L'immagine del pellicano - che offre la sua carne e il suo sangue per nutrire i piccoli - è forse, insieme all'agnello, il più significativo e commovente simbolo dell'amore di Cristo, che si dona agli uomini divenendo emblema dell'Eucarestia: proprio questa è il vero tesoro della Chiesa. Infatti, nel sacramento dell'Eucaristia è lo stesso Signore Gesù che fa di una comunità umana un mistero di comunione.
La prospettiva della paideia delle relazioni costituisce il cuore del paradigma formativo qui proposto, che si rivela attraverso la metafora della casa. Attraverso la cura dell'incontro, si dispiegano le vie privilegiate della Sapienza e della Razionalità a partire dalle quali si sviluppa la duplice missione culturale e pastorale della Chiesa. Tutto questo si concretizza in scelte didattiche, organizzative e metodologiche fino a giungere a delineare una regola di vita spirituale pensata per un contesto interculturale e interreligioso.
«Oggi, come Giuliano Savina sottolinea in modo convincente, il compito di introdurre alla conoscenza e alla comprensione della fede cristiana ci pone davanti a un nuovo genere di sfide. Il Concilio Vaticano II ha introdotto la Chiesa cattolica a una più nitida consapevolezza di sé, rendendola nuovamente cosciente della sua cattolicità: rispetto alla comprensione angusta di una cattolicità confessionalmente chiusa, si è di nuovo recuperata l'originaria comprensione di una cattolicità capace di abbracciare la totalità universale. L'apertura ecumenica e l'adozione del dialogo con il giudaismo dopo la catastrofe della Shoah ci hanno mostrato che nella trasmissione catechetica della fede cristiana non possiamo più accontentarci della catechesi, fin qui usuale, proposta nei limiti ristretti della confessionalità. Giuliano Savina non si limita ad analizzare la nuova situazione, ma tenta altresì di approfondirla e renderla perspicace dal punto di vista teologico. Apre una discussione importante e necessaria.» (dalla Prefazione del Card. Walter Kasper).
Dal 1963 la rivista accompagna in Italia la riforma liturgica e si occupa di formazione liturgico - pastorale, facendo emergere il ruolo che il culto liturgico occupa nella vita delle comunità parrocchiali.
Ogni numero, per passare dalla riflessione alla prassi, verrà articolato in tre sezioni: Studi su tema monografico; - Sussidi e testi per celebrazioni; - Schede per incontri formativi. Quest’ultima sezione prevede due rubriche stabili. La prima: Liturgia e disabilità: percorsi approfondirà il tema dell’accompagnamento delle persone con disabilità alla assemblea domenica; la seconda (Spiritualità, religiosità, liturgia) si occuperà del rapporto fede – liturgia – pietà popolare. Una terza rubrica sarà variabile, perché tradurrà in una proposta formativa il tema monografico del fascicolo.
Luigi Sturzo (Caltagirone 1871-Roma 1959) fu politico di elevata statura morale e intellettuale animato da forte passione civile, oltre che esemplare personalità spirituale. In questo volume è studiata la prima espressione concreta del suo impegno politico, vale a dire il programma municipale col quale, all'inizio del Novecento, egli intendeva riportare i cattolici a essere fattivamente presenti in seno alla società. Per questo, a Caltanissetta, tra il 5 e il 7 novembre 1902, radunò i consiglieri comunali e provinciali che erano stati eletti in liste civiche d'ispirazione cattolica, guardando già a un partito municipale capace di garantire un'efficace rappresentanza degli ideali sociali di matrice cristiana negli enti locali. Di fatto, in quell'occasione, sorse l'embrione di quello che sarebbe stato poi il Partito Popolare Italiano.
