C'è un Concilio che si è svolto lontano dai riflettori: nelle cene, nei vertici notturni, negli incontri diplomatici, nelle redazioni dei giornali, nelle sezioni di partito e persino fra gli 007. La sfida è ricostruirlo non per il gusto del retroscena fine a se stesso, ma perché solo cosi si possono decifrare i nodi irrisolti di allora che restano le questioni aperte di oggi. Le affinità con l'attualità sono sorprendenti. C'è la caccia ai corvi: stenografi, dattilografi, ma anche "periti" conciliari, accusati di sottrarre documenti da passare all'esterno. C'è un presidente del Consiglio che, alla vigilia dell'apertura, salta sul treno del papa e chiede la benedizione per il governo di centrosinistra. Nel frattempo un monsignore in incognito vola oltre la cortina di ferro per ottenere dal governo sovietico il via libera alla partecipazione dei vescovi cattolici e del patriarcato di Mosca. Compare il futuro burattinaio della P2, Umberto Ortolani, e spuntano falsi dossier a carico dell'autore della riforma liturgica, Annibale Bugnini, accusato di essere massone. Saltano fuori anche le lettere riservate dei sacerdoti che chiedono a Montini di abolire il celibato e c'è pure un teologo che denuncia, con coraggio, lo scandalo della pedofilia nella Chiesa, ma il suo allarme resta inascoltato. A cinquant'anni di distanza, l'assise conciliare può dirci ancora molto, a patto di saperla leggere fuori dagli schemi abusati di progressisti e conservatori. E le verità scomode non mancano.
Contenuti, interpretazione e attualità del Concilio Vaticano II. Sono gli ingredienti di questa nuova pubblicazione, che raccoglie i contributi di studiosi di varia specializzazione, accomunati dall'obiettivo di restituire all'evento più importante per la Chiesa nel XX secolo il valore di "bussola per il Terzo millennio".
Il libro consta di due parti: la prima, che ha come titolo "Il Concilio davanti a noi", tenta un'ermeneutica del Concilio, tra risorse e problemi aperti; nella seconda parte, "Non c'è continuità senza rinnovamento", vengono affrontate diverse questioni specifiche, dalla libertà religiosa al ruolo dei laici, dai giovani alla povertà della Chiesa.
Gli autori: Luigi Bettazzi, Giorgio Campanini, Piero Coda, Piergiorgio Grassi, Luigi Lorenzetti, Franco Miano, Gilles Routhier, Brunetto Salvarani, Giuseppe Savagnone, Giovanni Tangorra, Marco Vergottini.
L'opera propone anche i discorsi di apertura e chiusura del Concilio Vaticano II, pronunciati rispettivamente da Giovanni XXIII e Paolo VI.
Il dibattito storico-teologico sul Concilio Vaticano II presenta differenti e, a volte, contrastanti posizioni, soprattutto in relazione all’intervento di Benedetto XVI del 22 dicembre del 2005. Siamo nel pieno delle dinamiche recettive del Concilio e dei suoi documenti.
L’11 ottobre del 1962, con una solenne e memorabile celebrazione, Giovanni XXIII con il suo discorso di apertura dava inizio ad un vivace dibattito tra più di duemila vescovi, convenuti a Roma a confrontarsi su questioni teologico-pastorali nodali e di interesse per tutta la Chiesa.
Attraverso una lettura sincronica e diacronica dei principali avvenimenti e documenti del Vaticano II, questo volume intende presentarne i protagonisti, le caratteristiche, l’originalità, i risultati, le prospettive e i punti problematici.
Chiesa dei poveri: questa sintetica espressione illuminò, come una folgore, la discussione tra i cristiani, negli anni Sessanta del secolo scorso, risuonò nel Concilio Vaticano II e, nei decenni successivi, soprattutto in America latina, nella riflessione pastorale delle Chiese. Ma che significavano, quelle parole? Alcuni le intesero, in senso forte, per mettere in questione radicale la Chiesa da secoli vista mondanamente come "Società perfetta", per convertirla invece evangelicamente alla "convocazione" delle discepole e dei discepoli di Gesù di Nazaret, crocifisso dal potere sacro e dal potere politico. Altri, invece, le addomesticarono, sostenendo che sempre la Chiesa si era data da fare per aiutare la povera gente. Oggi, pur nelle mutate condizioni storiche ed ecclesiali, affermare la Chiesa dei poveri dovrebbe significare la volontà di spogliare di ogni radice di potere la mentalità e le strutture ecclesiastiche, allo scopo preciso di predisporre i cristiani ad impegnarsi, senza pretese di primogenitura, con tutte le persone, uomini e donne, di buona volontà, per favorire nel mondo pace e giustizia e salvaguardia del creato.
