Autore:
Coccolini Giacomo
Insegna Filosofia della religione presso l'Istituto Superiore di scienze religiose di Bologna (Facoltà teologica dell'Emilia Romagna). È autore di numerosi libri.
Target:
Per tutti.
Contenuti:
Guardando la storia occidentale, l’identità si palesa solamente come una sempre rinnovata relazione tra qualcosa che si ritiene fisso e sempre identico a se stesso e quella differenza, che qualifica l’identità come qualcosa di sfuggente, sempre da riconquistare, anche se, pur tuttavia, già da sempre raggiunta. Il concetto d’identità è senza dubbio uno dei concetti chiave attraverso cui l’Occidente si è autorappresentato, ma oggi viene sottoposto a forti critiche e assalti che, in alcuni casi, lo portano a essere quasi totalmente decostruito e, in altri casi, a doversi ripensare in modo meno monolitico, in quanto l’elemento dinamico della storia diventa predominante sull’elemento, considerato ormai statico e obsoleto, della metafisica. Per far in modo che il lettore non si perda nel vasto mare delle riflessioni sull’identità l'Autore delinea una mappa sintetica di tale complessa vicenda tuttora in progress. Verranno qui chiamati a testimoni la filosofia e le scienze sociali, così come la riflessione religiosa e la teologia, che vanno insonnemente meditando sulla questione dell’identità. Esse non possono non essere contestualizzate in una situazione globale sempre più complessa e dai contorni, a volte, sfuggenti, dove anche l’elemento religioso gioca una parte non di poco conto nell’assegnare una qualità peculiare alla stessa identità. Così facendo, tutti questi saperi concorrono a ripensare il significato delle proprie pratiche teoriche, ma cercano nel contempo di delineare il volto dell’uomo e della donna occidentali odierni, il cui imprinting identitario tende a contrassegnare, nel bene come nel male, ogni altra cultura che si affaccia sulla scena mondiale.
Tema quanto mai affascinante, il rapporto tra corpo e religione si presenta denso di implicazioni antropologiche, filosofiche e teologiche in tutte le religioni, che vanno dalla considerazione del corpo sotto un'angolatura puramente morale e ascetica, fino alla sua mortificazione estrema, all'assunzione del corpo come simbolo di una realtà più alta. Il volume raccoglie sull'argomento contributi di varie provenienze accademiche (La Sapienza Università di Roma, Università di Tor Vergata, Università di Roma Tre, le Pontificie Università Urbaniana e Lateranense) e diverse metodologie ed aree di ricerca.
Nella riflessione teologica, nella tradizione e nell’insegnamento, nelle ispirazioni e nelle scritture sacre la pace non è mai questione di poco conto. Essa non viene mai relegata a questione morale che riguardi esclusivamente la sfera dei comportamenti, un comando cui obbedire o una norma da osservare. Molto spesso, il valore della pace fa riferimento diretto a Dio, con la sua presenza e con la sua azione. Altre volte è il nome privilegiato di Dio al punto da identificarsi con Dio stesso. La pace, pur variamente intesa, sta al cuore delle fedi e, in alcuni casi, ne costituisce il sapore, il senso, il fine e la profondità. Questo libretto non riuscirebbe a raccogliere le intuizioni, le ispirazioni, le riflessioni e le proposte che le nobili tradizioni delle fedi sparse sulla terra custodiscono nello scrigno della propria sapienza. Pertanto saranno proposti essenzialmente alcuni spunti relativi al tema della pace nelle fedi abramitiche o del Libro o del Mediterraneo.
Il volume ripercorre le tappe del rapporto instaurato tra popolo ebraico e Chiesa Cattolica negli ultimi 50 anni di storia a partire dal pontificato di Giovanni XXIII, passando per quello di Giovanni Paolo II, fino a quello attuale di Benedetto XVI.