"Questo testo affronta, con grande agilità e competenza, il tema del ruolo del diritto nella vita della Chiesa, tema che, a un giudizio superficiale, sembrerebbe riservato ad alcuni specialisti; in realtà riguarda, più o meno direttamente, tutti i fedeli. [...] Una pubblicazione sulla dialettica tra i poli del giuridismo e del pastoralismo, o, se si preferisce, tra ambito giuridico e ambito pastorale. [...] l'aspetto della giuridicità debba essere colto, non solo e non tanto come imposizione esterna, autoritativa, espressione della potestas gerarchica, ma anche come sistema dei diritti del fedele e della loro efficace tutela." (dalla prefazione di Emilio Artiglieri)
Il testo di Luciano Meddi offre al lettore una presentazione sintetica ma esauriente di un problema pastorale e catechistico oggi molto discusso: quello del Primo Annuncio (PA). Il volumetto si sviluppa in sette capitoli, a partire dalla considerazione critica dell'attuale azione evangelizzatrice sviluppata in Italia (1° cap.). Al miglioramento di quanto si opera pastoralmente sul piano dell'annuncio giova un richiamo al fondamento teologico dell'attività evangelizzatrice della Chiesa (2° cap.) e l'esplicitazione dei termini in gioco nel processo evangelizzatore di iniziazione alla fede (evangelizzazione, kerygma e PA). Sul fondamento di queste basi si sviluppa la proposta dell'autore, incentrata sulla categoria di narrazione del Mistero Pasquale (capp. 4-6); categoria che può trovare esplicitazione attraverso diversi filoni, da valorizzare in funzione dei diversi referenti del PA.
Laici in cammino è una delle principali opere pedagogiche dell’autore, che propone una serie di principi animatori per promuovere l’azione apostolica dei laici. Presenta la condizione del laico, che è quella di mettersi in ascolto dei segni dei tempi. L’autore, più che una visione teorica, propone un’esperienza di vita. Queste pagine, perciò, grondano di verità concrete, di avvenimenti sperimentati, di tentativi e proposte vagliate nel crogiolo della storia. Egli parla di incontri pastorali organizzati e di incontri casuali sull’autobus o sulla metro; parla di grandi ideologie più o meno disumane che andavano affermandosi e di singoli tragici eventi, come il suicidio giovanile; di rivoluzioni sociali e di cura delle minoranze. Se, a volte, qualche argomento può apparire datato e consegnato ai polverosi archivi frequentati dagli studiosi, il contenuto complessivo è di stringente attualità e riguarda la presenza della Chiesa nel mondo e lo stesso destino del mondo (dalla Prefazione del card. Angelo Becciu).
Basato su sei anni di esperienza come incaricato della cura pastorale degli immigrati africani cattolici di lingua inglese nella diocesi di Padova, il libro si offre come una linea guida, una proposta, un'indicazione utile per un'attività pastorale fondata sulla «carità verso il prossimo», in quanto precetto di Dio.
Uno degli inviti più ricorrenti di Papa Francesco è quello di accogliere il passaggio dall’epoca del cambiamento al cambiamento d’epoca. Con le sue riflessioni, monsignor Lorenzo Leuzzi, traccia le coordinate per realizzare un progetto culturale in grado di interrogare, leggere ed affrontare questo cambiamento d’epoca. Il realismo storico di Papa Francesco ci invita a tracciare la strada di una rinnovata diakonia della storia che la Chiesa è chiamata a donare alla società contemporanea per costruire ciò che san Paolo VI definiva la “civiltà dell’amore”. Allargare gli orizzonti della carità – spiega monsignor Leuzzi nella Presentazione – «non significa riverniciare il comandamento dell’amore, ma entrare con decisione e coraggio nelle dinamiche del cambiamento d’epoca scoprendo che la novità del Cristianesimo non è lontano dalle attese della società contemporanea ma che è da essa sollecitato a verificare se la via del realismo storico le appartiene o se, invece, lo riduce a semplice esperienza religiosa o sociale». Il volume è aperto dalla Prefazione di Stefano Zamagni ed è chiuso dalla Postfazione di Maria Chiara Malaguti e Alessandro Toscano.
