Un viaggio nel mondo complesso e affascinante della vita umana per farne emergere la bellezza e la cogente chiamata etica che la permea e la caratterizza. Solo partendo da una concezione adeguata della vita – che includa tanto le visioni quanto le provocazioni: pensiamo alla biologia sintetica – potremo fondare una morale della vita fisica e una bioetica in grado di chiarire l’altezza della chiamata dei fedeli in Cristo (cf. Optatam totius 16). Da qui il titolo Ti esti? (Che cosa è?), la domanda che Socrate pone agli interlocutori rompendo il flusso del discorso retorico per risalire all’universalità delle premesse. Aristotele dirà che Socrate, attraverso il che cosa è, ha introdotto il ragionamento per induzione e la definizione dell’universale. Stabilite le premesse con il che cosa è si passa, attraverso la dialettica, alla costruzione del ragionamento vero e proprio. Allora il ti esti sulla vita è il punto di partenza ineludibile per qualsiasi confronto sui molti temi che oggi affollano i trattati di bioetica e di morale della vita fisica.
Informazioni sull'autore
Paolo Benanti, francescano del Terzo Ordine Regolare, svolge la sua attività accademica come docente di Teologia morale e Bioetica alla Pontificia Università Gregoriana di Roma. È docente incaricato all’Istituto Teologico di Assisi per il corso di Morale sessuale. È autore di numerose pubblicazioni presso editori italiani e internazionali.
Con un tono divulgativo, quasi giornalistico, e allo stesso tempo presentando al lettore una ricca documentazione scientifica, Renzo Puccetti elabora argomentazioni razionalmente stringenti ed efficaci intorno ai temi politicamente più scorretti legati al gender. Ricostruisce i fatti che condussero l'Associazione Psichiatri Americani a cancellare l'omosessualità dal Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali. Sulla scorta di una vasta conoscenza della letteratura scientifica e di un processo argomentativo filosoficamente rigoroso che include un esame ampio e approfondito delle fonti più qualificate a sostegno delle tesi LGBTQ, l'autore presenta le sue risposte a domande ricorrenti come: Gay si nasce? L'omofobia è razzismo? Oppure è usata per zittire l'oppositore? Cos'è la condizione trans-gender? Qual è il denominatore comune delle cosiddette teorie del gender? Le teorie del gender sono efficaci per educare all'inclusione e prevenire la violenza sulle donne? Che rapporto c'è tra il gender e gli studi di genere, cioè le ricerche sul substrato biologico del dimorfismo comportamentale? "Più diritti per tutti" cancella le discriminazioni? È l'amore che fa la famiglia? Cosa dice la letteratura medico-scientifica circa i figli che crescono in coppie dello stesso sesso? Se il dibattito attorno a questi argomenti vorrà sollevarsi dalla mera propaganda, questo testo potrà aiutare l'avvio di un confronto franco ed intellettualmente onesto.
La ricerca intrapresa scaturisce da un originario interesse per le grandi tematiche della bioetica, con particolare attenzione al tema della sofferenza, inquadrato in quello ben più ampio e complesso del patire umano. L’intento fondamentale dello studio è stato effettuare una ricognizione in primis antropologica e poi etica sulle forme del patire e sull’esperienza della passività, traendo frutto dall’approccio del sapere fenomenologico, non tralasciando però l’orizzonte di un agire attivo nella speranza.
L’indagine sull’esperienza umana della sofferenza è stata, quindi, condotta attraverso diversi livelli di comprensione del dolore: il contesto culturale odierno, caratterizzato dal forte incremento del sapere scientifico, con le discussioni bioetiche più recenti; il sapere filosofico, alla luce della fenomenologia di Max Scheler; infine il sapere teologico, colto a partire dall’esperienza cristiana del dolore, nella sua relazione al senso del patire e del morire di Gesù Cristo.
