Se la rivoluzione dei big data ha un genio che la presiede, questi è certamente Alex Pentland. In anni di esperimenti innovativi ha distillato scoperte che oggi spalancano le porte di un campo scientifico completamente nuovo: la fisica sociale. La fisica sociale si occupa del flusso delle idee e di come le reti sociali le diffondano e le trasformino in comportamenti. Finora le ricerche dei sociologi sono dipese da set di dati limitati e da indagini che ci dicono ciò che le persone dichiarano circa i propri pensieri e comportamenti, piuttosto che ciò che veramente pensano e fanno. Siamo rimasti ancorati all'uso di categorie quali le classi sociali o il mercato. In realtà, gli esseri umani rispondono in modo molto più potente a stimoli sociali che implichino la gratificazione degli altri e rafforzino i legami, invece che a stimoli che implichino solo il loro proprio interesse economico. Pentland conduce i lettori oltre la soglia della più importante rivoluzione nello studio del comportamento sociale, verso un modo completamente nuovo di guardare alla vita stessa. Prefazione di Filippo Barbera, postfazione di Cosimo Accoto.
Oggi appare ovvio parlare di social network, di sharing, di opportunità legate alla Rete e all'utilizzo del Web, anche se spesso ci dimentichiamo che si tratta di un'innovazione recente, fra le più potenti e rivoluzionarie degli ultimi duecento anni. La generazione di coloro che non sono "nativi digitali" - chi è nato prima dell'avvento delle nuove tecnologie - cerca ancora di "resistere" a quest'onda travolgente. Ma si può far finta che i social network non esistano? Che il Web sia superfluo? Che l'e-commerce possa esser ridotto al livello di infima branca commerciale secondaria? E a che prezzo? Possiamo definirci uomini wireless in una civiltà wireless, che ha a propria disposizione il trampolino per un salto epocale, paragonabile solo all'invenzione della stampa. Per la prima volta nella storia, attraverso i terminali che portiamo con noi - cellulari, tablet, notebook -, in collegamento con la Rete, cioè col mondo, possiamo considerare realistica l'utopia di un'accademia universale in cui ognuno è discente e docente, un luogo di sapere senza confini le cui aule ci accolgono perennemente, per una formazione che duri l'intera esistenza. Un anfiteatro delle vicende umane in cui tutti sono spettatori e, al contempo, attori protagonisti.
Il libro nasce dalla denuncia delle aberrazioni conseguenti alle campagne mass mediatiche di amplificazione e deformazione di una notizia in un caso quale quella che venne data il 6 agosto 2014, utilizzando il Caso Schettino, ed esasperando la sua presenza ad una presunta Lectio Magistralis sul panico presso La Sapienza di Roma. L'occasione di tale denigrazione mass mediatica contro un noto criminologo, ha fornito lo spunto per affrontare, insieme alla confessione di noti giornalisti, il sistema delle strategie di voluta amplificazione e distorsione di una notizia per finalità di audience dei media.
L'Autore, con l'aiuto di numerosi esempi, propone una rilettura della storia delle tecnologie che contraddice i comportamenti e le interpretazioni di Galileo e contro i tradizionali discorsi falsificatori che ci condannano a un destino già scritto.
Nei 1954 inizia l'avventura della Rai, e con essa la realizzazione dei primi sceneggiati: ai tempi erano adattamenti da opere letterarie, oggi è la moderna "fiction". "Il segno del telecomando" affronta l'entusiasmante viaggio da quelle lontane origini fino al 2014, e lo fa non solo ricostruendo la storia delle numerosissime produzioni Rai, ma cercando di andare anche oltre lo schermo, affidandosi alle testimonianze di quelle persone - autori, registi, attori, critici - che hanno reso il settore televisivo un tassello fondante della vita del nostro Paese. La storia della fiction Rai è un ritratto degli italiani degli ultimi sessant'anni e di ciò che più li ha emozionati. Gli amanti del dramma o della commedia romantica, gli appassionati del genere giallo o poliziesco, coloro che ricordano con affetto le cure del dott. Manson nella Cittadella, i casi di Nero Wolfe. Le inchieste del Commissario Maigret, quelli che negli ultimi anni hanno seguito con passione le avventure del Commissario Montalbano, di Don Matteo o di Un posto al sole, troveranno qui il piacere di incontrare i propri beniamini e chi li ha creati, e di scoprire, anche, artisti che hanno contribuito al loro successo e che sovente sono rimasti dietro le quinte. "Il segno del telecomando" è la testimonianza di una televisione che nel corso degli anni ha spesso cambiato faccia ed è riuscita a influire sulla vita degli italiani.
Le grandi trasformazioni indotte dai processi di globalizzazione - dalle migrazioni alle nuove tecniche e forme di organizzazione rese possibili dall'informatica - hanno negli ultimi anni messo in primo piano le dimensioni della comunicazione e dell'intercultura. Il confronto con la diversità culturale diviene oggi un passaggio ineludibile nelle pratiche comunicative che pervadono il tessuto concreto delle relazioni sociali e della stessa vita delle istituzioni. Allo stato attuale, operare nella sfera pubblica richiede l'adozione di una prospettiva comunicativa interculturale che, oltre a riconoscere le differenze, consenta anche la pratica della mediazione per valorizzare le molte realtà di una società sempre più plurale. Il volume presenta concetti e metodi di questo campo di studi e propone una serie di concreti casi di studio.
