Narrare la vocazione ai giovani di oggi a partire da nove atteggiamenti suggeriti da Giovanni Paolo II: stima, fiducia, ascolto, empatia, autenticità, coraggio, interezza, gioia, gratitudine (Prefazione di Michele Gianola).
Don Gian Franco Mariconti è sacerdote della diocesi di Crema, nato nel 1955 a Monte Cremasco e ordinato nel 1978 da sua eccellenza monsignor Carlo Manziana. Dopo aver completato gli studi in Teologia, Diritto (Pontificia Università Gregoriano) e Pastorale catechistica (Pontificio Ateneo Salesiano), invece di rimanere a Roma per lavorare nella Congregazione della dottrina della fede, in Segreteria di Stato e alla Conferenza Episcopale Italiana, è rientrato in diocesi per dedicarsi, come direttore dell’Ufficio Catechistico Diocesano – Insegnamento della Religione Cattolica e delegato per la cultura, alla formazione dei formatori (sacerdoti, seminaristi, catechisti, docenti di religione, operatori della cultura).
La cultura è ritenuta dall’autore nodo strategico per discernere e coltivare le vocazioni, i carismi, i ministri in una Chiesa di comunione in stato di missione come quella voluta dal Concilio Vaticano II e riproposta oggi, in termini aggiornati, da papa Francesco. Il presente volume dedicato al Credo è frutto di un lavoro durato alcuni decenni.
Questa raccolta di undici messaggi inviati in un decennio di ministero episcopale è frutto di un impegno e un obiettivo particolarmente caro al vescovo di Noto, animare la speranza che il cattolicesimo sappia esprimere meglio, oggi, il cristianesimo secondo la verità che Gesù di Nazareth ha portato al mondo: la verità sul Dio "sempre e solo amore" che ci salva dalla perdita di umanità visibile nella nostra società globalizzata e anonima. Sono messaggi nati per i tempi dell'Avvento e "di Natale" (con l'aggiunta di alcune omelie), ma fanno traboccare la loro ricchezza e la loro passione su tutti i tempi della fede e della vita.
E sono stati scritti pensando in particolare ai giovani, sulle tracce di quella che il vescovo siciliano, fra citazioni e salutari provocazioni, chiama Pop-theology: la "teologia pop", la teologia popolare capace di raccontare oggi Dio di Gesù Cristo e il suo Vangelo con i registri dell'immaginazione e della creatività.
Questo contributo sull'accompagnamento spirituale salesiano è il risultato di una riflessione fatta da Louis Grech negli anni del suo ministero. La sua esperienza pastorale come incaricato vocazionale e poi anche della pastorale giovanile salesiana di Malta gli ha fornito una solida visione della pastorale giovanile che mette al centro il discernimento vocazionale. Alla luce del Sinodo dei vescovi sui giovani, "i giovani, la fede e il discernimento vocazionale", il lavoro di Grech dimostra di essere uno strumento utile per quanti si imbarcano nella pastorale giovanile, nell'accompagnamento spirituale e nel discernimento vocazionale.
Questo studio dettagliato mira innanzitutto a definire l'unico metodo di Don Bosco nel cammino con i giovani alla luce di altre tradizioni spirituali che arricchiscono l'esperienza pastorale della Chiesa. Inoltre, tale ricerca arricchisce la rinnovata attenzione e interesse che il carisma salesiano sta generando in un momento in cui i giovani sono alla ricerca di adulti significativi nella loro vita, di adulti che incarnano e testimoniano una visione e una missione proprio come ha fatto Don Bosco.
L’Istituto di Teologia Pastorale dell’Università Pontificia Salesiana ha promosso la pubblicazione del presente volume che interagisce con il Sinodo dedicato a “I giovani, la fede e il discernimento vocazionale”, raccogliendone le sollecitazioni, interpretandone i contenuti, prospettando piste di cammino per la pastorale giovanile. Il riferimento non è solo all’Assemblea generale, svoltasi dal 3 al 28 ottobre 2018, ma anche a ciò che l’ha preceduta e soprattutto a ciò che dovrà o potrà seguire. È in atto un processo sinodale ed è importante pensare la pastorale giovanile in rapporto ad esso. Ciò ci porta a prendere in considerazione tutti e tre i principali documenti sinodali: l’Instrumentum Laboris che raccoglie il contributo delle Chiese locali, il Documento finale che costituisce la sintesi del lavoro dell’Assemblea, l’Esortazione Apostolica Christus vivit di papa Francesco che raccoglie e rilancia il cammino. Si comprende così il sottotitolo del volume: La pastorale giovanile nel processo sinodale. Tale processo è aperto e si intreccia con l’attuale cammino ecclesiale e culturale segnato, come rimarca continuamente papa Francesco, da sfide epocali. La pastorale giovanile si libera, così, da visioni settoriali, allarga i suoi orizzonti; si comprende come luogo dove meglio si colgono le sfide e dove ci si può aprire a nuovi percorsi ecclesiali e culturali. Nuovi perché con i giovani e con mentalità sinodale (dall’Introduzione).