C'è contrapposizione fra "buona morte" e "dolce morte"? E allora: dove comincia e dove finisce la dignità del vivere e del morire? In Europa e nel mondo sono in crescita i Paesi che hanno approvato una legge sull'eutanasia e sul suicidio assistito. Il "diritto alla vita" presume anche un "obbligo alla vita"? E con quale prerogativa - affermano i fautori dell'eutanasia - la società vieta a uno di voler morire se liberamente lo sceglie? Monsignor Paglia - uno dei più autorevoli esponenti della Chiesa di Francesco, consigliere spirituale della Comunità di Sant'Egidio e Presidente del Pontificio Consiglio per la Famiglia - affronta con estrema delicatezza e lucidità tutti gli aspetti legati al "fine vita" che continuano a suscitare aspri confronti in Italia e nei paesi europei. In un saggio che farà discutere, l'autore insiste sulla necessità di allargare gli orizzonti evitando gabbie ideologiche o ambigue urgenze legislative. Sono in campo profonde dinamiche affettive, culturali e spirituali e sarebbe riduttivo trattare i problemi al di fuori di una visione umanistica e sapienziale. Paglia non disdegna di mettere in guardia un Occidente che pare aver posto nel dimenticatoio alcune grandi verità: ogni persona, unica e irripetibile, è patrimonio dell'umanità; gli anziani e i morenti possono insegnarci qualcosa fino all'ultimo respiro; a nessuno piace morire dimenticato; solo accettando il traguardo della morte - che tutti ci affratella - potremo avere una vita intensa, feconda di relazioni personali autentiche e di valori umani condivisi, una vita degna di essere vissuta, fino alla fine.
Negli ultimi anni la questione del "genere" si è imposta all'attenzione della società, creando interrogativi e disorientamento sul piano politico ed educativo. Esiste una teoria del genere? Che cosa propone la cultura che si ispira a questa teoria? Ci sono valori da riconoscere nella cultura del genere? Può avere un senso parlare di identità di genere?... Questa pubblicazione è un agile strumento per gli educatori: raccoglie domande frequenti che vengono poste dai giovani (e meno giovani) sulla questione del genere e abbozza possibili risposte sul piano antropologico, educativo e sociale in una visione armonica, biologica e culturale, della persona.
Nell’attuale contesto di contrapposizione, spesso «talebana», tra chi dipinge la teoria del gender in toni apocalittici, esasperandone unilateralmente alcuni aspetti, e chi ne nega addirittura l’esistenza, riconducendo il problema a un semplice rispetto dei diritti, il libro mostra l’inadeguatezza di entrambe le posizioni andando direttamente alle fonti, costituite sia dagli studi di gender, sia da documenti ufficiali.
Una particolare attenzione è riservata al problema della presenza della teoria del gender nella scuola, anche qui evidenziando gli equivoci di cui entrambe le parti sono al tempo stesso vittime e autrici. Più ampiamente, viene messa a fuoco la problematicità del termine «omofobia», mostrandone i diversi significati nel dibattito attuale.
Per evitare di ridurre la persona e la sessualità alla caricatura sbandierata dagli ultraconservatori e per non limitare la riflessione alla sola questione dei diritti, il libro cerca di fare luce sul rapporto tra natura umana e cultura, sul significato della corporeità, sull’idea di uguaglianza, con particolare riferimento al problema della famiglia e della genitorialità.
Il libro presenta il ritratto di dodici cristiani appartenenti a una piccola fraternità di persone omosessuali e transgender. Come succede a ogni cristiano, il loro percorso di fede somiglia più a un sentiero scosceso che a un'autostrada. Ci sono periodi di smarrimento, di lotta interiore, e poi istanti di rivelazioni e di conversione, ma il tratto che li accomuna tutti è una forte esperienza di Dio nella preghiera. Un credente omosessuale o transessuale impiega poco tempo per capire che la sua posizione nella Chiesa non viene riconosciuta come tale, obbligandolo a un percorso di pericoloso avvitamento su se stesso. La non accettazione porta al nascondimento. Il nascondimento porta all'invisibilità. L'invisibilità genera la sensazione di non esistere. Ciò che non esiste non viene considerato. Punto. Per rompere questa catena perversa occorre spezzare qualche anello e far emergere il diritto di essere ascoltati, se necessario anche mettersi a gridare come fece Bartimeo in mezzo all'ostilità dell'entourage di Gesù. L'amore incondizionato che Gesù mostra nei vangeli per ogni uomo e donna che si accosta a lui è il modello da riprendere nella nostra pastorale.