«Oggi non viviamo soltanto un’epoca di cambiamenti ma un vero e proprio cambiamento d’epoca» (Veritatis gaudium, 3): siamo più che convinti dell’affermazione, ma forse non vogliamo assumerne ancora tutte le conseguenze, né tanto meno accettare che il comportamento delle persone sia anzitutto guidato dalla visione culturale o dalla comprensione della realtà propria del gruppo al quale appartengono. Ad ogni modo, un mondo scompare e ne sta emergendo un altro senza che, per la sua costruzione, vi sia un modello prestabilito; i cristiani poi abbiamo un problema in più: eravamo gli artefici principali del disegno che sta dileguandosi e – quasi spontaneamente – non solo ci resistiamo a lasciarlo, ma non possiamo credere che sfugga anche a noi l’immagine del mondo che si deve costruire.
È la cultura a determinare in grande misura le nostre idee e i nostri comportamenti: lo si può affermare tanto nel caso di chi l’accetta come di chi invece l’attacca. Ecco perché il cambio epocale comporta logicamente un certo disorientamento generale del pensiero e della condotta, mentre si cerca di attivare tutti i processi d’interpretazione necessari per arrivare a una comprensione in grado di orientarci nella ricostruzione culturale in atto. Questo libro intende situarsi in tale ottica interpretativa, con il vivo desiderio di raggiungere l’obiettivo espresso nel sottotitolo: mostrare alcune «prospettive culturali e teologiche contemporanee». È però nel titolo, «Modernità e cambio epocale», la chiave dell’analisi, in quanto è proprio alla modernità che si deve attribuire l’assalto e demolizione del sistema più o meno fisso dei valori e delle finalità che credevamo possedere. In ogni caso, per comprendere il nostro presente, dobbiamo partire dall’Illuminismo moderno che, senza dubbio, costituisce la rivoluzione più significativa del mondo occidentale; in simile impresa, ancora risultano illuminanti le parole di I. Kant che invitano a uscire dallo stato di minorità: «Sapere aude! Abbi il coraggio di servirti della tua propria intelligenza!».
José Luis Moral è Professore Ordinario di «Pedagogia religiosa» nella Facoltà di Scienze dell’Educazione (Università Pontificia Salesiana di Roma), già professore di Pastorale Giovanile, Direttore dell’Istituto Superiore di Teologia «Don Bosco» di Madrid e della rivista «Misión Joven». Alcune pubblicazioni nell’ambito della pastorale giovanile: Giovani senza fede?; Giovani, fede e comunicazione; Giovani e Chiesa; Pastorale Giovanile. Sfida cruciale per la prassi cristiana (2018). Con la «Las» ha pubblicato: Ricostruire l’umanità della religione (2014), L’incontro con Gesù di Nazaret (2016), Cittadini nella Chiesa, cristiani nel mondo (2017).
«Siete gruppi cristiani e ciò mette in atto un titolo di fraternità. "Cristiano è il mio nome", scriveva Paciano di Barcellona nel quarto secolo, e questo permette a tutti i cristiani di chiamarsi per nome. È questo il titolo per il quale vi riconosco fratelli. È verità di sempre, è la verità del Battesimo che ha impresso in noi un sigillo di figliolanza e di fraternità (carattere battesimale) che nulla, neppure il peccato, riuscirà mai a distruggere». È un passaggio dell'intervento rivolto dal vescovo di Albano, Marcello Semeraro, al V Forum italiano dei cristiani LGBT che, per tre giorni, ha radunato oltre duecento persone. Dalle relazioni che troverete in questo libro è emersa l'urgenza di un approfondimento del fenomeno "omosessualità" e la necessità di una pastorale inclusiva, capace di dare alle comunità cristiane l'occasione di vivere l'accoglienza e l'effettivo riconoscimento della dignità personale di lesbiche, gay e transessuali, dei loro genitori e delle loro famiglie. Per sintetizzare questi bisogni, il vescovo di Albano ha preso spunto anche dal documento inviato da alcuni giovani LGBT alla Segreteria del XV Sinodo ordinario dei vescovi, che viene pubblicato integralmente.