E' il calendario ufficiale che ordina le celebrazioni liturgiche della Messa e della Liturgia delle Ore per tutto l'anno 2025. In lingua spagnola
Scrittura, Eucaristia e un bilancio della riforma conciliare a 60 anni dalla promulgazione della Sacrosantum Concilium. I tre approfondimenti liturgici con il quale Mons. Vezzoli, Vescovo di Fidenza, ha accompagnato la formazione del clero di Faenza sono qui rivisti e raccolti. Essi vengono offerti a tutti perché possano essere un'occasione per fare il punto sul "cantiere" liturgia, per stimolare lo studio e l'approfondimento di questa parte fondamentale della vita della Chiesa e degli stessi discepoli del Risorto.
L'azione sinodale all'interno della liturgia è un dato di fatto. Come in un corpo ci sono molte membra interagenti e congiunte, ognuna con una sua funzione ben precisa, così anche la celebrazione liturgica è un'azione comune di tutta l'assemblea, anche se nello svolgimento complessivo del rito ci sono persone che mettono in atto competenze particolari, ovvero i ministeri. Destinatari di questo lavoro, in cui viene offerta una panoramica dei vari ministeri liturgici, sono sia i membri dell'ordine sacro (vescovi, sacerdoti e diaconi) che uomini e donne laici o religiosi, specialmente quelli più impegnati nell'ambito liturgico. Nella liturgia non c'è posto per l'improvvisazione o la banalizzazione. La speranza è che chi prenderà in mano questo testo possa trovarvi dei buoni stimoli per lo studio, l'approfondimento, la riflessione, ma anche per l'agire liturgico con più consapevolezza e impegno.
Pregare perché accada il regno di Dio equivale ad agire perché la sua giustizia ricrei nel mondo condizioni umane di accoglienza, amicizia, fratellanza universale. Pregare è ascendere al cuore stesso di Dio, solo e sempre amore, e da lì guardare giù, nella nostra "valle di lacrime", per vedere la sofferenza degli uomini con gli occhi dell'affetto di Dio. Occhi non soltanto compassionevoli ma profetici, capaci cioè di prefigurare il superamento di tutto quel dolore. Ogni preghiera è immersione nell'amore di Dio e mano tesa a stringere quella dei fratelli: sostegno desiderato e offerto, reciproco aiuto. Se non si salda a questa dimensione concreta, la preghiera appare qualcosa di sterile. Ammonisce infatti Gesù: «Non chiunque mi dice "Signore, Signore", entrerà nel regno dei cieli, ma colui che fa la volontà del Padre mio che è nei cieli». Ecco perché il cristianesimo non può esistere come una "fede senza le opere", se non a rischio di fraintendere in maniera drammatica il significato del dialogo fra i credenti e Dio.
Nato in una familia russa di radici tedesche e ordinato sacerdote nel 1946, Alexander Schmemann (1921-1983) fu studente dell'Istituto di teologia ortodossa Saint-Serge e visse nell'ambito dell'emigrazione russa a Parigi fino alla sua partenza per gli Stati Uniti nel 1951. Qui divenne una personalità di spicco della Chiesa ortodossa d'America. Per lunghi anni decano del Seminario di San Vladimir a New York, è stato uno dei teologi più rinomati a livello mondiale: i suoi studi più apprezzati vertono soprattutto sulla liturgia, l'ecclesiologia e la storia della Chiesa.
Sincero ammiratore del movimento liturgico che, nell'ambito della Chiesa cattolica, si concretizzò nella riforma liturgica promossa dal concilio Vaticano II, Schmemann ne è stato anche un critico appassionato che non si è stancato di segnalare il rischio che quel processo di rinnovamento potesse tradire la natura stessa della liturgia, culmine e fonte della vita della Chiesa.
Come sottolinea il card. Raymond Leo Burke nella sua prefazione, la ricerca di Arian Shkurti ci consegna un articolato itinerario per entrare in contatto con la teologia liturgica di Schmemann, che ha saputo confrontarsi coraggiosamente con la sfida della modernità del secolarismo fino a costituire un'eredità ancora da valorizzare per il nostro tempo.