"Se il servizio ai malati e ai sofferenti è per la Chiesa, fin dall'inizio della sua storia, 'parte integrante della sua missione' è compito di chi lavora in questo tipo di pastorale rendere 'visibile' questa realtà richiamando a tutta la comunità cristiana un suo impegno accanto al malato, a chi soffre, a chi se ne prende cura e nel vasto mondo socio-sanitario. Ma è compito di chi riflette teologicamente sull'agire ecclesiale nel mondo della salute, in particolare accanto alle persone più fragili, richiamare come la dimensione sanante (salvifica e salutare) sia non solo presente in una pastorale specifica, e in ambiti particolari, ma debba essere riconosciuta come parte integrante dell'essere Chiesa e del suo agire pastorale: caratteristica della sua identità e del suo multiforme agire." (dall'introduzione)
L'interrogativo su "cosa si debba fare per essere felici" accomuna la più profonda domanda esistenziale rivolta a Gesù, il Maestro, riportata nel Vangelo di Marco 10,17, e il preambolo della Dichiarazione d'indipendenza degli USA. È una domanda che l'uomo pone a se stesso, alla propria comunità sociale, pone al proprio Paese, ma soprattutto, quando si è alla ricerca della verità su se stessi, pone a Dio. E ciò accade in qualsiasi condizione di salute ci si venga a trovare. La ricerca, medico-clinica ed accademica, accompagna, integra, propone riflessioni e percorsi di approfondimento per andare incontro all'uomo ferito di oggi. Un uomo, una umanità, che nei Paesi occidentali può aver raggiunto un maggior benessere economico, maggiori tutele sociali, ma che torna a porsi una delle domande fondamentali della vita: "voglio essere felice".
Fare teologia con il Lezionario? Si, è possibile e anche proficuo. Certamente non emerge la teologia "completa". Per ottenere la teologia nella sua completezza, bisognerebbe associare le tematiche bibliche a quelle che emergono dal patrimonio ecologico e dall'insieme di riti e gesti che le accompagnano. I temi biblici - nella loro ricchezza nominale, contenutistica e articolata - sono però un punto fondamentale di partenza per qualunque riflessione teologico-dogmatica. (pag. 4)
Il volume raccoglie la riflessione sul confronto epistemologico tra catechetica e teologia pastorale svolta al Convegno di Bologna dell'AICa (Associazione italiana catecheti) dal 5 al 7 settembre 2018. L'AICa ha scelto di trattare il tema a conclusione della sua ultima programmazione quinquennale: un tema non nuovo, ma tornato oggi alla ribalta nel contesto della rimodulazione del percorso di Licenza in Catechetica e Pastorale e dell'insegnamento della catechetica che si sta compiendo sia all'interno delle Pontificie Facoltà teologiche che in quelle di Scienze dell'Educazione. La raccolta di saggi/relazioni si articola in due sezioni principali: "Raccolta dati", con uno studio qualitativo sui programmi dei corsi di catechetica negli ultimi 5 anni; "Riflessioni sui dati" (la Teologia pastorale e la catechetica nelle Facoltà teologiche e negli ISSR; l'orizzonte teologico della catechetica; La formazione catechetica nei Paesi francofoni: situazioni e prospettive; Teologia pastorale, comunicazione della fede e spiritualità: le sfide europee).
Le scienze cognitive e le neuroscienze inaugurano un settore di ricerca nelle scienze delle religioni? Che tipo di comprensione hanno e possono avere del fenomeno religioso? Quali sono le affinità e differenze nel meto- do sperimentale - e nei risultati empirici - rispetto alle scienze umane? Evitando contrapposizioni e assumendo la prospettiva dei cognitivisti per fare chiarezza sul loro metodo nello studio del "sacro" - più di quanto loro stessi abbiano compiuto finora - 1'autore, in prospettiva fenomenologica, cerca di descrivere e confrontare le diverse modalità di ricerca, senza stabilire un ordine gerarchico tra gli esiti ma limitandosi a osserva- re elementi comuni e categorie ricorrenti.
Quando non cade in una deriva del tutto naturalistica, incapace di dar conto della trascendenza, anche lo studio della mente può servire a com- prendere il manifestarsi del sacro nell'uomo, e svela inaspettate assonanze con quell'apriori religioso vissuto ed esperito - di Rudolf Otto, cui l'intero arco della storia e delle scienze della religione novecentesca più o meno velatamente rinvia. Assonanze che invitano ancora a riflettere e in più modi - sull'esperienza religiosa.
Il malessere che attraversa le società avanzate è profondo ed esteso. Si percepisce la necessità di un cambiamento radicale. La svolta non è desiderata solo dai giovani; ora sono anche adulti e anziani ad avvertire che un grande rinnovamento è necessario. Scossa da molte crisi, la Chiesa cattolica ha voluto mettere al centro della propria attenzione i millenials, fermandosi e lasciandosene interrogare durante il Sinodo dei Vescovi sui giovani, la fede e il discernimento vocazionale. Questo libro mostra come i frutti di quel confronto vadano oltre i confini ecclesiali e diano da pensare a credenti e non credenti di ogni età. Questioni di primo piano sono poste da una nuova prospettiva: economia, lavoro, sessualità, potere, reciprocità uomo-donna, preghiera, decisioni da prendere, comunità. Nei giovani papa Francesco ha indicato «l'adesso di Dio», la sua visita che scombussola e riapre la storia. Il nuovo irrompe, infatti, se lasciamo che la realtà ci smuova. C'è un soffio cui esporci, un respiro da ritrovare, come una seconda nascita. Tutto può davvero cambiare.
La nostra educazione religiosa ci porta spesso a pensare che Dio abiti nel cielo e che tra Lui, l’uomo e il mondo ci sia una distanza abissale. Ignorando il principio essenziale della fede – «Dio ci ha creati per amore» – riteniamo che il suo intervento nella storia sia suscitato da preghiere e liturgie o avvenga secondo il suo volere e il suo «capriccio», in modo diseguale e immotivato.
Questo libro non intende negare la presenza di Dio nella storia, ma si propone di approdare a un altro modo di pensare questa presenza. Dio ha creato il mondo per amore e quindi lo sostiene, lo promuove, lo avvolge e lo sollecita. Ma farlo fiorire è e resta un preciso compito dell’uomo.