Sui tratta del II volume della raccolta delle omelie spirituali dell’archimandrita Sofronio, pubblicato a cura dell’eremo dei Santi Apostoli di Kerasià, sul Monte Athos. L’archimandrita Sofronio è conosciuto per i testi in cui trasmette l’insegnamento di Silvano del Monte Athos. Nato a Mosca nel 1896, pittore, si trasferisce a Parigi a causa della rivoluzione russa. In Francia riscopre la fede, studia all’Istituto di teologia Saint-Serge, per poi partire alla volta del Monte Athos, dove diviene fedele discepolo dello starets Silvano e instaura con lui un legame che risulterà indissolubile. Nel 1948, dopo la seconda guerra mondiale, torna in Francia e pubblica gli appunti autografi che Silvano gli aveva consegnato, aggiungendovi un’ampia spiegazione. Nel 1959 fonda il monastero di San Giovanni Battista in Essex, Inghilterra, dove esercita il suo ruolo di padre spirituale fino alla morte, avvenuta nel 1993. Il libro contiene 55 istruzioni e omelie spirituali rivolte ai monaci del suo monastero negli ultimi tre anni della sua vita e costituisce un esempio sorprendente di come leggere la tradizione spirituale alla luce della verità dogmatica dellaTrinità, della persona, della comunione.
Il primo volume della Mistica dell'Amore ha esposto la genesi dell'opera comune di Hans Urs von Balthasar e Adrienne von Speyr e il nucleo bruciante dell'apporto teologico di questa mistica tedesca. Nel secondo volume viene ripreso questo apporto, a partire dal quale si apre un dialogo con grandi autori della tradizione: Origene e Antonio il Grande, Ilario e Agostino, Pietro Lombardo,Tommaso d'Aquino, Giovanni della Croce e Teresa d'Avila, e molti altri. La questione in gioco è quella della mistica, che Adrienne affronta in una maniera totalmente nuova e che formula in una mistologia tanto più oggettiva e affascinante in quanto interamente biblica. Ma come è possibile che posizioni così contrastate possano capitare nella teologia cristiana sebbene gli autori si richiamino tutti al medesimo Dio e alla medesima Rivelazione? L'inchiesta appassionante di questo libro ci fa risalire dalla mistologia alla soteriologia, alla cristologia, alla decisione della missione kenotica del Figlio, alla vita d'Amore di Dio. Finalmente, al mistero del suo Amore assoluto trinitario.
Sono qui presentate due meditazioni bibliche che Karl Barth ha dedicato all'Avvento e al Natale. Soffermandosi sulle figure di Giovanni Battista e di Maria, che incarnano la condizione dell'attesa per l'adempimento della promessa di Dio con la venuta del Redentore, Barth offre ai suoi ascoltatori una profonda penetrazione teologica del testo sacro. Questa prosegue nella seconda meditazione, che si sofferma sul mistero natalizio: ascoltando l'invito a «non temere», ne considera la realtà come motivo di nuovo splendore al mondo intero, e, nel nascondimento dell'Uomo-Dio, sa vedere il momento della rivelazione divina.
Meister Eckhart (1260-1327) è una delle figure chiave del tardo Medioevo tedesco, di quel mondo affascinante e pochissimo conosciuto, indicato solitamente col nome di "mistica tedesca". Questo libro di Ruh è il risultato di ricerche durate più di un decennio. Vi è ritratto Eckhart nelle sue vesti di domenicano, poi investito di importanti cariche religiose, apprezzato Magister all'Università di Parigi, predicatore e pastore d'anime in un tempo percorso da fermenti e tensioni spesso contraddittorie. Vediamo Eckhart ugualmente a suo agio tra gli intellettuali e le persone pie, tra le monache mistiche e visionarie, tra le beghine perseguitate dall'Inquisizione. Al centro del libro c'è un'attenta analisi testuale delle opere latine e tedesche di Eckhart; per la prima volta si vedono con chiarezza le ragioni intrinseche della sua riflessione, la parabola del suo pensiero teologico-spirituale, gli ascendenti e le linee di sviluppo di una speculazione che ebbe il coraggio dell'intelligenza e che si mosse verso posizioni di vertiginosa radicalità, dove il razionalismo più ardito coincide con gli abissi della visione mistica. Nel 1327 il pensiero di Eckhart venne condannato dal tribunale dell'Inquisizione e il grande Magister morì poco dopo l'infamante processo. Ciò non impedì al suo pensiero di esercitare una influenza profonda e prolungata, spesso per vie sommerse e trasversali. Questo libro fa rivivere, nella sua interezza di uomo e pensatore, una straordinaria figura di intellettuale, proiettandola sullo sfondo di quel mondo mosso e variegato che è il tardo Medioevo tedesco.
Che uomo era Gesù? Come si è formato nell'infanzia e nella giovinezza? Come è nata in lui una certa idea di Dio e del mondo? Come è diventato maestro e predicatore? Come ha iniziato a fare miracoli? Come è arrivato a essere rifiutato e crocifisso? Quale fu l'effetto del suo modo di vivere sulla società in cui viveva? Cosa capirono davvero i contemporanei di lui (e cosa noi, oggi, capiamo di lui)? Cosa rimane, insomma, del suo personalissimo Vangelo? Rispondere a tutte queste domande significa riscoprire la figura di Gesù e comprendere perché ancora oggi affascini credenti e non credenti. È quello che si propone don Antonio Mazzi in questa biografia del figlio di Maria di Nazareth, del figlio di Dio, del «Cristo incontrato sulla strada». Ogni capitolo contiene una tappa del percorso dell'uomo e una provocazione rivolta al pensiero e al cuore del lettore. Senza preoccuparsi dell'appartenenza o meno di chi legge alla confessione cristiana, l'autore fa rivivere l'avventura di Gesù come «credente», per cui la fede è tutto, ritrovando la sua carica rivoluzionaria insieme alla sua straordinaria attualità.