L'attuale contemporaneità è caratterizzata dalla persistente e pervasiva messa in discussione dei costitutivi antropologici fondamentali. La "grammatica" dell'umano, che, strutturalmente, si dà nell'identità differente del maschile e del femminile, viene continuamente disarticolata dal diffondersi delle teorie del gender che determina lo stravolgimento del proprium dell'umano. Il presente lavoro, intendendo offrire coordinate per ritessere il tessuto antropologico ed etico nella contemporaneità, opera una ripresa e un approfondimento del tema con lo scopo di riproporre la "normatività" autentica della "grammatica" dell'umano, la quale, fondata sulla significazione della differenza del maschile e del femminile, individua nella reciprocità la dimensione antropoetica fondamentale del costituirsi e relazionarsi umano.
L'amore che l'uomo e la donna si promettono nel matrimonio implica una condivisione totale di tutte le dimensioni della vita umana: fisica e sessuale, affettiva ed emozionale. In riferimento alla bioetica, risulta impellente un serio discernimento là dove l'applicazione delle tecniche procreative mettono a repentaglio la concezione unitaria della stessa vita umana. Vita ed amore sono un unico mistero da vivere con sapienza e responsabilità. L'autore con il presente lavoro intende mostrare come l'impegno per favorire una maggiore e più corretta attenzione ai temi della vita umana, dell'amore e della famiglia è oggi responsabilità di tutti.
Il volume ripropone la Dichiarazione sull'eutanasia Iura et bona, promulgata dalla Congregazione per la Dottrina della Fede il 5 maggio 1980, previa approvazione di Giovanni Paolo II. Il testo della Dichiarazione, in versione italiana e latina, è preceduto da una Nota introduttiva dell'attuale Prefetto, il cardinale Gerhard Müller. Vengono poi ripubblicate anche le Risposte a quesiti circa l'alimentazione l'idratazione artificiali, sempre in italiano e latino del 1° agosto 2007. Con la relativa Nota di commento, così come il Discorso di Giovanni Paolo II ai partecipanti al Congresso Internazionale su "I trattamenti di sostegno vitale e lo stato vegetativo. Progressi scientifici e dilemmi etici", del 20 marzo 2004, cui la citata Nota di commento si richiama in modo esplicito. Seguono, infine, alcuni commenti di Esperti, volti ad approfondire le tematiche fondamentali presenti nella Dichiarazione.
Oggi più che mai, il modello tradizionale di famiglia e i ruoli che donne e uomini ricoprono nella società, sono oggetto di confronto e accese discussioni. L'ordine determinatosi negli ultimi secoli di storia è in forte crisi: famiglie monogenitoriali, matrimoni fra persone dello stesso sesso, adozione da parte di single e coppie gay, senza contare quanto succede in campo professionale, con una maggiore presenza di donne in tutti i settori, dai lavori manuali alle posizioni dirigenziali. Questi cambiamenti, e la rivendicazione di status e diritti inevitabilmente connessa, si inseriscono nel dibattito sulla sessualità e sulle differenze di genere che oggi sembra far prevalere la conclusione che le differenze fra uomini e donne, ammesso che esistano, siano insignificanti e "socialmente determinate". Steven Rhoads, al contrario, afferma che, a dispetto di ciò che molti oggi amano credere, le distinzioni sessuali restano profondamente radicate nella natura umana. L'autore presenta un gran numero di prove scientifiche che dimostrano come queste differenze siano innate ed esplora le differenze maschio/femmina per quanto riguarda l'aggressività e l'istinto di dominio, la sessualità e la cura dei figli. Un'analisi, la sua, che a qualcuno potrà sembrare conservatrice e forse anche reazionaria, ma che invece, sgombrando il campo da pregiudizi e posizioni ideologiche grazie al rigore con cui è stata condotta, consente di studiare i fenomeni e i processi in atto nella loro reale complessità.