dei luoghi che li ospitano.Testimonianze e riflessioni sono raccolte qui senza tecnicismi e con una forte tensione ideale, muovendosi tra Dante e Netflix. Scritti di Giovanna Borradori, Gianluca Briguglia Marco Formisano, Manuele Gragnolati, Antonio Montefusco Silvia Romani, Miriam Ronzoni, Stefano Simonetta.
I cambiamenti culturali e l'intenso uso del digitale quanto hanno modificato e condizionano tempi e modalità di crescita dei ragazzi? Quali sfide educative sono chiamati a gestire i genitori e gli educatori negli anni della scuola superiore?
Questo libro si rivolge ai genitori che ancora credono nel loro ruolo insostituibile nel percorso adolescenze dei figli e ad adulti di riferimento disposti a spendersi nel lavoro formativo. Vengono forniti non ricette precostituite, ma princìpi validi e linee operative che chiedono di mettere in gioco la libertà e il rischio educativo. I temi trattati riguardano l'attuale definizione dell'adolescenza e la possibilità di porle un "limite", le dipendenze che ne ostacolano il percorso, quali possano essere gli spazi d'azione degli educatori, in particolare i genitori. Il contesto esplorato è la scuola superiore: l'orientamento alla scelta, lo studio... Ma l'oggetto di osservazione privilegiato sono le relazioni, con attenzione alle problematiche didattiche ed educative.
Gianpiero Camiciotti, psicologo, docente w dirigente scolastico, possiede un'esperienza pluriennale nell'insegnamento e nel supporto psico-pedagogico a famiglie e adolescenti. Tra le sue pubblicazioni: L'orientamento personale dell'alunno (Le Monnier, 1981) e Tuo figlio adolescente (Ares, 1995).
Alessandra Modugno, docente di filosofia nell'Università di Genova, si occupa di ricerca in àmbito antropologico e metafisico, ma anche di didattica e orientamento. Tra le sue pubblicazioni: Appassionati alla realtà (Armando, 2011) e Pensare criticamente. Verità e competenze argomentativi (Carocci, 2018).
Don Lorenzo Milani combatté l'analfabetismo dei ceti sociali più poveri, l'esercizio prepotente dell'autorità all'interno della Chiesa e nella società, la fisionomia classista della scuola pubblica. Rispetto alle sue battaglie ideali, le lettere inviate alla madre Alice Weiss tra il 1943 e il 1967 - qui proposte in una nuova edizione - sono più luoghi di rifugio che di ispirazione diretta. E, come sottolineò Pasolini all'apparire della prima edizione del carteggio, i due interlocutori sono un prete cattolico e una madre ebrea che appartengono a un mondo culturalmente e ideologicamente laico.
Nel Paese dei balocchi in cui viviamo risuona un unico imperativo: «Lascia perdere!». La memoria e il rigore, l'impegno e l'etica sono fatiche inutili. Le molte realtà straordinarie della scuola e dell'impegno sociale, così come le famiglie, sono costrette a nuotare come salmoni contro la corrente della crisi economica, dell'arroganza al potere, del disprezzo verso i saperi. Eppure a venire oggi alla ribalta non sono solo bambini-erba, senza forma e senza senso del limite, né solo ragazzi-risacca, trasportati dalle maree di qualche vizio o disagio. Sono anzi i giovani stessi, con l'impegno delle loro battaglie e dei loro ideali, a mostrarci che non tutto è perduto. Il punto di partenza di questa appassionata lettera a un'insegnante sono le emergenze del tempo presente, ma la forza dell'appello di Susanna Tamaro va ben al di là, ponendo questioni fondamentali per ricomporre la nostra convivenza. Di quale sapere abbiamo bisogno per essere in grado di affrontare la vita? Come tornare a comunicare ai bambini l'amore per le domande e la passione per la ricerca delle risposte? Cosa stanno cercando di dirci i ragazzi che oggi scendono in piazza in difesa del futuro di tutti? Forse al cuore di un nuovo patto possibile tra le generazioni c'è la riscoperta di un concetto rivoluzionario: l'anima. Tornare a nutrirla è la condizione per ricominciare a cambiare il mondo: per una volta, in meglio.
