«La scuola deve essere un po' meglio della società che la circonda, se no cosa ci sta a fare?». Un maestro, i suoi piccoli alunni, un paese umbro di duemila anime e il mondo che irrompe con le sue tempeste dentro un'avventura pedagogica innovativa. L'attrito, lo scontro a volte, tra una educazione improntata all'apertura e la società in cui si diffondono con energia inattesa diffidenza, rancore e odio verso chi arriva: «Come educare alla convivenza quando nuovi veleni si diffondono nel piccolo villaggio in cui abitiamo e, ancor più, nel grande villaggio mediatico planetario nel quale siamo immersi?». E al fondo l'amarezza con cui si avverte che ciò che unisce, acquieta e rallegra è troppo debole spesso, e che il sospetto può vincerla sull'attitudine amichevole e curiosa verso ciò che è insolito e sorprendente. Il maestro Franco Lorenzoni nei suoi libri racconta il tempo quotidiano delle classi elementari dove insegna. Lo fa unendo il diario di esperienze didattiche vive, ricche di continui dialoghi tra bambine e bambini, con una grande quantità di storie e ritratti individuali. Al centro delle cronache de "I bambini ci guardano" c'è la scoperta del dramma dell'emigrazione, suscitata dalla foto del piccolo Aylan, trovato esanime sulla spiaggia di un'isola greca, evocata in classe da una bambina. A partire da quella immagine e da una ricerca rigorosa intorno ai dati del migrare oggi, la classe allarga il lavoro e la riflessione su violenza, guerra e discriminazioni nella storia, confrontandosi anche con l'arrivo in paese e la controversa ospitalità di una decina di profughi. Ed è presente in questo libro una piega riflessiva di intimo bilancio. La radicalità della crisi pubblico-privata, emersa prepotentemente in questi anni, è esposta nella maniera giocosa, semplice ed elementare, con cui i bambini scoprono le carte del mondo.
L'autrice intreccia l'esperienza scolastica e la vita cristiana, ne scova i legami e la stretta relazione. Da qui il ricorrente e preciso richiamo ai testi biblici che illuminano le esperienze, anche le più piccole, dell'avventura formativa. Un viaggio straordinario, una traversata che ci arricchisce e ci trasforma.
Per te che credi che non sempre dove c’è alcol c’è festa! Per te che ami trasgredire! Per te che dici: Alcol? No, grazie! Per Te che vuoi sapere e capire.
Tutta la vita e l’opera di Don Bosco è indirizzata verso un obiettivo: educare i giovani alla santità. Questo libro presenta don Bosco come educatore, attraverso le testimonianze dei suoi ragazzi e dei salesiani che vissero al suo fianco. Il testo è scandito dai temi su cui Don Bosco ha fondato il suo stile educativo: fiducia in Dio e nella Provvidenza, umiltà, povertà, preghiera, accoglienza, pazienza, devozione mariana, prudenza, amore per il prossimo. Ogni capitolo è composto da tre parti: il racconto dei testimoni, domande per riflettere e una ''proposta d’azione''.
Uno strumento prezioso per tutti gli educatori, che si rivolge sia ai corsi di laurea in Scienze della formazione sia ai professionisti del settore.
L’educazione non è più, se mai lo è stata, riconducibile esclusivamente ai luoghi e ai tempi della famiglia e della scuola. La formazione e l’educazione avvengono in una molteplicità di situazioni quotidiane che coinvolgono le persone per tutta la durata della loro esistenza. Accanto alla formazione che si svolge nei contesti istituzionali e ufficiali esiste un’educazione informale e diffusa con modalità e contenuti di apprendimento che possono essere anche contrastanti. L’educazione sociale comprende quindi gli aspetti informali delle esperienze riconosciute ‘ufficialmente’ come educative (la scuola e la famiglia), ma anche i mezzi di comunicazione di massa, i gruppi dei pari, le associazioni, le Chiese. E ancora, l’assetto urbanistico e l’organizzazione territoriale dei quartieri, le migrazioni, le trasformazioni dei ruoli connessi alle appartenenze di genere, le trasformazioni del lavoro, il web. Tali esperienze educative sono fondamentali in termini di quantità e contraddittorietà di apprendimento prodotto; fare l’educatore oggi – a qualunque livello – implica tener conto di questa complessità. Tramma analizza alcuni degli aspetti più significativi dell’educazione sociale dal secondo dopoguerra a oggi: uno sguardo storico sociale che evidenzia quanto, decennio dopo decennio, nella contemporaneità la formazione delle persone sia avvenuta e avvenga in misura sempre più rilevante negli ambiti informali. Il libro è destinato in primo luogo agli studenti dei corsi di laurea in Scienze dell’educazione ma può essere un prezioso arricchimento per pedagogisti ed educatori professionisti, per insegnanti e per tutti i lettori non specialistici che hanno a cuore il tema della formazione.
I fondamenti della didattica in 32 voci collegate da un filo rosso epistemologico e pedagogico. La natura organica e sistematica delle argomentazioni rende questo volume uno strumento chiaro e di collaudata comodità d'uso professionale. Un'opera particolarmente adatta per la formazione in ingresso e in servizio dei docenti, nonché per tutti gli studenti dei corsi di laurea in scienze della formazione e dell'educazione che vogliono confrontarsi in modo critico con termini, metodi ed esperienze decisivi per la qualità dell'apprendimento e dell'insegnamento.