Molte sono le occasioni e le modalità per esprimere riconoscenza a chi ha dedicato la vita allo studio e all'insegnamento: due ambiti, strettamente uniti tra loro dal lavoro di ricerca, tradotti in pubblicazioni. Sono queste ultime, del resto, unitamente alla docenza, che offrono un contributo per sviluppare ulteriormente l'orizzonte della cultura. Il festeggiato, il prof. Don Manlio Sodi destinatario della presente miscellanea di studi, è conosciuto ovunque per il contributo che ha saputo dare nella sua lunga esistenza alla scienza liturgica. L'elenco dei volumi, degli studi e di altri lavori sempre impegnativi - come gli editoriali, le presentazioni di volumi, le dispense per gli studenti, ecc. - costituiscono un segno eloquente di una esistenza donata al grande ambito del culto, della liturgia. Un ambito, questo, che racchiude un insieme di attenzioni che si muovono dal messaggio biblico, patristico, storico... per giungere alla pastorale e alla catechesi, senza dimenticare la comunicazione, l'arte e la musica. Ed è in questa ottica che è possibile apprezzare la notevole varietà di contributi che si muovono in questi ambiti. Amici e Colleghi hanno offerto per questa occasione testi a partire dalla propria specifica competenza. Le pagine dell'opera costituiscono una testimonianza eloquente di come la ricerca e lo studio in re liturgica possa spaziare toccando numerosi temi. L'indice del volume evidenzia un orizzonte miscellaneo ma comunque unito da un filo comune, come evidenziato anche nell'Introduzione generale. Il titolo: Mysterium liturgicum è già eloquente da solo; ma l'aggiunta del colere et fovere denota un impegno che la Sacrosanctum Concilium ha affidato a tutta la Chiesa. In tale ottica si pongono gli studi elaborati per l'occasione; essi offrono un punto di riferimento per apprezzare la storia e il presente, e per delineare ulteriori sviluppi. La collocazione della miscellanea nella collana «Veritatem inquirere» trova il proprio habitat più logico. Ogni studio può collocarsi nel contesto di una veritas costantemente da approfondire. È la ricerca della verità in ogni ambito della vita che anima costantemente la cultura. E quando la cultura è a servizio del cultus allora più evidente appare il ruolo di una fatica per esprimere riconoscenza. Presentazione di Arthur Roche. Postfazione di Vittorio Viola e Antonio Stagliano.
Cosa contiene questa Dichiarazione? La posizione della Santa Chiesa su: Aborto, eutanasia, teoria gender, guerra, povertà. Il volume, oltre a riproporre integralmente il documento vaticano sull'infinita dignità dell'uomo, offre una interessantissima guida dialogata con monsignor Raffaello Martinelli che, rispondendo a domante precise e puntuali, spiega i concetti fondamentali del testo permettendone una comprensione profonda e completa. La competenza e la semplicità espositiva di mons. Martinelli aiuta a entrare nel testo e a farne un autentico testo di meditazione e approfondimento.
Nella preghiera del Rosario vi sono molte analogie tra l'orante e la Vergine Maria. Entrambi sono uniti da un filo rosso e dal gomitolo che viene mano a mano srotolato ad ogni Ave Maria, collaborando così attivamente all'azione vivificante del Signore volta a «rivestire l'uomo nuovo creato secondo Dio nella giustizia e nella vera santità» (Ef 4,24). La preghiera mette in sintonia con l'azione del Creatore e offre la capacità di accogliere doni ogni volta nuovi e sempre più efficaci.
Il libro parla della terra di Gesù (che papa Paolo VI definì "il quinto Vangelo") della terra di Maria, di Giuseppe, degli apostoli, dei primi discepoli del Signore, la terra dove si verificarono gli eventi decisivi della nostra salvezza. Il centro della nostra fede è Gesù Cristo fatto uomo, vissuto in un determinato contesto storico-geografico che ha influito certamente sulla sua personalità e sulla sua sensibilità umana. Conoscere quindi queste coordinate ci aiuta a conoscere meglio Gesù e a interpretare più adeguatamente il suo messaggio. Collocato in questo suo ambiente, egli acquista notevolmente in concretezza, in realismo e storicità. Non tutti, forse, possono permettersi di fare realmente un pellegrinaggio in Terrasanta. A ciò viene in aiuto questo libro: offrire un pellegrinaggio "virtuale" e spirituale, che permetta di conoscere i luoghi e percorrere le varie tappe del pellegrinaggio effettuato normalmente in aereo, bus e a piedi. Il libro si sofferma pertanto in particolare sui "luoghi santi", visitati dai pellegrini di tutto il mondo, richiamando il mistero lì ricordato e richiamato da un santuario o da un monumento notevole.