La teologia, oggi, ha il compito chiarire come e in che misura il fenomeno religioso abbia un suo posto all'interno della verità rivelata. Soltanto i risultati di questa indagine possono consentire al Cristianesimo di affrontare la comparazione con altre forme religiose guidato dalla consapevolezza di non voler tradire o ridurre il messaggio rivelato, ma semmai di intenderlo in tutta la sua ampiezza. La prospettiva, sottesa alle considerazioni teologiche contenute nel testo, è di carattere trinitario e fa da struttura portante alle argomentazioni. Infatti, i misteri cristiani che vengono ad illuminare il fatto religioso e lo collocano all'interno della storia della salvezza sono che il Padre è origine e fondamento di tutto,il Figlio è redentore universale, lo Spirito vivifica l' intera umanità. Le analisi sono guidate dalla convinzione che soltanto alla luce di fondate e radicate convinzioni, basate sui contenuti della dottrina della fede, è possibile intraprendere forme concrete di incontro, di confronto con i credenti di altre religioni senza indebolire la propria adesione alla fede cristiana ed alla Chiesa, ma con il coraggio di collaborare insieme a loro per la promozione morale e spirituale dell'umanità.
La libertà di cui parla la Parola di Dio è intesa in una specifica accezione: la libertà che promana dalla croce e dalla risurrezione di Cristo, la libertà dal peccato, dalla morte e dalla legge. E tuttavia questa constatazione non esaurisce l’analisi di un tema così rilevante, non solo nei suoi fondamenti biblico-teologici, ma anche, con le debite analogie e differenze, nelle successive declinazioni in termini storici, culturali e politici. I contributi di questa Sessione di formazione del SAE esplorano così alcune polarità cruciali per la coscienza e la cultura contemporanee – libertà e relazione, libertà e responsabilità, libertà e solidarietà, libertà e servizio, libertà e amore – e soprattutto cercano di stabilire quali siano, in ogni caso, gli «spazi» e i «confini» della libertà.
Autore:
Morotti Giuseppe
Nato a Nembro (BG) nel 1949, si forma presso i Saveriani e viene ordinato prete nel 1974. Con i Piccoli Fratelli del Vangelo di Charles de Foucauld si reca in Iran, condividendo la vita di alcune comunità cristiane ai confini con l'Iraq. Dopo 10 anni nella fraternità di accoglienza di Spello e 5 anni nella fraternità generale di Bruxelles, vive ora con la sua famiglia a Bolzano dove lavora nel Centro di accoglienza della Caritas e anima, nell'ambito parrocchiale, incontri di meditazione e di preghiera sui mistici cristiani e musulmani (sufi).
Target:
Per tutti. Ambiente cattolico e laico.
Contenuti:
In tempo di crisi è molto difficile sostenere la speranza; il mondo appare addirittura più grigio e problematico di quello che è.
Questo è un libro positivo che tratta un tema difficile, quello del rapporto tra cristiani e musulmani, oggi più che mai deteriorato da pregiudizi e incomprensioni reciproche.
L'autore non espone una teoria sul tema, ma racconta, in maniera semplice e diretta, esperienze di vita di quando era un piccolo fratello di Charles de Foucauld e per dieci anni condivise le sue giornate con la gente semplice di un territorio di confine tra Iran e Iraq. Racconta quello che faceva, come reagiva alla guerra e alla paura, come riuscì a vivere l'amicizia e l'ospitalità, che tipo di rapporti instaurò con persone e famiglie. Assicura che quando si lasciano da parte i principi astratti e si vive in profondità ciò che la vita presenta, l'incontro avviene spontaneamente e fa crescere non solo il rispetto ma anche la stima e la collaborazione reciproca; perché la religione non è un ostacolo all'incontro ma uno stimolo ad alimentare i grandi valori del rispetto e della convivenza che sono nel cuore di tutti.