Nell’educare prende forma il legame: è ormai tempo di tornare a pensare la relazione educativa fuori dalla sua forma istituita e strutturata. È tempo di pensare l’educare come tempo dell’incontro. Sono due le dinamiche – quella dell’affidamento reciproco e quella della rideclinazione della storia di vita – che avvicinano la relazione educativa alla relazione di cura.
Il libro nasce dalla presenza in diversi contesti ed esperienze sociali ed educative, da scambi e dialoghi con operatori della cura e della formazione, provando a raccontare la particolare tessitura di vita e di futuro incontrata in queste occasioni.
L’opera si presenta come cantiere aperto e sollecitazione per lavori futuri, condotti in modo inclusivo e comparato, perché le teologie possano arricchirsi reciprocamente. La fede oltre le religioni, la pluralità degli studi teologici con i suoi punti di arrivo, in continuo dinamismo, il decisivo lume dell’orizzonte verticale inclusivo nella rispettosa pluralità delle teologie in campo educativo, sono gli spazi di riflessione offerti dal volume. Giuseppina Battista richiama sovente l’opportunità di considerare i vari processi educativi e le teologie che li sostengono, come ‘processi educativi insieme’; insomma teologie delle confessioni cristiane e teologie che si rifanno all’esperienza di fede di Abramo, che possano essere ‘teologie insieme’ a servizio nel vasto campo dell’educazione. (Dalla presentazione di Sua Ecc.za Mons. Enrico dal Covolo)
Giuseppina Battista,
L’Autrice con lunghi anni di ricerca e di studio ha individuato nella pluralità delle antropologie e delle teologie uno spazio di straordinaria importanza per l’educazione che si apre alla trascendenza, colta nella pluralità delle riflessioni di teologia. Con l’attenzione alla ricchezza di questa pluralità, aperta allo scambio del dialogo e all’impegno della testimonianza di credenti, è nata l’idea e la realizzazione di questo volume. Un costante servizio educativo nella scuola statale e in varie Università Pontificie ha corredato il suo percorso di studiosa. Attualmente è docente invitata per il corso di Teologia dell’educazione presso la Università Pontificia Salesiana.
Il libro presenta una interpretazione, da un punto di vista pedagogico, della Parabola del figliol prodigo, molto studiata dall’esegesi biblica e teologica, ma non ancora in questa chiave. - Tale approccio pedagogico apre un orizzonte di lettura nuovo con esiti sorprendenti: soprattutto nella considerazione dell’assenza della madre. - Il commento si sviluppa approfondendo tre paradigmi educativi in successione: autoritario, libertario-permissivo, liberatore. Due Appendici finali completano il testo.
In questo libro è narrata la lunga e affascinante vita di Maria Montessori, autrice di una profonda rivoluzione umana e pedagogica. Tra le prime laureate in Medicina in Italia, ha elaborato un metodo educativo adottato oggi nei cinque continenti, che pone al centro l'autonomia e l'unicità di ogni bambino. Convinta sostenitrice del ruolo fondamentale dell'educazione dei più piccoli nella costruzione della pace, lottò affinché tutti gli esseri umani avessero gli stessi diritti. Non solo scienziata, ma cittadina del mondo dotata di un animo illuminato da una profonda umanità. Età di lettura: da 9 anni.
Ezio Franceschini (1906-1983) si laureò a Padova nel 1928, relatore della sua tesi Concetto Marchesi; insieme furono attivi nella Resistenza dal 1943 al 1945. Nel 1936 approdò alla Università Cattolica come professore incaricato di Storia della letteratura latina medievale, lì divenne di ruolo nel 1939 e insegnò per il resto della sua vita. La sua ricerca scientifica ebbe come obbiettivi privilegiati la sopravvivenza della sapienza pagana nel medioevo cristiano e la storia del movimento francescano nei suoi testi e nella sua spiritualità. Nel triennio 1965-1968, gli anni in cui si formò ed esplose la contestazione giovanile, fu rettore dell'Università Cattolica. Durante i sit-in parlava in piazza con gli studenti; partecipava alle loro assemblee; cercava sempre di capire e di aiutare, fedele al suo compito di educatore. Per raggiungere i ragazzi si serviva dei loro stessi mezzi di comunicazione: volantinaggio e cartelli, oltre le lettere normali e quelle pubblicate a stampa in «Itinerarium cordis», l'apposito foglio periodico di informazione interna per gli studenti dell'Università Cattolica. Le lettere e i messaggi, raccolti in questo libro, intendono mettere in luce l'affetto, la cura e la speranza, riposti nei suoi "cari studenti", e l'impegno con cui anche nelle situazioni dure continuava a insegnare l'esercizio lento e faticoso della libertà. Alcune sue riflessioni sui fatti e sui problemi dei giovani di quegli anni sono pure edite qui, tolte da appunti manoscritti.
Un percorso per educare i bambini alla morte fra emozioni e spiritualità.