La Carta describe el carisma recibido por Josemaría Escrivá sobre la llamada de los fieles laicos a la santidad en medio del mundo y al compromiso evangelizador en favor de toda la Iglesia.
“Recogemos en este libro un escrito de san Josemaría que describe, en sus rasgos fundamentales, el carisma recibido el 2 de octubre de 1928 sobre la llamada de los fieles laicos a la santidad en medio del mundo y al compromiso evangelizador en favor de toda la Iglesia. Ha sido ya publicado con el nº 1 en el libro Cartas (I), editado por Rialp en 2020” (Nota de Luis Cano).
En esta Carta, Josemaría Escrivá destaca algunos temas como la santidad y el apostolado como marco de la vida ordinaria, o la humildad como fundamento de todo progreso espiritual.
Gli studi sul libro di Samuele si muovono su quattro fronti: la storia della formazione del testo, le informazioni storiche sull'origine della monarchia in Israele, le caratteristiche letterarie della narrazione, il suo influsso sulla storia della cultura occidentale. Il presente commentario affronta tutti questi aspetti alla luce della produzione scientifica più recente. La traduzione è aderente al testo masoretico ed è accompagnata dalle varianti testuali delle versioni antiche. L'approccio intratestuale e intertestuale porta progressivamente alla luce una pedagogia divina che fa sperimentare al popolo il fallimento di qualsiasi autorità politica che stia al posto di Dio. L'analisi delle complesse vicende dei protagonisti guida il lettore a rileggere le proprie esperienze umane e a formulare un giudizio.
Il magistero di Francesco ha rilanciato l'interesse per la categoria del discernimento. In questo fascicolo vengono proposti tre approfondimenti: di tipo storico-contestuale (con una disamina della cultura post-moderna), filosofico-teoretico (con due affondi esemplari, su Aristotele e Kant) e teologico-spirituale (mediante il confronto con due giganti della tradizione, quali Ignazio di Loyola e Francesco di Sales). Il volume comprende inoltre un saggio sul tema del matrimonio sullo sfondo del cap. VIII di Amoris Laetitia e l'editoriale sull'idea di teologia del Card. C.M. Martini.
Mi sono avvicinata al Signore piano piano, negli anni, come se la mia anima si stesse riprendendo da un antico torpore... Ma poi è accaduto qualcosa di impensato per me... Un bel giorno, dal cielo, ho udito la voce di Gesù e di Maria, di Dio Padre e dello Spirito Santo. Fino a quando mi è apparsa “Lei”, la Vergine Immacolata, dalla luna, splendente come una stella, a illuminar le tenebre dell’anima mia.
Esta edición en dos volúmenes ofrece la recopilación de los 67 Cuentos publicados a lo largo de su vida por Edgar Alan Poe (1809-1849) en la magnífica traducción llevada a cabo por Julio Cortázar. El primer volumen reúne las narraciones dominadas por el terror, la presencia de lo sobrenatural, la preocupación metafísica y el gusto por el análisis, mientras que el segundo recoge las exploraciones sobre el pasado y el futuro, los bellos relatos contemplativos que encierran la filosofía de Poe sobre el paisaje, la serie de estampas grotescas y los cuentos de carácter satírico.
"Il metodo" è l'ultima opera teorica di Sergej M. Ejzenstejn, lasciata incompiuta alla sua morte (1948). In queste pagine il regista riattraversa molti dei temi della sua riflessione, allo scopo di sciogliere i nodi teorici di una ricerca che accompagna costantemente la pratica artistica, da quella teatrale a quella cinematografica, senza dimenticare il disegno. Il risultato è un lavoro concepito per chiarire in via definitiva «il problema fondamentale» dell'arte: quello che, nella fattispecie, contiene il segreto del suo funzionamento o, per essere più precisi, della sua «efficacia». La messa a punto di un vero e proprio «metodo» consente a Ejzenstejn di svelare i meccanismi che regolano la vita di un'opera d'arte, dal momento in cui viene ideata fino a quello in cui entra in relazione con il suo spettatore. La tesi che si delinea è tanto chiara, quanto radicale: la forma di pensiero attivata dall'arte e dai suoi prodotti corrisponde, per struttura e funzionamento, a quella del pensiero primitivo. Il «metodo» di cui stiamo parlando diviene così uno strumento prezioso per scrivere, a partire dalla comprensione di una singola opera, non solo una più generale storia delle arti, ma anche una storia naturale delle forme viventi.
La Liturgia delle Ore è la preghiera ufficiale della Chiesa Cattolica che quotidianamente prega i Salmi, Cantici e Inni e la Sacra Bibbia. E' composta da 4 volumi. Primo volume: Tempo di Avvento e Tempo di Natale
Un pratico strumento di formazione e aggiornamento per i catechisti e i genitori, una serie di nozioni teoriche e idee pratiche per preparare gli incontri di preghiera a catechismo con competenza.
La rivista Script, fondata nel 1992, era nata da un gruppo di sceneggiatori con l'ambizione di innovare e modernizzare il cinema italiano. Un cinema la cui presunta parte migliore - autori, critica, università - era ancora immersa nelle acque della Nouvelle Vague. Quella Nuova Onda, su cui avevano surfato i ragazzi degli anni Sessanta, spentasi nel resto del mondo, dopo trent'anni si era trasformata nel nostro paese in una palude. Quello che presentiamo è il primo di tre volumetti che antologizzano un'esperienza - durata quasi vent'anni - che ha influenzato una generazione non solo di scrittori ma, più in generale, di giovani professionisti del cinema. E ci piace pensare abbia fatto venire dubbi e ripensamenti a chi ha gestito la fallimentare politica culturale e industriale del nostro comparto audiovisivo. Scrive Andrea Minuz nella sua Introduzione: «Sfogliando la raccolta di articoli, saggi, interventi che avete tra le mani vi renderete subito conto, sin dalle prime pagine, perché Script è "una rivista che viene dal futuro". Se il primo volume si intitola Per una diversa idea di cinema è perché le idee che circolavano dentro Script erano davvero diverse rispetto a tutto quello che si leggeva e diceva nel mondo del cinema italiano di quegli anni. [...] Ci trovo dentro cose mai lette prima: l'idea che la regia è un iceberg e la parte importante sta sotto, la convinzione che gli sceneggiatori sono i veri creatori del film [...] che il cinema è uno sport di squadra e il film un prodotto pensato in funzione di un investimento e di un mercato, non il trastullo narcisistico di registi presuntuosi che giocano a fare Cassavetes con i fondi pubblici e così via. Sarebbe però riduttivo pensare a Script come a una rivista di critica cinematografica. In quelle pagine prendeva forma una precisa idea di politica culturale. C'erano diverse proposte concrete che ahimè all'epoca restarono lettera morta, salvo vederle messe in pratica poi un po' ovunque, e ora inseguite anche qui, tra mille difficoltà e vecchie resistenze ancora fortissime, col solito, tipico ritardo italiano, che non di rado diventa poi fatale».