"La mia missione - scrive Franco Cagnasso, da anni operante in Bangladesh - è anche questa: aprire il cuore, farvi spazio per coloro che incontro con le loro pene, gioie, peccati, paure. Poi, quando prego, apro il cuore a Dio e loro sono tutti lì: cristiani, musulmani, buddhisti, lontani, vicini". Il libro, più che una riflessione teologica sulla missione della Chiesa nel postconcilio, è una testimonianza di vangelo annunciato e vissuto in contesti diversi dall'Occidente europeo e offre uno spaccato sulle contraddizioni che i missionari incontrano, sulla fatica del dialogo con religioni e culture, sulla difficoltà di amare e di aiutare i poveri senza idealizzarli o umiliarli. Il volume raccoglie scritti inediti e altri diffusi in rete o "pro manoscritto" tra gli amici. Il tema conduttore è l'amore appassionato nei confronti dell'uomo e di Cristo e lo "stupore" di vedere lo Spirito all'opera, anche quando umanamente non si vede che disperazione. È questo che dà la forza all'autore di "sporcarsi i sandali" con i mille problemi della sua gente, senza confini confessionali e culturali.
Cosa accade nell’incontro con le vecchie e nuove povertà? Il racconto di esperienze concrete (e 'replicabili' anche in altri contesti) delinea percorsi possibili di condivisione, con un significativo intreccio di intelligenza e amore. A cinquant’anni dal Concilio Vaticano II e nel decennio dedicato dai vescovi italiani all’educare, si testimonia inoltre la valenza formativa di rapporti con i poveri che mettono al centro la relazione, delineando il volto di una Chiesa che fa proprie «gioie e dolori». La documentazione di criteri per l’ascolto e l’accoglienza e la scrittura di Patti educativi e sociali esemplifica quindi le possibili reti che rendono la città degli uomini più attenta e più fraterna.
Descrizione dell'opera
Il dibattito sull'interpretazione storica e teologica del concilio Vaticano II è stato rilanciato da Benedetto XVI, con il celebre discorso del 22 dicembre 2005 sulle due ermeneutiche: «ermeneutica della continuità e della riforma» opposta all'«ermeneutica della discontinuità e della rottura».
Il dibattito attuale si colloca all'interno della storia della dialettica tra diverse e talvolta alternative letture iniziate quando l'assise era ancora in corso. Dall'apertura del Vaticano II in poi, il ruolo del concilio è stato oggetto di un confronto che ha attraversato varie fasi. Gli studi sul suo significato storico e il suo messaggio teologico si sono, infatti, intrecciati con il processo di applicazione dei documenti conciliari e di recezione da parte della Chiesa.
Ricostruire le interpretazioni del Vaticano II nel quadro del cattolicesimo globale costituisce dunque un elemento essenziale per comprendere la Chiesa di oggi.
Sommario
Premessa. I. Una breve storia del dibattito sul Vaticano II. II. La contestazione della legittimità del Vaticano II. III. Vaticano II: oltre Roma. IV. La Chiesa e il mondo. Neo-agostiniani e neo-tomisti. V. Lo scontro delle interpretazioni. Macro-temi nel dibattito sul Vaticano II. Epilogo. Bibliografia. Indice dei nomi.
Note sull'autore
MASSIMO FAGGIOLI, già membro della Fondazione per le scienze religiose Giovanni XXIII di Bologna, insegna Storia del cristianesimo nel dipartimento di Teologia della University of St. Thomas (a St. Paul-Minneapolis, in Minnesota). Tra le sue pubblicazioni: Il vescovo e il concilio. Modello episcopale e aggiornamento al Vaticano II (Il Mulino, 2005); Breve storia dei movimenti cattolici (Carocci, 2008; in lingua spagnola, PPC, 2011); True Reform. Liturgy and Ecclesiology in «Sacrosanctum Concilium» (Liturgical Press, 2012).
A cinquant’anni dall’apertura del Vaticano II, il volume illustra l’operato del Concilio a partire da alcuni dei documenti prodotti dal Concilio stesso.