Il terrore mediatico è parte integrante della strategia dell'lsis: i video dell'orrore diffusi attraverso la Rete ne sono l'espressione più eclatante. Ma come possiamo reagire di fronte a questa offensiva? Dobbiamo difendere la libertà di informazione e di espressione ad ogni costo o dobbiamo porci dei limiti proprio per tutelare questa nostra libertà? A partire dal racconto dei giorni dell'attentato a "Charlie Hebdo", il direttore di RaiNews24 intreccia la riflessione sul ruolo dei social network e della satira alla descrizione di come operano giornali e televisione. Utilizzando la sua esperienza sul campo da Parigi a New York, dalla Siria all'Iraq all'Afghanistan - Monica Maggioni ci porta in presa diretta e in prima persona dentro i conflitti drammatici del nostro tempo per provare a capire come siamo arrivati a questo punto. Una riflessione sulle conseguenze del 'jihadismo globale'. E sulla sofisticata strategia comunicativa di cui siamo tutti bersaglio.
"Una carriera folgorante, dalla Polonia, sua seconda patria dopo l'Italia, lo ha portato in ogni parte del mondo, alternando la macchina da scrivere con la macchina da presa. Incalzato da una inquietudine più slava che latina, il nomade Jas sarebbe apparso accanto ai maggiori e più diversi personaggi del nostro tempo. Ne troverete una selezione in questo libro." (Enzo Bettiza)
Matteo Renzi ha cambiato la politica italiana: in meno di cinque anni ha rottamato la vecchia classe dirigente della sinistra e conquistato il Governo del Paese. Il metodo Renzi è caratterizzato da comunicazione pop, linguaggio ad alto tasso emotivo, immagine di politico "normale" alimentata a colpi di selfie, retorica da sindaco anticasta, stile obamiano, leadership carismatica. I contributi qui raccolti sono tasselli preziosi che aiutano a comporre il mosaico del "renzismo", restituendo a trecentosessanta gradi, tra pregi e limiti, meriti e zone opache, la figura del premier boy scout.
Più di un secolo dopo Weber e due millenni dopo San Paolo, i media nostrani hanno riesumato il termine "Carisma", dandogli un significato adeguato a politici mediocri e a imprenditori protezionisti. Il libro chiarisce perché e come la parola abbia cambiato identità negli ultimi anni e descrive le strategie, i sistemi e gli apparati di comunicazione usati per manipolare il consenso e conquistare il potere. Racconta oltre venti casi di capi "carismatici", esemplari di contesti politici, economici e sociali diversi e li colloca in tre età crossmediali, centrate sulla figura del leader, sulla tecnica e la gerarchia, sulle reti e la tecnologia. L'agire comunicativo dei protagonisti, da Pericle ad Augusto, al Re Sole, da Rockefeller a Ford, ai robber baron, da Jobs a Page, a Zuckerberg, ai ragazzi del Web, commentato e sistematizzato, dà spunti operativi che, senza scadere nelle ricette sicure e nelle teorizzazioni astratte, portano il lettore a definire opportunità di miglioramento e modi d'azione.
L'età d'oro dell'editoria, e non solo di quella americana, ricostruita da uno dei suoi più grandi protagonisti. Richard Seaver si racconta con dovizia di dettagli, ma soprattutto racconta la fisionomia del suo lavoro come uomo di cultura, mediatore culturale e coraggioso imprenditore. Racconta della formazione in Francia (si laurea alla Sorbona con una tesi su James Joyce), del fervido rapporto con la cultura francese e degli incontri che lo condussero a fondare la rivista "Merlin" dove, fra gli altri, pubblicò opere dell'amatissimo Samuel Beckett e di Eugène Ionesco. Tornato negli Stati Uniti, fu editor in chief di Grove Press e in seguito di Viking Press. Con costanza e rigore impose opere di autori letterariamente immensi ma ardui, anticipatori, sempre al limite della provocazione, che spesso scatenarono gli attacchi della censura. Fa conoscere Jean Genet, Henry Miller, William Burroughs. E in seguito Hubert Selby Jr, Robert Coover, Harold Pinter. Dal 1988 alla morte (5 gennaio 2009) ha retto con devoto accanimento le sorti della sua Arcade Publishing. Seaver è stato protagonista di molte battaglie culturali e politiche che in questo libro sono evocate con passione, con una tensione febbrile, tutta volta a sfidare (una volta di più) le strette del presente, quasi il racconto di tanto lavoro e di tanta vita dovesse leggersi, senza nostalgia, nel tempo a venire. Prefazione di Inge Feltrinelli.
Sono poche le cose che oggi facciamo senza l'aiuto dei computer. È questo il mondo che vogliamo? Nicholas Carr va al di là dell'entusiasmo per piloti automatici e macchine che guidano da sole, computer indossabili e medicina digitalizzata, mostrandoci il prezzo che paghiamo nel lasciare che il software domini sempre di più il nostro lavoro e il nostro tempo libero. Anche se ci rendono più semplice la vita, la rete e le nuove tecnologie ci stanno rubando qualcosa di essenziale, come la gratificazione legata al fatto di portare a termine un lavoro complicato nel mondo reale. Dalle fabbriche tessili del XIX secolo alle cabine di pilotaggio dei moderni aerei, Carr esplora l'impatto dell'automazione da una prospettiva profondamente umana, esaminando le conseguenze della nostra crescente dipendenza dai computer. Senza dimenticare che, usando mezzi così efficienti, rinunciamo a sviluppare competenze cruciali in vari ambiti, col risultato di trovarci in gravi difficoltà se lo strumento non funziona.