Una meditazione sapienziale sul tempo attraverso alcune grandi categorie dell'etica: ecco ciò che questo libro intende essere. Una meditazione, ovvero un soffermarsi su alcune parole importanti per lasciarne emergere la profondità, senza tuttavia sacrificare il rigore della riflessione. Una meditazione di tipo sapienziale, ovvero fondata sull'esperienza della vita: le parole sulle quali ci si sofferma sono infatti quelle suggerite dall'esperienza, così come essa prende forma nell'esistenza di ciascuno e viene a parola nella scrittura di poeti, pensatori, donne e uomini spirituali. Un libro sul nostro rapporto con il tempo come esperienza di bisogno, di dovere, di diritto, di virtù. Un cammino slanciato sulla speranza, l'unico modo per vivere "a proposito" e per non essere sempre irrimediabilmente assenti quando il tempo è presente.
Romano Guardini nel corso della sua vita ha sempre nutrito un vivo interesse per la liturgia, come testimoniano i due scritti qui per la prima volta tradotti in italiano e accomunati dal tema del tempo liturgico, fondamentale nel rito cristiano. Il primo scritto difende la domenica dagli attacchi della modernità, non tanto in nome del cristianesimo, quanto dell'uomo che necessita del riposo settimanale per integrare nella sua esistenza la dimensione religiosa che lo completa. Il secondo scritto rispecchia il progetto di far incontrare la liturgia con la preghiera personale e la cosiddetta pietà popolare. L'intenzione è mostrare come la figura di Gesù Cristo - la sua vita, la sua morte e la resurrezione - possa diventare il contenuto della preghiera. Nonostante il mezzo secolo di riforma liturgica intercorso, resta attuale l'invito a una preghiera personale schietta e fiduciosa, ispirata dalla Rivelazione contenuta nelle Scritture e custodita dalla liturgia.
Prima assoluta traduzione italiana con testo armeno a fronte di alcuni scritti di Eliseo, accomunati dal tema cristologico. Sono meditazioni e omelie su episodi della vita di Gesù. L’interesse teologico è dovuto al fatto che questi testi ci tramandano uno dei pochi esempi della cristologia armena più antica, precedente allo scoppio delle polemiche post-calcedonesi del VI secolo. Questi scritti costituiscono, inoltre, una testimonianza evidente della ricca e profonda spiritualità armena. L’analisi stilistica e il confronto linguistico hanno permesso di restituire a Eliseo anche uno splendido testo Sulla risurrezione di Lazzaro, finora pubblicato tra le opere di Mambre.
Luigi Giussani aveva una personalità dirompente, la sua testimonianza di fede è stata ed è tuttora straordinariamente contagiosa e ricca di frutti, ma non si renderebbe adeguatamente conto di essa e della sua peculiare fecondità di risultati se ci si dimenticasse che nella sua proposta generativa di affinità e di popolo si esprime una genialità di pensiero. Gli esiti di molte sue riflessioni in ambito teologico, filosofico e pedagogico hanno infatti un marcato carattere di originalità e hanno profondamente, seppure a volte sotterraneamente, influenzato la cultura contemporanea. Talune intuizioni e categorie, cui quelle riflessioni hanno dato luogo, sono state ampiamente riprese, fino al punto di entrare a far parte del patrimonio comune, come per esempio quella di avvenimento, assunta sotto il profilo teologico come definizione dell'essenza del cristianesimo. Il Centenario della nascita è un'occasione propizia per illuminare ulteriormente il carattere sorgivo e la consistenza del pensiero di Luigi Giussani, la sua originalità e le sue ancora largamente inesplorate virtualità. Il presente volume - il primo dei tre progettati in vista del Centenario, rispettivamente dedicati al suo pensiero teologico, filosofico e pedagogico-sociale -, curato da Carmine Di Martino, raccoglie contributi di teologi, studiosi ed esponenti di spicco del cristianesimo contemporaneo.
Le scoperte dei manoscritti del Mar Morto e dei testi degli gnostici egiziani a Nag-Hammadi hanno permesso una svolta decisiva nella conoscenza degli sviluppi della dottrina nelle prime comunità cristiane. Alla ricostruzione del periodo arcaico della storia della Chiesa è dedicato questo volume, apparso per la prima volta in Francia nel 1958 e aggiornato dall'autore per l'edizione italiana. Danielou descrive e organizza la complessa realtà etnica, sociologica e culturale - di origine giudaico-pagana - del cristianesimo primitivo, che pima di esprimersi nelle forme dell'ellenismo ha conosciuto un'originaria espressione di struttura semantica.
«Ogni sacerdote in forza della sua ordinazione e per il fine per cui è stato ordinato, ossia per celebrare santamente, e sempre più santamente, il sacrificio della Messa e per santificare le anime, deve tendere ogni giorno all’intima unione con Cristo Sacerdote e Vittima, secondo gli esempi dei sacerdoti santi che ricevettero l’onore della canonizzazione»…
Eccellente corso di teologia spirituale per sacerdoti.