«Grazie ai miei studenti ho capito che insegnare significa innanzitutto schierarsi. Scegliere questo lavoro vuol dire decidere con quale sguardo interrogare il mondo e tentare di costruire delle risposte di buon senso. Sentivo e sento tuttora che devo a loro questo impegno. Credo che la scuola debba ripartire da qui per riscoprire la sua bellezza, il suo senso profondo e con esso un po' di gioia.». Davide Tamagnini è salito alla ribalta dell'opinione pubblica per il suo metodo didattico, che capovolge il modo tradizionale di esercitare l'insegnamento. In una scuola primaria in provincia di Novara, Davide è riuscito a costruire un percorso didattico innovativo e sperimentale, la cui punta dell'iceberg è la scelta di abolire i voti, ma non la valutazione. La pagella si presenta innanzitutto con tre colori: verde, giallo e rosso. Ogni colore indica il margine di progresso raggiunto o il miglioramento raggiungibile in una certa area dell'apprendimento. Ma è l'intero approccio di Davide all'insegnamento a essere innovativo: «Per portare la parola 'felicità' dentro le mura scolastiche dobbiamo demolire il paradigma che lega scuola e noia. Si tratta di sconvolgere pratiche e credenze sedimentate per ricostruire un percorso in cui ciascuno si senta protagonista dell'apprendimento». Questo libro è il racconto di quel processo di demolizione e ricostruzione, ma è anche e soprattutto il diario di un viaggio durato cinque anni, un'esperienza di scuola e di vita unica nel panorama di oggi, che ha portato un maestro e la sua classe al centro di una colorata, esplosiva rivoluzione.
Sviluppare una dimensione interiore positiva, arricchente e aperta alla ricerca personale e spirituale è un'esperienza importante per ogni essere umano, fondamentale per la sua crescita e vita di bambino, ragazzo e adulto. Silvia Vecchini spiega come tale esperienza sia indissolubilmente legata a quelli che sono definiti "attaccamento sicuro" e "fiducia di base", qualità che hanno origine nella relazione con il mondo adulto di riferimento e si sviluppano attraverso una serie di pratiche, tra cui particolare rilievo ha la lettura condivisa. Gli albi illustrati, infatti, si rivelano strumenti privilegiati per comunicare con i bambini, che nei primi anni di vita interpretano e conoscono il mondo attraverso il pensiero magico e trovano nelle storie uno "spazio ospitale" in cui organizzare il proprio immaginario, in grado di accogliere domande e curiosità, di contenere visioni diverse, all'altezza della loro profonda ricerca di senso. Uno spazio ospitale anche per l'adulto, che permette di entrare in contatto con il pensiero infantile di fronte alle grandi domande. Gli albi illustrati, insomma, sono "ponti" capaci di collegare dimensione materiale e spirituale, bambini e adulti, tradizione e innovazione. Un saggio ricco di riflessioni, bibliografie, immagini, pensato per insegnanti, atelieristi, educatori, ma anche genitori, studenti, librai, bibliotecari, psicologi, terapeuti e appassionati di libri per bambini e ragazzi.
L'integrazione di italiani e stranieri a scuola non è un'emergenza o una novità, ma una realtà che esiste già da lungo tempo. Il libro chiama a raccolta tutti i protagonisti delle tante esperienze positive di integrazione in atto da molti anni nelle scuole del nostro Paese: insegnanti, presidi, alunni, sindaci, genitori, artisti condividono la loro voce per mostrare i tanti modi in cui l'integrazione si declina. Si incontreranno in queste pagine i 'costruttori di ponti' delle scuole dell'infanzia e gli esercizi di 'buon senso' degli studenti; si racconteranno i tentativi di convivenza e di resistenza quotidiana nei piccoli comuni e nelle grandi città. Si prenderanno molto sul serio le nuove preoccupazioni e paure delle famiglie italiane. L'integrazione è aiuto ai più deboli: bisogna accoglierli, insegnare la lingua, orientarli. È anche così, certo. Ma c'è anche molto di più: per esempio, un buon numero di studenti 'stranieri' conosce le lingue e il mondo meglio di noi e degli studenti italiani; alcuni di loro proseguono gli studi superiori e poi si iscrivono all'università. Un chiaro segnale della spinta verso lo studio, della fiducia, del sogno, della speranza nel futuro. Fare integrazione vuol dire allora costruire legami di comunità e scoprire che l'influenza reciproca può essere vantaggiosa per tutti. Nel tempo dell''emergenza migranti', di 'prima gli italiani', abbiamo bisogno più che mai di una 'grammatica dell'integrazione' che insegni a costruire il senso del possibile e a coltivare visioni del futuro. È il principio speranza: non smettere di provare a fare il mondo come dovrebbe essere.