Prendendo in considerazione,tra gli altri,Sacrosanctum Concilium,Lumen gentium, Dei Verbum, Gaudium et spes, Ad gentes, l’autore espone le principali istanze del Vaticano II, sottolineandone la portata rivoluzionaria e la necessità che l’eredità di quella «stagione» della Chiesa non vada perduta, ma anzi raccolta e rilanciata.
Mons. Ghidelli riporta anche alcuni episodi che testimoniano come l’iter di preparazione e approvazione di alcuni documenti sia stato lungo e travagliato; nonché alcune «curiosità»,come,per esempio,il fatto che la costituzione pastorale Gaudium et spes, diventata poi simbolo dell’ottimismo e della speranza cristiana, era inizialmente intitolata con un binomio di segno opposto, cioè Angor et luctus.
Chiude il volume un capitolo sulle analogie tra il primo Concilio della storia, quello di Gerusalemme (a cui partecipò, tra gli altri, san Paolo), e il Concilio Vaticano II.
La mostra "Lo spirito del Concilio nella mente di Papa Giovanni XXIII" vuole celebrare il 50° anniversario dell'inizio del Concilio Vaticano II, ponendo in evidenza il grande ruolo svolto da Papa Giovanni XXIII, giustamente chiamato il "Papa del Concilio". Le numerose fotografie e gli importanti documenti esposti, alcuni dei quali inediti, consentono di ricostruire con rigore e precisione storica l'idea, l'annuncio, la preparazione, l'apertura e la prima sessione del Vaticano II. La mostra offre al pubblico un primo frutto del paziente lavoro di ordinamento e di inventariazione delle carte del Fondo Roncalli, che si prospetta assai promettente.
Aprendo solennemente il Concilio Vaticano II, Giovanni XXIII segnalava come l'oggetto dell'attesa ecclesiale fosse "un balzo innanzi verso una penetrazione dottrinale e una formazione delle coscienze" (Gaudet mater ecclesia, EV 1/55). Il "balzo innanzi" in quella direzione ha richiesto e richiede ancora un "balzo innanzi" della teologia stessa. L'Associazione Teologica Italiana, intende partecipare alle celebrazioni per i cinquant'anni dall'apertura del Concilio con la presente pubblicazione dedicata a ricostruire l'impatto del Vaticano II sul modo di fare teologia. La verifica del 'nuovo paradigma teologico' inaugurato dal Concilio è accompagnata da alcuni sondaggi relativi a temi particolari (il ritorno alle fonti, l'ecumenismo, la teologia della fede, la cristologia, il linguaggio, le reazioni nella teologia evangelica), proposti da teologi italiani che appartengono alla generazione successiva a quella di coloro che più direttamente hanno vissuto l'evento conciliare. Seguono poi alcuni saggi dedicati alla recezione del paradigma conciliare nella teologia italiana, nei paesi dell'Est-Europa dopo il 1989 e nell'area latinoamericana.
Un piccolo e utile strumento per la preghiera e la meditazione personale degli educatori che hanno a che fare soprattutto con preadolescenti e adolescenti. Dieci appuntamenti per testimoniare il fascino e la bellezza del messaggio del Concilio Vaticano II. L'"Anno della fede" impegna anche gli educatori "a favore di una nuova evangelizzazione per riscoprire la gioia nel credere e ritrovare l'entusiasmo nel comunicare la fede" (Benedetto XVI, Porta Fidei, n. 7). Spunti importanti per fermarsi in preghiera e lasciarci provocare da brevi citazioni tratte proprio dai documenti conciliari, a 50 anni dall'apertura del Concilio Vaticano II, così da spendersi con passione e coraggio nell'educazione dei ragazzi.
La vicenda del laicato cattolico degli ultimi cinquant'anni viene raccontata da chi l'ha vissuta dall'interno e in prima persona. La prima presidente donna dell'Azione cattolica italiana analizza gli elementi di novità e gli stimoli che il Concilio Vaticano II ha offerto e proposto per i laici. Spiega poi, con un approccio analitico e puntuale ma anche ricco di passione e amore per la Chiesa, come è cambiato il ruolo dei laici nella Chiesa dal Vaticano II. Per arrivare alla situazione di oggi, tra laicizzazione della società e laici "invisibili", e tracciare con speranza alcune linee di impegno possibile per il futuro della fede in Italia.