Se i primi passi della recezione della riforma liturgica, non senza ingenuità e sba­vature, si sono mossi nella consapevolezza di una mutabilità del culto ecclesiale, ora sia­mo più avveduti, anche grazie agli ap­porti dell'antropologia culturale, circa la "ca­no­nicità" del rito che lo preserva da ma­no­mis­sioni estrose e ne permette il ricorso nel passaggio e nella comunione delle gene­ra­zioni. La sfida, alla quale dal fronte della rifles­sione teorica l'Istituto di Liturgia Pa­sto­rale non si è sottratto, è di celebrare e di pensare una liturgia consegnata e ricevuta e, al contempo, che sia ancora ricono­sci­bile, ovvero praticabile dagli uomini e dalle donne di oggi. Se il rito cristiano rimane co­sì, un ordine "predisposto" ma vivibile, potrà ancora attestare la precedenza del dono su ogni compito e dichiarare la perenne dispo­nibilità dell’Indisponibile.
Tra le più importanti espressioni della pietà popolare si trova la Via crucis mediante la quale i fedeli ripercorrono il tratto ultimo del cammino percorso da Gesù durante la sua vita terrena: dal Monte degli Ulivi fino al Monte Calvario. Attualmente, anche se la presenza delle stazioni della Via crucis nella maggioranza delle chiese è un dato di fatto, la questione di questa presenza (all'interno o all'esterno dell'aula celebrativa) non è materia da ritenersi conclusa e sulla quale si possa formulare una risposta definitiva. L'archi­tet­tura, la liturgia e i pii esercizi appartengono infatti all'uomo e con l'uomo si modificano nel tempo, anche se talvolta in modo poco apparente: mutano i costumi, le usanze, le esigenze spirituali, vengono riformati i riti, ecc. Di conseguenza, il posizionare o meno le stazioni della Via dolorosa, diviene spesso la parte più controversa nella costruzione o nell'adeguamento di una chiesa. È difficile trovare oggi una Via crucis perfettamente riuscita, cosa che deriva senza dubbio dalla natu­ra stessa di questa devozione, più spirituale che rituale, più individuale che collettiva, da farsi piuttosto all’esterno che all'interno di un edificio. Ragione di più per studiare a fondo la questione invece di accontentarsi di una soluzione qualunque. Le soluzioni dignitose dal punto di vista archi­tettonico, con il rispetto del primato liturgico, si possono trovare. Ci vuole senz'altro una buona e costruttiva collaborazione tra l'architetto, l'artista e il liturgista per la riuscita dell'insieme del progetto.
La preghiera è entrata nei comuni riflessi mentali come esercizio di estraniazione dell'io, pratica di isolamento individuale che incontra il divino nella misura in cui si sottrae all'intero catalogo dei non-io: gli altri, il mondo, la vita. In questo programma di sottrazione vanno perdute molte cose. Si sacrifica anzitutto l'esperienza reale, degradata a distrazione, o peggio a seduzione. Ma si sacrifica altresì la dimensione interpersonale dell'esperienza religiosa, comprensiva del suo tratto tipicamente ecclesiale. E si sacrifica soprattutto l'essenziale riferimento a Gesù senza il quale cristianamente non si dà vera unione con Dio. Quello del corpo, della comunità e di Cristo è il sacrificio congiunto del distacco secolare della preghiera dalla liturgia. È di questo che si parla in questo libro, scritto con il desiderio di essere all'altezza del suo meraviglioso oggetto: la preghiera che insieme ci porta a Dio grazie a Gesù.