Insegnare la Storia attraverso l'ausilio della Fantasia (con la F maiuscola) si può: basta volerlo, senza travisare i fatti, ovviamente!
L'Autrice ci ha provato creando una sorta di "alfabeto storico", ripercorrendo a dialoghi teatrali, viaggi virtuali nel passato, giochi enigmistici e di parole e avvalendosi di una chiave di lettura anomala: la descrizione soggettiva delle grandi personalità di spicco che hanno portato l'Italia verso l'unità.
Descrizione soggettiva? Certo: l'unica in grado di lasciare spazio ai sentimenti, alle emozioni, alle paure, alle ansie, alle gratificazioni provate prima, dopo e durante le guerre combattute per l'indipendenza dello Stivale.
C'è un filo rosso al femminile nella storia d'Italia ed è rappresentato da tre donne che hanno vissuto in prima persona la straordinaria epopea della famiglia Garibaldi: la brasiliana Anita, moglie di Giuseppe; l'inglese Costanza, moglie del loro figlio Ricciotti; l'americana Speranza, moglie di Ezio, nipote dell'eroe dei due mondi. Tre storie che si snodano attraverso centocinquant'anni, dal 1820 al 1970: dal Risorgimento al periodo postunitario, dalla prima guerra mondiale al fascismo e al dopoguerra. Il volume, grazie alla ricerca compiuta su centinaia di documenti, ufficiali e privati, racconta la storia di queste tre donne coraggiose e coerenti nel testimoniare senza ombre e tentennamenti i valori della dignità umana.
A 150 anni dall'unità d'Italia, il Risorgimento appare un evento che fa ancora discutere con accesi dibattiti che coinvolgono sia gli storici che opinione pubblica in generale. Il volume, attraverso le parole di Francesco Traniello, per molti anni docente di Storia contemporanea presso la Facoltà di Scienze Politiche di Torino, affronta alcuni degli snodi principali dell'unificazione nazionale segnalando, nello stesso tempo, anche i diversi usi che nei decenni si sono fatti delle vicende e dei miti risorgimentali.
Nell’anno delle celebrazioni del 150° anniversario dell’Unità d’Italia gli interventi pubblicati in questo volume propongono una riflessione su alcuni aspetti cruciali dell’'unificazione incompiuta'. Il ruolo delle classi dirigenti, le interpretazioni del Risorgimento, a cominciare da quelle di Marx, Engels e Gramsci, il dibattito su centralismo e federalismo, le reazioni della Chiesa cattolica, lo squilibrio Nord-Sud, l’analisi della borghesia mafiosa, il ruolo delle donne, la rilettura della Costituzione: questi i temi affrontati, con particolare attenzione alle vicende più recenti e al condizionamento che potranno esercitare sul futuro, in un paese che dopo il ventennio fascista, la difficile conquista della democrazia attraverso la Resistenza antifascista, il mezzo secolo di potere democristiano, vive la penosa esperienza del berlusconismo ed è lacerato dal secessionismo leghista. Con un’opposizione frammentata e una sinistra in crisi d’identità.
Il volume è corredato di una cronologia dettagliata sui principali avvenimenti dal 1861 a oggi.
Gli autori: Renato Covino, Antonio Moscato, Giuseppe Prestipino, Filippo Ronchi, Domenico Di Fiore, Enrico Guarneri, Santina Cutrona, Umberto Santino, Monica Lanfranco, Lillo Testasecca.
curatori: Enrico Guarneri, Umberto Santino.
Quando si parla del Risorgimento le donne dove sono? La memoria di quelle, non poche, che lo animarono è pressoché cancellata. Eppure si trattò spesso di figure di grande notorietà, poi celebrate da statue e lapidi. Queste pagine presentano al lettore alcune di quelle protagoniste dimenticate: quattordici profili narrativi restituiscono la vicenda biografica e l'azione politica di altrettante donne, da Colomba Antonietti a Clara Maffei, da Sara Nathan ad Anita Garibaldi, dalla nobile Cristina Trivulzio di Belgiojoso a Peppa "la cannoniera", da Enrichetta Caracciolo ad Antonietta De Pace. Ripercorrendo insieme il racconto della vita di lavandaie e giornaliste, aristocratiche e massaie, italiane e straniere, il libro riconosce in queste "donne del Risorgimento" anche una comune disposizione, in senso proto-femminista, che le portò volta a volta a impegnarsi in battaglie sociali, a lottare contro la prostituzione, a prendere le armi vestite da uomini, accanto agli uomini.