Per approfondire questo aspetto, nella seconda parte del libro l'autore si sofferma sulle più significative esperienze mistiche del mondo cristiano e musulmano per dire che è là, in quel pozzo profondo e inesauribile di spiritualità, dove avviene l'incontro vero e personale con Dio, che si eliminano le differenze e si impara a fare autentica comunione.
Il dialogo tra ebrei e cristiani, consolidatosi dopo la svolta conciliare, ha mostrato che non basta guardare agli ebrei «come testimoni viventi della fede biblica». La maggiore conoscenza reciproca ha prospettato la necessità di apprendere una storia estesa per tutti i duemila anni della nostra era. All’interno di questo grande arco temporale gli ebrei vanno visti non solo come una minoranza perseguitata, ma anche come un popolo capace di una ricca e autonoma rielaborazione religiosa e culturale. Il libro è articolato in 12 saggi, raccolti in tre parti. La prima parte, intitolata «Ebraismo: storia e cultura», si occupa di aspetti relativi alla nascita e allo sviluppo del giudaismo rabbinico (Paolo De Benedetti);della visione rabbinica dei gentili,cioè come gli ebrei giudicavano se stessi raffrontandosi agli altri (rav Alberto Moshe Somekh);e di alcuni momenti chiave della storia ebraica medievale e moderna (Piero Capelli), per concludersi in un articolato panorama dell’ebraismo contemporaneo (Gadi Luzzatto Voghera). La seconda parte, intitolata «Dalle origini cristiane ai conflitti cristiano-ebraici», esamina alcuni temi nevralgici legati all’ebraicità di Gesù e alla nascita del cristianesimo (Claudio Gianotto); il problema dell’esistenza e degli sviluppi dell’antigiudaismo negli scritti neotestamentari e nella prima letteratura cristiana (Enrico Norelli); la questione delle dispute medievali (rav Giuseppe Laras); e l’atteggiamento della Chiesa cattolica nei confronti dell’antisemitismo tra Ottocento e Novecento (Giovanni Miccoli). La terza parte, dal titolo «Il superamento dei conflitti e il riconoscimento reciproco», affronta i temi legati al superamento dell’antica avversione cristiana nei confronti degli ebrei (Enzo Bianchi) e all’apertura di nuove prospettive dialogiche (Piero Stefani); la visione degli ebrei nella Riforma protestante (Daniele Garrone). Conclude la sezione e l’intero volume un contributo di Amos Luzzatto incentrato sulla tematica poco frequentata delle attese ebraiche contemporanee nei confronti del mondo cristiano.
In questo pregevole e attualissimo saggio, Troll volge l’attenzione alle diverse dimensioni del dialogo cristiano-islamico, avendo cura, in particolare, di mettere a confronto figure e insegnamenti centrali di ciascuna comunità di fede.
Dalla quarta di copertina:
Negli ultimi decenni il gesuita Christian W. Troll ha preso posizione sui temi e i dibattiti del dialogo cristiano-islamico. Troll sa di cosa parla quando nel presente libro rivolge l’attenzione alle diverse dimensioni del dialogo tra le due religioni. Per lui è importante fare chiarezza e distinguere attraverso l’analisi comparativa di figure e insegnamenti centrali di ciascuna comunità di fede. È necessario per il dialogo tra cristiani e musulmani anche valutare gli aspetti essenziali della fede islamica secondo i criteri della teologia cristiana in cui l’Autore è saldamente radicato.