Il libro incrocia saperi e campi di ricerca differenti e risonanti: la pedagogia del corpo, il metodo autobiografico e le pratiche filosofiche convergono qui per aprire nuove riflessioni in coloro che si interessano di cura e di educazione. In molti contesti ci si interroga da decenni sul rapporto che intreccia la dimensione del corpo, dell'azione, dell'emozione, con quella della mente, del pensiero teorico, della concettualizzazione. Questo fermento è indiscutibile quanto il fatto che il cambiamento prospettato fatica a trovare una reale applicazione all'interno delle procedure educative e di cura. Il testo, che comprende riflessioni, esperienze e suggerimenti di pratiche, è un invito a fare e a pensare un'educazione e una cura dove "corpo e mente" si alimentino reciprocamente, in direzione di un approccio alla relazione di cui tutti abbiamo bisogno.
Se “valore” è tutto ciò che rende la vita degna di essere vissuta, allora coltivare e dare spazio ai valori umani e spirituali diventa una filosofia di vita. Oggi il processo educativo porta la mente ad una conoscenza libresca, ma ciò non è sufficiente... ciò che occorre è mettersi in azione con un cuore pieno di amore e compassione. Ciò che si deve volere è “trasformazione” e non “informazione”. I numerosi mandala e disegni, sparsi qua e là tra le pagine del libro, di carta semplice, quasi artigianale, possono essere colorati a piacere. Un libro da vivere insieme ai bambini, non solo per insegnanti e genitori.
Note sull'autore
Teresa Daniela De Stefano è nata a Cochabamba (Bolivia) da genitori italiani. Vive a Udine da molto tempo. È stata maestra elementare, dedicandosi con passione particolare all’insegnamento. In pensione da qualche anno, prosegue con l’attività educativa in ambiente scolastico per promuovere la conoscenza dei valori umani insiti nella persona. È autrice del libro “Gaia, miracolo d’amore” (2014) in cui descrive l’esperienza di Rita Callegari che, in seguito alla perdita della figlia Gaia, racconta come si può sopravvivere alla morte di un figlio e sentire la Pace nel cuore grazie ad un percorso spirituale e alla presenza costante di Dio nella propria vita.
Uno strumento per vivere la Montessori 365 giorni all’anno!
Un’agenda per tutta la famiglia, organizzata seguendo le linee guida di Maria Montessori. Come amava dire lei stessa, più che un metodo, la sua didattica è un sostegno allo sviluppo del bambino, ne potenzia e valorizza le risorse, in modo che, durante la crescita, si senta felice, appagato e abbia fiducia in sé stesso. Quest’agenda suggerisce attività che coinvolgono genitori e bambino durante tutto l’anno, differenziandole a seconda delle stagioni e della possibilità di svolgerle all’esterno o dentro casa. Attività che consentono al bambino di sviluppare le proprie capacità motorie, di scoprire la natura, di relazionarsi con gli altri, ma anche di dar sfogo alla propria creatività. Imparare a riconoscere le parti di un frutto o le varie fasi della luna, preparare dei biscotti, curare una pianta: sono solo alcune delle tante attività grazie alle quali un bambino diventa consapevole di sé stesso e del mondo che lo circonda. E allora, cominciamo!
Ogni settimana include attività a seconda della stagione e dell’età: 0–3 anni, 3–6 anni
Le attività consentono al bambino di affinare i 5 sensi, di sviluppare capacità artistiche o pratiche, di conoscere il mondo esterno e ciò che lo circonda dentro casa
Un glossario che aiuta i genitori a scoprire i punti chiave del metodo Montessori