Le autrici del volume fanno parte di Controparola, un gruppo di giornaliste e scrittrici nato nel 1992 per iniziativa di Dacia Maraini. Come opere collettive hanno pubblicato anche "Piccole italiane" (Anabasi, 1994), "Il Novecento delle italiane" (Editori Riuniti, 2001), "Amorosi assassini" (Laterza, 2008).
Buon compleanno, Italia. Centocinquanta di questi anni, verrebbe da dire. Ma qualcosa non torna. I tempi sono quelli che sono, di crisi non soltanto economica ma culturale, di prospettiva. Il passato è un parente alquanto lontano, e il futuro un’equazione a più incognite. Viviamo alla giornata in un permanente equilibrio precario, privo di orizzonti stabili. A dirla tutta, l’impressione è che non si sa bene che cosa celebrare. Un secolo e mezzo dopo, siamo sempre in bilico tra identità nazionale e radici locali, teoria degli insiemi e campanili. Con tutto ciò che ne consegue.
Sergio Romano, Marc Lazar e Michele Canonica ne sono consapevoli, naturalmente, e il loro confronto non esclude il disaccordo, anzi se ne alimenta. Un viaggio che tocca tutte le stazioni nello spazio e nel tempo, e che soprattutto esplora la realtà quotidiana, dello Stato e dei cittadini, in ogni aspetto: sanità, pensioni, giustizia, pubblica amministrazione, trasporti, infrastrutture, forze armate, scuola, cultura, informazione, turismo, spettacolo, sport, gastronomia, moda, design, piccole e medie imprese. Ne risulta, tra domande, risposte e ipotesi, un quadro completo e fedele (anzi, una radiografia) del Bel Paese e del rapporto che gli italiani hanno con la loro memoria storica, più o meno condivisa.
Ideali e ambizioni, speranze e delusioni, dignità e tragedia di una nazione controversa.
Alla fine del Novecento, fu annunciata in Italia la 'morte della patria'. Oggi assistiamo alla rinascita del culto della nazione, mentre molti temono tuttora una perdita dell'identità nazionale. Gli italiani, in realtà, non hanno mai avuto una comune idea di nazione, anche se fin dal Risorgimento, per oltre un secolo, il mito di una Grande Italia ha influito sulla loro esistenza. Sono state molte le Italie degli italiani, divisi da ideologie antagoniste, sfociate talvolta in guerra civile.
Con un'analisi rigorosa e avvincente, unica nel suo genere, Emilio Gentile narra la storia del mito nazionale nelle sue varie versioni, durante il moto risorgimentale, lo Stato liberale, la Grande Guerra, il fascismo, la Resistenza e la Repubblica, fino a scoprire le ragioni per le quali, dalla metà del secolo scorso, la nazione è scomparsa dalla vita degli italiani per riapparire nell'Italia d'oggi, con un incerto futuro. Una riflessione storica sul passato, per comprendere il presente.
«Qui si fa l’Italia o si muore!» disse Garibaldi a Bixio, secondo i manuali di storia. In realtà, quella frase non fu mai pronunciata, così come molte altre, magari attribuite a personaggi o circostanze sbagliate... In queste pagine Antonello Capurso ripercorre le vicende d'Italia degli ultimi centocinquant'anni attraverso le frasi e i motti celebri che hanno scandito i momenti chiave della storia nazionale, sgombrando il campo da falsi miti ed errori, e offrendo invece una curiosa panoramica sul nostro passato e presente.
Nell’ottica storico-critica dei 150 anni dell’Unità d’Italia si situa anche il presente volume, che intende verificare, in analogia a quanto avvenuto a livello nazionale, e nel contesto del Mezzogiorno d’Italia, come si è sviluppato il rapporto dialettico fra Stato e Chiesa nella provincia di Caserta, di certo non privo di tensione, nelle fasi immediatamente precedenti l’Unità d’Italia e nei primi decenni del nuovo Stato.
