La storia d'Italia, tra l'Unificazione del 1861 e l'avvento del regime fascista nel 1922, è la storia di uno Stato alla ricerca di una nazione e di una coscienza civile che possa legittimarla. A dispetto del luogo comune secondo il quale l'Italia era arretrata rispetto ad altri paesi industrializzati, si può sostenere che quell'Italia non era né premoderna né antimoderna. Questo libro sottolinea infatti il carattere peculiare della modernità italiana; una specificità che - forse a causa dell'incompiuta unità politica, sociale ed economica, insieme ai livelli di analfabetismo elevati e a una tradizione liberale debole - articolò una modernità "in crisi" estremamente sofisticata, e dunque una critica ante litteram della modernizzazione e del modernismo. Suzanne Stewart-Steinberg affronta questa modernità così cruciale attraverso un'approfondita lettura critica dei testi di alcuni tra i più importanti testimoni dell'Italia postunitaria: romanzieri, filosofi, giuristi, pedagoghi, criminologi, funzionari statali. In questo percorso, l'autrice si fa guidare dalla metafora di Pinocchio che, com'è noto, è un burattino, privo però di quei fili che gli consentirebbero di restare legato al nuovo Stato. Pinocchio diventa dunque emblematico delle complessità della modernità italiana perché - come l'Italia - è stato sia creato che influenzato dall'alto, pur mantenendo la sua autonomia.
Una spiritualità può dare impulso e spessore ad un vero e proprio sapere teologico. Il modello di vita vissuto e proposto da Chiara Lubich, fondatrice del Movimento dei Focolari, ha arricchito il cristianesimo di nuove pro-spettive, rivelandone le avvincenti e imprescindibili potenzialità cristologiche. Il lavoro di Anna Maria Fiammata costituisce un tentativo di tracciare le linee “del contributo sorgivo e centrale al pensare teologico, oltreché all’esperienza credente, che viene offerto alla Chiesa e al mondo odierno dall’intuizione del mistero di Cristo di cui è informata e da cui è plasmata l’Opera multiforme cui ha dato vita l’avventura cristiana di Chiara Lubich” (Piero Coda). Il conoscere teologico che scaturisce da una donna del nostro tempo incoraggia una cultura dell’Unità, non solo come espressione di un sapere integrato, ma anche come forma di dialogo, sia ecumenico che interreligioso.
Fiorenza Taricone, laureata in Filosofia e in Lettere all'Università degli Studi "La Sapienza" di Roma, dove ha conseguito il perfezionamento in Storia Moderna, ha collaborato a varie riviste tra cui "Rivista di Storia e Letteratura Religiosa", "Il Risorgimento", "Storia Contemporanea", "Il Politico". E' autrice di monografie quali Teresa Labriola. Biografia politica di un'intellettuale fra Ottocento e Novecento (1994), L'associazionismo femminile in Italia dall'Unità al Fascismo (1996) e Ausonio Franchi. Democrazia e libero pensiero nel XIX secolo (2000).
La questione di Gerusalemme origina in gran parte dalla mancata applicazione della risoluzione 181 dell'ONU (1947), che costituiva la città e i suoi Luoghi Santi in un corpus separatum sotto amministrazione internazionale. L'inestricabile legame tra gli aspetti religiosi e politici che la caratterizzano e la difficile situazione della regione rendono assai ardua la sua soluzione attraverso i tradizionali meccanismi del diritto internazionale. Non è certo un caso se, quando a metà del 2000 israeliani e palestinesi si sono riuniti a Camp David per cercare di comporre il loro secolare conflitto, siano state soprattutto le complesse problematiche di Gerusalemme a determinare il fallimento dei negoziati.