I musulmani residenti in Italia superano ormai il milione e rappresentano la comunità religiosa non cristiana più consistente in Italia,all’interno di un panorama sempre più caratterizzato da un alto tasso di pluralismo religioso. La novità del volume sta nell’idea di coniugare,attraverso i diversi saggi,la presentazione delle modalità differenziate con cui la popolazione musulmana sviluppa le relazioni e si organizza sul piano religioso nel contesto italiano con l’analisi dettagliata delle posizioni che la Chiesa cattolica ha assunto e delle letture che ha sviluppato in rapporto alla nuova presenza dell’islam in Italia, oltre che identificare i nodi conflittuali e le prospettive aperte sul futuro. Il volume è suddiviso in due parti. La prima parte, articolata in quattro saggi,è dedicata a una lettura sintetica della presenza musulmana in Italia in chiave sociologica, con la puntualizzazione di alcuni aspetti giuridici riguardanti il rapporto tra l’islam e lo Stato. La seconda parte del volume, suddivisa in cinque saggi, è invece dedicata in modo specifico al rapporto tra Chiesa italiana e musulmani presenti in Italia. “La presenza di una componente di popolazione così consistente di appartenenza religiosa musulmana è una novità per la società italiana, tradizionalmente caratterizzata da una netta omogeneità religiosa; diventa dunque importante conoscerne in modo articolato le dinamiche interne per entrarvi in relazione sul piano religioso,culturale,sociale e anche istituzionale”. Andrea Pacini
AUTORE Andrea Pacini, sacerdote, è docente di teologia dogmatica alla Facoltà Teologica dell’Italia Settentrionale sezione di Torino e di teologia delle religioni alla Pontificia Università Salesiana sezione di Torino. È responsabile dell’Ufficio interregionale per l’ecumenismo e il dialogo Piemonte Valle d’Aosta, nonché consultore della Commissione per i rapporti religiosi con i musulmani presso il Pontificio Consiglio per il dialogo interreligioso.
L'Occidente si trova davanti a un fatto, quello cioè dell'incontro-scontro fra uomini di cultura e religione diverse, che senz'altro ha dimensioni globali, ma che incide in modo particolare sulla realtà europea. E più che mai necessaria un'adeguata interpretazione - giuridica, filosofica e teologica di questo fatto per favorire una convivenza pacifica. Serve identificare ciò che è all'origine di ogni diversità pensabile, ciò che è esperienza elementare comune a tutti, per poter giudicare i modi di vita oggi presenti nella nostra società e ordinarli al bene comune. Dal momento che tale esperienza elementare non si da mai in modo astrattamente universale, ma nelle concrete realizzazioni storiche, tocca a noi europei il compito di dire l'esperienza elementare così come si riconosce nella nostra tradizione, quale fattore determinante dell'incontro con chiunque vorrà venire a lavorare e a vivere da noi. In questa tradizione la fede cristiana è (stata) essenziale. Quali sfide pone adesso il multiculturalismo?
È diffusa l'idea che, mentre tutto cambia, la Chiesa resti immobile nel tempo. Nell'ultimo secolo, invece, le Chiese cristiane sono cambiate profondamente e tale cambiamento è stato provocato soprattutto da un rapporto sempre più stretto - facile o difficile, pacifico o conflittuale - con gli altri: i liberali e i comunisti, i laici e gli atei, ma anche i cristiani di altre confessioni e i credenti di altre religioni, come ebrei e musulmani, induisti e buddisti. Agli occhi del cristiano dell'Europa occidentale, altri sono stati anche quelli che - nei Balcani o in Russia, in Medio Oriente o in Africa settentrionale, in Estremo Oriente o nell'Africa subsahariana - apparivano diversi, per motivi storici e culturali, persino nel caso di una comune appartenenza confessionale. Nel corso del Novecento, in tanti incontri molto diversi fra loro, Chiese, comunità cristiane e singoli credenti non hanno solo accettato o respinto, apprezzato o condannato l'altro, ma dall'altro sono stati anche cambiati in profondità. Le grandi sfide poste dalle diversità culturali e religiose alle Chiese cristiane, insomma, non sono emerse solo dopo l'attentato dell'11 settembre 2001, e i saggi raccolti nel libro affrontano, in un modo nuovo e originale, il rapporto delle Chiese non solo con la modernità, intesa come cambiamento politico, economico e sociale elaborato prevalentemente dall'Occidente, ma anche con la più variegata contemporaneità di un mondo in cui convivono civiltà diverse.