La monografia, collocandosi in un contesto molto ampio di ricerca storiografica nell’ambito del Mezzogiorno d’Italia, e grazie ad un’ampia consultazione dell’Archivio di Stato di Caserta, esplora il rapporto tra il clero e lo Stato unitario nella provincia di Caserta (1860-1878) in cinque capitoli: 1. Il clero dal legittimismo borbonico all’opposizione verso lo Stato unitario; 2. L’opposizione del clero durante il governo della Luogotenenza; 3. Il clero reazionario e il clero liberale; 4. Il clero e i vescovi tra reazione e rinnovamento; 5. Il clero e l’opinione pubblica.
Dalla documentazione esaminata emerge che il rapporto fra clero e Stato unitario ebbe punte di asprezze molto dure, all’interno di tentativi piuttosto fragili di conciliazione. Tuttavia, anche nella provincia di Caserta si manifestò un certo rinnovamento, dopo il 1870, con una maggiore adesione al Papa, con la nomina di nuovi vescovi, con l’attenzione a nuove forme di vita pastorale e religiosa e con la ricerca di nuove vie per l’educazione dei ragazzi.
Pubblicato in occasione del centocinquantesimo anniversario dell'Unità nazionale, "Ti racconto l'Italia" nasce per dare voce a quelle generazioni di patrioti che, tra sacrifici di ogni genere, dedicarono ogni loro energia, e spesso anche la vita, al sogno di un'Italia unita e libera dalla dominazione straniera. Vero e proprio atto d'amore nei confronti della lunga stagione risorgimentale, "Ti racconto l'Italia", grazie alla competente curatela di Riccardo Reim, è un libro antiretorico, sincero e a volte duro. Una raccolta di scritti e reportage d'epoca in cui, pagina dopo pagina, il tormentato percorso che ha consentito all'Italia di essere una nazione diventa un'avventura grandiosa da rivivere in "presa diretta" grazie alle testimonianze dei suoi protagonisti. In questo modo - e attraverso i contributi di uomini di lettere e d'azione come Giuseppe Mazzini, Silvio Pellico, Carlo Cattaneo, Giuseppe Montanelli, Emilio Dandolo, Edmondo De Amicis, Carlo Pisacane, Giuseppe Cesare Abba, Ippolito Nievo, Felice Cavallotti, Felice Venosta, Cesare Pascarella, Alexandre Dumas, Giuseppe Garibaldi e molti altri - i luoghi-simbolo del Risorgimento, le sanguinose battaglie, gli eroi delle insurrezioni, i luoghi deputati alla repressione antipatriottica e il martirio di chi regalò l'esistenza al sogno di un'Italia unita escono dalle pagine dei tomi di storia in cui sono stati relegati per farsi memoria di una stagione su cui c'è ancora molto da dire e da imparare.
Mazzini e Garibaldi, Vittorio Emanuele II e Pio IX, Carlo Pisacane e i fratelli Bandiera: dei protagonisti del Risorgimento si è già detto tutto, o quasi. Perché al di là di vittorie, sconfi tte, cospirazioni, esili, condanne a morte e trionfi postumi, gli eroi dell’Unità d’Italia avevano anche una vita normale. Per esempio, mangiavano. E questo volume rende conto proprio della vita quotidiana di quindici personaggi risorgimentali: i tratti più intimi del carattere, i luoghi della formazione e delle loro gesta. Ma soprattutto ricostruisce come erano imbandite le tavole a cui sedevano, attraverso i prodotti tipici, i vini autoctoni, le ricette dell’epoca e perfi no, dove sopravvivono, le osterie e le trattorie che frequentavano. Un punto di vista originale sulla nostra storia ottocentesca, in un volume che si può leggere come una godibile raccolta di biografi e atipiche, oppure utilizzare come una vera guida turistica o gastronomica, per celebrare, golosamente, i 150 anni dell’Unità d’Italia.